L’espressione di dolore ed il volto insanguinato del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, ha provocato profondo smarrimento in ciascuno di noi.
Nessuno avrebbe immaginato che la rabbia di uno “sconsiderato” potesse sfociare in un atto così inconsulto e grave.
Colpire il Presidente del Consiglio significa lanciare macigni sull’intero Paese e costringere a divulgare anche all’estero immagini di un’Italia carica di conflitti e di odi. Altro che “bel Paese!”.
Dopo lo smarrimento e il dolore, ognuno è chiamato alle proprie responsabilità. Mi sembrerebbe troppo facile pensare che tutto possa concludersi addossando le responsabilità ad uno “psicolabile”.
In qualsiasi Paese democratico la contrapposizione politica è sicuramente lecita, ma la considerazione dell’avversario quale nemico, non è sintomo di civiltà. L’abbattimento di un nemico comporta odio, rancore e conflitto.
Si possono occupare politicamente posizioni opposte, si possono non condividere scelte o comportamenti, ma il sale della democrazia non può che derivare da un confronto leale, a viso aperto, senza ipocrisia alcuna.
A Milano negli ultimi due giorni sono accaduti episodi gravissimi: i fischi ai familiari delle vittime di piazza Fontana e la violenza sul premier Berlusconi. Episodi sintomatici di un clima per nulla sereno che, purtroppo, sta investendo in modo preoccupante tutta l’Italia e che trova terreno fertile in coloro che, privi di valori, si nutrono di odio, vendetta e sangue.
Tutti abbiamo il dovere di aiutare a spegnere il fuoco che qualcuno sta facendo covare sotto la cenere; è un dovere che deve pervadere chi ama l’Italia e chi ne ha a cuore le sorti.
On. Angela Napoli
Roma, 14 dicembre 2009
Nessuno avrebbe immaginato che la rabbia di uno “sconsiderato” potesse sfociare in un atto così inconsulto e grave.
Colpire il Presidente del Consiglio significa lanciare macigni sull’intero Paese e costringere a divulgare anche all’estero immagini di un’Italia carica di conflitti e di odi. Altro che “bel Paese!”.
Dopo lo smarrimento e il dolore, ognuno è chiamato alle proprie responsabilità. Mi sembrerebbe troppo facile pensare che tutto possa concludersi addossando le responsabilità ad uno “psicolabile”.
In qualsiasi Paese democratico la contrapposizione politica è sicuramente lecita, ma la considerazione dell’avversario quale nemico, non è sintomo di civiltà. L’abbattimento di un nemico comporta odio, rancore e conflitto.
Si possono occupare politicamente posizioni opposte, si possono non condividere scelte o comportamenti, ma il sale della democrazia non può che derivare da un confronto leale, a viso aperto, senza ipocrisia alcuna.
A Milano negli ultimi due giorni sono accaduti episodi gravissimi: i fischi ai familiari delle vittime di piazza Fontana e la violenza sul premier Berlusconi. Episodi sintomatici di un clima per nulla sereno che, purtroppo, sta investendo in modo preoccupante tutta l’Italia e che trova terreno fertile in coloro che, privi di valori, si nutrono di odio, vendetta e sangue.
Tutti abbiamo il dovere di aiutare a spegnere il fuoco che qualcuno sta facendo covare sotto la cenere; è un dovere che deve pervadere chi ama l’Italia e chi ne ha a cuore le sorti.
On. Angela Napoli
Roma, 14 dicembre 2009
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