mercoledì 25 marzo 2009

Perchè sono favorevole al federalismo fiscale

Desidero comunicare agli elettori calabresi il perché del mio voto favorevole al provvedimento sul federalismo fiscale. Ritengo che tutti gli Italiani abbiano compreso che i problemi dei conti derivano essenzialmente da un carico fiscale eccessivamente elevato oltre che da una sperequata allocazione delle risorse pubbliche. Risorse che vengono decisamente gestite in maniera, a dir poco inefficiente, a livello locale ed in particolare, in Calabria. Basti osservare i pletorici apparati clientelari che affollano la nostra Regione Calabria e molti Enti locali del territorio. Procedere, quindi, ad un decentramento politico, amministrativo e finanziario appare oggi una necessità. Occorre creare una maggiore vicinanza tra le politiche di entrata e le politiche di spesa. In altri termini, si tratta di “responsabilizzare” gli Enti locali permettendo loro di spendere, ma imponendo anche la raccolta delle risorse necessarie per l’effettuazione delle medesime spese. L’esperienza della nostra Calabria, in effetti, insegna che una separazione delle politiche di spesa da quelle di entrata determina, di fatto, un allargamento dell’area degli sprechi e delle disfunzioni. Mi appare quindi evidente che la devoluzione fiscale rappresenterà il primo indispensabile pilastro per un duraturo risanamento dei negativi conti pubblici calabresi. Certamente adesso dovrà essere la politica calabrese a trovare quel giusto equilibrio che coniughi l’efficienza e la trasparenza nella prestazione dei servizi con il principio della solidarietà.
Mi appare, altresì, ovvio che per ottenere i reali e duraturi benefici in Calabria, ma nel Mezzogiorno in genere, il federalismo fiscale dovrà essere accompagnato da una politica improntata alla sicurezza e alla lotta alla criminalità organizzata. Solo così si riuscirà a liberare le tante energie positive che si annidano in Calabria e si permetterà all’economia regionale di risolvere molti dei suoi problemi.
E’ una sfida che mi auguro, finalmente la Calabria possa vincere!
Infine, l’essere riusciti, in modo trasversale e con l’assenso del Governo nazionale, ad inserire Reggio Calabria tra le Città metropolitane, fa conseguire a questa parte del territorio calabrese un vero e meritato traguardo storico, i cui benefici saranno molteplici e notevoli.

On. Angela NAPOLI

Roma, 25 marzo 2009

1 commento:

Adduso ha detto...

Premesso il rispetto sui generali principi enunciati nel post, devo tuttavia, e di contro, evidenziare che ai miei occhi di modesto cittadino la realtà mi appare palesemente diversa.

Ma chi sarà a gestire adesso questo "federalismo fiscale”, gli stessi di sempre (senza con questo volere generalizzare) e quindi gli attuali pubblici amministratori, i politici e gli istituzionali o baroni, per eredità familiare, o di appartenenza a cosche, clan, ndrine, logge, congregazioni, ordini, e così via ?

Ma se già con il federalismo fiscale parziale del 2001 è successo visibilmente nella pratica che ognuno in queste regioni, province, comuni ed altri enti, ha fatto quasi quello che ha voluto, cosa accadrà adesso. Chi controllerà la mafiosità torrenziale che ci sommergerà. Certo non lo faranno le varie polizie locali che sorgeranno alle dipendenze di questi stessi che ci pascoleranno, oppure le ronde figlie di questi stessi politici ed istituzionali.

Immagino pure, mafiosi, ndranghetisti, camorrisiti, faccendieri, affaristi, professionisti, consulenti, esperti, ecc., che già si stanno strofinando le mani pensando ai lauti guadagni per “servizi ed opere” federaliste che avranno insieme ai politici ed istituzionali di turno.

Poi se "castrano" pure le intercettazioni della Magistratura, sarà ulteriormente come spalancare "i portoni della mafiosità".

Ormai è chiaro come funziona l’Italiota.

La massa inebetita di noi italioti vede solo i bellimbusti e le veline in TV, mentre il "sistema" fa ciò che vuole. Se si governa, se si è nelle istituzioni e se si sta negli affari, ci si arricchisce sempre di più e si sta al riparo da sconvolgimenti sociali. Questo "sistema" palesemente auto referenziato ed autoalimentato (con i soldi forzosamente "coercizzati" ai contribuenti) fatto soprattutto di politica ed istituzioni, si è così visibilmente ben "organizzato" che, forse, teme solo una eventuale grave crisi economica, mentre il “resto” sembra arrogantemente non esistere, perché chiaramente il “resto” o è dentro, oppure il “resto” ormai, persino pure per legge elettorale, non ha notoriamente più "voce".