martedì 30 ottobre 2007

L'ISOLA ...

Forse soltanto io posso capire l’attuale stato d’animo dei giudici Luigi De Magistris e Clementina Forleo, isolati da una parte delle Istituzioni e soprattutto “ guardati a vista” dai loro colleghi. Quando si fanno certe battaglie di giustizia e legalità si è alquanto predisposti ad accogliere le critiche di chi non appartiene al proprio gruppo politico o alla propria categoria, ma non si possono accettare gli isolamenti di coloro i quali, da vicino, dovrebbero salvaguardarti ed appoggiare le scelte, quasi sempre dovute. E’ difficile alzare la voce e chiedere giustizia all’esterno, se non lo si fa prima in “casa propria”. E’ difficile per un politico navigato come me denunziare il malaffare e la corruzione che regnano in Calabria, quando i vertici regionali del proprio Partito ti considerano avulsa dallo stesso, ti isolano e quasi vorrebbero farti passare come una “pazza”.
Vi sembra accettabile che un sindaco di Comune, vicino a quello di mia residenza e, peraltro, collega dello stesso gruppo parlamentare, faccia un convegno sulla legalità senza neppure inviarti un invito a parteciparvi?
Vi sembra accettabile che un collega dello stesso gruppo parlamentare venga in Calabria a fare una conferenza stampa per presentare la manifestazione nazionale sulla sicurezza indetta dal proprio partito senza invitarmi?
Appare corretto che un altro collega dello stesso gruppo parlamentare domani percorra le vie della Calabria per parlare di legalità, accompagnato dal coordinatore regionale del mio Partito, sempre senza invitarmi?
Riuscite a dare le motivazioni delle risposte dovute a queste mie domande?
Ecco perché non posso estraniarmi e non capire cosa stanno passando in questo momento De Magistris e Forleo!
Per fortuna abbiamo dalla nostra parte la maggioranza dei cittadini calabresi e, comunque, potremo camminare a testa alta tra di loro!

On. Angela NAPOLI

Roma 30 ottobre 2007

venerdì 26 ottobre 2007

LE ULTIME PAROLE FAMOSE......

Il caso De Magistris ha distolto i calabresi dagli ultimi eventi che si ripercuotono in maniera sempre più grave su Giunta e Consiglio regionali calabresi!
Non sono indagato nell’inchiesta Why Not. Smentisco con fermezza quanto oggi scrive il Corriere della Sera…….trascinandomi in quel massacro mediatico generalizzato che sta sconvolgendo la mia regione e non aiuta la ricerca della verità sulle rapine consumate ai suoi danni”. Questa la dichiarazione rilasciata dal Governatore della Calabria, Agazio Loiero, nel pomeriggio di mercoledì 24 ottobre 2007, attraverso il suo portavoce.
Dopo qualche ora da questa dichiarazione, le battute di Agenzia diramavano la notizia della richiesta di rinvio a giudizio dello stesso Presidente Loiero, avviata dal Procuratore De Magistris. Le ipotesi di reato sono “associazione per delinquere e turbativa d’asta” nell’aggiudicazione di appalti, relativi alla fornitura di apparecchiature elettromedicali, alla società “Ital Tbs” di Trieste.
Ferme restando tutte le garanzie di non colpevolezza che sono dovute a qualsiasi cittadino, mi domando se il Presidente Loiero può mai chiamarsi fuori dalle “rapine consumate ai danni della Regione Calabria” , pur se la notizia a livello mediatico regionale non è stata data in modo da accrescere quel “massacro”, definito tale dallo stesso Governatore per il caso De Magistris.
Ho atteso pazientemente la notizia delle dimissioni di Loiero da Presidente della Giunta regionale, ritenendolo, povera me, leale verso gli impegni assunti. Oggi, venerdì 26 ottobre 2007, due giorni dopo la notizia, ho ripreso la lettura delle cronache giornalistiche che riportavano la notizia dell’avviso di garanzia ricevuto l’1 dicembre 2006 e che trascrivo integralmente: “Non accetterò di rimanere presidente se continuerà a pendere su di me un’accusa che reputo gravissima”.
Cari cittadini calabresi sappiate che l’ipotesi di essere accusati di associazione per delinquere e turbativa d’asta, per il Governatore Loiero, sono accuse di poco conto!
On. Angela Napoli
Taurianova, 26 ottobre 2007

... E LA BELLA FIGURA DEL PRESIDENTE LOIERO A W L'ITALIA.



domenica 21 ottobre 2007

POVERA CALABRIA

Povera Calabria, altro che “Figlia prediletta”! In questa terra si uccide, si minaccia, si collude, si truffa, si gestisce il denaro pubblico all’insegna dell’interesse personale ed a pagarne le spese è solamente il povero cittadino onesto. Impera la garanzia dell’impunità: sono pochissimi gli uomini della ‘ndrangheta che espiano la loro pena con il regime del 41 bis, i numerosi delitti rimangono pressoché tutti impuniti, chi intasca soldi destinati alla comunità può tranquillamente reinvestirli nei “paradisi fiscali”. Il tutto nel mentre la disoccupazione aumenta, i precari vengono destinati a rimanere tali a vita, le Forze dell’Ordine rimangono costrette a lavorare senza alcun supporto, neppure di natura morale, ed i Magistrati sono costretti a lavorare sotto le minacce della ‘ndrangheta e dei poteri forti. Ditemi se in Calabria si può mai parlare di Stato di diritto! Quanto accaduto ieri con la sottrazione dell’inchiesta “Why Not” al Procuratore De Magistris equipara una certa politica a quella parte della ‘ndrangheta che riesce a coordinare i processi giudiziari e ad essere garantita all’interno del sistema carcerario.
Chi mai riuscirà più a far comprendere ai Calabresi qual è la parte oscura dei vari mondi politico, imprenditoriale e della stessa Magistratura? Chi mai riuscirà a togliere dalla testa di Beppe Grillo, dei suoi sostenitori e di Gian Antonio Stella che la “casta” è costituita soltanto da certi politici irresponsabili e che non è più accettabile fare “di tutta l’erba un fascio”?
Sono semplicemente nauseata e non so se il Ministro Mastella mi darà mai l’opportunità di esplicitargli ciò che penso venendo a rispondere, nell’ Aula di Montecitorio, alle mie numerose interrogazioni ed interpellanze rivoltegli! E pensare che oggi Prodi e Mastella vanno a Napoli a prendersi la benedizione di Papa Benedetto XVI!
On. Angela Napoli

Taurianova, 21 ottobre 2007

mercoledì 17 ottobre 2007

INTERPELLANZA AI MINISTRI DELL'INTERNO E DELLA GIUSTIZIA SULL'OMICIDIO FORTUGNO

La sottoscritta chiede di interpellare i ministri dell’interno e della giustizia – per sapere – premesso che:
- a due anni di distanza dall’omicidio dell’ex Vice Presidente del Consiglio Regionale calabrese, dott. Francesco Fortugno, risultano ancora ignoti moventi e reali mandanti di un delitto, definito da subito “politico – mafioso” ;
- le attuali risultanze investigative, derivanti in gran parte dalle dichiarazioni di due pentiti, Bruno Piccolo e Domenico Novella, e oggetto della corrente fase processuale, hanno individuato presunti killer e mandante in uomini affiliati alla cosca Cordì della ‘ndrangheta locrese;
- le stesse citate risultanze investigative non hanno a tutt’oggi fatto trapelare, almeno all’esterno, alcun mandante o movente che richiamino responsabilità del mondo politico calabrese, lasciando apparire come esclusivamente mafioso l’omicidio del dottore Fortugno;
- nella giornata di lunedì 15 ottobre 2007, a due anni dal delitto Fortugno, si è suicidato Bruno Piccolo, il primo dei due pentiti che hanno portato al processo giudiziario in corso;
- il suicidio di Bruno Piccolo sarebbe avvenuto nel pomeriggio di lunedì 15 ottobre 2007 e stranamente la notizia è stata data in prima pagina, martedì 16 ottobre 2007 (giorno del secondo anniversario dell’uccisione del dottor Fortugno), da un solo quotidiano regionale calabrese, il cui direttore è originario di Locri (R.C.);
- Bruno Piccolo si sarebbe suicidato nella località segreta dove viveva, agli arresti domiciliari, da oltre un anno;
- nei due anni intercorsi dal delitto Fortugno sono accaduti alcuni fatti che, ad avviso dell’interrogante, risultano privi di reali motivazioni;
- la relazione d’accesso che ha portato al commissariamento dell’ASL di Locri, nonostante sia stata pubblicata in parte su qualche sito telematico e su qualche quotidiano calabrese, risulta a tutt’oggi segretata e non è dato sapere se nella stessa sono state monitorate le funzioni che all’interno dell’ASL in questione hanno i diversi parenti del dottore Fortugno;
- nonostante il commissariamento dell’ASL di Locri, conseguente alla citata relazione d’accesso, non si è registrato alcun intervento giudiziario nel merito;
- il giorno successivo all’arresto dei presunti mandante e basista del delitto Fortugno, il magistrato titolare della relativa inchiesta, Giuseppe Creazzo, è stato chiamato ad un alto incarico presso il Ministero della Giustizia;
- pressoché nello stesso periodo è stata trasferita in altra sede giudiziaria, Roberta Nunnari, il magistrato titolare dell’indagine sull’attentato a Saverio Zavettieri, ex assessore regionale alla cultura, nel mentre su qualche quotidiano si paventava un possibile collegamento tra questo attentato e l’omicidio Fortugno;
- la vedova Fortugno è stata oggetto di numerose lettere minatorie fattele pervenire stranamente sempre in prossimità di qualche udienza del processo in corso;
- in questi ultimi mesi sono stati trasferiti tutti i vertici istituzionali e delle Forze dell’ Ordine della provincia reggina che in questi due anni hanno contribuito alle indagini sull’omicidio Fortugno:
- la verità sul suicidio del pentito Bruno Piccolo;
- se non ritengano di dovere desecretare la relazione d’accesso che ha portato al commissariamento dell’ASL di Locri;
- il motivo che ha portato all’alto incarico affidato al giudice Giuseppe Creazzo, il giorno successivo all’arresto dei presunti mandante e basista dell’omicidio Fortugno;
- il motivo del contemporaneo trasferimento del giudice Roberta Nunnari;
- il motivo dei numerosi trasferimenti di vertici istituzionali e delle Forze dell’Ordine che hanno contribuito alle indagini sull’omicidio Fortugno.

On. Angela NAPOLI

Roma 17 ottobre 2007

QUAL E' IL VERO MOVENTE?

Nei giorni scorsi ho sentito l’esigenza di rileggermi tutti i comunicati stampa da me trasmessi inerenti l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale calabrese, dott. Francesco Fortugno. In tempi non sospetti ero già convinta che, superate le elezioni politiche del 2006, non si sarebbe mai raggiunta la verità su movente e mandanti di questo delitto eccellente, ma rimaneva tuttavia in me qualche barlume di speranza riposto nella fiducia degli inquirenti. Oggi, a due anni esatti dal delitto Fortugno e nel mentre sono in atto le commemorazioni di ricordo, apprendo della morte di Bruno Piccolo, principale pentito del caso. Forse, Bruno Piccolo, quale collaboratore di giustizia, non avrebbe potuto aggiungere altro a quanto già riferito nei tempi previsti dalla legge, e, pertanto, la sua morte potrebbe non inficiare il quadro investigativo; tuttavia, da oggi, accanto alla necessità di individuare il vero movente che ha portato all’omicidio Fortugno, non potrà non aggiungersi l’analogo dovere morale della ricerca del movente che ha portato al suicidio di colui il quale, per primo, aveva indicato il presunto killer.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma 16 ottobre 2007


lunedì 15 ottobre 2007

L'ULTIMA BRAVATA DEL SENATORE FUDA

Non contento dell’ultimo provvedimento di indulto, la cui inutilità è evidenziata dal rientro già in carcere del 22% dei beneficiati e dall’aumento dello stato di insicurezza nel quale è costretto a vivere il cittadino italiano, il senatore della repubblica, Pietro Fuda, unico parlamentare italiano rappresentante del Partito del Governatore calabrese, Agazio Loiero, ha rivolto un’interrogazione al Ministro della giustizia per chiedere il rientro nel territorio calabrese dei detenuti che stanno scontando la propria condanna in sedi penitenziarie non prossime al luogo di residenza.
Pur comprendendo che la richiesta di tale ulteriore clemenza venga incoraggiata dal nome e dall’attività del Ministro della giustizia italiana, credo che l’aspirazione del senatore calabrese Fuda debba essere sdegnosamente respinta, anche se riferita ai soli detenuti a regime ordinario. La Calabria è la Regione che presenta il maggior tasso di impunità, dove una gran parte di delitti rimane senza l’individuazione di chi li compie, dove nessuna condanna riesce ad essere inflitta per i reati contro la Pubblica Amministrazione, dove crescono quotidianamente corruzione e malaffare e, nonostante ciò il sen. Fuda, certamente coadiuvato in questa richiesta dal capo del suo partito calabrese, facendo addirittura appello alla “sicurezza nazionale”, osa chiedere l’applicazione del principio di territorializzazione dell’esecuzione penale.
Se malauguratamente il Ministro della giustizia dovesse esaudire la richiesta del sen. Fuda, a noi poveri cittadini calabresi non rimarrebbe che dover incoraggiare i giovani ad abbandonare una Regione sempre più iniqua nei confronti degli onesti!

On. Angela Napoli
Roma, 15 ottobre 2007

giovedì 11 ottobre 2007

"Avocazione allo Stato dei profitti politici illegittimi": proposta di Legge dell'On. Angela Napoli.

Relazione sintetica sulla proposta di legge:

Onorevoli Colleghi! – una serie di episodi di malcostume, a volte purtroppo dimostratisi fondati, a volte gonfiati da speculazioni di parte, hanno turbato e turbano la pubblica opinione.
Il giudizio che consegue all’insorgere di ogni nuovo episodio scandalistico finisce con l’estendersi, spesso ingiustamente, a tutta la classe politica dirigente, sminuendo la stima dei cittadini in chi li rappresenta e amministra, indebolendo nella loro coscienza la fiducia nelle libere Istituzioni, ponendo in dubbio la validità stessa del sistema giuridico – costituzionale che regola la vita del nostro Stato.
Allo scopo di rasserenare la pubblica opinione, di ristabilire nei cittadini la piena fiducia nei propri Amministratori, di colpire, laddove si rendesse necessario, gli eventuali responsabili di malcostume politico ed amministrativo, si ritiene di dover appagare la esigenza di chi è giustamente allarmato per il continuo ripetersi di scandali, presentando la proposta di legge in oggetto che, se approvata, potrà essere un mezzo idoneo ad indagare ed accertare eventuali illeciti. In tal modo, l’individuazione di colpe e responsabilità di singoli farà convinti anche di quanto possa essere ingiusto, oltreché inopportuno, un giudizio sommario e superficiale di condanna morale nei confronti di tanti che con nobiltà di intenti e con rettitudine di agire, pur se con risultati a volte non soddisfacenti, hanno dedicato e dedicano la propria attività ed esperienza al servizio del Paese.
D’altra parte, come è noto, il ripetersi di episodi scandalistici e di malcostume ha determinato la necessità di procedere spesso con inchieste parlamentari all’accertamento di responsabilità; ciò è conferma che si è fatta più pressante nel Paese l’esigenza di indagini sempre più frequenti. Consegue da tale situazione la duplice opportunità di non trasformare il Parlamento in organo di inchieste, come si sta verificando, e l’altra di istituire , per l’accertamento di determinate responsabilità connesse ad attività politico – amministrative, un Organo proprio con la garanzia suprema della Magistratura, in pieno rispetto anche dell’articolo 102 della Costituzione.
Si ha motivo di ritenere che i pubblici amministratori e coloro che hanno ricoperto o ricoprono cariche politiche che non abbiano nulla da paventare da indagini sulle origini, sulla provenienza e sulla formazione del patrimonio proprio o familiare, lungi dall’opporsi la presente proposta di legge , ne vorranno favorire e facilitare l’approvazione offrendo così essi stessi la dimostrazione che la proposta di legge, oltre che scaturire dalla necessità di tranquillizzare la pubblica opinione, è spontaneo atto di chi intende offrire al pubblico giudizio il più ampio vaglio sul proprio operato.

mercoledì 10 ottobre 2007

Unione Interparlamentare: intervento dell'On. Napoli a favore del popolo Birmano.

Nei giorni scorsi sono stata poco presente sul mio blog, perché impegnata con i lavori della 117^ Assemblea dell’Unione Interparlamentare che si sta svolgendo a Ginevra. Non ho però mancato di seguire quanto accade in Italia pur dovendo rappresentare la nostra Nazione, quale capo delegazione. Sono riuscita, intervenendo a favore, a far inserire all’ordine del giorno della Conferenza, quale punto d’urgenza, il problema del popolo Birmano. Spesso, impegnati come siamo con quanto accade in Italia, e per me in particolare con l’emergenza Calabria, trascuriamo i doverosi interventi per cercare di dirimere le situazioni conflittuali esistenti nel mondo. Quanto sta accadendo in Birmania, evidenzia la brutalità dei regimi con la conseguente mancanza di libertà e di democrazia. La calma apparente che oggi si registra in Birmania, fonte di una vergognosa e denigrabile repressione, non può non continuare a preoccupare il mondo intero. Il tutto nel mentre si celebra il 10° anniversario della Dichiarazione Universale sulla democrazia, che sancisce i principi che sono alla base di ogni Nazione civile.

Ginevra 10 ottobre 2007

On. Angela NAPOLI

mercoledì 3 ottobre 2007

LE FACCE TOSTE DI BOVA E LOIERO

Se è pur vero che un avviso di garanzia non è indicativo di colpevolezza, occorrerebbe tuttavia valutare chi lo riceve e per quali presunti addebiti! Invito, pertanto, il Presidente della Giunta regionale della Calabria a riflettere prima di emanare certi scritti. Ho letto attentamente quanto il Presidente Bova ha indirizzato al Ministro Mussi e, con sincerità, devo affermare che abbiamo decisamente due modi diversi di concepire la moralità. Per il Presidente Bova è morale assicurarsi il mantenimento delle “poltrone” quattro mesi prima della scadenza statutaria, per me assolutamente no! Per il Presidente Bova è morale far pensare che si sarebbe di fronte ad “una caccia alle streghe”, io che non sono Presidente di quel Consiglio so bene in quali banchi dello stesso queste già siedono! Per il Presidente Bova è morale commissariare il Comitato regionale di controllo radiotelevisivo calabrese (Corecom), per me non è morale voler mettere le mani sull’imparzialità dell’informazione televisiva e sulla ripartizione dei relativi fondi! Per il Presidente Bova è morale equiparare i Magistrati indagati per presunti “fatti legati alle funzioni esercitate”, a Consiglieri indagati per associazione mafiosa, per truffa, per peculato, per concussione, per voto di scambio, nel mentre io mi rileggo quotidianamente l’articolo 54 della Costituzione italiana! Per il Presidente Bova è morale continuare a servirsi da ben due anni dell’alibi dell’omicidio Fortugno, nel mentre io sono ostinatamente in attesa di conoscere i reali moventi e mandanti! Presidente Bova, cortesemente, abbia rispetto per i cittadini onesti!

Al Presidente Loiero dico che definire “becera” quella parte della Destra che combatte per la verità e la giustizia, significa supportare la certezza che fino ad oggi l’ala destra dell’opposizione consiliare regionale non gli ha arrecato alcun fastidio!

On. Angela Napoli
Roma, 3 ottobre 2007

VIDEO: l'intervento dell'On. Angela Napoli al Convegno sulla Stampa con i Magistrati De Magistris e Forleo



Intervento dell'On. Angela Napoli al Convegno di Soverato (CZ) "Libertà di stampa tra normative e opinione pubblica", organizzato il 30/08/2007 dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria.


Allo stesso sono stati presenti, tra gli altri, i Magistrati:
Dott. Luigi De Magistris e Dott.ssa Clementina Forleo.







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Fonte: Radio Radicale http://www.radioradicale.it/
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