COMUNICATO STAMPA
Dopo tre anni di latitanza, ieri è stato catturato in Colombia, Roberto Pannunzi, il trafficante di droga più ricercato in Europa, e di questa notizia non possiamo che essere contenti.
Rimangono, però, prive di intervento le richieste da me indirizzate al Ministro della Giustizia, il 14 aprile 2010, dopo la seconda fuga del "Principe del narcotraffico".
Aveva, infatti, destato grande perplessità il fatto che Roberto Pannunzi, condannato ad una pena definitiva di 16 anni e mezzo di reclusione, e sottoposto al regime di sorveglianza speciale per gravi motivi di salute, fosse evaso da una clinica romana dove si trovava ricoverato e che la sua evasione fosse stata scoperta dalle Forze dell'Ordine dopo una quindicina di giorni dall'avvenimento, tempo sicuramente più che sufficiente per consentire al boss un suo trasferimento all'estero.
Tra l'altro il Pannunzi era già evaso, sempre da una struttura sanitaria romana, 11 anni prima, il ché rendeva davvero abnorme quella nuova seconda fuga.
A suo tempo avevo chiesto di sapere per quali motivi la notizia della nuova evasione del pericoloso criminale fosse stata resa nota a distanza di oltre un mese dall'avvenimento e se durante il periodo di degenza nella struttura sanitaria privata romana, i responsabili della stessa fossero mai venuti a conoscenza dello status giudiziario (sorvegliato speciale) del boss e quante volte, durante la stessa degenza il Pannunzi avesse ricevuto le visite di controllo da parte delle Forze dell'Ordine.
Non sono a conoscenza se ci siano stati accertamenti ed individuazioni di responsabilità sulle dinamiche che hanno consentito a Roberto Pannunzi la seconda evasione, nel 2010, sta di fatto che dopo la sua cattura di
ieri, c'è da augurarsi che il Parlamento elimini quelle "crepe" esistenti nella legislazione Italiana che impediscono la certezza dell'espiazione della pena per molti mafiosi.on. Angela Napoli
Presidente Associazione "Risveglio Ideale"
Taurianova, 07 luglio 2013
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