- per sapere - premesso che:
- in data 11 dicembre 2007 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha decretato lo stato di emergenza socio- economico -sanitaria della Regione Calabria;
- a seguito del citato stato di emergenza, in data 21 dicembre 2007, è stata istituita la Commissione incaricata di svolgere un’indagine conoscitiva finalizzata a verificare la qualità dell’assistenza prestata dal Servizio sanitario della Regione Calabria, nonché l’effettiva garanzia dell’erogazione, secondo criteri di efficienza ed appropriatezza, dei livelli essenziali di assistenza;
- nella relazione predisposta dalla citata Commissione, come pubblicato sulla stampa regionale calabrese il 24 aprile 2008 sono stati evidenziati allarmanti punti di criticità interni al sistema sanitario di quella Regione;
- tra le criticità nella relazione la Commissione ministeriale ha evidenziato: il mancato controllo della regione sulla spesa sanitaria, la mancata approvazione del piano sanitario regionale, l’impunità di chi ha commesso errori ed ha responsabilità accertate, la presenza in numerosi P.O. di Pronto Soccorsi “disastrosi”, pesanti condizioni igienico - sanitarie e problemi strutturali degli edifici, esorbitante spesa ai privati, dirigenti senza responsabilità; criticità, ancora oggi, in buona parte persistenti;
- anche la Corte dei Conti regionale, fin dal marzo 2008 ha bocciato la sanità calabrese, richiamando, altresì, l’intervento della Magistratura contabile;
- sempre la relazione della Commissione ministeriale ha evidenziato che la Calabria ha investito in sanità una quota di PIL di gran lunga superiore alle altre Regioni ( 8.77% PIL Calabria – 4,66% PIL Lombardia);
- La grave situazione della sanità in Calabria era stata monitorata dal Ministro del Lavoro e, allora anche della salute, il quale nel settembre del 2008, in Commissione bicamerale per gli Affari Regionali, aveva dichiarato che “ …la situazione della Regione Calabria è molto preoccupante non solo per la dimensione del debito e del disavanzo, ma per il trend di spesa: dai 55 milioni 2006 ai 127 del 2007…un dato che fa spaventare non poco”;
- e nel mentre il debito sanitario continuava ad aumentare, nel novembre del 2008 la Regione Calabria ha deliberato l’istituzione di un Comitato di consulenti (ben 3!) nell’ambito del piano sanitario regionale per il triennio 2007- 2009;
- fin da allora, all’interrogante appariva chiaro che nessun piano di rientro per il riequilibrio economico-finanziario, per quanto oculato, avrebbe potuto ribaltare la debitoria situazione incancrenita, peraltro, in assenza di un approvato piano sanitario regionale;
- nel giugno del 2009 il Consiglio dei Ministri aveva perfino impugnato la legge della Regione Calabria 30 aprile 2009, n. 11, relativa al “ Ripiano del disavanzo di esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dei disavanzi del servizio sanitario regionale;
- nel settembre del 2009 la Giunta regionale della Calabria ha approvato il cosiddetto “Piano di rientro” che dovrebbe portare al risanamento del deficit sanitario di quella Regione;
- a quel tempo il debito emerso dai dati contabili non consentiva la quantificazione reale dello stesso;
- nel mentre veniva predisposto ed approvato il “Piano di rientro” , la Giunta regionale calabrese definiva tranquillamente acquisizioni di prestazioni ospedaliere dalle strutture private che da circa 5 anni non rinnovavano i contratti ai propri dipendenti ed autorizzava ben 333 assunzioni nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere;
- l’interrogante attende ancora di conoscere, così come richiesto nell’atto ispettivo n. 2-00470 del 16 settembre 2009, se nella verifica del “Piano di rientro” siano stati inseriti importi relativi a transazioni dell’ultima ora, che potrebbero riguardare debiti non riconoscibili;
- il 17 dicembre 2009, ad avviso dell’interrogante inspiegabilmente, il Governatore della Regione Calabria, ha firmato con i Ministri dell’Economia e della Sanità, il Piano di rientro del debito, evitando così il commissariamento di quel settore regionale;
- in virtù della citata sigla il Presidente Loiero, il quale peraltro da oltre un anno deteneva già la delega alla sanità regionale, in data 30 dicembre 2009, è stato perfino nominato Commissario delegato per l’emergenza economico-sanitaria nel territorio della Calabria, con la facoltà di avvalersi dei poteri di cui alle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri emanate per fronteggiare il contesto emergenziale;
- con l’Ordinanza n. 6 del Commissario delegato pro tempore dell’ 11 febbraio 2008 è stato istituito il Comitato tecnico scientifico chiamato ad effettuare la valutazione dei soggetti d’intervento predisposti dal Commissario delegato e a fornire al Commissario stesso il necessario supporto tecnico delle attività occorrenti per il superamento dell’emergenza;
- nei giorni scorsi il Commissario delegato, Agazio Loiero, avrebbe disposto per l’anno 2010 il raddoppio del compenso fissato su base annua con l’ordinanza n. 7 del 13 marzo 2008, ai componenti del Comitato tecnico- scientifico su citato:
- quali i motivi che hanno portato al non commissariamento della Sanità calabrese;
- se nel piano di rientro siano stati inseriti importi relativi a transazioni dell’ultima ora, che potrebbero riguardare debiti non riconoscibili; - quali i motivi che hanno portato all’affidamento dell’incarico di Commissario delegato per l’emergenza economico- sanitaria della Calabria, proprio nella persona del Governatore Loiero e, peraltro, in prossimità della tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale;
- se corrisponde al vero la disposizione del raddoppio del compenso annuo per i componenti del Comitato tecnico- scientifico e, in caso affermativo, se non si ravvisi danno all’erario pubblico, peraltro deliberato in concomitanza con il varo di un Piano di rientro dal debito sanitario regionale che comporterà pesanti oneri per i cittadini e sempre in concomitanza con la campagna elettorale per le elezioni regionali.
On. Angela NAPOLI
Roma, 2 febbraio 2010
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