giovedì 30 luglio 2015

Mia intervista sull'emendamento Pagano

 
http://www.senzafili.org/2015/07/30/intervista-ad-angela-napoli-sull-emendamento-pagano/ 

Intervista ad Angela Napoli sull’emendamento Pagano

Proponiamo una breve intervista ad  Angela Napoli, Presidente Associazione “Risveglio Ideale”,  Consulente Commissione Parlamentare Antimafia,  sull'emendamendo “pagano”, che riguarda nuove norme sul processo penale.

  • “Questa proposta è un grande deterrente per chi vuole aiutarci nella lotta alle mafie: non vi è maggiore tutela del privato, non vi è tutela delle indagini. In più lede il diritto di informazione. Tre mesi non bastano neppure per dimostrare un’ estorsione. Siamo al ridicolo. Ho avuto modo di vedere da vicino come lavora il Parlamento: sembra un lavandino otturato. Ci sono troppe riforme, troppi decreti legge che ingolfano tutto, e tante proposte sullo stesso tema. Anche se poi si arena tutto. In questo caso c’ è da sperarci. Le norme di cui stiamo parlando sarebbero un gran regalo alle mafie”. Queste alcune parole di Nicola Gratteri riguardo le proposte alla Camera sulle norme sul processo penale. Può darci la sua opinione?
 La questione è molto seria e andrebbe approfondita e discussa estraniandosi da appartenenze politiche e da interessi che sfociano nell’eccessivo garantismo. Nonostante ciò il Governo intende, ancora una volta, mettere il bavaglio ed impedire quindi la relativa discussione e le necessarie modifiche emendative. Sicuramente i Partiti politici della maggioranza, supportati dal nuovo gruppo degli ex (sic!) cosentiniani guidati dal pluriinquisito sen. Denis Verdini, otterranno il contingentamento dei tempi di discussione e riusciranno quindi ad approvare un provvedimento che considero, così come presentato, “capestro” e che, a mio avviso, pregiudicherà sia la già fragile “libertà di stampa” che abbiamo in Italia, sia la lotta al crimine organizzato e alla corruzione. E’ pertanto condivisibile quanto dichiara il giudice Nicola Gratteri nell’affermare che la norma, così come proposta, rappresenterebbe “un grande regalo ai criminali”, giacché diverrebbero pressoché “impossibili le indagini di mafia”.
  • La cosiddetta norma Pagano prevede il rinvio a giudizio o l’archiviazione entro 3 mesi dalla fine delle indagini, pena l’avocazione del procedimento. Niente più indagini integrative e forte tutela della privacy, una norma del genere, se venisse approvata che danni pensa possa causare?
 Premetto che appare chiaro come in questo momento il Governo, ma dopo il “caso Azzolini” credo anche buona parte del PD, siano “sotto scacco” del NCD, quindi l’emendamento Pagano non può che essere frutto di tale contesto. Se passasse tale emendamento verrebbero messe a rischio molte indagini su mafia, corruzione e terrorismo. Se fossi ancora Deputato inviterei in Aula Alessandro Pagano a dire a tutti se ha veramente contezza del lavoro dei Magistrati chiamati ad esaminare tutti gli atti di un’inchiesta di mafia e dei relativi tempi necessari, peraltro sotto “il cappio” della responsabilità civile e disciplinare dei magistrati, imposta anche con il voto dello stesso Pagano!
  • Come mai, secondo la sua opinione, il nostro Governo vuole introdurre queste norme?
Ho già detto che il Governo nazionale è sotto “il cappio” del NCD, ma anche sotto quello di esponenti della stessa sua maggioranza politica, coinvolti in rilevanti inchieste giudiziarie. Vedi “Mafia capitale”, il “caso Azzolini”, il “caso Bilardi”, ecc. Senza tralasciare il caso Crocetta derivante da un’intercettazione, più o meno veritiera, comunque dalle dimissioni dell’ex assessore regionale alla sanità, Lucia Borsellino. Non dimentichiamo che Alessandro Pagano è siciliano!!! Penso che nessuno di noi intenda difendere coloro che con pubblicazione di registrazioni fraudolente danneggiano le persone, ma ritengo quindi che si debbano individuare norme che comunque salvaguardino il diritto all’informazione.
  • Ricordiamo ai lettori, viste anche le recenti scritte contro il 41 bis, il regime carcerario duro per i boss mafiosi, comparse in alcune città, di cosa si tratta?
 Il regime del 41bis, il c.d. carcere duro, è riservato a tutti quegli elementi ritenuti pericolosi, perché sospettati di collegamenti con un’associazione criminale, terroristica o eversiva. Per questi elementi si ritiene indispensabile isolarli il più possibile per evitare che anche dal carcere continuino a dirigere i loro loschi traffici. Per il detenuto sottoposto al 41bis è previsto un numero minore di colloqui con i familiari, tutti attraverso un vetro blindato e video-registrati per controllare che non vi siano contenuti più messaggi in codice. Non più di tre colloqui a settimana con i legali. Massimo due ore d’aria al giorno e non più di due persone. Il regime del 41bis, che per alcuni desta scalpore, lo ritengo dovuto perché rappresenta uno degli strumenti più validi per contrastare la mafia, insieme al 416bis, il reato di associazione mafiosa.







Nessun commento: