Per sapere – Premesso che:
- agli inizi degli anni '80 il Consiglio di Amministrazione dell'ex Cassa per il Mezzogiorno, poi Agensud, ha affidato i lavori della diga sull'Esaro (Cosenza) al raggruppamento di imprese Lodigiani, Italstradale, Del Favero, per una iniziale spesa prevista di 75 miliardi e 809 milioni di vecchie lire;
- oltre alle procedure d'appalto l'Agensud ha gestito anche l'esame e l'approvazione delle perizie affidandone successivamente la concessione al consorzio di bonifica Sibari-Valle Crati;
- i lavori di costruzione sono stati appaltati il 31 maggio 1982 con il consenso di tutti gli enti locali interessati;
- i lavori sono andati avanti a rilento anche perché gli enti locali interessati hanno poi dimostrato nel merito atteggiamenti incoerenti, giacché non era stata definita la parte di territorio che avrebbe ricevuto beneficio dalla costruzione della diga sull'Esaro;
- nel mese di dicembre del 1987, in seguito ad un movimento franoso sulla sponda sinistra della diga, sono stati sospesi i lavori in una parte del cantiere e circa 300 lavoratori sono stati posti in cassa integrazione;
- le indagini sull'evento franoso hanno iniziato a far intravedere l'errore progettuale della diga stessa;
- nel frattempo, però, la Società Lodigiani ottiene dallo Stato 36 miliardi di vecchie lire quale indennizzo per fermo cantiere, senza che siano stati individuati i responsabili dell'iniziale “errore progettuale”;
- nel frattempo il raggruppamento di imprese affidatario dei lavori della diga sull'Esaro ha continuato a detenere la titolarità dell'appalto che già nei primi mesi del '92 aveva raggiunto la cifra di 745 miliardi di vecchie lire ai quali bisognerebbe aggiungere gli altri 350 miliardi per la realizzazione dei canali di gronda;
- nel gennaio del 1992 in un comunicato stampa la Cgil ha denunziato le “ignobili e senz'altro interessate pressioni politiche sulla struttura tecnica dell'Agensud da personaggi politici ben collegati ai molto discussi potentati politici dei ministri meridionali, che vorrebbero ad ogni costo, l'approvazione immediata di perizie di adeguamento del progetto iniziale, proponendo espedienti e improbabili confuse procedure amministrative prevalentemente in contrasto con l'impostazione legislativa e le regole correnti”;
- dall'apertura di una relativa inchiesta giudiziaria nell'ottobre del 1993 è stato emesso un ordine di custodia cautelare a carico del commissario del Consorzio di bonifica con l'accusa della richiesta, rivolta alla Lodigiani, di ben 5 miliardi di vecchie lire per conto di un non definito gruppo politico;
- l'inchiesta giudiziaria fa anche emergere che la citata frana sarebbe stata creata proprio per ottenere il finanziamento di 36 miliardi di vecchie lire;
- in questa fosca vicenda sono entrati in gioco anche altri personaggi esterni al di fuori dell'affare e che, secondo l'accusa, si sono rivolti alla Lodigiani per avere qualche centinaio di milioni “al fine di non ostacolare i lavori della diga”;
- dopo un annoso blocco dei lavori, grazie ad un accordo quadro con il Governo nazionale e con i finanziamenti del Cipe, nel 2002, si è rimessa faticosamente in moto la macchina della diga dell'Esaro;
- nel mese di ottobre 2005, l' Assessore regionale calabrese ai Lavori Pubblici ha incontrato i Sindaci dei Comuni della Valle dell'Esaro ed ha loro garantito la definizione della problematicità della diga, i cui lavoratori erano già stati posti in discussione;
- sempre nell’ottobre del 2005 la Regione Calabria ha varato 78 milioni di euro per l’Invaso;
- ciò nonostante nel febbraio 2006, dopo che negli anni si è andati avanti disperdendo miliardi ed alimentando speranze, centosessanta padri di famiglia sono stati gettati in mezzo ad una strada dalla ditta “Torno”, società che aveva in gestione l'appalto da parte della Sorical (oggi posta sotto indagine giudiziaria), azienda partecipata della Calabria che gestisce le risorse e le strutture idriche della Regione;
- nel mese di marzo 2008 si è avuta notizia della avvenuta formalizzazione dell’accordo del ramo d’azienda da “Torno” ad “Impresa SpA” e che i lavori della vasca di dissipazione sarebbero stati immediatamente subappaltati ad una piccola impresa del cosentino e ad un consorzio locale;
- oggi nessuno è in grado di dire come e se proseguiranno i lavori di quello che dovrebbe essere il più grande Invaso europeo ed i pochi lavoratori rimasti (una ventina circa) non ricevono stipendio da circa tre mesi ed hanno deciso di attuare forme di protesta per cercare di avere chiarezza sul futuro della Diga;
- sono stati espropriati i terreni migliori di quel territorio, è stato frenato lo sviluppo dello stesso, sono state create false aspettative occupazionali e sono stati inutilmente sperperati milioni di euro senza sapere ancora oggi in mano di chi gli stessi euro sono finiti:
- quali siano gli interventi necessari ed urgenti che intendano porre in essere, per le relative parti di competenza, al fine di accertare la storia della diga dell'Esaro ed approfondire il relativo sperpero di denaro pubblico;
- se non ritengano, altresì, di attivarsi perché sia definita la situazione sulla costruzione della diga dell'Esaro, opera strategica per la Calabria e per l’intero sistema delle acque regionali.
On. Angela NAPOLI
Roma 27 maggio 2008
Nessun commento:
Posta un commento