La grande ed infaticabile attività delle Forze dell’Ordine calabresi, alle quali va il sentimento di sincera gratitudine , sta garantendo alla giustizia pericolosi latitanti della ‘ndrangheta. Alcuni giorni fa i Carabinieri di Locri (R.C.) hanno catturato il latitante Giuseppe Nirta, capo dell’omonima cosca di San Luca ed inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi del Ministero dell’interno . La scorsa notte, gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Siderno hanno catturato, in località vicino a San Luca, Antonio Romeo, presunto affiliato alla ’ndrangheta ed anche lui inserito tra i 100 latitanti più pericolosi.
Questi grandi risultati nel contrasto alla ‘ndrangheta che continuano ad essere conseguiti dalle Forze dell’Ordine, non possono non evidenziare il raffronto che, sempre in questi giorni, siamo costretti a fare nel constatare lo sconsiderevole uso del cd “ patteggiamento in appello” che sta portando alla scarcerazione, seppur sotto forma di “domiciliari”, di noti boss della ‘ndrangheta.
Non si potrà mai garantire l’efficacia del contrasto alla criminalità organizzata, se i boss non espieranno fino all’ultimo giorno la condanna loro inflitta. Non credo che si possa rimanere impassibili di fronte all’assegnazione dei domiciliari, avvenuta appunto grazie al ricorso del cd “patteggiamento in appello” di Pantaleone e di Ciccio Mancuso, proprio nel mentre si sta svolgendo il secondo grado del processo “Dinasty -Affari di famiglia”, che li aveva visti condannati per mafia in primo grado.
Prendo atto che il Governo nel “Pacchetto sicurezza”, recentemente varato, ha proposto finalmente l’abolizione, per reati mafiosi, della possibilità di ricorso al cd “patteggiamento in appello” , cosi come da me stessa proposto con l’Atto Camera n. 1085 del 20 maggio 2008. Occorre ora, con la massima urgenza, che il Parlamento tutto converta in legge la proposta governativa, al fine di non consentire che i mafiosi possano godere di benefici, che ritengo assolutamente loro non dovuti, anche alla luce del potere che le varie ‘ndrine stanno continuando ad usurpare, soprattutto in Calabria.
On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Giustizia
Roma 28 maggio 2008
Questi grandi risultati nel contrasto alla ‘ndrangheta che continuano ad essere conseguiti dalle Forze dell’Ordine, non possono non evidenziare il raffronto che, sempre in questi giorni, siamo costretti a fare nel constatare lo sconsiderevole uso del cd “ patteggiamento in appello” che sta portando alla scarcerazione, seppur sotto forma di “domiciliari”, di noti boss della ‘ndrangheta.
Non si potrà mai garantire l’efficacia del contrasto alla criminalità organizzata, se i boss non espieranno fino all’ultimo giorno la condanna loro inflitta. Non credo che si possa rimanere impassibili di fronte all’assegnazione dei domiciliari, avvenuta appunto grazie al ricorso del cd “patteggiamento in appello” di Pantaleone e di Ciccio Mancuso, proprio nel mentre si sta svolgendo il secondo grado del processo “Dinasty -Affari di famiglia”, che li aveva visti condannati per mafia in primo grado.
Prendo atto che il Governo nel “Pacchetto sicurezza”, recentemente varato, ha proposto finalmente l’abolizione, per reati mafiosi, della possibilità di ricorso al cd “patteggiamento in appello” , cosi come da me stessa proposto con l’Atto Camera n. 1085 del 20 maggio 2008. Occorre ora, con la massima urgenza, che il Parlamento tutto converta in legge la proposta governativa, al fine di non consentire che i mafiosi possano godere di benefici, che ritengo assolutamente loro non dovuti, anche alla luce del potere che le varie ‘ndrine stanno continuando ad usurpare, soprattutto in Calabria.
On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Giustizia
Roma 28 maggio 2008
2 commenti:
Grazie Angela!!! coraggio da vendere!
Grazie per le sue battaglie coraggiose.
L'abolizione del patteggiamento in appello è un atto dovuto alle tante vittime innocenti, morti per mano dei boia della mafia.
Così come bisogna togliergli il gratuito patrocinio.
Non è giusto che io contribuisca a pagare l'avvocato all'assassino di mio figlio.
Che dire poi di un ergastolano,su una sedia a rotelle, che si alza e compie una rapina in gioielleria?
Qualcuno lo ha fatto uscire dal carcere attestando una invalidità inesistente.
Che paghi chi lo ha fatto uscire.
Bisogna dire basta a medici consenzienti e quindi complici e dobbiamo dire basta ad avvocati postini di pizzini a volte di morte.
Mario Congiusta
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