La ’ndrangheta è un fenomeno “umiliante e mortificante sia per la società ma anche per lo Stato nel quale viviamo”. Lo ha detto il 17 dicembre scorso mons. Domenico Tarcisio Cortese, delegato della Conferenza episcopale calabra per la carità, concludendo la conferenza stampa per presentare il volume che raccoglie gli atti del convegno “E’ cosa Nostra! Una pastorale ecclesiale per l’educazione delle coscienze in contesti di ‘ndrangheta”, svoltosi a Falerna (Cz) lo scorso mese di gennaio, su iniziativa della delegazione regionale della Caritas. Secondo il presule “il primo latitante in Calabria è lo Stato”: “ma quando parlo di Stato non parlo delle Forze dell’Ordine che fanno un ottimo e benemerito lavoro”. In Calabria – ha poi aggiunto mons. Cortese - occorre “organizzare l’impegno che deve essere di tutti, nessuno escluso, e deve partire dalla famiglia e dalla scuola che dovranno essere capaci di svuotare la mentalità mafiosa nelle nuove generazioni che sono il futuro della nostra terra. La Chiesa è molto impegnata ma non può risolvere tutti i problemi”. Da qui la richiesta allo Stato affinché sia impegnato a favore del progresso sociale e civile di questa terra, partendo dal lavoro, facendosi “carico della Calabria, ma anche di tutte le altre regioni che vivono gli stessi problemi, per farla divenire una entità unica”.
Ad aprire la conferenza stampa il direttore della Caritas Italiana, mons. Vittorio Nozza, secondo il quale la Caritas si è fatta promotrice di questo incontro nella sua sede nazionale “per richiamare l’attenzione su un fenomeno, esteso non solo a livello regionale ma anche nazionale ed internazionale che nel suo complesso è distruttivo del tessuto sociale”. Per mons. Ignazio Schinella, presidente della Fondazione Facite della Cec, occorre “stare dalla parte delle vittime qualunque sia il loro volto”, “non lasciar soli coloro che hanno subito la violenza della mafia, senza dimenticare le famiglie dei mafiosi e gli stessi mafiosi in carcere”. Mons. Schinella ha fatto riferimento al tema del perdono che “non cancella il ricordo del male commesso” ma ricorda che “il colpevole, nonostante il delitto di cui si è macchiato, rimane una coscienza capace di verità e una libertà che può aprirsi al bene.”. Per mons. Schinella bisogna lottare, ma “senza odio. Infatti solo il perdono concede alla giustizia di perseguire un futuro sia per chi perdona, che per chi è perdonato”. Bisognerebbe, in tal senso, istituzionalizzare il giorno del perdono, in cui si fa “memoria delle vittime che fanno la storia mentre si invoca il perdono e la conversione per gli uccisori”. All’incontro sono intervenuti Angela Napoli della Commissione parlamentare antimafia e il viceministro degli Interni Marco Minniti.
sabato 29 dicembre 2007
Il Convegno della CARITAS sulla criminalità in Calabria
VIDEO dal TG5 del 29 dicembre 2007 - ore 13,00
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2 commenti:
Buonasera dott.ssa Napoli,le scrivo per augurarle un sereno anno nuovo 2008 unitamente ai suoi familiari ed amici e ringraziarla per il suo operato come cittadino e magistrato,buon lavoro
La ringrazio di cuore e ricambio gli Auguri per un Anno Nuovo colmo di serenità.
Angela Napoli
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