Buon Pomeriggio ai nostri radio ascoltatori, oggi abbiamo un
appuntamento molto particolare. È presente nei nostri studi l’Onorevole Angela Napoli, Consulente
Parlamentare Antimafia già impegnata per quattro legislature per quella che è
stata l’attività parlamentare sempre dell’Antimafia ricoprendo finanche il
ruolo di questa delicatissima Commissione. La nostra parlamentare eletta nelle
file di Alleanza Nazionale, poi del Popolo delle Libertà e una parlamentare che
non si è mai risparmiata di essere legata al territorio da un lato ed essere
presente nelle attività parlamentari dall’altro.
Buon pomeriggio Onorevole, grazie di aver accettato il nostro
invito
Grazie a voi il per cortese invito che mi da
anche l’opportunità di discutere un po’ e far sentire la mia voce ai cittadini.
Intanto il ruolo che l’Onorevole Napoli sta portando avanti
finita l’attività parlamentare la vede impegnatissima attraverso
un’associazione che si chiama “Risveglio Ideale”. Come mai questa
attività viene continuata? Forse è superflua la domanda, ma è spontanea e credo
che anche i nostri radio ascoltatori possono gradire una risposta in merito
all’organizzazione e le finalità di questa associazione Risveglio Ideale.
Dopo circa venti anni di attività parlamentare
preceduta dall’attività politica come consigliere comunale di opposizione nella
città di Taurianova, non me la sono sentita di chiudere così tante battaglie, mi
sarebbe dispiaciuto lasciarle interrotte. Credo comunque che l’intera comunità
calabrese abbia bisogno di una partecipazione attiva ma anche di un
incoraggiamento alla stessa partecipazione attiva, per cui ho creato questa
associazione Risveglio Ideale – a dire il vero è andata anche oltre i confini
calabresi in termini di adesioni – che ha come finalità intanto quella di
essere da input per ottenere una Politica sana, per ottenere il rispetto della
Legalità, per cercare di dar voce a coloro che
non si sentono di fare emergere i loro problemi o che forse si sono
anche stancati di farli emergere perché hanno visto che erano di fatto voci nel
deserto. Ha la finalità, quella senZ’altro prioritaria, di continuare a
combattere il crimine organizzato sotto tutti i fronti, di essere vicina ai
famigliari delle vittime di mafia e di aiutare a riportare a galla quei valori
che sono determinanti per il vivere civile e soprattutto quelli che a mio
avviso sono necessari per garantire il
futuro dei giovani, cioè il rispetto della meritocrazia. Senza questo rispetto
io credo che si continuerà purtroppo ad assistere, come al giorno d’oggi,
all’esodo di tanti giovani ed è assurdo immaginare che una regione come la
Calabria che ha tante risorse naturali e risorse umane anche debba vedere da
una parte le risorse naturali completamente ignorate e dall’altra le risorse
umane evadere dai confini della stessa quando invece potrebbe congiuntamente
con entrambi le risorse dare veramente uno sviluppo e diventare la prima
regione d’Italia mentre oggi purtroppo è l’ultima. Quindi credo CHE l’attività di incoraggiamento sia un dovere,
non solo da parte mia ma da parte di tutti i cittadini onesti perché penso che
non si debba più rimanere impassibili ed assistere alle situazioni emergenziali
nelle quali vive la Calabria come se non si potesse far nulla. Ho sentito tanta
gente dire “Ma il sistema è questo, noi
non possiamo far nulla”. Capisco che da soli non si può far nulla. Ma
invece occorre andare avanti, occorre unire le forse, ecco questo è l’intento
che mi porta a non rinchiudermi perché penso ai tanti giovani e vorrei, amando
questa Calabria, che veramente potesse risorgere.
Una logica che viene
fuori appunto dai valori di questa associazione Risveglio Ideale, è quello che
lei non ha mai dimenticato, cioè quel ruolo che lei ha svolto prima della sua
attività parlamentare era una docente di Liceo Scientifico, insegnava
Matematica. Questa è un’azione pedagogica che si va ad investire soprattutto nei
confronti di un territorio con la popolazione che sembra essere ormai avvilita,
ormai priva di quella speranza che può portarla a vedere la luce. Nei piccoli
passi quotidiani Angela Napoli trova riscontro oppure trova obiezione a questo
tipo di percorso?
Intanto devo dire che io non sono mai riuscita
a disgiungere, cioè lasciare un po’ separato il mio ruolo precedente da quello
poi di parlamentare. Io la scuola l’ho portata sempre nel mio cuore perché a
mio avviso è il contatto con i giovani che arricchisce, che fa capire le loro
problematiche e porta anche a cercare di studiare il modo di risolvere le
stesse. Non è facile, non è facile perché soprattutto in Calabria, a mio
avviso, è prevalsa, forse perché per troppi anni si è vissuto di
assistenzialismo e clientelismo, è prevalsa la logica chiamiamola “dell’indifferenza”. I cittadini
calabresi sono stati chiamati ad osservare coloro che si sono accinti all’elettorato per cercare di amministrare la
“cosa pubblica”, solo però nel momento elettorale. Dopo di che, una volta
eletta, la persona è stata immune da qualsiasi controllo da parte del
cittadino. Il cittadino è stato solo abituato a protestare nel momento in cui
veniva toccato in qualche suo interesse, in qualche suo diritto. Ma tutto
quello che accadeva intorno era come se non lo riguardasse e questo è un male.
Rientra sicuramente in un discorso culturale
al quale è stato per troppo tempo abituato il cittadino calabrese e quindi
occorre incoraggiarlo, aiutarlo a cambiare questa cultura, a far capire che si
è partecipi di una comunità automaticamente anche chi amministra la stessa sa
di avere il fiato sul collo, ecco diciamo così …
Quindi in tutto questo possiamo dire in una sorta di sintesi
che il cittadino è stato abituato più a prendere dalle Amministrazioni che a
dare?
Senza dubbio. Senza tener conto che il
cittadino tante volte, proprio perché è abituato a prendere, prendeva senza
rispettare l’altro. E naturalmente chi concedeva, l’amministratore che
concedeva ......
Un territorio che non ce la fa più, non c’è il coraggio di
reagire, c’è una disoccupazione atavica, le istituzioni sembrano quasi quasi
essere fuori dal contesto della loro azione. Ma, in tutto questo la Politica ha
un ruolo chiave?
Un ruolo chiave e una grande responsabilità.
Se pensiamo che in Calabria negli ultimi mesi si sono persi ben 100mila posti
di lavoro, che la Calabria registra il più alto tasso di disoccupazione, in
particolare quella giovanile ma anche femminile, rispetto alle altre regioni
italiane questo a mio avviso non si può non addebitare alla Politica. Per un
semplice motivo, intanto voglio chiarire che non è una responsabilità di una
parte della Politica perché le amministrazioni che si sono succedute hanno
avuto colorazioni politiche alterne. È una responsabilità generale anche del
concetto, a mio avviso, che si ha della Politica. Quella politica che ci hanno
insegnato i nostri padri, quella con la “P”
maiuscola a servizio dei cittadini, quella non c’è più, è estremamente
difficile individuarla. e non si può non
avere e non dare responsabilità alla Politica alla luce del fatto che in Calabria sono arrivati soldi,
finanziamenti pubblici in cifre incontrollabili. Lo dico sempre e non ho mai
avuto risposta, se per esempio si facesse un elenco di tutti i finanziamenti
che sono arrivati in Calabria sui progetti con la Legge ex-488 e si mettessero
in fila i finanziamenti pervenuti accanto i singoli progetti con i posti di
lavoro per i quali sono stati richiesti, sicuramente già lì non avremmo questo
stato di disoccupazione. Ma tanti altri fondi sono arrivati. Il problema è che
nell’ambito della programmazione degli Enti locali non si è mai puntato allo
sviluppo reale, quindi sono stati incentivati programmi che non avevano poi la
possibilità di creare realmente sviluppo sul territorio perché magari erano
finalizzati a un tornaconto personale che non era da incentivo per lo sviluppo
stesso in più mi risulta che ci siano assenze, vuoti, rispetto a possibili
finanziamenti, possibili progetti che potrebbero dare lo sviluppo, perché su
alcune cose, anche la stessa mancanza di accedere a spendere tutti i
finanziamenti europei questo è significativo. Ma la responsabilità di chi è? Di
chi amministra la cosa pubblica. D’altra parte basta vedere o leggere
attentamente i programmi elettorali che ci capita di vedere ad ogni tipo di
elezione. In fondo non sono altro che un “copia
e incolla”a volte copiati anche da altri territori che nulla hanno a che
fare con la Calabria e che sicuramente sono
programmi che rimangono solo sulla carta ma che non possono produrre lo
sviluppo. Chiaramente molto si addebita alla mancanza di sviluppo e a questo
stato occupazionale alla presenza della ‘ndrangheta. Quella c’è, lo sappiamo
tutti e ne parleremo se vuole senz’altro …
Certamente
… ma a
volte io dico che la presenza della ‘ndrangheta per il mondo politico è servita
anche da alibi. È stato un modo per
giustificare la mancanza di sviluppo nel mentre si addebitaVa tutto e solo esclusivamente alla ‘ndrangheta ma di fatto
poi gli interessi diventavano ben altro.
Nell’esercizio della funzione che lei ha svolto nel passare
del tempo come componente della Commissione Parlamentare Antimafia,
naturalmente rispettando quello che è il riserbo istituzionale, ha notato un
aumento o un decremento del fenomeno mafioso in Calabria negli ultimi 15 anni?
È un incremento alla luce del
fatto che è cambiato il fenomeno mafioso di per se, cioè non è più, io non mi
stanco di dirlo, non assistiamo più alla presenza di uomini delle
organizzazioni criminali – non solo naturalmente della ‘ndrangheta ma anche
delle altre, ma in particolare della ‘ndrangheta – che sono quelli vecchi,
quelli che uccidevano, che creavano i vecchi boss della ‘ndrangheta. Oggi sono
cambiati. Sono diventati parte integrante
del Potere, sono persone dotate anche di lauree, per cui si sono inseriti
nell’economia legale, nelle Istituzioni. In questo senso io dico che è
aumentato il potere della ‘ndrangheta ed è diventato sotto un certo aspetto
anche difficile da individuare perché apparentemente è vestita di perbenismo e
quindi diventa difficile cogliere il fenomeno mafioso fermo restando poi che è vero che la ‘ndrangheta ormai non ha più limiti, regionali, nemmeno
nazionali. Ormai la si trova dappertutto ed è effettivamente diventata
l’organizzazione criminale più potente, più pervasiva de mondo, non solo a
livello europeo. Senza tener conto però
di questo, va ricordato che comunque la Calabria rimane la “casa madre” per la ‘ndrangheta, per
questa ‘ndrangheta trasformata, tra virgolette assolutamente. A volte attività
illecite che vengono perpetrate da uomini della ‘ndrangheta in altre regioni
d’Italia vengono decise in Calabria, quindi la casa madre, la casa dove si
decide , dove ci sono i punti fermi rimane sempre la Calabria.
Però se da un lato la versione negativa, il lato cattivo, ha
avuto questo potere di mutamento perché c’è stata una diversificazione vera e
buona tant’è vero, da quello che si rileva, anche da dichiarazioni degli
attuali componenti della Commissione Parlamentare Antimafia, ora non entrano
più gli amici dei mafiosi in Politica, entrano i mafiosi.
Entrano loro è verissimo. Quando prima dicevo
gente dotata di lauree, ormai sono inseriti in tutte le professioni e quindi
non hanno bisogno di mandare, vanno direttamente. Sono presenti laddove si
decide senza dimenticare che accanto a questo sistema che poi diventa un tutt’uno:
politica-imprenditoria-‘ndrangheta va aggiunta la massoneria deviata. E
veramente c’è un intreccio tale tra tutti questi settori che è difficile
incidere.
C’è una pubblicazione, questo libro intervista, L’ANTIMAFIA
DEI FATTI, questo andrebbe fatto conoscere ai ragazzi nelle scuole andrebbe
fatto conoscere alle associazioni di volontariato, andrebbe fatto conoscere
all’associazione degli anziani, che come diceva Giovanni Falcone il problema
Mafia è un problema che riguarda tutti nessuno escluso.
Riguarda tutti, infatti questo libro che è un
libro-intervista questa mattina è stato presentato proprio all’Istituto IPSIA
di Catanzaro con la presenza del neo Procuratore di Catanzaro, dott. Mazzotta,
e dell’Arcivescovo di Catanzaro. È un libro che da una parte contiene la
documentazione, una piccola parte, che ho prodotto su problemi della nostra
Calabria e che ho prodotto da parlamentare sempre legati al vincolo del
rispetto della Legalità e tutte le mie attività sono state svolte in tal senso;
dall’altra è un libro che deve servire per un’attività “in progress” perché se non si conoscono i problemi, se non si
affrontano realmente per incidere le cause che hanno prodotto gli stessi
problemi non si va da nessuna parte. Un esempio per tutti, il discorso del
problema ambientale legato al commissariamento della Regione Calabria nel
settore ambiente per quasi 14 anni la dice lunga e fa capire il discorso di
questo periodo all’insegna dell’assoluta illegalità e non è un caso che dopo 14
anni di commissariamento, dopo soldi che sono arrivati proprio “a fiumi”, fiumi di denaro in questo
settore, noi oggi abbiamo il problema della raccolta dei rifiuti, dei
depuratori e quant’altro che veramente in grande disagio tutti i cittadini
calabresi.
Ma tutto questo rientra in una sorta di logica che viene
spesse volte generata perché il cittadino forse non è attento ad accorgersi di un fenomeno. Davanti
all’emergenza non c’è controllo, invece la prevenzione crea i controlli. E
allora prevede sempre l’utilizzo dell’emergenza. Allora la Sanità si porta in
emergenza, l’Ambiente di porta in emergenza, la disoccupazione ora diventa
un’emergenza. Ma in tutti questi tre casi c’è sempre una incognita ‘ndranghetistico-mafiosa.
Non c’è dubbio perché non si spiega lo
sprofondamento nelle situazioni emergenziali nelle quali ci troviamo, non solo
.. aggiungiamo anche quello dei Trasporti. Non c’è settore a mio avviso in cui
in Calabria non vada registrato sotto la forma emergenziale. Ma perché si è
arrivati a questo stato? Perché quell’intreccio del quale parlavo prima ha di
fatto tenuto gli interessi solo per se, cioè delle parti che si sono
intrecciate, ma in realtà non hanno mai badato all’interesse delle comunità.
A pensare dove possano essere finiti i milioni
di euro che sono arrivati durante il commissariamento per l’emergenza
ambientale e poi rendersi conto che non funzionano i depuratori, non v’è un
piano regionale per l’Ambiente, non c’è nulla. Allora dove sono finiti? In mano
di chi? Si, sicuramente in gran parte della criminalità organizzata ma non solo
perché di fatto si è creato un sistema di malaffare e di corruzione che io non
mi stanco di dire: “E’ linfa vitale per
il crimine organizzato”, e dove si
può pascolare tranquillamente e crescere a discapito dell’interesse dei
cittadini e delle comunità. È triste, a volte mi sono sentita dire: “Però
parlare sempre di ‘ndrangheta, di malaffare, di corruzione, si finisce con
l’affossare la stessa comunità che invece si deve far risorgere”. In realtà non
è così, non è affossare. Io credo che serva consapevolezza, conoscenza del
fenomeno perché se non si ha la consapevolezza e la conoscenza lo stesso non si
capisce. Si arriva al momento della protesta ma non ci si chiede mai che cosa
c’è alle spalle, che ha portato a questo. Se non viene debellata quella che è
stata la causa, ciò che ha prodotto questa situazione emergenziale non se ne
uscirà mai. Anche il settore della Sanità è una situazione d’emergenza. Stamattina
qualcuno mi chiedeva proprio perché nel libro c’è un intero capitolo dedicato
alla Sanità in Calabria, proprio come diritto negato alla salute. Se si pensa che
dietro al diritto alla salute del cittadino questo diritto viene negato per
interessi che sono tutti politici e ‘ndranghetisti e anche imprenditoriali
questo bisogna saperlo. Occorre saperlo .. si , poi vengono fuori i piani di
rientro che continuano a gravare sulle spalle dei cittadini ma sta di fatto che
in realtà ci accorgiamo che è sempre il cittadino che continua a pagarne le
spese. Paga sempre di più senza avere la garanzia dell’assistenza sanitaria che
gli è dovuta. E questo perché? Perché continuano a rimanere imperterriti quegli
intrecci e quegli interessi dei pochi.
In una logica che praticamente il cittadino si trova
ormai messo dentro in questa lavatrice
che gira in un modo furibondo la forza tende a non lasciare spazio per la
riflessione perché le persone ormai o affrontano il problema o lo subiscono. In
questo, una politica che non ha creato
più riferimenti sul territorio, quella distanza tra governante e governato, una
Magistratura che forse cerca più lo scoop giornalistico che l’azione di
repressione della criminalità, quanto sta incidendo?
Sta incidendo parecchio intanto perché la
Politica ha continuato nel tempo e continua secondo me a delegare alla
Magistratura, cosa che non dovrebbe fare.
Sono separati …
È una separazione di poteri che però viene
richiamata nel momento in cui la Magistratura cerca di intaccare il male nell’ambito
politico. Però c’è anche una magistratura che non riesce ad andare a fondo poi.
Sì, alcune inchieste appaiono come scoop giornalistici ma in realtà c’è
qualcosa che ormai pervade tutte le Istituzioni che ad un certo punto blocca
l’applicazione reale della Giustizia. Sono pochi i processi ai quali noi
assistiamo che iniziano e vengono portati a termine. Vuoi anche, per carità, il
nostro ordinamento giudiziario che vede tempi lunghissimi. Ma non è questo, ci
sono indagini che iniziano e che poi per qualsiasi motivo, o meglio i motivi si
capiscono, si interrompono. È difficile vedere o assistere ad un politico, solo
casi rarissimi, condannato con sentenza passata in giudicato e questo la dice lunga. È vero che i due
Poteri sono divisi ma a volte ci sono degli intrecci anche con questi poteri.
Questo non significa assolutamente dare addosso alla Magistratura, io ho grande
rispetto soprattutto di quei magistrati che compiono fino alla fine il loro
dovere, che rischiano anche la vita per portare a termine il loro lavoro, ma
non sono tanti. Poi c’è qualcosa che blocca, io ho un’esperienza personale che
mi fa capire tante cose. Lungo il mio percorso tra le tante minacce subite ho
ricevuto una lettera di un collaboratore di giustizia, ritenuto attendibile, oggi
defunto. Anzi le lettere erano due, nelle quali mi si paventava un attentato e
in queste lettere mi si diceva quali cosche mi avrebbero fatto l’attentato, chi
aveva raccontato tutto a questo collaboratore, dicevano nomi e cognomi, tranne
il nome del politico della mia stessa area che aveva praticamente indotto a
questo attentato. Naturalmente ho fatto le denunzie sperando di individuare
questo politico. Dopo mesi, dopo mia sollecitazione, sono stata chiamata
dall’allora Procuratore della DDA di Reggio il quale mi ha detto: “Non siamo riusciti ad andare oltre i nomi
che ci sono in queste lettere”. Sta di fatto che nello stesso periodo a
Roma, una sera sotto la mia abitazione è stata individuata, per fortuna trovata
in tempo, una macchina obiettivo proprio per farmi saltare in aria. Quindi
perché racconto questo episodio? Per far capire che quando c’entra comunque la
politica le indagini a volte sembrano completamente chiudersi o forse c’è anche
la mancanza di volontà da parte degli inquirenti di arrivare veramente alla
verità.
Anche oggi, per esempio, apprendo dalla stampa
che un processo, stralciato dal processo Purgatorio che vede la cosca Mancuso
di Limbadi implicata, ma c’è una parte, uno stralcio dove c’è implicato un
avvocato, pezzi delle istituzioni, la Magistratura tende a fare il processo a
porte chiuse. Questo fa capire che in fondo questi intrecci non si vogliono
scoprire, non si vogliono far conoscere. Non so bene come qualificare, sta di
fatto che comunque la gente sa, forse più di quanto noi possiamo pensare perché
in fondo la Calabria è costituita da piccole comunità, i comuni sono piccoli della Calabria sono
piccoli, all’interno degli stessi ci conosciamo tutti, sappiamo tutti l’uno
dell’altro. Però la mancanza di giustizia che esula dalla fase della
prevenzione in effetti porta anche il comune cittadino a dire: “… hai visto, che hai fatto? È inutile … ”. Perché
in effetti questi non pagano. Allora il compito sarebbe quello della Politica,
di prevenire, e quello della Magistratura di garantire la giustizia sino alla
fine proprio.
Secondo lei in un quadro del genere, prendiamo il caso che
il cittadino abbia deciso di non arrendersi la denuncia quanto funziona?
Ma la
denuncia va sempre incoraggiata e funziona perché non bisogna mai fare di tutta
un’erba un fascio e occorre sapere che ci sono magistrati inquirenti che fanno
il loro dovere, che vanno fino alla fine. La denuncia va fatta perché senza quella si fa il gioco
del criminale, nel senso che il criminale, chi offende la dignità della persona,
chi commette reati, di fatto cerca di bloccare, di vincolare, di impaurire e
gioca proprio su questo, sulla paura. La denunzia va fatta perché comunque o in
un modo o nell’altro lo Stato è presente. Se non si denunzia significa che non
si ha fiducia nello Stato e però lo Stato e le istituzioni vanno aiutate perché
noi non possiamo di delegare solo alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura
l’abbattimento di questo sistema e anche del crimine organizzato. Noi dobbiamo
incoraggiare le Forze dell’Ordine e la Magistratura anche con una forma di
collaborazione e la denunzia è una forma di collaborazione.
Prima di fermarci per una piccola pausa, secondo lei la
Legge Severino è stata utile o non è servita a niente?
Allora, sorrido perché io sono stata la relatrice
alla Camera dei Deputati della Legge
Severino. Ho fatto tante e tante battaglie perché avrei voluto inserire, l’ho
fatto presentando gli emendamenti adeguati , tanti altri punti che a mio avviso
andavano inseriti, però la Legge Severino è diventata legge dopo due anni di
discussione parlamentare. Un iter parlamentare estremamente travagliato e ad un
certo punto proprio con l’allora Ministro Severino ci siamo confrontate e
abbiamo detto “O diamo un percorso
iniziale e quindi prepariamo la legge in questo modo, almeno serve come punto
di partenza, oppure non arriveremo mai
ad avere una Legge Anticorruzione in Italia”. E in realtà ci siamo un po’
rassegnate perché anche lì, anche per
l’emanazione di questa legge, la
politica ha gravi torti. Io ho assistito a delle battaglie contro emendamenti
che avrebbero intaccato il sistema corruttivo all’interno della Politica,
assolutamente ignorati e fatti mettere da parte. In qualche modo ha comunque
avviato un inizio di sistema di anticorruzione che sicuramente per il livello
di corruzione che c’è in Italia non è sufficiente però è un avvio. Nel mio
intervento di dichiarazione di voto, si questa Legge, io ho detto: “l’Italia vive in un coma etico, mi auguro
che questa legge possa iniziare ad essere da pungolo, a servire per
incominciare a svegliare anche le coscienze”. Speriamo naturalmente
che la legge venga anche migliorata con
l’inserimento di ciò che è dovuto.
Riprendiamo dagli effetti della Legge Severino che i
calabresi hanno visto perché l’epoca Scopelliti finisce in virtù di una
sentenza. La domanda che poi è una curiosità che forse tutti i radioascoltatori
hanno. La Regione Calabria avrebbe finito ugualmente il suo periodo di attività
politica con quella maggioranza senza questa legge oppure avrebbe ultimato il
mandato, magari candidandosi ad un’altra vittoria chissà?
Sicuramente la Legge Severino ha avuto la sua
influenza sulla situazione di Scopellit,
fermo restando che il Consiglio Regionale e la Giunta Regionale avevano
già avuto nel corso degli anni dell’ultima legislatura grossi problemi. Molti
degli ex-assessori regionali della Giunta Scopelliti insieme allo stesso
Scopelliti sono ancora implicati in varie indagini e anche in altri processi
che esulano da quello che ha portato alla condanna di Scopelliti. Sicuramente
però la Legge Severino è stata di impatto vitale in quel momento perché nel
rispetto di quella legge è stato costretto ad abbandonare. Cosa che poi in
realtà non hanno fatto né De Magistris né il Sindaco di Caserta De Luca. Sì, hanno
fatto ricorso, sono stati reintegrati. Io dico che il buon senso, anche se
purtroppo nel nostro Paese vige la pratica del garantismo assoluto e quindi non
occorre ritenere condannata una persona se non con la sentenza passata in
giudicato, la questione di etica e di morale soprattutto per chi occupa cariche
pubbliche così importanti dovrebbe quantomeno far soprassedere dalla stesse
cariche chi viene colpito almeno con sentenza di primo grado. Quindi
effettivamente la Legge Severino l’impatto iniziale sulla situazione di
Scopelliti l’ha avuta e io mi sarei augurata che però insieme al Codice
Antimafia che ha varato la Commissione Parlamentare Antimafia fosse servita da,
chiamamola, lezione tra virgolette per il nuovo Consiglio Regionale e la nuova
Giunta. Soprattutto che fosse servita al mondo politico. Devo dire che fin da
alcune candidature inserite in alcune
liste, di Centro di Destra e di Sinistra, mi è parso che questa responsabilità
non ci sia stata.
Ma questo è il sordo che non vuole sentire oppure si
continua ad accendere il fuoco con la legna che si ha, come si vuol dire …?
Secondo me è il sordo che non vuole sentire o
che non può sentire. Quando dico “non
può” a me sembra di far capire che
secondo il mio punto di vista in ogni elezione c’è sempre qualcuno che vuole
essere messo nelle condizioni di dover pagare delle cambiali, perché altrimenti
non riesco a giustificare determinate nomine, anche determinate candidature.
Che naturalmente la cambiale ha una scadenza …
La cambiale ha una scadenza però … , per non
esulare dal caso particolare che tra l’altro aveva visto anche una mia
interrogazione parlamentare inviata alla Procura della Repubblica nel 2010
quindi alla fine della tornata elettorale delle Regionali del 2010 per il “caso De Gaetano”. Lì c’è da chiedersi
anzi bisognerebbe chiedere al nuovo Presidente, a Oliverio, come mai De Gaetano
non era stato candidato? Apparentemente era stato detto che la mancata
candidatura era legata alla terza legislatura e che quindi nel Partito non era
possibile. In realtà tutti sapevamo, tutti, e lo sapeva anche Oliverio che la
candidatura non c’era stata per De Gaetano perché già si vociferava di una
possibile indagine sul suo conto e poi l’inchiesta “Il Padrino” che è emersa subito dopo le elezioni, nel mese di
dicembre dello scorso anno, ha fatto evidenziare questa presenza nell’ambito
dell’inchiesta stessa. Ora, se è vero che De Gaetano è una persona non
coinvolta giudiziariamente per questa inchiesta, dico “se è vero” perché non possiamo sapere se è scritto nel libro degli
indagati - fermo restando che è coinvolto nell’inchiesta “Rimborsopoli” insieme a tanti altri – se è vero che non è implicato
in questa inchiesta è altrettanto vero che o una volta per tutte si fa
prevalere l’etica e la morale e quindi chi è chiamato a scegliere dice “per un momento mettiti da parte”, e poi per carità ci auguriamo per tutti che
le cose giudiziariamente possano andare bene
che ognuno riesca ad uscire da qualsiasi ambito giudiziario dico “ma per il momento mettiti da parte”.
Ci domandiamo, dopo l’era Scopelliti, dopo
l’era Loiero cosa vogliamo fare? Cosa si può fare veramente per questa
Calabria? Anche perché, se ci rendiamo conto, dal 26 novembre ad oggi si è
parlato di tutto, si è parlato di nomine, si è parlato di elezioni nel
Consiglio Regionale, elezioni nell’Ufficio di Presidenza, di questa “Mini Giunta”, ma dei problemi reali
della nostra Calabria?
Nell’esercizio della sua funzione, da Parlamentare ma anche
ora perché in ogni caso essere Consulente di una Commissione Parlamentare come
quella Antimafia ha posto l’attenzione ai problemi legati al nostro
territorio in relazione alla carenza
delle Forze dell’Ordine negli organici e soprattutto a quelle carenze che ci
sono nei tribunali, dei magistrati?
Sì, sì. L’ho posta l’attenzione e devo dire
anche che la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, l’Onorevole
Rosy Bindi, se ne è fatta carico a sua volta perché è inconcepibile pensare che
si possa pretendere di garantire la sicurezza nel momento in cui vengono
sottratti alle Forze di Polizia gli elementi principali, in termini di
autovetture, di sussidi necessari
assolutamente. Cioè non si può pensare di combattere la Mafia, la ‘Ndrangheta,
pensando di non competere almeno con strumenti simili a quelli in possesso, in
dotazione della ‘ndrangheta stessa. E quindi questo è assolutamente un discorso
che abbiamo più volte evidenziato così come quello degli organici della
Magistratura. Dicevo prima che la Magistratura interviene nella fase di
repressione del fenomeno criminale ma nel momento in cui la mancanza di
magistrati comporta a non portare a termine le varie fasi processuali … Noi
abbiamo la Procura di Palmi che ancora attende la nomina del Sostituto
Procuratore, il Procuratore Creazzo è andato a Firenze. Mi risulta che siano
tre o quattro i Sostituti Procuratori attuali. La Procura di Vibo che è una
Procura fortemente appesantita da processi che vedono legate le cosche del
vibonese, perché se è vero che la competenza giudiziaria del processi per mafia
è della DDA di Catanzaro anche quella sotto organico, è altrettanto vero che i
processi per mafia vengono svolti presso la Procura di Vibo. Quindi se non ci
sono i magistrati in numero adeguato, poi è anche l’ordinamento giudiziario che
vincola la presenza di determinati magistrati a certi processi, è chiaro che
non c’è la punizione quindi prevale la garanzia dell’impunità. Quando noi
dobbiamo assistere alla liberazione, alla scarcerazione di determinati boss
come qualcuno dei Mancuso, come qualcuno degli Alvaro, o perché fanno prevalere
le condizioni di salute o per prescrizione dei termini di custodia cautelare,
questo non è assolutamente positivo. Quindi il discorso degli organici delle
Forze di Polizia e della Magistratura è più che mai necessario.
Io sono un po’ fiduciosa, devo dire, perché
l’elezione a Presidente della Repubblica dell’Onorevole Mattarella, che
peraltro viene da un passato di vita familiare ma anche di incarico
professionale attraverso il quale conosce queste problematiche possa davvero
nella sua qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura dare
un impulso anche a definire al più presto gli organici e l’impinguamento degli
stessi laddove è necessario.
Benissimo, una Politica quindi che non ha il coraggio di
svolgere il vero ruolo politico. Angela Napoli ha un passato alle spalle, ha
militato nel Movimento Sociale Italiano che era alla Destra Nazionale di
Almirante, poi di Gianfranco Fini. Quanta Destra e Sinistra c’è oggi in
Politica?
Io non riesco più a individuarla, non riesco
più a distinguere perché secondo me i valori, i valori della Destra sono stati completamente
annullati così come a dire il vero quelli della Sinistra, perché prevalgono
delle logiche che a mio avviso sono delle logiche assolutamente non
condivisibili quali quelle di mantenere il comando, mantenere le poltrone. Ma,
se noi vediamo, se noi assistiamo oggi ad un Governo nazionale che è costituito
da gente di Sinistra e da gente di Destra come
il Nuovo Centro Destra, o comunque Centrodestra, ci rendiamo conto che
non c’è più la distinzione. Io non riesco più a trovarla. Anche nella Destra,
quando penso a questa destra che sta emergendo anti-Europea e vado a rileggermi
i discorsi di Almirante sull’Europa …
Era Europeista …
Dico “ma,
e allora?”. quindi non c’è effettivamente. Io i valori li porto dentro di me e non prescindo
assolutamente da quelli, però non riesco più a individuarli e a trovare la
distinzione.
Una curiosità, se fosse rimasto in vita il Segretario
Almirante, Angela Napoli sarebbe stata Consulente della Commissione
Parlamentare Antimafia su chiamata del Presidente di Sinistra?
Probabilmente sì, perché Almirante era una
persona sicuramente molto sentita e stimata da tutti gli esponenti politici e
perché la sua presenza ha sempre portato ad una condotta morale, etica in
particolare su determinati temi come quello della criminalità organizzata alla
quale non siamo, almeno io, non sono mai venuta meno. E però la nomina che mi è
stata data oggi dall’Onorevole Bindi, quindi di Sinistra, non è stata data
perché io appartengo ad altra area politica, ma è stata data perché io ho
sempre concepito la lotta al crimine organizzato indipendentemente
dall’appartenenza politica. Ho sempre ritenuto indispensabile che la stessa
lotta venisse fatta a 360 gradi. Costa molto quando nel fare questa lotta si
incontrano persone della stessa
appartenenza politica. Si va ad imbattere a dover prendere delle posizioni,
però questa dovrebbe essere la lotta reale sia da parte Destra che Centro che
Sinistra. Secondo me la lotta alla criminalità organizzata non dovrebbe avere
nessuna bandiera politica.
Noi siamo arrivati alla conclusione di questa piacevolissima
discussione e la ringraziamo per la sua presenza nella nostra radio.
Vi ringrazio
Naturalmente i microfoni rimarranno accesi a qualsiasi sua
richiesta, si ritenga ben accetta a qualsiasi altra volontà di riprendere il
discorso, approfondirlo, perché no! Perché per
l’attualità del problema credo che sia sempre da tenere alto il livello
di attenzione.
Un’ultima domanda prima di concludere e quindi di salutare e
ringraziare i nostri radioascoltatori.
Assumere questa scelta nell’ambito dell’Antimafia ha comportato qualcosa
nella sua vita personale? Ha dovuto fare delle rinunce e nello stesso tempo
come disse quella studentessa a Giovanni Falcone nell’aula universitaria a
Padova: “Lei non ha paura?”
Beh, intanto se non avessi paura non sarei
fatta di carne e ossa, non sarei umana, la paura c’è soprattutto in determinati
momenti. Ma, la scelta sì ha portato sicuramente a delle rinunce, da
quattordici anni che vivo sotto scorta. In fondo è una privazione della propria libertà. Però io
sono convinta che questa privazione mia della libertà ha un fine, almeno questo
è il mio obiettivo: quello di rendere liberi i miei concittadini, di rendere
libera la mia terra che amo tanto, la Calabria. Perché occorre far capire alla
gente che la sopraffazione proprio della criminalità organizzata di coloro che
vivono agendo malamente non amministrando la cosa pubblica in maniera
legalitaria in fondo priva di libertà i cittadini. Allora preferisco essere io
vincolata nelle mia libertà ma sapendo di essere di supporto alla libertà degli
altri.
Grazie Onorevole. Questo lavoro che lei sta facendo, lo sta
facendo per tutti noi, per i nostri figli, per i figli di questa terra.
Grazie
E saremo ancora grati di averla all’interno dei nostri studi
per altre manifestazioni
Grazie buona serata a tutti voi e a tutti i
radioascoltatori
Mia intervista rilasciata a Francesco Rao ai microfoni di RADIO
ECO SUD ospite della trasmissione “Ora libera”
1^parte
2^ parte
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