Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno;
per sapere – premesso che:
- la Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) rappresenta la zona più importante dell'olivicoltura calabrese, con ulivi centenari, la cui specie non è rintracciabile in altre zone del mondo;
- l'interrogante già nella precedenti legislature, aveva provveduto e segnalare la preoccupante notizia sulla tratta di ulivi secolari calabresi;
- nei giorni scorsi alcune notizie riportate su stampa regionale calabrese, hanno riferito della preoccupante compravendita delle secolari piante di ulivi della Piana di Gioia Tauro;
- ulivi sradicati da quel territorio senza alcuna regola vengono trasferiti in proprietà private di regioni dei centro-nord Italia, creando gravi scompensi ambientali nel territorio;
- negli ultimi anni, sono notevolmente aumentate le compravendite in questione;
- altri ulivi vengono tagliati, ridotti a monoconi, per ricavare una media di 2.000 quintali di ettaro di legname e il guadagno di 30.000 euro;
- nella Piana di Gioia Tauro è, peraltro, imperante la presenza di importanti cosche della 'ndrangheta calabrese, il che potrebbe anche far presupporre che dietro il business degli ulivi secolari possa essere rintracciabile anche la mano della criminalità organizzata;
- purtroppo non esiste alcuna legge che possa tutelare e valorizzare il patrimonio di ulivi secolari di questa parte dei territorio italiano tantomeno è registrabile la tutela dell’ambiente e del territorio:
- quali urgenti iniziative normative intendano attuare al fine di tutelare il patrimonio degli ulivi secolari della Piana di Gioia Tauro;
- se risulti avviata un'opportuna attività di indagine per verificare eventuali «anomale» presenze dietro la citata compravendita degli ulivi secolari;
- se non ritengono in particolare di adottare idonee iniziative utili ad istituire nella Piana di Gioia Tauro il «parco degli Ulivi», giacché quelle piante rappresentano una specie unica al mondo e la relativa mancanza di salvaguardia finirebbe col creare gravi danni ambientali nel contesto territoriale.
On. Angela NAPOLI
Roma, 5 febbraio 2010
per sapere – premesso che:
- la Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) rappresenta la zona più importante dell'olivicoltura calabrese, con ulivi centenari, la cui specie non è rintracciabile in altre zone del mondo;
- l'interrogante già nella precedenti legislature, aveva provveduto e segnalare la preoccupante notizia sulla tratta di ulivi secolari calabresi;
- nei giorni scorsi alcune notizie riportate su stampa regionale calabrese, hanno riferito della preoccupante compravendita delle secolari piante di ulivi della Piana di Gioia Tauro;
- ulivi sradicati da quel territorio senza alcuna regola vengono trasferiti in proprietà private di regioni dei centro-nord Italia, creando gravi scompensi ambientali nel territorio;
- negli ultimi anni, sono notevolmente aumentate le compravendite in questione;
- altri ulivi vengono tagliati, ridotti a monoconi, per ricavare una media di 2.000 quintali di ettaro di legname e il guadagno di 30.000 euro;
- nella Piana di Gioia Tauro è, peraltro, imperante la presenza di importanti cosche della 'ndrangheta calabrese, il che potrebbe anche far presupporre che dietro il business degli ulivi secolari possa essere rintracciabile anche la mano della criminalità organizzata;
- purtroppo non esiste alcuna legge che possa tutelare e valorizzare il patrimonio di ulivi secolari di questa parte dei territorio italiano tantomeno è registrabile la tutela dell’ambiente e del territorio:
- quali urgenti iniziative normative intendano attuare al fine di tutelare il patrimonio degli ulivi secolari della Piana di Gioia Tauro;
- se risulti avviata un'opportuna attività di indagine per verificare eventuali «anomale» presenze dietro la citata compravendita degli ulivi secolari;
- se non ritengono in particolare di adottare idonee iniziative utili ad istituire nella Piana di Gioia Tauro il «parco degli Ulivi», giacché quelle piante rappresentano una specie unica al mondo e la relativa mancanza di salvaguardia finirebbe col creare gravi danni ambientali nel contesto territoriale.
On. Angela NAPOLI
Roma, 5 febbraio 2010
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