giovedì 27 marzo 2008

Basta proclami, serve FERMEZZA

La relazione sulla ‘ndrangheta, approvata all’unanimità nello scorso mese di febbraio dalla Commissione Parlamentare Antimafia, ha suscitato in alcuni qualche negativa reazione, come se la presentazione della potenzialità e della pericolosità della ‘ndrangheta volesse creare una sorta di criminalizzazione dell’intera società calabrese. In questi giorni, purtroppo, la Calabria è costretta a vivere nel terrore: cinque omicidi in cinque giorni, una bimba di soli cinque anni in coma, due donne ferite sono la dimostrazione di una “mattanza” in atto che certamente è destinata a creare ulteriori fiumi di sangue.
A che cosa sono serviti i patti per la sicurezza ed i numerosi incontri istituzionali? A che cosa sono serviti il potenziamento dei controlli in alcune parti del territorio, se questi hanno finito con lo sguarnire altre postazioni? L’attuale Governo Nazionale, con il suo Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha messo in ginocchio il settore sicurezza: cospicua detrazione dei finanziamenti, vuoti proclami, impegni disattesi e mancato riconoscimento del lavoro svolto, con grandi difficoltà, pericoli e sacrificio dalle Forze dell’Ordine e dai Magistrati.
E’ sempre stato mio convincimento che l’arresto dei capi storici della ‘ndrangheta avrebbe dovuto comportare una maggiore attenzione sulla capacità rigenerativa di questa organizzazione criminale e quindi su coloro che, in modo spregiudicato, intendono impadronirsi del territorio, del primato nei traffici illeciti e dell’accaparramento degli ingenti finanziamenti pubblici. Questa attenzione è mancata: il caso Calabria è stato trascurato, salvo a riaffiorare a causa dello spargimento di sangue di fronte al quale non si può rimanere impassibili. Non servono proclami, tanto meno false ed inadeguate strategie di contrasto; occorre agire con decisione, fermezza, capacità investigativa, risorse umane e finanziarie adeguate alla gravità della situazione nonché con norme legislative utili a garantire la certezza dell’espiazione della pena: solo così lo Stato può riacquistare il suo primato e ridare ai cittadini sicurezza e fiducia!

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 27 marzo 2008

mercoledì 26 marzo 2008

Il lavoro parlamentare dell'On. Angela Napoli in evidenza su Libero di oggi

Mercoledì 26 marzo 2008

ONOREVOLI FANNULLONI Smascherati dal test di produttività di TOMMASO MONTESANO

ROMA  Il portavoce del governo Prodi, il decano dei parlamentari e l'ex colonnello siciliano di Udeur e Partito democratico. Ecco da chi è formato il podio dei tre deputati meno produttivi di Montecitorio. Silvio Sircana, Ciriaco De Mita e Salvatore Cardinale. È a loro, secondo il sito internet www.openpolis.it, che spetta la palma dei parlamentari più pigri. In due anni di legislatura, infatti, non c'è traccia, o quasi, della loro presenza a Montecitorio. Tutto il contrario della deputata di Alleanza nazionale Angela Napoli, che in base ai coefficienti di calcolo utilizzati da Openpolis è la stakanovista della Camera. Dietro di lei Marco Boato (Verdi) e Luca Volontè (Udc). Per stilare la classifica della produttività degli onorevoli, il sito ha preso in esame la tipologia e il numero di atti firmati e cofirmati da ogni singolo parlamentare. Non solo i progetti di legge, quindi, ma anche gli interventi in aula e in commissione attraverso mozioni, interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno e risoluzioni. Il risultato è una graduatoria in cui dieci è il punteggio massimo e zero il minimo. .........

......... La più produttiva, invece, è una donna di An: Angela Napoli. Ecco i suoi numeri: 72 progetti di legge presentati come prima firmataria, 80 come cofirmataria, 101 interrogazioni a risposta scritta, 12 interpellanze, due ordini del giorno. Una macchina parlamentare. “Io non rubo lo stipendio “, ringhia mentre corre su e giù per la Calabria dove è impegnata per la campagna elettorale (è stata ricandidata per il Popolo della Libertà). “E ci tengo a precisare che le poche assenze che ho fatto registrare a Montecitorio sono dovute alla mia attività di componente della commissione Antimafia e dell'Unione interparlamentare. Poi c'è il rapporto con il territorio”. A spingerla a tanto attivismo, spiega, è il rispetto verso i cittadini. Agli Elettori non possiamo dire “votateci” per poi dimenticarci di loro. Ai colleghi più pigri riserva solo una battuta sferzante: “Cofirmare appena due progetti di legge in una legislatura significa servirsi della qualifica di deputato per entrare a far parte della casta. Sono comportamenti come questi che contribuiscono a dipingere il Parlamento in modo inadeguato”.

giovedì 20 marzo 2008

LA LOTTA ALLE MAFIE NON HA COLORAZIONE POLITICA

In questi giorni in Calabria alcuni candidati alle elezioni politiche stanno facendo la campagna elettorale all’insegna dell’antimafia, quasi a voler dimostrare che l’emergenza ‘ndrangheta è emersa solo dopo l’approvazione unanime, da parte della Commissione Parlamentare, della relazione su questa organizzazione criminale. Qualcuno forse ritiene di poter porre il vessillo dell’antimafia sul proprio simbolo elettorale, immaginando così di raccogliere consensi, senza rendersi conto che nel frattempo la ‘ndrangheta continua a spadroneggiare, a gestire le sue attività illecite e a colludere “tranquillamente” con il potere politico ed economico.
Qualche quotidiano calabrese, in barba alla “par condicio”, sembra essere diventato di “proprietà” di singoli candidati.
Non sarà certamente una relazione sulla ‘ndrangheta, peraltro non coraggiosa fino in fondo, ad abbattere il fenomeno e le sue collusioni. Non si può essere “garantisti” quando si siede in Parlamento e poi pensare che siano sufficienti gli “sbandieramenti acclamati” per mettere da parte i mafiosi.
La moralizzazione della politica non può avvenire solo attraverso codici etici, certamente positivi come proposte, ma del tutto inefficienti perché privi di qualsiasi tipo di sanzione. La moralizzazione della politica deve essere supportata da iniziative legislative utili ad abbattere quel “patto scellerato e perverso” tra mafia e politica che nasce quasi sempre, e gli interventi giudiziari di questi giorni, me ne danno ragione, durante le campagne elettorali.
Ed allora, perché, ad esempio, i rappresentanti del PD, dell’Arcobaleno e dell’IDV, maggioranza nell’attuale Parlamento, non hanno convertito in legge la proposta “Lazzati”, da me ripresentata alla Camera dei Deputati nel maggio 2006, e che avrebbe impedito in concreto l’intreccio perverso che, proprio nel momento elettorale, si realizza tra potere mafioso e uomini politici, con effetti devastanti sulle Istituzioni e sulla loro credibilità.
Perché votare per l’indulto che ha finito col favorire anche qualche mafioso.
Perché non approvare l’abolizione del patteggiamento in appello per i mafiosi.
Perché non abolire gli sconti di pena per i mafiosi.
Perché non rendere efficiente la normativa sul voto di scambio.
Perché non approvare una legge sull’inversione dell’onere della prova, necessaria per aggredire i patrimoni illeciti, quasi tutti affidati a prestanomi.
Perché non abolire il gratuito patrocinio per i mafiosi.
Perché, perché, perché………
Non ci si può ricordare della lotta alla mafia solo in campagna elettorale e continuare a garantire un Consiglio regionale la cui maggioranza sembra essere divenuta tale con il supporto elettorale della ‘ndrangheta, per come continua ad emergere dalle varie inchieste giudiziarie.
Non ci si può ricordare della lotta alla mafia solo in campagna elettorale e contemporaneamente lasciar apparire la sanità condizionata dalla ‘ndrangheta solo in provincia di Reggio Calabria, con l’unico fine di non aiutare ad emergere le responsabilità dei soliti “intoccabili”.
Non ci si può ricordare della lotta alla mafia solo in campagna elettorale senza essersi spesi per indagare sulle vere motivazioni che hanno portato al delitto Fortugno.
Non ci si può servire dell’antimafia senza impegnarsi per garantire la sicurezza dei cittadini e la dignità di tutti gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine che quotidianamente, e con grande difficoltà, prestano il loro servizio a tutela di tutti.
La battaglia contro il potere mafioso la si fa sul campo quotidianamente, senza chiudere gli occhi dove conviene, con la consapevolezza di apparire, a volte, impopolari, ma con la certezza di essere garanti dei cittadini onesti.
On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 20 marzo 2008

mercoledì 19 marzo 2008

Nuovo macigno sulla Calabria lanciato da Prodi e Amato

Lo scioglimento dell’Azienda Sanitaria Provinciale n. 5 di Reggio Calabria per accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, decretato dal Consiglio dei Ministri, rappresenta l’ulteriore macigno che cade sulla Calabria tutta. Con tale provvedimento, che per la verità si aspettava da tempo, ma che, guarda caso, viene decretato in piena campagna elettorale, risulta commissariato l’intero settore della sanità ricadente nella provincia di Reggio Calabria, nonostante varie inchieste, amministrative e giudiziarie, abbiano evidenziato interessi ed infiltrazioni della ‘ndrangheta in tutta la sanità calabrese. Ne è un esempio la mia pressante denunzia, fatta da tempo sia in Commissione Nazionale Antimafia che attraverso atti parlamentari ispettivi, con la quale ho richiamato l’attenzione del Governo Nazionale circa la necessità di scioglimento dell’A.S.P. di Vibo Valentia, alla luce di relazioni e inchieste.
Il Consiglio dei Ministri ha, invece, oggi ritenuto che la criminalità organizzata condizionerebbe la sanità nella sola provincia di Reggio Calabria.
Forse, anche alla luce dei provvedimenti giudiziari che, nella giornata odierna, hanno portato all’arresto del quarto consigliere regionale calabrese, sarebbe opportuno che il Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, riuscisse ad attenzionare la situazione del nostro Consiglio regionale.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 19 marzo 2008

Consiglio Regionale sempre più INQUISITO: fino a quando?

Plaudo, con vivo compiacimento, al lavoro del Procuratore Aggiunto della DDA di Catanzaro, Mario Spagnuolo, e dei Sostituti Domenico Fiordalisi e Raffaele Sforza, che questa mattina ha portato agli arresti del consigliere regionale Franco La Rupa e di altre tre persone.
Gli arresti in questione, che coronano l’operazione “Nepetia”, evidenziano l’alleanza esistente, anche nel Tirreno cosentino, tra la locale cosca Gentile e parte del mondo politico. Appare davvero grave, inammissibile e decisamente da contrastare, la copertura che alcuni personaggi politici osano prestare per gli illeciti affari dei malavitosi e per consentire agli stessi il dominio del territorio.
Proprio nella giornata di ieri, in un comunicato stampa, avevo richiamato i rapporti che in Calabria si instaurano, in particolare durante le campagne elettorali, tra mondi politico e mafioso.
Inoltre, pur riconoscendo il valido lavoro investigativo di tutte le Forze dell’Ordine calabresi, non si può sottacere la gravità dell’arresto di un sottufficiale dei Carabinieri e di un appuntato della Guardia di Finanza, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, a dimostrazione della capacità della ’ndrangheta di infiltrarsi ed avere “supporto” anche nel settore investigativo, intralciando decisamente la bontà del lavoro degli inquirenti.
L’arresto della dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Amantea, pone, poi, la necessità di una urgente rivisitazione della legge sullo scioglimento dei Consigli Comunali, in particolare, laddove non si fa alcun riferimento alle collusioni tra dirigenti amministrativi e criminalità organizzata.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 19 marzo 2008

martedì 18 marzo 2008

DOVE FINISCONO I VOTI DELLA 'NDRANGHETA?

Appare certamente preoccupante la notizia dell’avvenuta devastazione all’interno dell’appartamento del collaboratore di giustizia, Ulisse Serpa, a Paola. Non v’è dubbio che l’allarmante messaggio si appalesa come il tentativo di frenare il fenomeno del pentitismo che, in questo momento, in Calabria sta rivelandosi estremamente importante e produttivo per il contrasto alla ‘ndrangheta.
La struttura familistica dell’ organizzazione criminale calabrese non può che essere conosciuta e combattuta anche attraverso i collaboratori di giustizia, decisamente pochi rispetto a quelli che hanno contribuito ad assestare i duri colpi contro la mafia siciliana.
Il messaggio intimidatorio contro Ulisse Serpa fa trasparire la preoccupazione della ‘ndrangheta, che in questo momento non sta sicuramente vivendo “sonni tranquilli”, non solo perché allarmata dalla forte attività di contrasto nei suoi confronti, ma anche perché alcuni collaboratori stanno iniziando a rendere noti i rapporti che in Calabria si instaurano tra mondi politico e criminale, in occasione delle varie campagne elettorali. Non vanno, ad esempio, sottovalutate le deposizioni rese, nella giornata di ieri, da un collaboratore di giustizia durante il processo per l’omicidio Fortugno, giacché le stesse non solo evidenziano da quale parte sono finiti i voti della ‘ndrangheta nelle elezioni regionali calabresi del 2005, ma, a mio parere, potrebbero anche dare qualche maggiore indicazione sulla pista da seguire per giungere all’individuazione delle vere responsabilità che hanno portato al delitto del Vice Presidente del Consiglio calabrese.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 18 marzo 2008

sabato 15 marzo 2008

PRODI, BIANCHI E IL PORTO DI GIOIA TAURO

Leggo sulla stampa che finalmente il decollo del Porto di Gioia Tauro è cosa fatta. Un “decollo” annunciato con clamore in piena campagna elettorale e millantato, grazie anche alla quiescenza dei sindacati, come importante ricaduta dell’azione commissariale decisa dal Governo Prodi. Un’azione straordinaria avviata dalle sinistre, ma così indietro rispetto ai paletti che il Decreto Presidenziale aveva stabilito, da trasformare a Camere già sciolte, con un anticipo di circa quattro mesi sulla scadenza del 17 maggio 2008, il compito governativo in “azione commissariale delegata” di un Governo però dimissionario. Un modo per Prodi e Bianchi di mettere il cappello, in dispregio delle competenze attive per legge, sulle opere che il piano pluriennale del Porto già prevede, ma in relazione ai fondi disponibili. Ieri dunque un ennesimo piano teorico è stato firmato in pompa magna a favore del Porto di Gioia e stupisce che a questo nuovo gioco elettorale si siano prestati i sindacati territoriali, turlupinati come protagonisti di un’azione di sviluppo economico, che però non sarà mai tale se a mettere i soldi non interverranno o il Governo o la Regione.
Ma la farsa non si è conclusa certo venerdì scorso in Prefettura: niente di più facile che a giorni un nuovo annuncio arrivi a trombe spiegate da Palazzo Chigi per ricordare ai calabresi che il Governo Prodi ha molto a cuore il Porto di Gioia Tauro, al punto da varare l’atteso Accordo Stato-Regioni i cui garanti saranno però, e i calabresi non sono certo sciocchi, il dimissionario Presidente del Consiglio, Romano Prodi, il dimissionario Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, il Delegato di Governo dimissionario e, ahimé, il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che certamente non potrà sottrarsi.

On. Angela Napoli

Taurianova, 15 marzo 2008

venerdì 14 marzo 2008

Rutelli, Minniti e lo "scippo" del Museo di Reggio Calabria

Che la Calabria fosse diventata terra di “scippi” e di “conquiste” era ormai cosa nota, ma che l’opera dell’attuale Governo Prodi si concludesse con un ulteriore e grave “prelievo” di beni culturali, penso nessuno potesse mai immaginarlo.
E’ davvero inaccettabile che il Ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, ormai con deroga del suo incarico, deliberi di inviare a Mantova alcuni tra i più importanti reperti dello storico Museo di Reggio Calabria, incurante di privare la città calabrese di importanti risorse culturali, quali il Kouros, la testa del filosofo e la testa di Basilea. L’irresponsabilità del Ministro, il quale, peraltro, ha assunto unilateralmente questa decisione, senza interloquire con il Sindaco Scopelliti, è aggravata non solo dalla mancanza di qualsiasi interscambio di reperti, ma anche dalla decisione di far rientrare i reperti a Reggio, solo diversi mesi dopo la chiusura della mostra prevista a Mantova. Reggio e la Calabria tutta non possono rimanere impassibili innanzi a questo ulteriore “sopruso”: Rutelli non può ritenere di essere “padrone” di quanto in questa Regione rappresenta cultura, tradizione, storia e bene indiscusso.
Forse sarebbe opportuno che anche il Vice Ministro Minniti, parte integrante dell’attuale Governo Nazionale, evidenziasse la posizione sui “particolari trattamenti” che vengono riservati alla sua città.

On. Angela Napoli

Taurianova, 13 marzo 2008

martedì 11 marzo 2008

VERSO UNA NUOVA ITALIA

Desidero ringraziare tutti coloro i quali, all’insegna della stima, della militanza e dell’affetto, hanno contribuito a sostenere la mia candidatura, in posizione utile, nella lista del POPOLO DELLA LIBERTA’. Non serbo rancore nei confronti di coloro i quali, certamente infastiditi dalle battaglie contro la criminalità organizzata e le sue collusioni, hanno tentato di mettermi “da parte”. La fiducia che il Presidente FINI ha inteso rinnovarmi, compensa ogni amarezza subita.
Numerosi sono stati gli attestati di stima ricevuti nei giorni scorsi ed ancora più numerosi quelli che sto ricevendo, da ogni parte, non solo della Calabria, dopo l’ufficialità della candidatura. Quasi tutti, per nulla di convenienza, riconoscono la bontà della mia attività politica, sempre svolta con trasparenza, onestà, coerenza, ed anche coraggio. Aver conquistato il primo posto, su 600 Deputati, per attività, così come appare sul sito Openpolis, credo possa essere la dimostrazione del mio impegno che ha sempre cercato di affrontare le varie problematiche che gravano, in particolare, sulla nostra Calabria.
Nessuno è senza peccato e, per tale motivo, non pretendo di essere considerata se non al pari degli altri candidati del PDL. Sono molto serena e mi sento con la coscienza tranquilla per poter chiedere nuovamente la fiducia alle elettrici ed agli elettori. E’ in atto una rivoluzione copernicana della politica italiana, che dovrà portare alla riconquista del governo della Nazione da parte di chi ne ha veramente a cuore le sorti.
Nei venti mesi del governo Prodi l’Italia è stata posta in ginocchio: nessuna categoria si può ritenere soddisfatta, è aumentato il numero delle famiglie che vive pesanti disagi sociali, la mancanza di sicurezza preoccupa qualsiasi cittadino, i giovani sono privati della certezza per il loro futuro, gli anziani non sono garantiti da alcuna forma di riconoscenza. L’eredità che verrà lasciata al POPOLO DELLA LIBERTA’ è disastrosa e, pertanto, non potremo fare una campagna elettorale all’insegna della demagogia o di promesse che non verrebbero mantenute.
Occorrerà serietà, responsabilità, unità per garantire da subito una sterzata al timone che ha condotto l’Italia alla deriva. Occorrerà far capire alle elettrici e agli elettori che da una parte, quella del PD, c’è la “maschera” del finto “nuovo”, dietro la quale si cela tutto quel “vecchiume” che ha portato al fallimento, dall’altra, quella del PDL, c’è l’essere come appare, c’è la voglia di ripensare la Politica, quale esclusivo servizio alla collettività per il raggiungimento del bene comune.
Io ci credo fermamente ed invito tutti Voi a prendermi per mano e percorrere uniti la nuova strada verso quel “bene comune” che sarà fondamentale per una “NUOVA ITALIA”.

On. Angela Napoli
Taurianova, 11 marzo 2008