Per
sapere – Premesso che:
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nell’ottobre 2010 l’Enel ha ottenuto dalla regione Calabria
l’autorizzazione per il progetto di riattivazione, con conversione
a biomasse, della centrale del Mercure, impianto costruito negli anni
'60 nel territorio del comune di Laino Borgo (CS), completamente
inattivo da oltre 12 anni;
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avverso tale improvvido provvedimento hanno avanzato autonomi ricorsi
presso il TAR di Catanzaro la Regione Basilicata, l’Ente Parco
Nazionale del Pollino, i comuni di Rotonda (PZ) e Viggianello (PZ),
nonché l’Associazione ambientalista WWF, mentre l’Associazione
Italia Nostra ha presentato un ulteriore ricorso straordinario al
Presidente della Repubblica,
a significare l’avversione al progetto, negativo sotto ogni punto di vista, compreso quello economico-occupazionale, testimoniato anche dalle imponenti manifestazioni popolari che hanno mobilitato migliaia di persone, per difendere i propri diritti ed interessi e a tutela di una delle aree protette tra le più belle d’Italia;
a significare l’avversione al progetto, negativo sotto ogni punto di vista, compreso quello economico-occupazionale, testimoniato anche dalle imponenti manifestazioni popolari che hanno mobilitato migliaia di persone, per difendere i propri diritti ed interessi e a tutela di una delle aree protette tra le più belle d’Italia;
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la centrale è, infatti, ubicata all’interno di un’area
doppiamente protetta a livello nazionale e comunitario (Parco
Nazionale del Pollino e Zona di Protezione Speciale –ZPS- Pollino e
Orsomarso -IT 9310903);
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la potenza elettrica prevista per la centrale del Mercure è di
41Mwe, che ne farebbe una delle centrali del genere più grandi
d’Europa; la biomassa necessaria ad alimentarla è nell’ordine
delle 400-500.000 tonn/anno, da trasportare, per impervie strade di
montagna ,già ora insufficienti per il normale traffico veicolare,
con circa 150 grossi TIR che quotidianamente dovrebbero transitare su
tale rete viaria, all’interno dell’area protetta;
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le emissioni di questo enorme ed insostenibile traffico veicolare
andrebbero ad assommarsi all’impatto inquinante determinato dalla
combustione della biomassa (emissione di particolato, metalli
pesanti, diossine ed altri composti tossico-nocivi) e dai vari
scarichi della centrale, il tutto con grave nocumento per l’ambiente
protetto del Parco del Pollino, la sua biodiversità, le specie
vegetali ed animali protette, tra tutte la lontra, animale protetto
da norme internazionali perché in via di estinzione e per questo
obiettivo specifico anche di un progetto di tutela del Ministero
dell'Ambiente;
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ai rischi per l’ambiente e le specie protette, animali e vegetali,
presenti nell’area, vanno aggiunti quelli, assolutamente
inaccettabili, anche per la salute delle popolazioni residenti,
legati alle emissioni aeree e al loro persistere all’interno della
Valle del Mercure, dotata di scarsa ventilazione e caratterizzata,
con elevata frequenza, dal fenomeno atmosferico dell’inversione
termica che provoca un ulteriore ristagno d’aria, e dunque degli
inquinanti, a livello del suolo, agendo, in pratica, come fattore
moltiplicativo dei rischi per la salute da inalazione di inquinanti
per la popolazione che nella Valle del Mercure vive e risiede;
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per ottenere una positiva Valutazione di Incidenza (VI) per il
progetto, l’Enel ha presentato, ai competenti Uffici di Calabria e
Basilicata, uno Studio di Impatto Ambientale (SIA) che comprende
anche una valutazione dell’impatto dell’opera sull’ambiente e
sulla salute delle popolazioni residenti;
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un aspetto nodale di tale documentazione riguarda il microclima della
valle del Mercure, fattore ovviamente condizionante della persistenza
e della propagazione degli inquinanti (tra i quali particolato fine e
ultrafine, NOx, SOx, diossine) emessi dalla centrale in caso di una
sua riattivazione;
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per valutare questo aspetto, l’Enel, anziché effettuare studi e
misurazioni delle condizioni climatiche della Valle del Mercure, le
mutua da una valle diversa e distante oltre 10 chilometri da quella
del Mercure, assumendone come analoghe le caratteristiche;
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recentemente è stato reso noto dai mezzi di informazione che l’Enel
aveva, in realtà, a disposizione uno studio specifico sulla valle
del Mercure, finalizzato alla possibilità di convertire la centrale
da olio combustibile a carbone, fin dal 1987; studio da essa stessa
finanziato e commissionato dall’Amministrazione dell’epoca di
Laino Borgo. In tale studio, prescindendo dal motivo per cui fu
eseguito, irrilevante ai fini di quello che di seguito si evidenzia,
viene bene dettagliata la situazione microclimatica della Valle del
Mercure, in cui viene messo in evidenza proprio il fenomeno
dell’inversione termica e viene altresì evidenziato il regime dei
venti prevalenti nella Valle del Mercure, sostanzialmente dissimile,
perché sensibilmente più debole, da quello vigente nella Valle di
Latronico;
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che nello studio del 1987 viene pure sottolineata l’impossibilità
per la rete viaria, che dall’epoca non risulta abbia subito
significativi rifacimenti, a sostenere il carico di camion previsto
per trasportare il combustibile al sito della centrale, tanto che
viene avanzata la richiesta/necessità della costruzione di una
ulteriore arteria stradale dedicata;
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che, oltre che le condizioni climatiche, anche l’aumento del
traffico veicolare previsto nella relazione del 1987 è assimilabile
a quello che si determinerebbe con la riattivazione della centrale
alla luce dell’attuale progetto di riconversione della centrale;
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che, dunque, alcune tra le più gravi preoccupazioni da anni avanzate
da più parti, nei confronti dell’attuale progetto di riconversione
della centrale del Mercure, trovano puntuale conferma nella relazione
del 1987, finanziata proprio dall’ Enel:
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quali iniziative, ove quanto divulgato dai mezzi di informazione
sull’esistenza di uno studio sulla Valle del Mercure fosse fondato,
i Ministri interessati intendano prendere per chiarire per quali
motivi l’Enel abbia fatto ricorso nello Studio di Impatto
Ambientale (SIA), presentato ai competenti Uffici della Regione
Calabria e Basilicata e fondamentale per l’iter autorizzativo, a
dati microclimatici di una valle diversa da quella del Mercure, pur
disponendo di quelli relativi a quest’ultima, ancorché in evidente
contrasto con le tesi proposte dall’Enel nello Studio di Impatto
Ambientale;
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quali ulteriori iniziative si intendano adottare per impedire i gravi
rischi per la salute che le popolazioni dell’area subirebbero a
motivo delle condizioni microclimatiche che caratterizzano la Valle
del Mercure, qualora la centrale dell’Enel venisse riattivata, per
come si può dedurre anche dalla relazione commissionata nella
seconda metà degli anni “80 dall’Amministrazione di Laino Borgo
e finanziata da Enel;
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quali interventi i Ministri interessati intendano assumere per
impedire che tali rischi derivanti dalle emissioni della centrale
vengano viepiù aumentati dall’inquinamento prodotto dall’imponente
traffico veicolare previsto per il trasporto di biomassa all’interno
dell’area protetta del Parco del Pollino, situazione che creerebbe,
inoltre, una insostenibile congestione della viabilità interna ed
autostradale, rischio pur esso segnalato nello studio finanziato
dall’Enel nel 1987;
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se, tutto considerato, non sia il caso di porre in essere una
immediata moratoria del progetto dell’Enel per eseguire i necessari
approfondimenti a tutela della salute delle popolazioni della Valle
del Mercure e dei loro legittimi diritti ed interessi.
On.
Angela NAPOLI
Roma,
20 dicembre 2011
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