Ai ministri dell’Interno e della Giustizia per sapere –premesso che:
- per troppi anni è stata sottaciuta la potenzialità della ‘ndrangheta nella provincia di Vibo Valentia , il ché ha consentito agli uomini delle cosche mafiose di ingigantire il rispettivo impero economico, di divenire dominatori del territorio e di inserirsi nelle varie istituzioni e negli appalti pubblici;
- da quando, nel 2003, la delega della DDA di Catanzaro per il territorio Vibonese è stata affidata al Magistrato Marisa Manzini , la stessa non solo ha proseguito il lavoro della dottoressa Nobile, ma ha avviato importanti indagini e processi giudiziari che hanno assestato duri colpi alla criminalità organizzata di quella provincia;
- in particolare, grazie al processo “Dinasty”, scaturito proprio dal coraggioso lavoro della dottoressa Manzini, già con sentenza della Cassazione, e per la prima volta, è stata sancita l’esistenza di un’associazione mafiosa nei confronti del clan Mancuso di Limbadi, conosciuto in tutto il territorio nazionale ed internazionale per la sua potenzialità economica e militare;
- ed ancora, l’operazione “Rima” che, con sentenza del 2006, ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa Fiarè di San Gregorio d’Ippona;
- l’operazione “Odissea” che, con sentenza del 2008, ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa La Rosa di Tropea;
- l’operazione “Domino” che, con sentenza del 2008 ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa Mamone di Fabrizia ;
- E’ in corso il processo relativo all’operazione “New Sunrise “, nell’ambito del quale sono tutt’ora detenuti numerosi imputati presunti di appartenenza alla cosca Lo Bianco di Vibo Valentia;
- E’ tuttora in fase di indagini il procedimento relativo all’operazione “ Uova del Drago” per la quale sono state emesse ordinanze di custodia cautelare a carico di presunti appartenenti all’organizzazione mafiosa “Bonavota” di Sant’Onofrio;
- il tutto a dimostrazione della pesante presenza della ‘ndrangheta nel vibonese e della sua pervasività in quel territorio;
- quanto sopra esposto è, solo in parte, frutto del lavoro del Magistrato Manzini ed evidenzia i pericoli che incombono sulla stessa, peraltro già messi in atto con minacce anonime telefoniche, con movimenti sospetti di autovetture nei pressi dell’abitazione, con proiettili lasciati al cancello dell’abitazione ed altro;
- nel giugno 2007, per quanto sopra, alla dottoressa Manzini è stato potenziato il grado di protezione, proprio in considerazione del pericolo incombente sulla sua persona;
- nel maggio 2008 i Carabinieri di Vibo Valentia hanno segnalato di aver avuto notizie circa l’intenzione di programmare un attentato nei confronti della dottoressa Manzini, notiziata, altresì, di conversazioni astiose nei suoi confronti intervenute tra appartenenti alle principali cosche ‘ndranghetiste del vibonese;
- il 3 giugno 2008 gli uomini della scorta della dottoressa Manzini avevano ricevuto disposizioni, da parte del loro ufficio, di elevare il grado di attenzione per i pericoli incombenti;
- il 17 giugno 2008 il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Catanzaro, su proposta del Procuratore Generale, ha, invece, ridotto il livello di protezione assegnato alla dottoressa Manzini;
- l’interrogante trova davvero preoccupante tale decisione, non solo per i pericoli già a conoscenza del Magistrato in questione, ma anche perché solo pochi giorni fa, così come denunziato in altri atti ispettivi, presentati il 21 maggio 2008 n. 4-00151 e il 5 giugno 2008 n. 4-00278 il territorio vibonese ha assistito a scarcerazioni facili, per via del patteggiamento nei processi di Appello, di grossi boss della ‘ndrangheta vibonese;
- la riduzione del livello di protezione alla dottoressa Manzini, ha già creato vivo allarme nei vari testimoni di giustizia, che stanno testimoniando contro gli uomini delle cosche vibonesi implicati nei vari processi dove il Magistrato svolge le funzioni di PM:
- quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di garantire la dovuta protezione al Magistrato Marisa Manzini e per evitare che venga sminuita l’attuale necessaria attività di contrasto alla criminalità organizzata vibonese.
On. Angela NAPOLI
Roma 24 giugno 2008
- per troppi anni è stata sottaciuta la potenzialità della ‘ndrangheta nella provincia di Vibo Valentia , il ché ha consentito agli uomini delle cosche mafiose di ingigantire il rispettivo impero economico, di divenire dominatori del territorio e di inserirsi nelle varie istituzioni e negli appalti pubblici;
- da quando, nel 2003, la delega della DDA di Catanzaro per il territorio Vibonese è stata affidata al Magistrato Marisa Manzini , la stessa non solo ha proseguito il lavoro della dottoressa Nobile, ma ha avviato importanti indagini e processi giudiziari che hanno assestato duri colpi alla criminalità organizzata di quella provincia;
- in particolare, grazie al processo “Dinasty”, scaturito proprio dal coraggioso lavoro della dottoressa Manzini, già con sentenza della Cassazione, e per la prima volta, è stata sancita l’esistenza di un’associazione mafiosa nei confronti del clan Mancuso di Limbadi, conosciuto in tutto il territorio nazionale ed internazionale per la sua potenzialità economica e militare;
- ed ancora, l’operazione “Rima” che, con sentenza del 2006, ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa Fiarè di San Gregorio d’Ippona;
- l’operazione “Odissea” che, con sentenza del 2008, ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa La Rosa di Tropea;
- l’operazione “Domino” che, con sentenza del 2008 ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa Mamone di Fabrizia ;
- E’ in corso il processo relativo all’operazione “New Sunrise “, nell’ambito del quale sono tutt’ora detenuti numerosi imputati presunti di appartenenza alla cosca Lo Bianco di Vibo Valentia;
- E’ tuttora in fase di indagini il procedimento relativo all’operazione “ Uova del Drago” per la quale sono state emesse ordinanze di custodia cautelare a carico di presunti appartenenti all’organizzazione mafiosa “Bonavota” di Sant’Onofrio;
- il tutto a dimostrazione della pesante presenza della ‘ndrangheta nel vibonese e della sua pervasività in quel territorio;
- quanto sopra esposto è, solo in parte, frutto del lavoro del Magistrato Manzini ed evidenzia i pericoli che incombono sulla stessa, peraltro già messi in atto con minacce anonime telefoniche, con movimenti sospetti di autovetture nei pressi dell’abitazione, con proiettili lasciati al cancello dell’abitazione ed altro;
- nel giugno 2007, per quanto sopra, alla dottoressa Manzini è stato potenziato il grado di protezione, proprio in considerazione del pericolo incombente sulla sua persona;
- nel maggio 2008 i Carabinieri di Vibo Valentia hanno segnalato di aver avuto notizie circa l’intenzione di programmare un attentato nei confronti della dottoressa Manzini, notiziata, altresì, di conversazioni astiose nei suoi confronti intervenute tra appartenenti alle principali cosche ‘ndranghetiste del vibonese;
- il 3 giugno 2008 gli uomini della scorta della dottoressa Manzini avevano ricevuto disposizioni, da parte del loro ufficio, di elevare il grado di attenzione per i pericoli incombenti;
- il 17 giugno 2008 il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Catanzaro, su proposta del Procuratore Generale, ha, invece, ridotto il livello di protezione assegnato alla dottoressa Manzini;
- l’interrogante trova davvero preoccupante tale decisione, non solo per i pericoli già a conoscenza del Magistrato in questione, ma anche perché solo pochi giorni fa, così come denunziato in altri atti ispettivi, presentati il 21 maggio 2008 n. 4-00151 e il 5 giugno 2008 n. 4-00278 il territorio vibonese ha assistito a scarcerazioni facili, per via del patteggiamento nei processi di Appello, di grossi boss della ‘ndrangheta vibonese;
- la riduzione del livello di protezione alla dottoressa Manzini, ha già creato vivo allarme nei vari testimoni di giustizia, che stanno testimoniando contro gli uomini delle cosche vibonesi implicati nei vari processi dove il Magistrato svolge le funzioni di PM:
- quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di garantire la dovuta protezione al Magistrato Marisa Manzini e per evitare che venga sminuita l’attuale necessaria attività di contrasto alla criminalità organizzata vibonese.
On. Angela NAPOLI
Roma 24 giugno 2008
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