La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i ministri della Salute e dell’Interno e della Giustizia – Per sapere – Premesso che:
- il Consiglio dei Ministri l’11 dicembre 2007 ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria in Calabria “per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale nonché all’inadeguatezza delle strutture”;
- la decisione è stata presa dopo la morte della sedicenne Eva Ruscio, avvenuta il 5 dicembre 2007 presso il P.O. di Vibo Valentia durante un intervento di tracheotomia, preceduta dalla morte del dodicenne Flavio Scutellà, avvenuta il 31 ottobre 2007 nel P.O. di Reggio Calabria a causa del ritardato trasporto in ambulanza, ed a sua volta preceduta dalla morte della sedicenne Federica Monteleone, avvenuta il 26 gennaio 2007 dopo un intervento di appendicectomia, sempre presso il P.O. di Vibo Valentia;
- il dichiarato stato di emergenza sanitaria in Calabria, al momento sarebbe finalizzato solo a “far sì che i finanziamenti previsti dall’accordo di programma per la costruzione di quattro nuovi ospedali, compreso quello di Vibo Valentia, siano gestiti con procedure straordinarie per garantire tempi certi e trasparenza negli appalti”;
- questo nel mentre risulta che in Calabria ci siano strutture ospedaliere “fantasma”, ad esempio, quelle di Rosarno, Cittanova, Scalea, le quali hanno comportato spese di miliardi senza mai essere state rese idonee;
- né può essere sottaciuto lo scandalo che, da qualche anno, ha portato all’operazione “Ricatto”, il cui lento processo giudiziario è ancora in atto, e relativo alla costruzione della nuova struttura ospedaliera di Vibo Valentia, in località Cocari e per la quale, nel giro di pochi anni, sono arrivati inutili finanziamenti che ammontano a circa 30 miliardi delle vecchie lire;
- ad oggi della costruzione del nuovo ospedale esiste solo la prima pietra, posta nel giugno 2004, su un terreno il cui assetto idrogeologico sembrerebbe essere stato causa, in parte, dei gravi danni, abbattutisi sulle frazioni di Vibo Marina, Bivona e Longobardi, durante l’alluvione del 3 luglio 2006;
- l’emergenza della sanità in Calabria è stata dichiarata in accordo con la Regione, il cui Presidente, che oggi mantiene la delega del settore, è oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla turbativa d’asta, proprio nel settore della sanità calabrese;
- nei giorni scorsi, all’interno del Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, sono stati chiusi reparti, ridotti alcuni servizi, sospeso qualche medico, ma, stranamente, nessun provvedimento è stato assunto nei confronti dei dirigenti dello stesso Presidio oggi, peraltro, chiamati ad un’attività di controllo e monitoraggio;
- appare, infatti, inspiegabile ed assurda la notizia in base alla quale l’attuale commissario dell’AS n. 8 di Vibo avrebbe creato un gruppo di lavoro con incarico di ispezione, controllo, monitoraggio ed impulso, costituito dalle stesse persone che sarebbero responsabili o, quanto meno avrebbero dimostrato incuria, delle gravi carenze che i NAS stanno facendo emergere;
- i componenti del citato gruppo di lavoro, da anni in servizio presso la Struttura Ospedaliera di Vibo, dovrebbero infatti monitorare le forti carenze igienico – sanitarie, tra le quali quelle relative all’impiantistica elettrica e di sicurezza antincendio, all’inadeguatezza del servizio di mensa, ai rifiuti speciali parcheggiati in ogni dove, ed altro;
- tra i componenti del gruppo di lavoro c’è senz’altro chi, fino ad oggi, non ha monitorato se tra i dipendenti di quella AS, colpiti da ordinanza di custodia cautelare, c’è qualcuno che continua tranquillamente a percepire lo stipendio mensile;
- così come appare inaccettabile che nell’ambito delle visite ispettive la Regione Calabria faccia affiancare l’ispettore ministeriale da persone che comunque hanno avuto importanti ruoli dirigenziali nelle AS calabresi;
- alcuni incarichi di dirigenti nelle AS della Calabria, durante l’attuale legislatura regionale, sono apparsi ingiustificati e lasciano pensare a preoccupanti collegamenti con i settori della sanità di altre Regioni;
- appare, infatti, inspiegabile l’affidamento della principale Azienda Sanitaria calabrese, “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro, ad Antonio Palumbo, ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri e poi arrestato con l’accusa di corruzione e peculato nell’inchiesta “Lady ASL” sulla sanità romana;
- sempre tutto nel mentre è risaputo che il settore della sanità rappresenta in Calabria il business della ‘ndrangheta, la cui presenza traspare anche nell’AS n. 8 di Vibo Valentia dalla relazione dell’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione e che avrebbe, già da tempo, dovuto comportare il commissariamento di quella AS, così come richiesto dall’interpellante nei primi giorni dello scorso mese di novembre:
- quali motivazioni fanno ritenere la sola decretazione governativa dello stato di emergenza, idonea a sanare la situazione di degenerazione del sistema sanitario calabrese;
- se non ritengono necessario ed urgente avviare le procedure per il commissariamento dell’AS n. 8 di Vibo Valentia;
- se non ritengono, in aggiunta alla proclamazione dello stato di emergenza, commissariare l’intero settore della sanità regionale calabrese;
- se, alla luce del decennale commissariamento ambientale della Calabria ed alla luce, quindi, di un effettivo stato emergenziale che coinvolge quasi tutti i settori calabresi, non ritengano necessario commissariare l’intera Giunta regionale della Calabria.
On. Angela Napoli
Roma, 14 dicembre 2007
- il Consiglio dei Ministri l’11 dicembre 2007 ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria in Calabria “per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale nonché all’inadeguatezza delle strutture”;
- la decisione è stata presa dopo la morte della sedicenne Eva Ruscio, avvenuta il 5 dicembre 2007 presso il P.O. di Vibo Valentia durante un intervento di tracheotomia, preceduta dalla morte del dodicenne Flavio Scutellà, avvenuta il 31 ottobre 2007 nel P.O. di Reggio Calabria a causa del ritardato trasporto in ambulanza, ed a sua volta preceduta dalla morte della sedicenne Federica Monteleone, avvenuta il 26 gennaio 2007 dopo un intervento di appendicectomia, sempre presso il P.O. di Vibo Valentia;
- il dichiarato stato di emergenza sanitaria in Calabria, al momento sarebbe finalizzato solo a “far sì che i finanziamenti previsti dall’accordo di programma per la costruzione di quattro nuovi ospedali, compreso quello di Vibo Valentia, siano gestiti con procedure straordinarie per garantire tempi certi e trasparenza negli appalti”;
- questo nel mentre risulta che in Calabria ci siano strutture ospedaliere “fantasma”, ad esempio, quelle di Rosarno, Cittanova, Scalea, le quali hanno comportato spese di miliardi senza mai essere state rese idonee;
- né può essere sottaciuto lo scandalo che, da qualche anno, ha portato all’operazione “Ricatto”, il cui lento processo giudiziario è ancora in atto, e relativo alla costruzione della nuova struttura ospedaliera di Vibo Valentia, in località Cocari e per la quale, nel giro di pochi anni, sono arrivati inutili finanziamenti che ammontano a circa 30 miliardi delle vecchie lire;
- ad oggi della costruzione del nuovo ospedale esiste solo la prima pietra, posta nel giugno 2004, su un terreno il cui assetto idrogeologico sembrerebbe essere stato causa, in parte, dei gravi danni, abbattutisi sulle frazioni di Vibo Marina, Bivona e Longobardi, durante l’alluvione del 3 luglio 2006;
- l’emergenza della sanità in Calabria è stata dichiarata in accordo con la Regione, il cui Presidente, che oggi mantiene la delega del settore, è oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla turbativa d’asta, proprio nel settore della sanità calabrese;
- nei giorni scorsi, all’interno del Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, sono stati chiusi reparti, ridotti alcuni servizi, sospeso qualche medico, ma, stranamente, nessun provvedimento è stato assunto nei confronti dei dirigenti dello stesso Presidio oggi, peraltro, chiamati ad un’attività di controllo e monitoraggio;
- appare, infatti, inspiegabile ed assurda la notizia in base alla quale l’attuale commissario dell’AS n. 8 di Vibo avrebbe creato un gruppo di lavoro con incarico di ispezione, controllo, monitoraggio ed impulso, costituito dalle stesse persone che sarebbero responsabili o, quanto meno avrebbero dimostrato incuria, delle gravi carenze che i NAS stanno facendo emergere;
- i componenti del citato gruppo di lavoro, da anni in servizio presso la Struttura Ospedaliera di Vibo, dovrebbero infatti monitorare le forti carenze igienico – sanitarie, tra le quali quelle relative all’impiantistica elettrica e di sicurezza antincendio, all’inadeguatezza del servizio di mensa, ai rifiuti speciali parcheggiati in ogni dove, ed altro;
- tra i componenti del gruppo di lavoro c’è senz’altro chi, fino ad oggi, non ha monitorato se tra i dipendenti di quella AS, colpiti da ordinanza di custodia cautelare, c’è qualcuno che continua tranquillamente a percepire lo stipendio mensile;
- così come appare inaccettabile che nell’ambito delle visite ispettive la Regione Calabria faccia affiancare l’ispettore ministeriale da persone che comunque hanno avuto importanti ruoli dirigenziali nelle AS calabresi;
- alcuni incarichi di dirigenti nelle AS della Calabria, durante l’attuale legislatura regionale, sono apparsi ingiustificati e lasciano pensare a preoccupanti collegamenti con i settori della sanità di altre Regioni;
- appare, infatti, inspiegabile l’affidamento della principale Azienda Sanitaria calabrese, “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro, ad Antonio Palumbo, ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri e poi arrestato con l’accusa di corruzione e peculato nell’inchiesta “Lady ASL” sulla sanità romana;
- sempre tutto nel mentre è risaputo che il settore della sanità rappresenta in Calabria il business della ‘ndrangheta, la cui presenza traspare anche nell’AS n. 8 di Vibo Valentia dalla relazione dell’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione e che avrebbe, già da tempo, dovuto comportare il commissariamento di quella AS, così come richiesto dall’interpellante nei primi giorni dello scorso mese di novembre:
- quali motivazioni fanno ritenere la sola decretazione governativa dello stato di emergenza, idonea a sanare la situazione di degenerazione del sistema sanitario calabrese;
- se non ritengono necessario ed urgente avviare le procedure per il commissariamento dell’AS n. 8 di Vibo Valentia;
- se non ritengono, in aggiunta alla proclamazione dello stato di emergenza, commissariare l’intero settore della sanità regionale calabrese;
- se, alla luce del decennale commissariamento ambientale della Calabria ed alla luce, quindi, di un effettivo stato emergenziale che coinvolge quasi tutti i settori calabresi, non ritengano necessario commissariare l’intera Giunta regionale della Calabria.
On. Angela Napoli
Roma, 14 dicembre 2007
3 commenti:
La cosa strana è che ancora L'Europa continua a mandare miliardi di €uro per lo sviluppo calabrese. Adesso le iniziative di nuove strutture, ma mai vedranno la luce del sole, verranno fuori come funghi. Credo ci sia bisogno di una grande iniziativa popolare per mandare via questa gente, sia fuori dagli ospedali che dalla Regione. Incazziamoci, gridiamo, scendiamo in piazza insomma facciamo qualcosa. Non si puo tenere gente inquisita, condannata e delinquente ad amministrarci, mentre la gente va fuori dalla Calabria per ogni tipo di esigenza.
Eva Ruscio, una ragazza di 16 anni, è morta per una tonsillite curata male: i medici di Vibo Valentia, cittadina calabrese, non le hanno fatto gli esami che avrebbero dovuto e neppure sono stati in grado di praticarle una tracheotomia, intervento che probabilmente l’avrebbe salvata. Un caso di imperizia grave, insomma, dovuto al fatto che, nel reparto di otorinolaringoiatria in cui la giovane era ricoverata, su quattro dottori in servizio, tre erano precari e non avevano l’esperienza necessaria. La logica a questo punto vorrebbe che si licenziassero i sanitari coinvolti e si provvedesse ad assumerne di migliori. Invece no: si costruiranno quattro nuovi ospedali.
Il ministro della Salute per motivare la decisione, che costera alle casse dello Stato quasi 200 milioni di euro, ha spiegato che nella Piana di Gioia Tauro ci sono ben cinque ospedali “non in grado di dare risposte sanitarie concrete, perché gli edifici sono vecchi e, a volte, fatiscenti, senza comfort alberghiero, con irrilevante capacita ricettiva e con difficili collegamenti con la viabilita principale”.
Che gli ospedali non siano alberghi a cinque stelle e noto e non riguarda la sola Calabria: sui 1.200 in funzione in tutta Italia, almeno 400 andrebbero rifatti. Ma Eva Ruscio non è morta perché il servizio non era da grand hotel, e nemmeno perché è arrivata tardi in ospedale a causa del traffico: è morta perche i camici bianchi che avevano il compito di curarla non sapevano fare “un intervento salvavita che qualsiasi chirurgo, odontoiatra o anestesista rianimatore, dovrebbe saper praticare”, parola di Ignazio Marino, luminare e presidente della commissione Sanità della Camera.
E allora a che servono quattro nuovi ospedali in una regione in cui la spesa sanitaria gia occupa il 60 per cento del bilancio e in cui le cliniche sono 76, 40 delle quali pubbliche? Perché lo Stato deve dare 200 milioni di euro a una regione che, negli anni scorsi, pur avendo 360 milioni di euro in cassa non li ha spesi? Per capirlo ho provato a leggermi il piano sanitario che la giunta regionale ha approvato un mese fa. Cosi ho scoperto che la Calabria ha il record delle ospedalizzazioni, 230 ricoverati ogni 1.000 abitanti su una media nazionale di 180, ma anche che tutte le 11 aziende sanitarie della regione
hanno una spesa in farmaci superiore alla media.
A scorrere le oltre 200 pagine del piano si scopre che “la struttura ospedaliera continua a essere nel complesso sovradimensionata” e che “il numero di strutture pubbliche insistenti sul territorio e assai rilevante e non mancano strutture mai completate e mai utilizzate”, ma soprattutto che “la spesa per l’assistenza ospedaliera assorbe risorse in misura notevolmente superiore rispetto al parametro di fabbisogno nazionale”.
Il piano non lo dice, ma, in proporzione, la Calabria ha piu personale sanitario del Lazio, della Campania e della Sicilia e perfino della Lombardia.
Ma tutto cio non e servito a salvare Eva e, anche se ci saranno reparti nuovi, belli e tirati a lucido, non servirà a salvare le altre Eva. Perché, come spiegarono tempo fa alcuni consiglieri regionali dello stesso partito del governatore calabrese Agazio Loiero, in Calabria c’è il partito della sanità, che non significa partito della salute dei cittadini.
Ringrazio molto per questi commenti che mi saranno utili mercoledì prossimo durante l'audizione del ministro Turco in Commissione Affari Sociali della Camera. Spero di avere il tempo necessario per fare capire al Ministro che la sanità in Calbria non è assolutamente come vorrebbero presentargliela e che ancor prima della costruzione degli inutili 4 ospedali, dovrebbe farsi dire dove sono finiti, ad esempio i soldi del nuovo ospedale di Vibo. Dovrebbe anche fare un monitoraggio per verificare come sono stati, e da chi, gestiti i concorsi del personale sanitario e parasanitario; quante attrezzature milirdarie sono giacenti inutilizzate negli scantinati degli ospedali calabresi; a quali società sono affidate le pulizie delle varie strutture; quali le società vincitrici del servizio di ambulanze; dove è imboscato un buon numero di personale;quale il controllo operato sui rifiuti tossici dai vari direttori sanitari;il direttore sanitario di Vibo quante volte ha preferito gestire le cooperative dei mafiosi di San Luca e Platì, piuttosto che verificare le situazioni interne del Presidio Ospedaliero. Il ministro Turco, poi, non potrà sottrarsi a darmi la risposta rispetto agli interessi che Loiero ha nella sanità calabrese. A Roma il Ministro non avrà nella mia persona certamente la finta opposizione che Loiero ha in Calabria.Le morti dei giovani Federica, Flavio ed Eva non meritano perdono alcuno nei confronti di chi ha le responsabilità!
on. Angela Napoli
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