La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della Giustizia
Per sapere – Premesso che:
- nei giorni scorsi è stato revocato il regime del 41 bis al boss della ‘ndrangheta, Franco Perna, ed al suo braccio destro, Gianfranco Ruà;
- il boss Franco Perna, che nell’importante processo “Missing”, in corso di svolgimento a Cosenza, risponde di ben 12 omicidi di mafia, risulta già condannato all’ergastolo in via definitiva per omicidio;
- anche Gianfranco Ruà, uomo di vertice dell’omonimo clan Perna-Ruà, sempre implicato nel processo “Missing”, ha avuto revocato il regime del 41 bis, applicatogli solo nel dicembre del 2007;
- negli ultimi due anni all’interrogante è apparsa un po’ troppo facilitata la revoca del regime del carcere duro, in particolare, per indiscussi criminali appartenenti a note famiglie mafiose che imperversano prepotentemente sul territorio calabrese;
- sempre negli ultimi mesi del corrente anno i calabresi sono stati costretti a registrare le scarcerazioni di noti “personaggi” della ‘ndrangheta, per scadenza dei termini di custodia cautelare;
- ed ancora, sempre i calabresi, sono stati costretti a registrare che il Tribunale dei Riesame di Catanzaro si è espresso contro l’ordinanza della Corte d’Appello con la quale veniva disposta la sospensione dei termini di custodia cautelare in carcere di Diego Mancuso, esponente di spicco dell’omonima cosca di Limbadi e ritenuto dagli inquirenti a capo di una delle tre articolazioni del clan;
- si assiste, peraltro, sempre da parte di noti boss della ‘ndrangheta, all’uso sconsiderato del “patteggiamento in appello”, dopo la sentenza di condanna di I° grado per associazione mafiosa:
- se non ritenga necessario ed urgente far effettuare un attento monitoraggio sull’effettiva applicazione del regime del 41 bis e sulle revoche di tale regime per i noti boss della criminalità organizzata, da parte dei Tribunali di Sorveglianza;
- se non ritenga, altresì, di dover avviare un’ azione di monitoraggio ispettivo per verificare le cause che sono alla base delle preoccupanti e numerose “scarcerazioni facili”, molte volte anche dovute ad inspiegabili “cavilli giudiziari”;
- quali misure di carattere generale e quali iniziative di carattere normativo si intendano assumere per contrastare efficacemente la criminalità organizzata ed, in particolare, per assicurare un maggiore rigore nell’ utilizzo delle misure della carcerazione preventiva nei confronti della criminalità organizzata e la certezza della pena rendendo altresì più restrittivi i criteri per la fruizione dei benefici carcerari per gli appartenenti ed affiliati alle cosche mafiose.
On. Angela NAPOLI
Roma 14 maggio 2008
- nei giorni scorsi è stato revocato il regime del 41 bis al boss della ‘ndrangheta, Franco Perna, ed al suo braccio destro, Gianfranco Ruà;
- il boss Franco Perna, che nell’importante processo “Missing”, in corso di svolgimento a Cosenza, risponde di ben 12 omicidi di mafia, risulta già condannato all’ergastolo in via definitiva per omicidio;
- anche Gianfranco Ruà, uomo di vertice dell’omonimo clan Perna-Ruà, sempre implicato nel processo “Missing”, ha avuto revocato il regime del 41 bis, applicatogli solo nel dicembre del 2007;
- negli ultimi due anni all’interrogante è apparsa un po’ troppo facilitata la revoca del regime del carcere duro, in particolare, per indiscussi criminali appartenenti a note famiglie mafiose che imperversano prepotentemente sul territorio calabrese;
- sempre negli ultimi mesi del corrente anno i calabresi sono stati costretti a registrare le scarcerazioni di noti “personaggi” della ‘ndrangheta, per scadenza dei termini di custodia cautelare;
- ed ancora, sempre i calabresi, sono stati costretti a registrare che il Tribunale dei Riesame di Catanzaro si è espresso contro l’ordinanza della Corte d’Appello con la quale veniva disposta la sospensione dei termini di custodia cautelare in carcere di Diego Mancuso, esponente di spicco dell’omonima cosca di Limbadi e ritenuto dagli inquirenti a capo di una delle tre articolazioni del clan;
- si assiste, peraltro, sempre da parte di noti boss della ‘ndrangheta, all’uso sconsiderato del “patteggiamento in appello”, dopo la sentenza di condanna di I° grado per associazione mafiosa:
- se non ritenga necessario ed urgente far effettuare un attento monitoraggio sull’effettiva applicazione del regime del 41 bis e sulle revoche di tale regime per i noti boss della criminalità organizzata, da parte dei Tribunali di Sorveglianza;
- se non ritenga, altresì, di dover avviare un’ azione di monitoraggio ispettivo per verificare le cause che sono alla base delle preoccupanti e numerose “scarcerazioni facili”, molte volte anche dovute ad inspiegabili “cavilli giudiziari”;
- quali misure di carattere generale e quali iniziative di carattere normativo si intendano assumere per contrastare efficacemente la criminalità organizzata ed, in particolare, per assicurare un maggiore rigore nell’ utilizzo delle misure della carcerazione preventiva nei confronti della criminalità organizzata e la certezza della pena rendendo altresì più restrittivi i criteri per la fruizione dei benefici carcerari per gli appartenenti ed affiliati alle cosche mafiose.
On. Angela NAPOLI
Roma 14 maggio 2008
1 commento:
Meno male che ancora esiste qualche esponente parlamentare che si interroga, ed interroga a sua volta le Istituzioni circa l'applicazione della legge, che, nostro malgrado, in materia di criminalità organizzata, è ancora carica di forti lacune. Infatti, come fa ben notare l'On. Napoli, il 41 bis è una misura restrittiva che dovrebbe trovare facile e larga applicazione, ed invece avviene esattamente il contrario.
Per non parlare delle scarcerazioni facili e dei tempi della giustizia, che sono lunghi, estenuanti, a causa dei quali l'Italia è insolvente anche a livello europeo, essendo "la ragionevole durata dei procedimenti giudiziari ed amministrativi" diritto fondamentale sancito nella Carta dei diritti, che con il Trattato di Lisbona del dicembre 2007, ha anche assunto valore giuridico vincolante. Questa lentezza burocratica, nella maggior parte dei casi, è realmente pericolosa per la società tutta, poichè permette a questi soggetti di continuare a delinquere liberamente, mortificando chi invece vive con onestà.
Onorevole, non siete sola, continuate su questa strada, la
Vostra vittoria è poter dire dire, a dispetto degli altri, di avere le mani pulite,e l'onestà non ha prezzo.
Angela verbaro
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