martedì 21 dicembre 2010

"...Le Istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali.”

Nello scorso mese di aprile sono stata additata al pubblico ludibrio, querelata e denunziata per aver pubblicamente cercato di sensibilizzare il mondo politico calabrese sulla formazione delle liste nell’ultima competizione elettorale per il rinnovo delle elezioni regionali.
In quella competizione ho deciso di non esprimere il mio voto avendo verificato che nelle liste vi erano candidati “discussi” e che non era stato nemmeno recepito, da parte della politica calabrese, il codice di autoregolamentazione delle candidature deliberato dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
Oggi, e sinceramente me ne dispiace per l’immagine che la Calabria, ancora una volta offre in negativo, l’operazione “Reale 3” mi dà ragione.
Nella scorsa settimana avvisi di garanzia, con l’accusa di voto di scambio, a tre candidati al consiglio regionale; un ex sindaco e anche lui candidato al consiglio regionale, fermato con l’accusa di associazione mafiosa.
Oggi, un consigliere regionale e quattro candidati arrestati con l’accusa di associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose.
Il tutto solo grazie all’intervento della DDA di Reggio Calabria e, pertanto, limitato a tale territorio.
Sono sicura, conoscendo la potenzialità e la pervasività della ‘ndrangheta nella politica, che le altre province calabresi, non risulteranno esenti dalle collusioni in questione.
Finalmente anche in Calabria incominciano ad esseere colpiti giudiziariamente una parte degli elementi che costituiscono la “borghesia mafiosa”.
A questo punto, come non richiamare ciò che sempre affermava Paolo Borsellino: ”C’è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla Magistratura, è un uomo onesto. No! La Magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le Istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali.”

On. Angela NAPOLI

Capo Gruppo FLI
Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 21 dicembre 2010

Avviare le procedure per lo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell’Interno

– per sapere – premesso che:

- in Calabria la ‘ndrangheta svolge un profondo condizionamento sociale fondato sia sulla forza delle armi che sul ruolo economico attualmente raggiunto attraverso il riciclaggio del denaro sporco; attività questa, che le ha permesso di controllare ampi settori dell’economia, dall’impresa al commercio e all’agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria a livello locale e regionale;

- la collusione tra ‘ndrangheta e politica è iniziata in Calabria fin dagli anni ottanta, ma purtroppo è maggiorata, anche grazie alla capacità degli uomini mafiosi di “mimetizzarsi indossando la veste del perbenismo”;

- la ‘ndrangheta non ha colorazione politica e le ‘ndrine possono decidere di appoggiare in un certo momento uno schieramento politico e altre nello stesso tempo l’opposto schieramento, a seconda degli interessi, del ritorno economico e dove trovano la disponibilità a stringere “patti”;

- numerosi sono stati in Calabria i Consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa, per lo più in provincia di Reggio Calabria, 11 nel 2009, a riprova delle collusioni tra ‘ndrangheta e politica; alcune ‘ndrine crotonesi hanno influito persino sul consenso elettorale per la elezione in Germania di un ex senatore italiano;

- la ‘ndrangheta in Calabria ha sempre cercato i propri referenti alla Regione e con “giacca e cravatta” spesso riesce a dettare le regole della politica;

- nella scorsa legislatura regionale è stato ucciso il vice presidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno, e l’operazione “Onorata Sanità”, ha portato in carcere il consigliere regionale Domenico Crea, proprio oggi condannato, nell’ambito del processo di primo grado, ad 11 anni e 3 mesi, con l’accusa di concorso esterno di associazione mafiosa;

- ed anche nella scorsa legislatura, nel settembre 2006, l’interpellante con due atti ispettivi ha denunziato l’esistenza in Calabria di un forte sodalizio tra politica, ‘ndrangheta, imprenditoria e massoneria deviata, evidenziando la necessità di avere Amministrazioni locali, ed i relativi Consigli, costituite da persone capaci di amministrare la “cosa pubblica” con assoluta trasparenza e con il rifiuto di qualsiasi contiguità o collusione con ambienti del malaffare;

- proprio sulla scorta di quanto accaduto nel Consiglio regionale calabrese nella scorsa legislatura, l’interpellante, anche nella qualità di componente della Commissione Parlamentare Antimafia, in prossimità della tornata elettorale del marzo 2010, aveva inteso richiamare l’attenzione sulle liste “inquinate”;

- la Commissione Parlamentare Antimafia, nella seduta del 18 febbraio 2010 ha approvato, all’unanimità, un codice di autoregolamentazione per la formazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, ma non tutti i partiti politici, lo hanno osservato;

- più volte i Magistrati calabresi avevano fatto trapelare l’esistenza di rapporti tra la ‘ndrangheta e politica;

- le operazioni “Meta” e “Crimine”, condotte dalla DDA di Reggio Calabria e, la seconda, anche dalla DDA di Milano, dopo l’ultima tornata elettorale dello scorso mese di marzo 2010, hanno iniziato a consegnare uno spaccato di collusioni gravissime che evidenzierebbero il diretto coinvolgimento di esponenti mafiosi nei consessi elettivi di Lombardia e Calabria;

- il 14 dicembre 2010, l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni, candidato alle elezioni regionali del marzo 2010 in Calabria, è stato sottoposto a fermo, emesso dalla DDA di Reggio Calabria, con l’accusa di associazione mafiosa;

- il 15 dicembre 2010, cinque politici hanno ricevuto un avviso di garanzia emesso dalla DDA di Reggio Calabria, con l’accusa di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e associazione mafiosa; tre di questi politici (Luciano Racco, Cosimo Cherubino, Pietro Crinò) risultavano candidati nell’ultima competizione per il rinnovo del consiglio regionale calabrese;

- il 21 dicembre 2010, un operazione condotta dai Carabinieri del ROS, su disposizione della DDA di Reggio Calabria, denominata “Reale 3”, ha portato a 12 arresti, tra i quali il consigliere regionale in carica, Santi Zappalà, e altri quattro candidati, Antonio Manti, Pietro Nucera, Liliana Aiello e Francesco Iaria, indagati per associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose;

- l’indagine “Reale 3” ha accertato il condizionamento esercitato dalla cosca Pelle di San Luca della ‘ndrangheta in occasione delle elezioni del 29 e 30 marzo scorsi per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria;

- al centro dell’indagine gli incontri tra il boss Giuseppe Pelle ed alcuni candidati che in cambio di voti assicurati alla ‘ndrangheta illecitamente raccolti avrebbero dovuto garantire alle imprese di riferimento della cosca l’aggiudicazione di alcuni importanti appalti pubblici ed altri favori;

- in particolare, il consigliere regionale Santi Zappalà, eletto con ben 11.052 preferenze, già sindaco del Comune di Bagnara Calabra ed anche già consigliere provinciale, è accusato di aver stipulato con Giuseppe Pelle, capo della cosca, un accordo in occasione delle elezioni regionali ricevendo, in cambio, un consistente pacchetto di voti nella zona Jonica della provincia di Reggio Calabria, controllata dalla cosca Pelle; il consigliere regionale avrebbe garantito alle imprese di riferimento della cosca l’aggiudicazione di alcuni importanti appalti pubblici, nonché il trasferimento di un detenuto;

- nella stessa indagine risulta indagato anche Vincenzo Cesareo, sempre candidato, nella circoscrizione di Cosenza, alle elezioni regionali del marzo 2010;

- l’indagine fa comprendere quali le strategie delle cosche della ‘ndrangheta per influenzare i più svariati settori della società, dell’economia e della pubblica amministrazione;

- non solo, ma dalla stessa indagine emerge che ormai è, purtroppo, la politica a chiedere aiuto alla ‘ndrangheta, considerati gli incontri che i candidati hanno effettuato personalmente presso l’abitazione del boss Pelle;

- dagli interventi giudiziari degli ultimi giorni emerge chiaramente che le responsabilità non sono limitate al solo consigliere regionale in carica, bensì anche a diversi candidati nell’ultima competizione elettorale, i quali, considerate le accuse di voto di scambio e di associazione mafiosa, hanno comunque contribuito al numero di seggi conseguito da ogni lista;

- l’infiltrazione della ‘ndrangheta negli apparati delle amministrazioni pubbliche rappresenta, oramai, una certezza consolidata, frutto di lunghe e complesse indagini che hanno permesso di verificare la commistione tra le cosche calabresi e la politica:

per sapere se siano state avviate le procedure per la sospensione del Consigliere regionale Santi Zappalà;

se non ritengano, altresì, necessario ed urgente avviare le procedure previste dall’articolo 126 della Costituzione della Repubblica Italiana per verificare se sussistono gli elementi utili allo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria.


On. Angela NAPOLI
Roma 21, dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

Necessario lo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell'ASP di Vibo Valentia

Apprendiamo dal Presidente della Giunta della Calabria, il quale ne sara' venuto a conoscenza, almeno mi auguro, nella qualita' di Commissario della Sanita' regionale, e non perche' Governatore (nel qual caso sarebbe grave!), che presto sara' sciolta per infiltrazione mafiosa la ASP di Vibo Valentia. Se così fosse (visto il caso Fondi, il dubbio e' d'obbligo!) non posso che dire " finalmente". Fin dal novembre del 2007, infatti, sulla scorta dell' indagine condotta al tempo dall' Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, con atto ispettivo parlamentare, avevo chiesto l'avvio delle procedure necessarie allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell' allora solo Azienda Sanitaria n. 8 di Vibo Valentia; ma, come sempre, fui lasciata sola, perche' al Governo regionale sedeva Loiero, e la trasversalita' politica imperversava.
Eppure da quell' indagine gia' emergeva una "borghesia mafiosa" composta da tecnici, esponenti della burocrazia, professionisti, imprenditori e politici che o erano strumentali o interagivano con la mafia in una forma di scambio permanente fondato sulla difesa di sempre nuovi interessi comuni.
L'ASL di Vibo Valentia era stata poi toccata dai gravi casi di malasanita' che hanno visto la morte di giovani vittime, quali Federica Monteleone ed Eva Ruscio, ma nessun provvedimento era stato assunto nei confronti dei responsabili di tali drammi.
"Finalmente": avevo intimante sperato, convinta che la nuova nomina regionale del Commissario avrebbe comportato il cambiamento; ed, invece, proprio nell'ASP di Vibo, nulla e' stato fatto per invertire la rotta; nessun intervento e' stato assunto dalla nuova gestione per irrompere quelle infiltrazioni mafiose che oggi, grazie al lavoro della Commissione d'accesso, dovrebbero portare allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell' ASP di Vibo Valentia.
Ma non solo, siamo costretti ad assistere a dichiarazioni che fanno trapelare nient'altro che lotte politiche interne alla sanità vibonese e miranti solo ad acquisizioni di potere tra esponenti del PDL. Basterebbe valutare il comportamento del presidente della Commissione Sanita' regionale, il quale, appena trapelata la notizia del possibile scioglimento dell' ASP di Vibo, ha osato persino fare appello al massimo rappresentante dello Stato sul territorio per evitare il provvedimento e, poi, a distanza di circa due mesi, e comunque dopo gli interventi sulla gestione assunti dal Commissario dell' ASP, ha ritenuto "inevitabile" lo stesso scioglimento.
Anche da tutto quanto sta accadendo, a livello strumentale, nella sanita' calabrese, appare evidente che questo importante e vitale settore non può più rimanere nelle mani della politica.

On. Angela NAPOLI
FUTURO E LIBERTÀ PER L'ITALIA

Roma, 15 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

Gravissima la richiesta di archiviazione della Procura di Catanzaro per la microspia del Proc. Gratteri

Considero di inaudita gravità la proposta di archiviazione, avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, dell’inchiesta sulla microspia trovata nella stanza del Procuratore aggiunto presso la DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri.
Se dovesse rimanere impunita, così come si paventa, la possibilità di acquisire informazioni riservate in qualsiasi Ufficio Giudiziario, chiunque si sentirebbe garantito di poter supportare i malavitosi, a discapito di inchieste difficili e coraggiose.
Non appare sicuramente incoraggiante la proposta in questione, se si pensa, altresì, che la Procura della Repubblica di Catanzaro è titolare di tutte le indagini che fin dai primi mesi del 2010 hanno colpito la Magistratura reggina e che ancora oggi i calabresi attendano che possa far emergere le “vere e giuste” verità.

On. Angela NAPOLI
Capo Gruppo FLI Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 14 dicembre 2010

Incidere sulle collusioni tra 'ndrangheta e poltica

Ieri la cosca Ruga di Monasterace, oggi la cosca Commisso di Siderno: due operazioni giudiziarie coordinate dalla DDA di Reggio Calabria che continuano a destrutturare la ‘ndrangheta della fascia ionica reggina e le sue collusioni.
Quella odierna contro la cosca Commisso rientra nell’operazione “Crimine” che finalmente ha iniziato ad intaccare le collusioni tra ‘ndrangheta e politica.
Mi auguro che la scia giudiziaria odierna, iniziata con il coinvolgimento dei settori della politica e della sanità in Lombardia e che oggi intacca la politica del territorio ionico, prosegua a 360 gradi sull’intera provincia di Reggio Calabria ed incida, altresì, sui legami di collusione esistenti tra Calabria e Lombardia.

On. Angela NAPOLI
Capo Gruppo FLI Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 14 dicembre 2010

Al ricatto preferisco l'onestà, la coerenza e l'amore per l'Italia


Considero offensivo veder sventolare la bandiera Italiana tra coloro che tengono nelle proprie fila personaggi come Dell’Utri, Cosentino e Verdini e blaterano di antimafia.

Alla vittoria del “ricatto” preferisco la sconfitta derivata da scelte e comportamenti assunti all’insegna dell’onestà, della coerenza e dell’amore per gli Italiani.

On. Angela NAPOLI
FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA

Roma, 14 dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

La Calabria non venga penalizzata da Trenitalia

Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

– Per sapere – premesso che:

- attraverso numerose interrogazioni parlamentari l’interrogante ha costantemente evidenziato la penalizzazione riservata da Trenitalia per la Calabria;

- da circa due anni, infatti, i calabresi sono costretti a subire un peggioramento del servizio, non solo con l’utilizzo di carrozze ferroviarie dismesse sulle linee del Centro-Nord, ma anche con il taglio consistente di treni a lunga percorrenza;

- il piano aziendale di Trenitalia giustifica la soppressione dei treni in Calabria sulla base dei “costi eccessivi”, elemento stranamente, non considerato per i collegamenti del Nord Italia;

- risulta di ben ventidue il numero dei treni soppressi o assemblati su tratte nazionali, nell’ultimo anno da Trenitalia, con il conseguente isolamento della Calabria;

- con l’entrata in vigore dell’orario invernale verranno cancellati altri treni, considerati improduttivi; ma è proprio la costante soppressione che porta delle improduttività , giacché i viaggiatori si ritrovano costretti a fare altre scelte per poter attuare la loro mobilità;

- a tutto questo si aggiunge l’allarme creato dalla disastrosa situazione in cui versano le Ferrovie della Calabria che sta per abbattersi sui lavoratori e sui viaggiatori regionali;

- è inaccettabile, a parere dell’interrogante, che il Governo continui a non confrontarsi sulle scelte operate da Trenitalia, a fronte della penalizzazione che viene inferta alla Calabria, Regione che ha il dovere di sentirsi parte integrante dell’intera Italia;

- è, altresì, inaccettabile, a parere dell’interrogante che il Governo affermi che la “rimodulazione del perimetro ferroviario venga fatto in base all’attuale stanziamento pubblico”, il che non potrà che comportare l’ulteriore privilegio per le linee del Centro- Nord:

- se non ritenga urgente e necessario avviare un Tavolo di concertazione tra il Ministero dei Trasporti, Regione Calabria, Trenitalia e Organizzazioni Sindacali;

- quali urgenti iniziative intenda attuare per far si che la Calabria non venga ulteriormente penalizzata da Trenitalia e sui trasporti in generale.

On. Angela NAPOLI

Roma, 1 dicembre 2010

La "squadra" della Calabria secondo il Governatore Scopelliti

Il Governatore Scopelliti ha sicuramente ragione nel rivolgere il ringraziamento ai parlamentari del centro-destra per averli avuti fisicamente al suo fianco nell’incontro con il Sottosegretario Letta per la richiesta al Governo tendente ad ottenere gli interventi contro il dissesto idrogeologico in Calabria. Tuttavia il Governatore Scopelliti non può sottacere sull’aiuto che, in materia è derivato anche dagli altri Parlamentari calabresi, sottoscritta compresa, che con atti ispettivi ed interventi in Aula, hanno inteso denunziare la grave situazione idrogeologica in cui versa l’intera Calabria e per i cui interventi non sono sicuramente sufficienti gli stanziamenti, seppur oggi maggiorati di 40 milioni, che il Governo Nazionale intende varare per la Regione.

La “squadra”, quindi, sui problemi che riguardano la Calabria, non può e non deve essere considerata dal Governatore Scopelliti solo costituita dai Parlamentari del PDL, a meno che lo stesso non tenga presente che anche gli altri sono stati chiamati a rappresentare ed aiutare le problematiche del proprio territorio.

On. Angela NAPOLI (FLI)

Roma, 1 dicembre 2010

martedì 30 novembre 2010

Necessaria un'adeguata ispezione presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria

Al Ministro della Giustizia

–per sapere – premesso che:

- con atto ispettivo n. 4-02951 del 7 maggio 2009, l’interrogante ha denunziato l’avvenuta scarcerazione di Luciano D’Agostino, condannato in appello a 15 anni di carcere nell’ambito del processo “ Prima Luce”;

- la scarcerazione del D’Agostino era stata disposta a causa del mancato deposito della sentenza da parte del giudice della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria;

- la sentenza d’appello è stata emessa il 3 marzo del 2006 e le relative motivazioni sono state depositate soltanto a metà novembre 2010, ossia a distanza di ben quattro anni e sei mesi, e sono racchiuse in 137 pagine, decisamente inferiori alle 1.500 scritte dai giudici di primo grado:

- se non ritenga necessario ed urgente avviare un’adeguata iniziativa ispettiva presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, al fine di accertare il perché il deposito delle motivazioni sia avvenuto a distanza di ben quattro anni e sei mesi dall’emissione della relativa sentenza;

- quali urgenti iniziative, in particolare, intenda attuare nei confronti dei responsabili di tale grave ritardo.

On. Angela NAPOLI

Roma, 30 novembre 2010

Gli interventi del Procuratore Spagnuolo e il mancato adeguamento dell'organico giudiziario di Vibo Valentia

Il sequestro del Grand Hotel Esperia di Pizzo Calabro (VV), eseguito ieri dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata da Mario Spagnuolo, conferma le truffe che in Calabria vengono attuate sui contributi pubblici ed evidenzia la costante capacità della’ndrangheta di inserirsi nell’economia della Regione.
Purtroppo sullo sviluppo della Calabria imperversano criminalità organizzata, malaffare e corruzione che sono sintomatici dell’illegalità diffusa e che trovano supporti anche in coloro che sono chiamati ai controlli preventivi all’elargizione delle tranches dei finanziamenti.
A fronte di questo superbo intervento giudiziario non si può sottacere l’allarme lanciato dal Procuratore Spagnuolo sul mancato adeguamento dell’organico necessario a svolgere il gravoso compito che incombe su quel Distretto giudiziario.

On. Angela NAPOLI (FLI)
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 30 novembre 2010

lunedì 29 novembre 2010

Salvaguardare Rosarno dall'inquinamento del voto

Al Ministro dell'interno.

- Per sapere - premesso che:

il 15 dicembre 2008, con decreto del Presidente della Repubblica, è stato sciolto il consiglio comunale di Rosarno (RC)
a causa della «sussistenza di forme di ingerenza della criminalità organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi»;

nel decreto di scioglimento veniva puntualmente riferito che «le ingerenze della criminalità organizzata espongono l'Amministrazione comunale a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Rosarno»;

durante il periodo di commissariamento straordinario la città di Rosarno è assurta alle cronache nazionali per le note vicende che hanno investito gli immigrati clandestini presenti su quel territorio, ma anche per la presenza delle potenti cosche della 'ndrangheta, Bellocco e Pesce, le quali hanno ormai esteso la loro pervasività anche in altre regioni d'Italia;

è dei giorni scorsi l'operazione «All'inside 2» che ha evidenziato la collusione tra la 'ndrangheta di Rosarno, la politica e pezzi importanti dello Stato;

per il 28 e 29 novembre 2010 è stata indetta la tornata elettorale per il rinnovo delle elezioni amministrative di Rosarno;

sul sito «Malitalia», nella giornata di ieri 25 novembre 2010, è stato pubblicato l'articolo «A Rosarno: un voto in odor di mafia?» redatto da Angela Corica;

nel citato articolo vengono evidenziate le presenze in alcune liste elettorali di candidati facenti parte dell'amministrazione sciolta per mafia o di loro stetti parenti o di altri collusi o imparentati con uomini delle locali cosche delle 'ndrangheta;

le citate presenze, lo scioglimento del consiglio comunale nel dicembre 2008, e la recente operazione «All'inside 2», stanno creando grosse preoccupazioni in quella città;

durante la predisposizione delle liste, secondo quanto riferito da alcuni quotidiani regionali, un noto esponente politico della provincia di Reggio Calabria si sarebbe scagliato contro i magistrati e la prefettura definendoli «stupratori della democrazia» -:

se non ritenga necessario ed urgente definire le iniziative utili a garantire gli adeguati controlli affinché venga impedito l'inquinamento del voto da parte degli uomini della locale 'ndrangheta. (3-01351)

On. Angela Napoli

giovedì 25 novembre 2010

Verificare la corretta gestione del servizio idrico della SoRiCal

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

- Per sapere - premesso che:

in Italia la riorganizzazione dei servizi idrici prende le mosse dalla legge n. 36 del 1994 che prevedeva, all'articolo 13, l'elaborazione di un «metodo normalizzato» per la determinazione
della tariffa del servizio idrico;

il «metodo normalizzato» si riferisce alla piena funzionalità del servizio idrico integrato;

nell'attesa di determinare o applicare il «metodo normalizzato», la legge n. 172 del 1995 stabilisce che il compito di fissare i criteri per l'adeguamento tariffario spetta al CIPE (Comitato interministeriale programmazione economica), mentre gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del legislatore statale;

tale esclusiva competenza è stata ribadita ultimamente dalla Corte costituzionale con le sentenze n. 29 del 2010 e n. 142 del 2010;

la Corte dei Conti della Calabria con deliberazione n. 388 del 30 giugno 2010, richiamando le pronunce della Corte Costituzionale, ha ribadito che «la disciplina della tariffa del servizio idrico integrato è ascrivibile alla tutela dell'ambiente e alla tutela della concorrenza, materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato, ed è precluso al legislatore regionale intervenire nel settore, con una disciplina difforme da quella statale;

in Calabria, non essendo ancora entrato in vigore il cosiddetto «metodo normalizzato», la determinazione della tariffa idrica spetta al C.I.P.E., mentre gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del legislatore statale;

il 13 giugno 2003 la regione Calabria ha stipulato una convenzione con SoRiCal a cui ha affidato mandato di gestire, per un periodo di 30 anni, il complesso infrastrutturale delle «Opere idropotabili regionali» ed il connesso servizio di fornitura all'ingrosso ai comuni e ad alcuni altri enti;

la regione Calabria ha affidato a SoRiCal anche l'attuazione di un articolato pieno di investimenti, finalizzato all'integrazione e completamento e all'efficientamento del complesso delle infrastrutture idriche, per garantirne la gestione unitaria;

la SoRiCal s.p.a. è una società a capitale misto, pubblico/privato, per la gestione dell'approvvigionamento e la fornitura all'ingrosso dell'acqua ad uso potabile sul territorio della regione Calabria il cui capitale sociale è detenuto: dalla regione Calabria per il 53,5 per cento e da Veoilà - General des Eaux, multinazionale francese, per il 46,5 per cento;

nell'articolo 8 della Convenzione sottoscritta tra SoRiCal e regione Calabria per l'affidamento in gestione degli acquedotti Calabresi è stabilito che la tariffa determinata secondo il «metodo normalizzato» si dovrà applicare a partire dal 6o anno di gestione;

la gestione della SoRiCal ha avuto inizio il 1o novembre 2004, e quindi, in base alla normativa vigente in materia riassunta in precedenza, non poteva essere applicato alcun adeguamento tariffario, con decorrenza anteriore al 26 marzo 2009, delle tariffe fissate nella convenzione;

la SoRiCal s.p.a. ha disposto invece aumenti a far data dell'anno 2002; addirittura a tutto il 31 dicembre 2008 gli aumenti sono stati superiori al 20 per cento con maggiori importi, richiesti da SoRiCal alle amministrazioni comunali calabresi, quantificabili, in circa 30 milioni di euro;

a seguito di tali aumenti che appaiono all'interrogante non conformi alla normativa vigente i comuni già in difficoltà per le continue riduzioni dei trasferimenti statali hanno visto peggiorare la propria condizione economico-finanziaria;

la stragrande maggioranza dei comuni calabresi sono debitori della SoRiCal per la fornitura dell'acqua idropotabile;

attualmente la SoRiCal sta ponendo in essere un'azione sistematica di messa in mora dei comuni debitori richiedendo il pagamento dell'intero importo dovuto in un'unica soluzione entro 15 giorni a datare dalla richiesta, minacciando in caso di inadempienza una limitazione delle forniture di acqua;

alla richiesta da parte dei comuni di stabilire un piano di rientro con la rateizzazione del debito, la SoRiCal risponde che l'approvazione del piano è condizionata alla contestuale sottoscrizione da parte del comune di una nuova «convenzione di utenza»;

i sindaci, in difficoltà per la posizione debitoria dei loro enti (che, in molti casi, è stata ereditata dalle passate gestioni amministrative) e preoccupati ad assicurare ai propri concittadini un bene di prima necessità come l'acqua, sono costretti ad accettare condizioni quasi capestro tra le quali il pagamento di interessi «ancora da definirsi» oltreché rate mensili in «conto corrispettivi della fornitura corrente»;

l'intimazione di riduzione della fornitura dell'acqua ad avviso dell'interrogante è usata dalla SoRiCal come strumento di pressione per indurre le amministrazioni comunali a sottoscrivere un contratto di utenza contenente condizioni svantaggiose per i comuni;

l'attività della SoRiCal di recupero dei debiti dei comuni, considerando che sono centinaia quelli in posizione debitoria, non appare uniformarsi ad un criterio generale di imparzialità, visto che vi sarebbero comuni con alti livelli di debito (pare che vi siano comuni con oltre 10 milioni di euro di debiti) ai quali non sarebbe stato richiesto ancora il pagamento dell'intera somma nel termine di 15 giorni e dietro avvertimento, in caso contrario, di una riduzione della fornitura dell'acqua, così come avvenuto invece nei confronti di piccoli comuni con poche centinaia di migliaia di debito;

la SoRiCal è una società per azioni a maggioranza di capitale pubblico e che, pertanto, dovrebbe attenersi alla disciplina pubblicistica in materia di incompatibilità per le nomine dei consiglieri di amministrazione e degli altri vertici societari nonché per le assunzioni e gli incarichi dirigenziali;

risulterebbe far parte del consiglio di amministrazione della SoRiCal il sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, indagata per l'ipotesi di reato di cui all'articolo 416-bis del codice penale ed i cui due fratelli sono sottoposti al regime del 41-bis;

il comune di Corigliano Calabro sembrerebbe essere debitore della SoRiCal;

non è dato conoscere il costo complessivo della SoRiCal sul bilancio della regione Calabria;

pare evidente all'interrogante che la SoRiCal s.p.a. è tenuta all'applicazione della legge statale sopra richiamata e che le determinazioni delle tariffe da parte della SoRiCal sono in contrasto con le previsioni legislative suddette;

andrebbe accertato se la regione Calabria una volta verificata la violazione della legge da parte della SoRiCal possa revocare alla medesima società la relativa concessione della gestione delle risorse idriche calabresi e se i comuni calabresi, una volta accertata la illegittimità delle tariffe suddette possano vantare diritto al rimborso -:

se, per il tramite della Commissione per la vigilanza sulle risorse idriche di cui all'articolo 161 del decreto legislativo n. 152 del 2006, si intenda accertare quante nuove convenzioni di utenza la SoRiCal spa abbia sottoscritto con i comuni calabresi e quanti comuni in Calabria risultino indebitati con la SoRiCal e si trovino in condizioni di morosità;

se, in ogni caso, non si intenda acquisire, alla luce della situazione descritta in premessa, ogni ulteriore elemento in relazione alla gestione del servizio idrico integrato in Calabria da parte della SoRiCal.

On. Angela Napoli

giovedì 18 novembre 2010

L'alluvione in Calabria e i necessari interventi del Governo

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Economia e delle Finanze, del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

– Per sapere – Premesso che:

- Le ultime calamità alluvionali abbattutesi sulla Calabria hanno provocato ingenti danni sull’intero territorio ed hanno, al
tresì, procurato un morto accertato;

- ingenti sono stati i danni all’agricoltura calabrese; diversi i torrenti ed i fiumi straripati; numerosissimi i danni alla rete stradale in tutta la Regione, dove molti centri piccoli risultano in parte isolati o in condizioni molto difficili di collegamento; numerose strutture turistiche, commerciali ed imprenditoriali risultano in ginocchio;

- la piaga del dissesto idrogeologico per l’intera Regione Calabria sta assumendo contorni realmente preoccupanti;

- secondo i dati dell’indagine “Ecosistema Rischio 2010”, 409 comuni calabresi, ovvero il 100% del totale, è a rischio frane o alluvioni;

- è decisamente individuabile l’uso dissennato ed incontrollato del territorio; non vi è stata un’oculata difesa del suolo; spesso è venuta meno la valutazione sull’impatto ambientale sia per la realizzazione delle infrastrutture sia per lo smaltimento dei materiali da riporto; molte opere di difesa sono risultate inadeguate; fiumi e torrenti non sono mai stati messi in sicurezza;

- nessun piano contro il dissesto idrogeologico dell’intera Regione Calabria è stato mai decretato;

- il Governatore della Calabria ha comunicato nei giorni scorsi di aver avuto garanzia circa l’emissione di un decreto governativo per un contributo di 15 milioni di euro a favore della Regione, sicuramente non sufficiente per far fronte all’entità dei danni provocati dalle recenti alluvioni, anche alla luce del fatto che ancora non sono stati elargiti tutti i finanziamenti utili a far fronte ai danni alluvionali che hanno investito la Calabria nell’inverno dello scorso anno;

- è stata, altresì, preannunciata la destinazione di ulteriori 70 milioni di euro nell’ambito di un APQ Ambiente, ma non si conoscono i tempi di tale destinazione:

- quali provvedimenti urgenti intenda adottare il Governo per far fronte alla grave emergenza creatasi in Calabria a seguito della lunga e violenta ultima ondata di maltempo;

- se non ritengano necessario ed urgente promuovere un monitoraggio utile a verificare i danni reali causati dall’ultima alluvione nell’intera Calabria ed elargire gli adeguati finanziamenti su di una definita lista dei danni e su una adeguata programmazione di interventi;

- se non ritengano di fornire ogni elemento utile in merito agli interventi fatti, in occasione di quest’ultimo evento calamitoso abbattutosi sulla Calabria, da parte della Protezione Civile regionale;

- quali urgenti iniziative intendano assumere per incoraggiare la Regione Calabria alla definizione di un’oculata pianificazione del territorio e di un adeguato piano di riassesto idrogeologico del territorio.

On. Angela NAPOLI

Roma, 18 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

L'alibi del PdL reggino

Il discorso fatto ieri a Perugia dal Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, non è stato utile al gruppo consiliare comunale del PDL reggino per comprendere che la nascita di FUTURO e LIBERTA’ è legata ad una volontà di riportare la Politica a valorizzare programmi per garantire l’interesse nazionale e il bene comune.

La motivazione che, invece, oggi ha portato il gruppo consiliare del PDL reggino a chiedere il ritiro della delega di assessore a Paolo Gatto, fa trasparire che per una parte degli uomini e delle donne di quel Partito la politica è ancora intesa come scontro o propaganda.

Servirsi, infatti, dell’alibi dell’assessore Gatto aderente a Futuro e Libertà, per coprire ben altre motivazioni rese ufficiali dalle cronache quotidiane, significa non aver compreso quale debba essere il livello di responsabilità che oggi dovrebbe investire tutti coloro che sono chiamati ad occupare incarichi politici ai vari livelli.

I rappresentanti del FLI occupano ancora, a pieno titolo, ruoli importanti nel Governo nazionale insieme agli esponenti del PDL e non vi è, quindi, alcuna ragione che possa essere utilizzata dal Sindaco Raffa per far accogliere la richiesta pregiudiziale fatta dal PDL consiliare comunale di Reggio Calabria.

On. Angela Napoli

Coordinatrice Regionale FLI Calabria

Roma, 08 novembre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Impedire lo scempio della centrale a carbone di Saline Joniche

Ai Ministri dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico:

per sapere – premesso che:

- le centrali a carbone sono fonti a maggiore emissione specifiche di CO2 per la produzione elettrica e, quindi, nuove costruzioni contribuirebbero in maniera rilevante allo sforamento del target nazionale di Kyoto ma anche ad un mancato adeguamento agli impegni che l’Unione europea ha assunto per il 2020 con l’approvazione del pacchetto “energia e clima”, ribaditi alla Conferenza di Copenaghen nel dicembre 2009;
- infatti, se dovessero entrare in funzione tutti i progetti avviati e ormai conclusi (Civitavecchia), quelli autorizzati a tutt’oggi (Fiumesanto, Vado Ligure e Porto Tolle) o quelli ipotizzati (Saline Joniche e Rossano Calabro), a regime si produrrebbero in più 39 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, nel mentre l’Italia dovrebbe ridurre le sue emissioni di gas serra di 60 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2020, proprio secondo gli impegni assunti in sede europea;
- nei giorni scorsi la Commissione Via (Valutazione impatto ambientale) ha dato parere positivo al progetto SEI per una nuova centrale a carbone a Saline Joniche (R.C.);
- nel luglio del 2008 l’interrogante con atto ispettivo n. 4-00560, privo di risposta, aveva chiesto adeguate iniziative al fine di impedire lo scempio della costruzione della centrale a carbone nell’area ex Liquichimica di Saline;
- il territorio di Saline Joniche, uno dei pezzi più belli della costa reggina calabrese, che è stato per tanti anni simbolo negativo di scelte miopi ed investimenti falliti, dovrebbe poter diventare simbolo positivo di uno sviluppo rispettoso della storia e del senso dei luoghi, capace di creare “buona” economia e lavoro pulito e di qualità: cosa impossibile con la costruzione di una centrale a carbone;
- il tentativo di realizzare a Saline Joniche una centrale a carbone, di oltre 1.200 Mw, è dell’impresa svizzera SEI Spa, che avrebbe acquistato a tal fine dalla SIPI una parte dell’area dove sorgeva l’ex Liquichimica, nel comune di Montebello Jonico;
- per la realizzazione della centrale sarebbe stata impegnata una iniziale ingente cifra di un miliardo di euro, cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture, più 1,7 milioni di euro all’anno per i costi di esercizio;
- il primo relativo progetto, datato luglio 2007, corredato dalle modifiche richieste dal Ministero dell’Ambiente, è visibile solo sul sito apposito, mentre un secondo progetto, presentato nei giorni scorsi con grande segretezza, non sarebbe noto;
- contro la costruzione si sono già espressi gli Enti locali del territorio, della provincia e della Regione e tutte le Associazioni ambientaliste e pur se la SEI ha proposto alcune ipotesi di “Compensazione territoriale”, i rischi della centrale rimarrebbero alti, alla luce del fatto che la nuova tecnologia a carbone cosiddetto “pulito” riduce solo in parte le particelle fini, ma non incide sulle emissioni delle polveri ultrafini, che rappresentano la causa più importante di incremento della mortalità e della morbilità;
- il carbone è una delle forme più importanti d’inquinamento da mercurio;
- il processo di combustione del carbone produce, soprattutto nelle fasi di avviamento e di spegnimento dei gruppi termici, ben 67 elementi tossici inquinanti, tra cui ben noti metalli pesanti che causano nell’uomo gravi e mortali patologie mediche;
- inoltre il carbone rappresenta oggi il maggiore pericolo per la lotta ai cambiamenti climatici;
- non sono mai apparsi chiari gli interessi che graviterebbero sulla SEI, ma anche quelli della SIPI, titolare dell’area sulla quale sorgeva l’ex Liquichimica, nel comune di Montebello Ionico, e per anni fonte di speculazione;
- d’altra parte appare davvero inconciliabile la scelta della costruzione di una nuova centrale a carbone con le offerte, sicuramente più qualificate anche dal punto di vista ambientale, di altre fonti alternative:

- quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio della costruzione della centrale a carbone nell’area ex Liquichimica di Saline, anche al fine di assecondare giustamente le posizioni delle locali Istituzioni e dell’intero Consiglio regionale calabrese.

On. Angela NAPOLI

Roma 26 ottobre 2010

mercoledì 6 ottobre 2010

Approvata la Legge "Lazzati" che punisce il voto di scambio politica - criminalità

Sono precauzionalmente rimasta silente sul provvedimento relativo a “Disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione” perché dopo la sua approvazione alla Camera dei Deputati, ho voluto lasciare lavorare il Senato in piena autonomia.
Oggi che il Senato ha definitivamente approvato il testo, così come licenziato dalla Camera dei Deputati, non posso che esprimere la mia sincera soddisfazione, anche perché il Parlamento Italiano è riuscito così a sottoscrivere una bella pagina nel contrasto alla criminalità organizzata, e questa volta lo ha fatto su propria iniziativa e non sotto la spinta governativa.
Da oggi è finalmente legge la proposta che, predisposta dal Centro Studi “Lazzati” di Lamezia Terme, guidata dal Magistrato Romano De Grazia, è stata personalmente da me sposata anche nelle precedenti legislature, ma in quella attuale supportata trasversalmente da tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento.
Da relatrice della legge durante il suo esame alla Camera dei Deputati, mi ritengo, altresì, soddisfatta visto che la mia relazione in merito è stata assunta anche come base di lavoro e poi condivisa al Senato.
Finalmente la Magistratura avrà un reale supporto legislativo per individuare e punire il voto di scambio, che lega politica e criminalità organizzata durante le varie fasi elettorali.
La nuova legge introduce il divieto per il sorvegliato speciale ai sensi della legge 575/1965 di svolgere le specifiche attività di propaganda elettorale previste dalla legge 4 aprile 1956, n.212, in favore o in pregiudizio di candidati partecipanti a qualsiasi tipo di competizione elettorale ed inoltre anche per il candidato che, avendo diretta conoscenza della condizione di sottoposto in via definitiva alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, richieda al medesimo di svolgere le attività di propaganda elettorale e se ne avvalga concretamente, viene prevista la reclusione da uno a cinque anni.
Infine la condanna del candidato comporta l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena detentiva.
Sento infine l’obbligo morale di ringraziare il Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, la Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, on. Giulia Bongiorno, per avermi coadiuvata nella volontà di avviare l’iter del provvedimento legislativo in questione, così come sento di dover ringraziare ufficialmente tutti i colleghi, in particolare quelli calabresi che, alla Camera e al Senato, hanno condiviso e aiutato alla trasformazione della proposta in norma legislativa. Ed essendo la nuova legge in questione divenuta tale su proposta del Centro Studi “Lazzati” penso che oggi la Calabria tutta abbia dimostrato che tra la sua gente c’è la volontà di irrompere quella cappa costituita da intrecci tra il mondo politico e quello della criminalità organizzata che, purtroppo, incide pesantemente sull’intero territorio regionale.

On. Angela NAPOLI (FLI)
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma 6 ottobre 2010

martedì 5 ottobre 2010

Piena fiducia e sincera solidarietà' al Procuratore Pignatone ed a tutta la Magistratura Reggina

Quanto accaduto nella giornata odierna con il ritrovamento di un bazooka nei pressi degli uffici della DDA di Reggio Calabria, preceduto dalla telefonata di indirizzo minaccioso nei confronti del Procuratore Pignatone, credo dimostri che non ci possono essere più alibi utili a nascondere la strategia di terrore che sta investendo l'intera città' e la sua provincia. I numerosi attacchi alla Magistratura Reggina e ai giornalisti calabresi che con coraggio informano i cittadini sulle inchieste giudiziarie in atto, se da una parte potrebbero essere lette, anche con una certa veridicità', come indebolimento della 'ndrangheta, dall'altra non possono non nascondere possibili lesioni di interessi che rappresentano il collante tra la criminalità' organizzata e la cd. borghesia mafiosa.
Mi appare davvero assurdo verificare che nonostante il clima "torrido e preoccupante" che si registra da mesi nella città' qualcuno sia riuscito impunemente a depositare un bazooka in prossimità' del Palazzo di Giustizia, cosi come trovo ingiustificabile che i risultati della bomba del 3 gennaio 2010, siano stati ufficializzati dopo ben 9 mesi, con l'operazione "Epilogo", che non mi appare, peraltro, esaustiva circa le motivazioni che hanno fatto rimbalzare la città' di Reggio Calabria sulle cronache giudiziarie.
In tempi non sospetti ho paventato, forse apparendo estremamente pessimista, che quanto sta accadendo da mesi a Reggio, ha creato un clima assimilabile a quello registrato a Palermo prima delle stragi del '92, sta di fatto che, nel rinnovare piena fiducia e sincera solidarietà' al Procuratore Pignatone ed a tutta la Magistratura Reggina, non posso che augurarmi che venga fatta piena luce in tempi brevi sulle motivazioni e sui responsabili di questi gravi atti intimidatori, ma anche che venga immediatamente data esecuzione agli impegni che Governo ed Istituzioni hanno assunto negli scorsi mesi.

on. Angela Napoli (FLI)
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 05 ottobre 2010

giovedì 26 agosto 2010

Per Reggio Calabria: uomini, mezzi e norme speciali

Nell’esprimere sincera solidarietà al Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, per il nuovo e grave atto intimidatorio subito, sento il dovere di richiamare, ancora una volta, l’attenzione dei Ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e della Giustizia, Angelino Alfano, su Reggio Calabria e provincia.
Reggio Calabria e provincia sono territori madri delle più potenti e dirompenti cosche della ‘ndrangheta, la cui pervasività ha influenzato le varie Istituzioni, creando un sistema di potere sicuramente non rintracciabile in altre parti del territorio regionale e nazionale.
Credo sia giunto davvero il momento di smetterla con i soli proclami di solidarietà ed, invece, intervenire su Reggio Calabria con uomini, mezzi e norme speciali, in modo da poter individuare e colpire tutti coloro che da mesi sono riusciti a creare questo clima certamente torbido e preoccupante, e per garantire soprattutto quella parte della Magistratura reggina che si adopera per applicare la Giustizia, tanto necessaria all’intera comunità.

On. Angela Napoli (FLI)

Taurianova, 26 agosto 2010

mercoledì 11 agosto 2010

Bloccato il mio account Facebook: solo un caso?

Avevo taciuto nei giorni scorsi per non creare ulteriori allarmismi sulla scena politica nazionale già preoccupante per i cittadini. Ma oggi non posso che confermare quanto dichiarato dall’on. Carmelo Briguglio, anche lui componente del gruppo parlamentare “Futuro e Libertà per l’Italia”. Non v’è dubbio che c’è il tentativo di estendere la campagna d’odio, avanzata da qualche quotidiano nazionale e supportata dagli ex colonnelli di AN, nei confronti del Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, anche ai parlamentari che si sono schierati dalla sua stessa parte.
Non faccio accuse di alcun genere, ma sta di fatto che da quattro giorni risulta bloccato il mio account di facebook, dove ho circa 5.000 amici e 3.000 fan e con i quali quotidianamente scambio messaggi, in questo momento per lo più legati alla situazione politica nazionale e regionale.
Neppure i tecnici, da me interpellati, sono riusciti a sbloccare il tutto.
Sarà una coincidenza? Potrebbe darsi, ma guarda caso, sono l’unica parlamentare in Calabria ad avere aderito al gruppo FLI. Naturalmente non saranno questi blocchi informatici ad interrompere il mio rapporto con i numerosissimi cittadini che, più che mai in questi giorni, avanzano il desiderio di partecipare attivamente al nuovo corso della politica italiana.

On. Angela Napoli (FLI)

Taurianova, 11 agosto 2010

lunedì 9 agosto 2010

La Garnero abbia il pudore di tacere


Non ho parole: una come Daniela Garnero, un tempo coniugata Santanchè, femminista d’avanguardia, plurigraziata dagli uomini, si permette di chiedere le dimissioni del Presidente Fini, terza carica dello Stato.
Dovrebbe avere il pudore di tacere! Ogni provocazione ha un limite!
Anziché chiedere a Fini di dare spiegazioni ulteriori agli Italiani, che abbia il coraggio di fornire lei adeguate motivazioni, ad iniziare dal perché, quando è stata omaggiata dal partito “La Destra”, era la prima a sentirsi distante da Berlusconi.
Dovrebbe spiegare agli Italiani il perché sia riuscita ad ottenere la nomina di Sottosegretario di Stato e quali siano state le sue funzioni espletate fino ad oggi con tale incarico!
Dovrebbe dire qualcosa di vero sulla villa di Arcore e sugli appartamenti di Bertolaso e di Scajola.
Dovrebbe spiegare agli Italiani chi le ha suggerito di sostenere che le intercettazioni predisposte dai Magistrati “violano la privacy” dei capi di Cosa Nostra.
La politica non è avanspettacolo!

Angela Napoli

da http://www.generazioneitalia.it

Il ricordo del Giudice Scopelliti

La ricorrenza del diciannovesimo anniversario dell’assassinio del giudice calabrese Antonino Scopelliti dovrebbe farci meditare sul fatto che la sua Regione non sempre è riuscita ad avvalersi dell’insegnamento da lui lasciatoci.
Moralità, rispetto della legalità e applicazione della giustizia senza deviazione alcuna, proprie del giudice Scopelliti, non sempre, infatti, sono diventate patrimonio di tanti cittadini ed amministratori pubblici di questa Calabria.
Il ricordo del giudice Scopelliti ed il sacrificio della sua vita dovrebbero guidare tutti noi quotidianamente verso la ricerca delle verità che mancano alla nostra Terra e verso l’allontanamento di qualsiasi forma di collusione con il crimine o con il malaffare.

On. Angela Napoli (FLI)
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 09 agosto 2010

martedì 3 agosto 2010

Individuare le collusioni dei Consigli di Lombardia e Calabria

Il Vice Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, on. Fabio Granata, oggi ha ricordato che il rispetto del codice etico da parte dei candidati e degli eletti alle ultime elezioni regionali è all’esame della Commissione e che, nonostante la lentezza di informativa da parte dei Prefetti, verrà relazionato al Parlamento. Le notizie che trapelano sono preoccupanti e coinvolgono le regioni meridionali, ma anche la Lombardia e la Liguria, dove, persino le ultime inchieste giudiziarie, fanno emergere le collusioni tra ‘ndrangheta e livelli verticistici della politica.
Per quanto riguarda la Calabria personalmente non sono assolutamente meravigliata, giacché, ancor prima della predisposizione delle liste elettorali avevo fatto pubbliche denunzie, sulle quali la Magistratura non avrà mancato di effettuare i doverosi ed ineludibili accertamenti investigativi.
Le mie denunzie, d’altra parte, hanno trovato ampia corrispondenza con i contenuti e le chiare acquisizioni nell’ambito delle inchieste denominate “Meta” e “Crimine”, che consegnano uno spaccato di collusioni gravissime che dimostrerebbero il diretto coinvolgimento di esponenti mafiosi nei consessi elettivi di Lombardia e Calabria.
La Procura di Milano non mancherà di scandagliare tutti gli aspetti di una vicenda torbida contribuendo in tal modo alle decisioni della Procura reggina.

On. Angela Napoli (FLI)

Roma, 03 agosto 2010

Assicurare alla giustizia i responsabili degli atti intimidatori

Ormai in Calabria è inimmaginabile aprire i quotidiani regionali senza dover apprendere di vili atti intimidatori rivolti ad amministratori pubblici, giornalisti, magistrati, imprenditori e commercianti.
Oggi è toccato al Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, on. Francesco Talarico; nei giorni scorsi al Presidente dell’Ordine dei giornalisti calabresi, Giuseppe Soluri, al giornalista di Calabria Ora, Lucio Musolino. Sono ben 12 dall’inizio dell’anno, i giornalisti calabresi che hanno subito minacce di vario genere.
La mia solidarietà al Presidente Talarico ed a tutte le persone colpite è indiscussa, ma sono convinta che gli attestati di vicinanza rimangano del tutto inutili ed appaiono semplici passerelle cartacee, con grande soddisfazione di coloro che sono gli esecutori o i mandanti degli atti intimidatori.
Occorre, invece, una grande sinergia tra le Forze investigative al fine di assicurare alla giustizia i responsabili di tali vili gesti, giacchè la garanzia dell’impunità imperante serve solo ad incentivare questa mancanza di sicurezza che ormai si registra costantemente in Calabria.

On. Angela Napoli (FLI)

Roma, 03 agosto 2010

lunedì 2 agosto 2010

Il perché di una scelta

Nell’ultima competizione elettorale per le politiche sono stata candidata e “nominata” nella lista del PDL calabrese, ho, quindi, aderito al relativo gruppo parlamentare, senza mai tesserarmi al nuovo Partito, non rilevando nello stesso un progetto politico che mi entusiasmasse.
In questi due anni di legislatura ho condiviso molta attività del Governo nazionale, dando atto dei numerosi provvedimenti legislativi che hanno portato ad aumentare il contrasto alla criminalità organizzata e ad attuare scelte economiche che hanno aiutato l’Italia, almeno fino ad oggi, a non cadere nella situazione di crisi che investe altri Paesi.
Non ho, però, condiviso scelte che mi sono apparse penalizzanti per il Mezzogiorno d’Italia, ed in particolare per la nostra Calabria, avendo visto prevalere spesso una politica decisamente assecondante le istanze e le volontà della Lega Nord.
Ho cercato di denunziare le problematiche della nostra Regione, dall’occupazione allo sviluppo, dalla sanità al turismo, dalla viabilità ai trasporti, dall’agricoltura all’ambiente, dagli organici della Magistratura a quelli delle Forze dell’Ordine, presentando atti ispettivi parlamentari, quasi tutti, ad oggi, privi di regolare risposta.
Ho inviato dossier su problemi che investono la Calabria direttamente al Presidente Berlusconi, senza mai ricevere un rigo di risposta che evidenziasse l’attenzione alla situazione segnalata.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, in campagna elettorale, aveva assicurato che in caso di vittoria del PDL avrebbe avviato l’iter per lo scioglimento del Consiglio regionale calabrese del tempo, perché costituito da numerosi componenti inquisiti: il PDL ha vinto, ma di quel Consiglio regionale non ne ha più parlato.
Durante l’ultima campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, il Presidente Berlusconi in video conferenza a Lamezia Terme ebbe a dire che occorreva celermente commissariare la sanità in Calabria e lo ha fatto soltanto oggi, con una nuova Giunta regionale, costretto, peraltro, a fare affiancare il Commissario dalla Guardia di Finanza.
E potrei continuare a lungo, senza, da ultimo, ricordare che mi farebbe piacere sapere il reale motivo del perché, pur essendo arrivato all’aeroporto di Roma, non ha poi preso il volo per venire ad inaugurare una delle gallerie sul tratto autostradale Gioia Tauro - Sant’Elia!
Tutto ciò premesso, credo di aver rispettato l’attuale Governo, e le volontà dei cittadini che hanno scelto questa maggioranza politica, pur se alcune volte ho assunto posizioni di voto contrarie, ritenendo che le scelte non favorissero la mia gente, il mio territorio o fossero comunque contrarie all’interesse della collettività.
Tutti sanno che, non solo in quest’ultima legislatura, ho posto a base della mia attività il rispetto della legalità, l’etica e la morale e che ho vincolato la personale libertà battendomi indiscriminatamente contro tutte le mafie, contro la corruzione ed il malaffare; non ho mai accettato alcun compromesso anche se tale comportamento ha impedito di guadagnarmi posti di Governo o altro.
Coerenza, quindi, nell’aver scelto di seguire il progetto di Gianfranco Fini, per continuare a lavorare per la lotta al crimine, per la coesione nazionale, per la giustizia sociale, per la legalità, intesa come etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole.
Non rinnego nulla, né tradisco alcuno con l’adesione al gruppo parlamentare “Futuro e Libertà per l’Italia”, solo desiderio di poter continuare nella mia attività politica, rispettosa del mandato degli elettori, ma ancora più rispettosa di tutti quei cittadini, e sono numerosi, che hanno sempre avuto e dimostrato fiducia nella mia persona e che anche da questo nuovo gruppo parlamentare cercherò di non deludere.

On. Angela NAPOLI

Taurianova, 02 agosto 2010

martedì 27 luglio 2010

“Orecchie per ascoltare” ed “occhi per leggere”.

Giovanna Cusumano, Monica Falcomatà, Antonella Freno e Tilde Minasi hanno sicuramente ragione nell’accusarmi per non avere “accorciato le distanze tra Taurianova e Reggio Calabria”, giacché di fatto quelle distanze ho preferito allungarle fino a Catanzaro per apprendere i nominativi di alcuni incarichi regionali che, se pur leciti, mi fanno comprendere le motivazioni dell’obbligato comunicato da loro rivoltomi nella giornata di ieri.
Non intendo replicare al contenuto dello stesso, mi riservo di farlo al momento opportuno, voglio, però, rassicurare le quattro Signore che, nel mentre attendo , così come tanti cittadini reggini, di conoscere le reali motivazioni che hanno portato il Sindaco Raffa ad annunciare le proprie dimissioni dall’incarico, continuerò ad impegnarmi in “filosofiche battaglie”, considerato che le stesse hanno già dato, e sono certa continueranno a dare, risultati noti a chi ha “orecchie per ascoltare” ed “occhi per leggere”.

On. Angela NAPOLI

Roma, 27 luglio 2010

martedì 20 luglio 2010

Intercettazioni: la saggezza della Presidente Bongiorno

La sapiente e ferma volontà dell’on. Giulia Bongiorno, Presidente della Commissione giustizia della Camera dei Deputati, sta aiutando a varare una legge sulle intercettazioni che contempererà l’efficienza e l’utilità delle stesse per la lotta alla criminalità organizzata e al crimine generalizzato nonché il rispetto della libertà di stampa e quindi del diritto dei cittadini ad essere informati sui fatti giudiziari penalmente rilevanti.
La Presidente Bongiorno è stata a volte criticata ed anche osteggiata, ma forse è giunto il momento di riconoscere che la sua corretta gestione della Commissione Giustizia ed il suo saggio comportamento di relatrice anche di questo provvedimento hanno portato lo stesso Governo nazionale a prendere in considerazione le istanze del Presidente della Repubblica, alcune proposte della minoranza politica e, quello che più conta, la seria valutazione dei punti di criticità emersi durante le varie audizioni di coloro che operano nel settore della giustizia e del contrasto al crimine.
A mio avviso non è stata solamente tutelata la maggioranza politica, ma l’intero mondo politico rispetto al contenuto di un provvedimento che avrebbe potuto rivelarsi negativo per il contrasto alle mafie tutte e per il mantenimento della dovuta libertà di stampa.

On. Angela Napoli

A quando l'abbattimento della "cappa grigia" in Calabria?

In Calabria non è necessario attendere l’approvazione della c.d. “legge bavaglio”, giacché ‘ndrangheta, massoneria deviata e poteri forti dettano legge, che puntualmente viene applicata!
Magistrati, giornalisti, politici minacciati! E chi di questi tocca “i fili”, è destinato, per un verso o per un altro, a cambiare “rotta” o ad abbandonare il “campo”.
Magistrati, politici e Commissione parlamentare antimafia, fin da prima delle ultime elezioni regionali, hanno detto che la ‘ndrangheta è solita votare e far votare; di fatto l’organizzazione criminale ha votato e fatto votare ed ha eletto i suoi rappresentanti in Calabria, in Lombardia, in Liguria ed ha chiesto consensi persino all’estero. Le varie inchieste e le ordinanze di custodia cautelare rivolte ad uomini della ‘ndrangheta, suggellano tutto ciò. E, personalmente , non ho mai ritenuto scandaloso che i cittadini venissero messi a conoscenza dei nomi dei responsabili, pur con il rispetto delle dovute garanzie.
In Calabria, per quanto encomiabili i risultati fin qui conseguiti, non appare più sufficiente continuare ad abbattere la sola area nera della ‘ndrangheta, occorre iniziare ad incidere sull’area grigia e punire coloro che concretamente si avvalgono del consenso elettorale mafioso. D’altra parte più volte la Magistratura calabrese ha evidenziato l’esistenza di filoni d’indagine in atto che investono l’area mafia – politica. A quando l’abbattimento di questa cappa sotto la quale tutto è consentito?

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Palermo, 20 luglio 2010

La risposta del Sottosegretario all'Ambiente On. Menia sulla Centrale a carbone di Rossano





martedì 13 luglio 2010

Operazione "Il crimine": adesso incidere sull'area grigia

Lo straordinario blitz che la notte scorsa ha portato 3.000 uomini dei Carabinieri e della Polizia di Stato ad eseguire circa 300 arresti in varie parti del territorio nazionale, colpisce sicuramente le cosche più importanti della ‘ndrangheta reggina ed evidenzia, altresì, il preoccupante dominio che le stesse hanno ormai acquisito nel Nord Italia.
L’Operazione ”Il crimine” fa emergere come gli uomini delle principali cosche della ‘ndrangheta dell’intera provincia di Reggio Calabria, mantenendo i rapporti con le rispettive case madri, siano riusciti ad infiltrarsi in buona parte dell’economia lombarda, acquisendo rapporti con il mondo politico ed imprenditoriale.
L’inchiesta evidenzia le inquietanti collusioni delle cosche calabresi, diversamente strutturate rispetto al loro percorso storico, con alcuni uomini del mondo politico e con funzionari della Sanità lombarda.
Ed in Lombardia è stato evidenziato come la ‘ndrangheta sappia e voglia dirigere il proprio consenso elettorale. E che tale capacità sia presente anche in Calabria è da tempo che è nel mio convincimento.
I numerosi consigli comunali calabresi, le aziende sanitarie di Locri e Melito Porto Salvo e l’Azienda Sanitaria Provinciale reggina, tutti commissariati per infiltrazione mafiosa, ed alcune inchieste non possono che far comprendere come anche in Calabria la ‘ndrangheta riesca a dirigere il proprio consenso elettorale per poi gestire insieme gli affari illeciti.
Mi auguro che in Calabria, così come avvenuto in Lombardia, possa al più presto essere incisa anche l’area grigia al fine di suggellare l’attività di contrasto al crimine organizzato che egregiamente è stata fin qui condotta da tutte le Forze dell’Ordine e da buona parte della Magistratura di quella Regione.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 13 luglio 2010

lunedì 12 luglio 2010

Un grande plauso alla Guardia di Finanza calabrese

L’imponente sequestro di beni che, ad opera del Gico e del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, è stato eseguito questa mattina nei confronti di Gioacchino Campolo, sottrae a quest’ultimo, un patrimonio illecito, certamente accumulato a nome delle cosche della ‘ndrangheta reggina.
Sento di dover esprimere un grande plauso a tutto il Comando regionale calabrese della Guardia di Finanza per l’importante attività investigativa che ha portato a questo odierno nuovo brillante risultato.
L’elenco dei patrimoni sequestrati al “re del videopoker” fa rabbrividire al pensiero di quanto ingente sia il patrimonio illecito della ‘ndrangheta che, ormai da mesi, le Forze dell’Ordine, coordinate dalla DDA di Reggio Calabria, stanno cercando di assottigliare giorno dopo giorno.

On. Angela Napoli

Taurianova, 12 luglio 2010

mercoledì 7 luglio 2010

Limitare i benefici per l'uscita dalle carceri degli accusati per associazione mafiosa

Al Ministro della Giustizia

– Per sapere – premesso che:

- l’inchiesta “The Goodfellas” che ha portato lo scorso 31 maggio 2004 all’esecuzione di 12 delle 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere, aveva ripristinato tranquillità e fiducia nella giustizia, tra i cittadini di Vibo Valentia e del suo territorio, grazie all’arresto, tra gli altri di Carmelo Lo Bianco, ritenuto il boss della cosca vibonese e Andrea Mantella, ritenuto l’organizzatore delle giovani leve della ‘ndrangheta vibonese ed indicato dagli inquirenti come elemento di spicco del clan Lo Bianco;

- per tutti gli arrestati l’accusa è di associazione di tipo mafioso dedita alle estorsioni e, a vario titolo, di detenzione illegale di armi comuni e da guerra, minacce, lesioni e fittizia intestazione di beni;

- vive preoccupazioni stanno suscitando le decisioni assunte dal Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto da Adalgisa Rinaldo, relative alla revoca di ordinanza cautelare in carcere per cinque degli indagati tra i quali proprio Andrea Mantella, ritenuto dagli inquirenti l’organizzatore delle giovani leve della ‘ndrangheta ed elemento emergente e preoccupante nel panorama criminale del vibonese ed al quale, nel marzo del 2010 i Finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia avrebbero sequestrato beni per 4,5 milioni di euro;

- sempre nel marzo del 2010 Andrea Mantella era già stato arrestato per violazione degli obblighi derivanti dalla sorveglianza speciale;

- il Tribunale del Riesame dovrà ancora pronunciarsi sulle restanti otto posizioni degli arrestati nell’operazione “The Goodfellas”:

- l’interrogante consapevole dell’impossibilità del Ministro della Giustizia di avviare un’adeguata indagine sul Tribunale del Riesame di Catanzaro, chiede, però allo stesso Ministro, se non ritenga necessario ed urgente, individuare norme legislative che impediscano, per gli accusati di associazione mafiosa, di continuare a beneficiare di interventi che consentano la loro uscita dalle carceri.

On. Angela NAPOLI

Roma, 7 luglio 2010

L'eterno commissariamento per l'emergenza ambientale in Calabria

Al Ministro dell’Ambiente e dell’economia e delle finanze

– Per sapere – Premesso che:

- La Calabria è una Regione da oltre 12 anni commissariata per l’emergenza ambientale ed è stata in tal senso destinataria di numerosi finanziamenti;

- alla Direzione dell’Ufficio del Commissario per l’emergenza regionale si sono alternati diversi Prefetti, alcuni dei quali hanno stilato relazioni puntuali e preoccupanti e sono stati anche auditi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti del tempo;

- la nuova Amministrazione regionale in Calabria ha, purtroppo, ereditato una situazione di sfascio ambientale, nonostante tutto il citato tempo di commissariamento;

- è dei giorni scorsi lo stanziamento, da parte della Giunta Regionale calabrese di 5 milioni per un piano “tampone” per fronteggiare la prevedibile emergenza depurazione nei comuni costieri in vista dell’estate ; servirebbero ben 300 milioni di euro per sopperire parte del degrado ambientale esistente in Calabria:

- quali gli interventi in materia di Commissariamento per l’emergenza ambientale in Calabria;

- se non ritenga di revocare la nomina in atto del Commissario per l’emergenza ambientale;

- di quali e quanti finanziamenti ha goduto la Calabria dal periodo di istituzione del Commissario per l’emergenza ambientale ad oggi.

On. Angela NAPOLI

Roma, 7 luglio 2010