Il Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, nei giorni scorsi ha richiamato la
politica “a comportamenti trasparenti sul piano della moralità”.
Il richiamo cade giusto a
proposito nel momento in cui il comune cittadino viene frastornato da
notizie relative ad inchieste giudiziarie che fanno emergere un
preoccupante livello di corruzione che attraversa settori della
politica, ma che non disdegna quelli imprenditoriali, della pubblica
amministrazione, della sanità ed anche dei privati.
La corruzione è
dilagante, così come il malaffare e la illegalità. Penso che in
Italia sia ormai difficile riuscire ad individuare una netta linea di
demarcazione tra l’area della legalità e quella dell’illegalità.
Il livello di corruzione
nel nostro Paese è tale da farci piombare al sessantanovesimo posto,
dopo il Ruanda, nell’ultima classifica di transparency
International.
La Corte dei Conti
ritiene indispensabile che ci si doti di norme e di strumenti
anticorruzione che gli organismi internazionali hanno da tempo già
adottato e siamo ancora costretti ad assistere al balletto dei “veti
incrociati” di alcune parti della politica che non consentono la
definizione di un valido provvedimento anticorruzione.
Sono stati di fatto
esautorati i poteri dell’Alto Commissario per la lotta alla
corruzione voluto dall’ONU e da mesi il Parlamento discute su una
proposta anticorruzione, approvata al Senato a metà giugno dello
scorso anno, e presentata come la “panacea” del fenomeno, ma in
realtà assolutamente non risolutiva né per la prevenzione né per
la repressione dello stesso, che nel frattempo continua a drenare ben
60 miliardi ogni anno alle casse dello Stato.
Nonostante la devastante
e dilagante corruzione che imperversa nel nostro Paese e che frena la
crescita, ancora una volta ci sono parti politiche che pensano solo a
definire norme legislative garanti della tutela processuale dei loro
appartenenti coinvolti giudiziariamente.
Noi di Futuro e Libertà
da mesi siamo stati promotori di proposte di legge ed emendamenti,
forse anche coraggiosi, ma necessari.
Corruzione e concussione:
unico reato – Aumento delle pene e dei termini di prescrizione –
Confisca del prezzo o profitto della corruzione o concussione –
Avocazione allo Stato dei profitti politici illegittimi -
Incandidabilità ed ineleggibilità per tutti coloro che sono stati
colpiti giudiziariamente per reati di corruzione e concussione, in
particolare profusi contro la pubblica Amministrazione – Reato di
auto riciclaggio.
Occorrerebbero, altresì,
norme più incisive per i controlli e per rendere più trasparenti le
attività degli Enti locali, anche attraverso l’obbligatorietà del
“Bilancio sociale”.
Nei prossimi giorni ci
confronteremo su queste proposte in Parlamento, anche alla luce del
lavoro che sta predisponendo il Governo nazionale.
Una cosa è certa: sul
tema della corruzione e del contrasto alla stessa, i cittadini
italiani hanno bisogno di vedere interventi determinati, incisivi e
coraggiosi.
Ed anche su questo tema
la politica giocherà la propria credibilità.
On. Angela NAPOLI (FLI)
Relatrice per la
Commissione Giustizia
Sul provvedimento
Anticorruzione
Roma, 21 marzo 2012
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