Nello scorso mese di aprile sono stata additata al pubblico ludibrio, querelata e denunziata per aver pubblicamente cercato di sensibilizzare il mondo politico calabrese sulla formazione delle liste nell’ultima competizione elettorale per il rinnovo delle elezioni regionali.
In quella competizione ho deciso di non esprimere il mio voto avendo verificato che nelle liste vi erano candidati “discussi” e che non era stato nemmeno recepito, da parte della politica calabrese, il codice di autoregolamentazione delle candidature deliberato dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
Oggi, e sinceramente me ne dispiace per l’immagine che la Calabria, ancora una volta offre in negativo, l’operazione “Reale 3” mi dà ragione.
Nella scorsa settimana avvisi di garanzia, con l’accusa di voto di scambio, a tre candidati al consiglio regionale; un ex sindaco e anche lui candidato al consiglio regionale, fermato con l’accusa di associazione mafiosa.
Oggi, un consigliere regionale e quattro candidati arrestati con l’accusa di associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose.
Il tutto solo grazie all’intervento della DDA di Reggio Calabria e, pertanto, limitato a tale territorio.
Sono sicura, conoscendo la potenzialità e la pervasività della ‘ndrangheta nella politica, che le altre province calabresi, non risulteranno esenti dalle collusioni in questione.
Finalmente anche in Calabria incominciano ad esseere colpiti giudiziariamente una parte degli elementi che costituiscono la “borghesia mafiosa”.
A questo punto, come non richiamare ciò che sempre affermava Paolo Borsellino: ”C’è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla Magistratura, è un uomo onesto. No! La Magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le Istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali.”
On. Angela NAPOLI
Capo Gruppo FLI
Commissione Nazionale Antimafia
Roma, 21 dicembre 2010
3 commenti:
J'ai appris des choses interessantes grace a vous, et vous m'avez aide a resoudre un probleme, merci.
- Daniel
Dal giornale Il quotidiano della calabria del 5 dicembre 2010 -della serie i sequestri di immobili alla ndrangheta - :
"Infine tra i vari immobili a cui le fiamme gialle hanno messo i sigilli, per poi trasferirli allo Stato, ci sono quelli di Claudio Formica, tra i quali c'è anche un piccolo appartamento e un posto auto nel complesso turistico la 'Quercia' a Zambrone località al mare in provincia di Vibo Valentia comprato quattro anni fa per 24 mila euro dichiarati."
La Lo Moro propone per la Calabria una sorta di catarsi generazionale con invasori dalla genetica diversa.In risposta ad un invito del dr.Galullo del sole 24 ore alla discussione ho dato la mia seguente risposta:Dr.Galullo l'antimafia calabrese in politica appartiene solo all'On.Napoli e a qualche magistrato blindato.
Il cappello per il politico che ha ammesso il proprio fallimento non lo tolgo.I politici dal facile pentitismo politico in Calabria vengono clonati in produzione industriale.La Lo Moro ha perso e le sue analisi antropologiche sono senza alcun impatto.Nessuna accusa personale ma ripeto amarezza profonda per gente incapace politicamente.Mi dica il reale contributo politico della Lo Moro nella giunta di Loiero e di Adamo.
dr.Pasquale Montilla
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