Parla Angela Napoli (Pdl) eletta in Calabria
«C’è la garanzia dell’impunità»
Leggi «In Italia sono troppo permissive»
Fabio Perugia
f.perugia@iltempo.it
Vive sotto scorta da cinque anni. Angela Napoli , deputata del Pdl eletta in Calabria, la ‘ndrangheta la combatte ogni giorno. Conosce la composizione dei clan, la psicologia dei boss. Conosce il terrore che incute nelle menti dei calabresi.
- Onorevole, qualche giorno fa qualcuno ha sparato a un bimbo davanti a decine di persone. Possibile che nessuno abbia visto?
«La malattia della Calabria è che la gente non parla: questa è la causa della crescita della ‘ndrangheta. Questa organizzazione è la più pericolosa e pervasiva ormai in tutto il mondo».
- Può spiegare qual è la sua forza?
«Ha un enorme potere finanziario e una grande capacità di rigenerarsi. C’è l’ala militare, ma anche quella nelle istituzioni. Sono dentro il Palazzo, magari con 2 o 3 lauree: gestiscono il potere».
- Il quartier generale è sempre in Calabria?
«Le cosche madri sono lì. Ma ormai le “sedi” sono in tutta Italia ed Europa, anche se mantengono i rapporti con le “sedi” originarie. Guardate la strage di Duisburg: erano tutti di S. Luca».
- Dove svolgono oggi la maggior parte delle attività?
«All’estero, perché lì gestiscono meglio gli affari, i traffici e in particolare il riciclaggio. In Germania, per esempio, non c’è una legislazione ottimale per colpire un’organizzazione così. In ogni caso è in tutto il contesto europeo che non ci sono leggi valide».
- L’organizzazione dove si è spostata in questo anni?
«Germania, Francia, Spagna, Belgio, tutti i Paesi dell’Est. A Bruxelles hanno interi quartieri».
- Perché i Calabresi non danno cenni di reazione? In Sicilia qualcosa si è mosso.
«E’ diverso. La ‘ndrangheta non ha quasi mai accesi i riflettori contro. La gente per strada ha paura. Qui prevale il criterio dell’omertà che non porta le persone a reagire. E lo Stato non riesce ad intervenire. La strutture della ‘ndrangheta non permette la penetrazione. I pochi esempi di chi ha provato a combatterla non sono incoraggianti. Mi faccia denunciare una cosa».
Prego.
«C’è un eccessivo garantismo. Le leggi sulla criminalità organizzata sono troppo permissive. I boss entrano ed escono dal carcere. C’è la garanzia dell’impunità».
2 commenti:
Apparentemente, questa volta la ndrangheta non c'entra.Cosi' dicono,cosi' pare.E invece no, c'entra e come.C'entra la mentalita' mafiosa, l'omerta',terreno fertile per il proliferare e per il consolidamento della ndrangheta.Dopo quest'episodio, nessuno puo' impedirmi di vergognarmi di essere calabrese.Solo questo posso dirti, piccolo angelo.Guarisci presto, fallo per noi, fallo per i tuoi genitori.
http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=7040
Un abbraccio. B.C.
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