mercoledì 9 gennaio 2008

Adesso BASTA: rimuovere gli INTOCCABILI !!!

Soltanto il 7 gennaio 2008 il Presidente Loiero al mio comunicato relativo all’emergenza sanità in Calabria, che denunziava il mantenimento di incarichi dirigenziali a persone da me definite “intoccabili”, replicava, tra l’altro in modo anche calunnioso, accusandomi di essere “ distratta com’è dal suo furore interessato e inconsistente contro i miei (suoi!) amici vibonesi”.
Nello stesso mio comunicato facevo riferimento alla mancanza di risultanze interne e giudiziarie, per quanto riguardava la morte della giovane Federica Monteleone, a distanza di ben un anno da quella tragedia.
Dopo solo 24 ore dalle mie accuse e dalla scomposta reazione alle stesse da parte del Presidente Loiero, è stata finalmente data notizia del contenuto della consulenza ordinata dalla Procura di Vibo Valentia per accertare le cause della morte della giovane Federica. E nel mentre non è dato ancora conoscere le risultanze dell’indagine interna dell’ASP di Vibo, dove rimangono in carica gli “intoccabili”, si apprende che la morte sarebbe avvenuta per una “scossa elettrica che ebbe un effetto diretto sulla funzionalità cardiaca” della giovane, ma anche per una possibile “concausa” rintracciabile nel comportamento dell’anestesista rianimatore.
Intanto trovo inaudito che il deposito della consulenza giudiziaria avvenga ad un anno di distanza dalla morte della giovane, ma quello che mi crea maggiore rabbia è constatare la conferma di quanto vado denunziando fin dopo quella tragedia, ossia il fatto che l’inchiesta potrebbe essere pregiudicata dalla “perdita” di diverse prove causata dal mancato immediato sequestro delle apparecchiature e della sala operatoria.
Nonostante tutto Loiero rimane al suo posto ed i suoi amici “intoccabili” continuano a rimanere tali!

On. Angela Napoli
Taurianova, 09 gennaio 2008

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Loiero è una garanzia per il malaffare in Calabria.
Anche lui ne è consapevole, ma fa finta di non saperlo.
Con il cancro si muore...con Loiero anche.

Paolo Mafrici (CS)

Anonimo ha detto...

Loiero e le sue nomine.....PUAH!

Anonimo ha detto...

FEDERICA, EVA E FLAVIO: OVVERO, QUANDO LA MALA-SANITA’ MIETE PIU’ VITTIME DELLA LUPARA.

La vera novità del “Loiero quater” è che è scomparso l’assessorato alla Sanità; d’altronde, la Sanità in Calabria era già latitante, nonostante ogni tentativo della seria e volenterosa Doris Lo Moro di risollevarla. Ad oggi il suo testimone non è andato a nessuno. Come dire, la “patata bollente” della sanità regionale non è affare di alcun “coraggioso” (per dovere di cronaca la delega alla sanità regionale è tra le tante mantenute dal Presidente Loiero e delegata al nuovo Vicepresidente della Giunta, Vincenzo Spaziante, fedelissimo di Loiero).
Quindi la vera novità è che nulla è cambiato: cambiare tutto per non cambiare niente, insomma. Ma, si sa, i politici vivono di consenso, ed essere a capo di un settore così importante ed al tempo stesso delicato quale la sanità, soprattutto in questa Calabria, rende inevitabilmente “impopolari” molte scelte e di conseguenza anche chi le pone in essere.
Certo, scegliere un “tecnico” non sarebbe stata la mossa migliore, ma forse un segnale di “rottura” l’avrebbe dato, magari affidando – che so – all’ Umberto Veronesi di turno, non importava fosse calabrese o meno, l’arduo compito di colmare il gap sanitario della nostra regione.
Al di là delle posizioni politico-partitiche dei diversi schieramenti, sarebbe stato un dovere morale prima che politico dare risposte tangibili ai genitori di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, le sedicenni di Vibo Valentia morte per malasanità. A noi calabresi, soprattutto a noi giovani, sentire ed assistere a storie come questa, rinforza prepotentemente ed instancabilmente il solito amletico dilemma: come si fa a morire per una banale appendicite per colpa di una spina non attaccata al giusto generatore elettrico dell’ospedale, piuttosto che per una semplicissima tracheotomia? Come si fa, insomma, ad entrare in un ospedale per una qualsivoglia operazione di routine e non uscirne vivi?
E dopo ci si lamenta che le nostre famiglie preferiscono le cure medico-ospedaliere del Gaslini di Genova, del San Raffaele di Milano o del Gemelli di Roma a quelle dei “centri d’eccellenza” calabresi!
I Calabresi sono stanchi, disillusi, hanno la morte negli occhi: che sia la statale 106, la Salerno-Reggio, la ‘ndrangheta o il bisturi poco cambia.
Non è da oggi che padri e madri di famiglia, anziani, giovani, operai, imprenditori, hanno deciso di chiudere con il passato e porre le basi per una vera rivoluzione civile e morale nella nostra sfortunata, disgraziata e bellissima terra.
Ma come si fa ad andare avanti quando, ad esempio, nel corso dell’ultimo consiglio regionale si è discusso solo del rimpasto e del malcontento delle varie correnti di partito? Perché vedete, alla casalinga, al muratore che torna a casa alle 8 della sera dopo 13/14 ore di lavoro, non gliene frega niente che una corrente di partito è rimasta tagliata fuori dalla nuova giunta regionale, o che Tizio ha più tessere di Caio e di Sempronio, e quindi ha più diritto di lui a sedere in Giunta.
Qui, mentre si discute di partiti nuovi, di alleanze strategiche e di sondaggi, si continua inesorabilmente a morire.
I calabresi chiedono alla politica una semplice cosa: espletare il mandato elettorale e risolvere i problemi che tutti i cittadini, di destra, centro o sinistra che siano, hanno deputato a risolvere con il proprio voto. Ai calabresi importano cure medico-sanitarie efficienti, senza dover ricorre alla classica “telefonatina” al politico o all’amico del caso che gli offra una raccomandazione utile per saltare posizioni nelle liste d’attesa.
Badate bene: questo non è qualunquismo, non è fare di tutta l’erba un fascio, è parlare seriamente e concretamente da calabrese a calabrese, in calabrese. La politica, tutta la politica, non deve essere latitante in tutto questo e deve riguadagnarsi il proprio primato tra la gente. Non basta intitolare un salone a Federica Monteleone per cambiare le cose! Perché, come abbiamo visto, in meno di un anno, nello stesso ospedale di Vibo è morta Eva Ruscio, poco prima di lei il piccolo Flavio Scutellà all’ospedale di Reggio. Anziché intitolare delle aule – per carità gesto nobilissimo – il consiglio regionale, i partiti, dovrebbero pensare a rimediare ai problemi, e far sì che disgrazie come quella di Federica, Eva e Flavio non abbiano più a verificarsi nella nostra regione. Mai più.
La stessa politica, tutta la politica, deve assolutamente far rientrare in Calabria le migliori “teste”, e far restare quelle che sono per il momento ancora qui. Una cosa semplice ed efficace, rivoluzionaria nella sua “normalità”. Ecco, anche la normalità, in Calabria, sembra una cosa rivoluzionaria.


Alessandro Pecora
Studente facoltà di Giurisprudenza Reggio Calabria – Coordinamento regionale “Ammazzateci tutti”