Partecipo sempre
all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario presso la Corte d’Appello
di Reggio Calabria non solo per un doveroso riguardo alla
Magistratura, ma anche per conoscere lo status della lotta
alla ‘ndrangheta dopo l’encomiabile attività di contrasto
profusa da Magistrati e Forze dell’Ordine.
Nessuna sorpresa
nell’ascoltare della “colonizzazione” della ‘ndrangheta in
Lombardia; grande amarezza, invece, nel dover prendere atto delle
allarmanti cifre evidenziate nella relazione del Procuratore della
DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dalle quali si evince che
la densità pervasiva della ‘ndrangheta nella provincia reggina non
trova riscontro in altre parti
del territorio italiano. Nella sola
provincia di Reggio Calabria, infatti, la ‘ndrangheta può contare
su un numero di affiliati pari al 27% della popolazione attiva.
L’inaugurazione
dell’Anno Giudiziario è avvenuta, tra l’altro, in concomitanza
alla presentazione della relazione della Commissione Parlamentare
Antimafia, nella quale il Presidente Pisanu ha di fatto confermato i
dati del Procuratore Pignatone scrivendo che “la ‘ndrangheta ha
un suo presidio in ogni comune della provincia di Reggio Calabria”
e che la stessa organizzazione criminale imprenditrice controlla il
territorio.
Se ai citati numeri
aggiungiamo i dati che emergono dalla relazione del Presidente della
Corte d’Appello di Catanzaro relativamente all’aumento dei reati
legati all’indebita percezione di contributi e finanziamenti dello
Stato e della Comunità Europea, credo che il quadro sia davvero
drammatico.
Cifre e dati allarmanti
che non possono lasciare indifferenti il comune cittadino ma, ancor
di più, chi ha il compito di gestire la cosa pubblica e chi è
chiamato a contribuire allo sviluppo economico del territorio.
Le strategie di contrasto
alla ‘ndrangheta non possono più essere delegate solo a
Magistratura e Forze dell’Ordine, dovrebbero riappropriarsene gli
appartenenti alla c.d. “zona grigia” la quale funge da linfa
vitale per accrescere la potenzialità delle varie ‘ndrine.
Non serve più
l’antimafia parolaia, né quella delle targhe e dei protocolli;
servono legalità vera, trasparenza, rigore morale ed una buona dose
di coraggio e fermezza.
On. Angela NAPOLI
Componente Commissione
Parlamentare Antimafia
Roma, 1 febbraio 2012
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