COMUNICATO STAMPA
SU
PROCESSIONE OPPIDO
In Calabria avevamo appena finito di gioire
per il tanto atteso anatema lanciato da Papa Francesco durante la sua visita
pastorale a Cassano ed eravamo, altresì, convinti che le parole del Santo Padre
sarebbero servite anche da ripensamento a don Meme' Ascone e a don Nuccio
Cannizzaro, nonché a quella parte della Chiesa calabrese, a volte troppo portata
a tentare di redimere i cuori dei mafiosi, ma, purtroppo, siamo stati costretti
ad assistere all'ultimo "ossequio" che i portatori della Vara con la
statua della Madonna delle Grazie di Oppido Mamertina hanno inteso riservare al
boss Peppe Mazzagatti e, quindi, alla 'ndrangheta tutta.
Sento il dovere di ringraziare il
maresciallo Andrea Marino, comandante della Stazione dei Carabinieri di Oppido
Mamertina, per il comportamento assunto nell'immediato, a dimostrazione di come
si possa attuare con i fatti, e non con le parole, il reale contrasto ai
criminali.
Ho insegnato ed ho anche diretto un
Istituto Scolastico nella cittadina di Oppido ed ho avuto quindi modo di
prendere atto, con grande rispetto, della fede cattolica di coloro che vivono
in quella comunità, ma non posso sicuramente condividere la commistione che
alcuni fedeli finiscono con l'avere tra fede e 'ndrangheta.
Va dato atto a Monsignor Francesco Milito,
Vescovo della Diocesi Oppido-Palmi, per aver avviato la riflessione sullo
svolgimento delle processioni che si svolgono sul territorio della Diocesi, e
per aver momentaneamente sospeso le stesse. Ed essendo convinta che il rito
delle processioni, purtroppo, in molte altre realtà della nostra Calabria tende a vedere la
commistione tra fede e 'ndrangheta, tenendo conto anche del fatto che i riti di
affiliazione interni a questa associazione mafiosa si servono di effigi sacre
facendo apparire la finta fede religiosa dei criminali, mi augurerei che gli
altri Vescovi calabresi uniscano analoga riflessione a quella assunta da
Monsignor Milito. Così come mi augurerei che la Chiesa rifiutasse qualsiasi
tipo di supporto economico elargito dai criminali o dalle loro famiglie.
Anche la Presidente della Commissione parlamentare antimafia, on. Rosy Bindi, ha da
subito attenzionato l'increscioso episodio ed ha invocato l'adozione per la
Calabria di un piano straordinario che possa davvero mettere "in ginocchio
la 'ndrangheta".
Ritengo, però, che non si possa
contemporaneamente sottacere su comportamenti collusivi di alcuni politici che
finiscono con l'incoraggiare la sfida
che la 'ndrangheta tenta di attuare anche nei confronti della Chiesa. Mi
riferisco, ad esempio, a quanto è accaduto a MELITO Porto Salvo, durante la
campagna elettorale per il rinnovo delle locali elezioni amministrative nel
2012, quando i candidati di una lista elettorale hanno portato in processione
la Madonna di Porto Salvo, pur già consapevoli di aver l'appoggio elettorale
del locale clan, tanto che eletti a capo della locale amministrazione dopo
qualche mese sono stati arrestati, sindaco compreso, nell'operazione
"ADA", con la pesante accusa di associazione mafiosa proprio perché
eletti con i voti del clan IAMONTE.
Adesso i c.d. "garantisti", pur
di evidenziarsi come tali, hanno iniziato con il "dagli
all'untore..", credendo così di annientare la 'ndrangheta, e
contemporaneamente di continuare ad aggraziarsi tutti coloro che con la stessa
sono collusi.
Personalmente sono molto stanca,
preoccupata ed amareggiata nel dover assistere a notizie così brutte che fanno
rimbalzare solo in negativo la nostra Calabria su tutte le cronache nazionali,
e sono sempre più convinta che non si possa continuare a delegare ad altri
l'individuazione della "medicina" utile ad abbattere questo
"cancro".
Ci vuole la rivoluzione delle
"coscienze", nessuno di noi deve più fingere di "non
sapere" e di "non conoscere". Anche i fedeli che partecipano
alle processioni, essendo per lo più dei luoghi dove le stesse si svolgono,
dovrebbero assumere atteggiamenti di repulsione e non di compiacimento,
allorquando accadono episodi come l'ultimo di Oppido.
Va assunta la consapevolezza dell’
asfissiante presenza della 'ndrangheta nelle nostre comunità, occorre bandire
ogni forma di "ossequio" verso i criminali e mettere da parte qualsiasi
remora nel contrasto dovuto a tali malavitosi. Se cattolici credenti dobbiamo
saper fare buon uso dell'aiuto datoci da Papa Francesco, e riuscire a non
consentire più che gli uomini della 'ndrangheta
possano continuare a mescolare il sacro con il profano, e tutti noi
diventare consapevoli del fatto che l'uomo 'ndranghetista lo è per tutta la
vita ed in quanto tale nessuno potrà mai assolverlo.
Angela Napoli
Consulente Commissione
Parlamentare Antimafia
Presidente
Associazione “Risveglio Ideale”
Taurianova, 11 luglio 2014
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