Mia intervista rilasciata a Susanna Camoli
La Regione Calabria si trova a dover affrontare di nuovo un “terremoto” di grave intensità. Ieri, con l’operazione Erga Omnes, sui rimborsi gonfiati dai consiglieri. Il PD, e non solo, subisce così un altro duro colpo, nel registro degli indagati sono finiti tutti gli assessori in carica della giunta guidata da Oliverio e l’attuale presidente del Consiglio, Scalzo. Tra gli indagati anche l’attuale assessore alle Attività Produttive Carlo Guccione, il presidente del Consiglio Regionale, Scalzo e il vice presidente della Giunta con delega al Bilancio Enzo Ciconte, e Nino De Gaetano, già nell’ occhio del mirino da tempo, quando l’ ex ministro per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta rifiutò il suo incarico in Regione, per la sua posizione poco chiara, è finito ai domiciliari ( e su questo caso ci sarebbe molto da dire, in quanto la stessa Lanzetta fu “minacciata” di querela da Oliverio qualora non l’ avesse smessa di “accusare”). Le contestazioni si riferiscono alla passata legislatura, quando gli attuali membri dell’esecutivo erano consiglieri regionali. Tutti i 27 indagati sono destinatari di provvedimenti di sequestro beni per un ammontare complessivo di 2,5 milioni di euro. Ora sono in molti a “chiedere la testa” del Governatore e a chiedere un commissariamento, il tutto giustificato in quanto il presidente era a conoscenza del passato della giunta da lui “quasi” creata. Abbiamo posto alcune domande all’On. Angela Napoli, consulente della Commissione parlamentare Antimafia e presidente dell’ associazione Risveglio ideale, che come sempre ci ha risposto in modo chiaro e che rientra in quell’ “eticamente corretto” che oggi siamo in molti a richiedere.
Dopo quanto accaduto ieri, di seguito all’ inchiesta “Erga omnes”, che ha visto coinvolti nelle indagini la maggior parte della giunta regionale calabrese, cosa che molti si aspettavano, quali sono le sue considerazioni? Come si è arrivati a questo risultato?
-Purtroppo quanto è emerso ieri con l’operazione “Erga omnes” lo si aspettava, giacché fin da quando era partita, nel 2013, l’inchiesta “Rimborsopoli” ed erano emerse le prime indiscrezioni sull’attendibilità dei rimborsi dei consiglieri regionali della Calabria, si era compreso che per molti di loro la legalità è stata un “optional”. Anche i rilievi, nel tempo, da parte della Corte dei Conti avevano fatto emergere la non correttezza di alcune gestioni finanziarie.
Le responsabilità delle persone che figurano coinvolte in questa inchiesta, ferma restando ogni forma di garanzia, non appaiono di poco conto. Non è assolutamente condivisibile né moralmente onesto, dover apprendere che, nonostante i lauti stipendi percepiti dai consiglieri regionali calabresi, parecchi di loro avrebbero sperperato il denaro pubblico per “uso personale”, peraltro, in una Regione dove il tasso di disoccupazione è elevatissimo e dove si registrano situazioni emergenziali in ogni settore.
Appare evidente che da parte degli ex consiglieri regionali coinvolti in questa inchiesta non solo è stata calpestata la Politica con la “P” maiuscola, cioè la Politica a servizio dei cittadini, ma è stata, altresì, evidenziata la mancanza assoluta di quell’etica necessaria a ricoprire cariche pubbliche cosi importanti.
Lei spesso ha ribadito le colpe dei partiti, che lasciano il compito alla magistratura di fare pulizie ai loro interni, e per l’ ennesima volta è quanto accaduto. Pensa che il presidente Oliverio ne prenderà atto? A suo avviso come dovrebbe agire a questo punto, dato che i cittadini calabresi ne chiedono le dimissioni.
-Personalmente avevo stigmatizzato il comportamento del Presidente Oliverio allorquando decise di attribuire la delega regionale ai trasporti e ai lavori pubblici a Nino De Gaetano, giacché questi lo si sapeva indagato nell’inchiesta “Rimborsopoli” e la stessa figura era apparsa nell’operazione “Il Padrino”. Oggi, con grande rammarico, veniamo a conoscenza che il Presidente Oliverio aveva composto l’intera mini giunta regionale con persone non immuni da procedimenti giudiziari.
A questo punto al Presidente non rimarrebbe che agire di conseguenza, anche alla luce del fatto che la Calabria era stata chiamata con anticipo al rinnovo del consiglio regionale, a causa dei problemi giudiziari che hanno investito l’ex governatore Scopelliti, e ci si attendeva, quindi, una reale “inversione di rotta”, attraverso l’individuazione di uomini e donne “al di sopra di ogni sospetto”, in grado di amministrare legalmente e con competenza la nostra Regione.
Intravede qualcuno, qualora si dovesse tornare al voto, capace di risollevare le sorti della Calabria?
-Mi pone una domanda davvero imbarazzante! Non perché io ritenga che la Calabria sia priva di risorse umane all’altezza del compito, tutt’altro! Bensì perché ritengo che sia giunta l’ora di “ripulire” l’ambiente politico calabrese dalle “solite ed ingombranti facce” che ai cittadini hanno solo arrecato disagi e danni, se è vero, come purtroppo è vero, che la Calabria è diventata una regione non inglobata nel sistema nazionale.
Non c’è calabrese oggi, che non abbia perso totalmente la fiducia nelle istituzioni, la Calabria si trova ora più che mai in uno stato di abbandono e le conseguenze saranno drastiche, probabilmente più del solito, cosa proporrebbe lei per uscire da questo “tunnel” che lascia tutti senza speranze?
-Comprendo la sfiducia che investe il comune cittadino calabrese, costretto ad apprendere, giorno dopo giorno, solo notizie negative per il presente ed il futuro di questa Terra. Penso che nell’attuale grave situazione la gestione della cosa pubblica regionale dovrebbe essere affidata ad un gruppo di persone, qualificate, professionalmente ed eticamente irreprensibili, che non rispondano alle logiche dei partiti politici di appartenenza, bensì esclusivamente agli interessi dei calabresi.
Matteo Renzi, ha appoggiato questa giunta, dato che come anche lei spesso ha detto, prevedeva soggetti già coinvolti in indagini giudiziarie, lo sapeva Oliverio, lo disse l’ ex ministro Lanzetta (sul caso De Gaetano, ora ai domiciliari) e lo sapeva anche il Premier, cosa direbbe oggi a Renzi? E cosa direbbe, a chi ancora oggi continua a “difendere l’ indifendibile”?
-A Renzi, ma non solo a lui, consiglierei di fidarsi un po’ meno di alcuni rappresentanti del suo partito in Calabria. Inizierei col consigliargli di valutare “al meglio” la figura del coordinatore regionale del suo partito, Ernesto Magorno, il quale, peraltro da componente della Commissione parlamentare antimafia, prima ha supportato la nomina dell’ex assessore De Gaetano, e soltanto da ieri, quindi dopo gli interventi giudiziari, chiede “una nuova squadra di governo”. Coordinatore regionale del PD, il quale, tra l’altro, riscopre strumentalmente Platì il giorno dopo la scadenza dei termini previsti per la presentazione delle liste elettorali per il rinnovo delle comunali in quel Centro.
Consiglierei, altresì, al Presidente Renzi di iniziare a non fidarsi di chi “gli si prona ai suoi piedi quale semplice cavalier servente”, ma di ascoltare anche chi, dall’interno del suo partito, avanza qualche giusta proposta critica.
A tutti dico che, se si ama davvero la Calabria, non è più il tempo di fingere di non vedere e non sapere!
http://www.senzafili.org/2015/06/27/intervista-ad-angela-napoli-non-e-piu-il-tempo-di-fingere-di-non-vedere-e-non-sapere/?
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