sabato 29 dicembre 2007

Il Convegno della CARITAS sulla criminalità in Calabria

VIDEO dal TG5 del 29 dicembre 2007 - ore 13,00

La ’ndrangheta è un fenomeno “umiliante e mortificante sia per la società ma anche per lo Stato nel quale viviamo”. Lo ha detto il 17 dicembre scorso mons. Domenico Tarcisio Cortese, delegato della Conferenza episcopale calabra per la carità, concludendo la conferenza stampa per presentare il volume che raccoglie gli atti del convegno “E’ cosa Nostra! Una pastorale ecclesiale per l’educazione delle coscienze in contesti di ‘ndrangheta”, svoltosi a Falerna (Cz) lo scorso mese di gennaio, su iniziativa della delegazione regionale della Caritas. Secondo il presule “il primo latitante in Calabria è lo Stato”: “ma quando parlo di Stato non parlo delle Forze dell’Ordine che fanno un ottimo e benemerito lavoro”. In Calabria – ha poi aggiunto mons. Cortese - occorre “organizzare l’impegno che deve essere di tutti, nessuno escluso, e deve partire dalla famiglia e dalla scuola che dovranno essere capaci di svuotare la mentalità mafiosa nelle nuove generazioni che sono il futuro della nostra terra. La Chiesa è molto impegnata ma non può risolvere tutti i problemi”. Da qui la richiesta allo Stato affinché sia impegnato a favore del progresso sociale e civile di questa terra, partendo dal lavoro, facendosi “carico della Calabria, ma anche di tutte le altre regioni che vivono gli stessi problemi, per farla divenire una entità unica”.
Ad aprire la conferenza stampa il direttore della Caritas Italiana, mons. Vittorio Nozza, secondo il quale la Caritas si è fatta promotrice di questo incontro nella sua sede nazionale “per richiamare l’attenzione su un fenomeno, esteso non solo a livello regionale ma anche nazionale ed internazionale che nel suo complesso è distruttivo del tessuto sociale”. Per mons. Ignazio Schinella, presidente della Fondazione Facite della Cec, occorre “stare dalla parte delle vittime qualunque sia il loro volto”, “non lasciar soli coloro che hanno subito la violenza della mafia, senza dimenticare le famiglie dei mafiosi e gli stessi mafiosi in carcere”. Mons. Schinella ha fatto riferimento al tema del perdono che “non cancella il ricordo del male commesso” ma ricorda che “il colpevole, nonostante il delitto di cui si è macchiato, rimane una coscienza capace di verità e una libertà che può aprirsi al bene.”. Per mons. Schinella bisogna lottare, ma “senza odio. Infatti solo il perdono concede alla giustizia di perseguire un futuro sia per chi perdona, che per chi è perdonato”. Bisognerebbe, in tal senso, istituzionalizzare il giorno del perdono, in cui si fa “memoria delle vittime che fanno la storia mentre si invoca il perdono e la conversione per gli uccisori”. All’incontro sono intervenuti Angela Napoli della Commissione parlamentare antimafia e il viceministro degli Interni Marco Minniti.

venerdì 28 dicembre 2007

ATTENTI AI "FALSI PROFETI"

Forse a molti aennini calabresi interessa poco osservare lo stato del Partito che giorno dopo giorno subisce perdite importanti. A mio avviso chi fa finta di nulla, manca di responsabilità o si consola troppo facilmente alla luce dei nuovi ingressi, per quanto importanti essi possano essere considerati.
Appena nata la “Destra” di Storace, avevo colto con preoccupazione alcune prime uscite dal Partito ed avevo cercato di lanciare l’allarme, contrastata, però, da qualche vertice provinciale. Speravo tuttavia in un lavoro regionale che riuscisse a coinvolgere la nostra base, i militanti e gli eletti per comprendere le loro istanze, per farli sentire parte integrante di una comunità politica che intende lavorare nell’interesse della Calabria; anche con questo intento ho istituito la componente calabrese “Risveglio Ideale”.
La prossimativa valutazione che viene fatta è che chi lascia un Partito lo fa spesso per tornaconto personale, ma ciò non ci esime dalla necessità di fare un’analisi della situazione. Quando si esce “sbattendo la porta”, si sogliono addossare le responsabilità alle scelte del Presidente Nazionale, cercando così di deresponsabilizzare le scelte locali.
La notizia odierna dell’uscita dal Partito di Pasquale Senatore, mi rammarica molto: con lui ho condiviso importanti battaglie, quando era davvero difficile immaginare di poter essere eletti deputati, sindaci o consiglieri regionali.
Ed è proprio il rammarico che nutro anche con la scelta di Pasquale Senatore che mi porta a rivolgere un nuovo appello a tutti i militanti, dirigenti ed eletti di Alleanza Nazionale calabrese: spesso si abbandona la vecchia strada perché abbagliati da “falsi profeti”. Alleanza Nazionale è stato, e continua ad esserlo, un Partito la cui storia ed i cui valori hanno portato i propri iscritti ad attuare politiche sane, di servizio e di impegno disinteressato. Nel DNA di Alleanza Nazionale c’è sempre stato il rispetto della legalità e la lotta contro la corruzione, il malaffare e la criminalità organizzata ed ogni iscritto, militante ed eletto è stato sempre libero di svolgere il proprio ruolo all’insegna della legalità e nell’interesse del proprio territorio.
I Partiti sono costituiti da donne ed uomini: a loro è affidato il dovere di fare politica riuscendo a mantenere saldi quei valori che sono alla base delle scelte. Quando si viene eletti da appartenenti ad un Partito, qualsiasi adesione ad altro Partito è registrabile solo come tradimento nei confronti delle elettrici e degli elettori.

On. Angela Napoli

Taurianova, 27 dicembre 2007

giovedì 20 dicembre 2007

Il Plauso alla Guardia di Finanza ed alla DDA di Catanzaro per l'operazione "Tirreno Cosentino"

L’operazione condotta nelle ultime ore dalla Guardia di Finanza, su disposizione della DDA di Catanzaro, ha inciso pesantemente sulle cosche mafiose Gentile e Muto del Tirreno cosentino. La scarcerazione del boss della ‘ndrangheta, Francesco Muto, capo dell’omonima cosca, avvenuta nel settembre 2007, e da me fortemente criticata anche attraverso la presentazione di un atto ispettivo parlamentare, non poteva non far prevedere il proseguimento del potere che la stessa cosca Muto, insieme alle altre cosche provinciali cosentine e non solo, avrebbe continuato ad esercitare sul territorio.
Va dato atto dell’importante ed egregio lavoro di contrasto che la DDA di Catanzaro sta attuando e dal quale emergono le grandi collusioni che la ‘ndrangheta ha in Calabria con buona parte del mondo politico, nella gestione delle varie attività.
In tempi non sospetti ho denunziato la pervasività della ‘ndrangheta e delle sue collusioni nell’intera Regione Calabria; sono, infatti, sempre stata convinta che la pericolosità della ‘ndrangheta non ha punti vuoti in Calabria e che la sua pervasività è rintracciabile in tutte le attività dei vari Enti Locali.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma 20 dicembre 2007

venerdì 14 dicembre 2007

INTERPELLANZA sul "Commissariamento" della Calabria

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i ministri della Salute e dell’Interno e della Giustizia – Per sapere – Premesso che:

- il Consiglio dei Ministri l’11 dicembre 2007 ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria in Calabria “per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale nonché all’inadeguatezza delle strutture”;
- la decisione è stata presa dopo la morte della sedicenne Eva Ruscio, avvenuta il 5 dicembre 2007 presso il P.O. di Vibo Valentia durante un intervento di tracheotomia, preceduta dalla morte del dodicenne Flavio Scutellà, avvenuta il 31 ottobre 2007 nel P.O. di Reggio Calabria a causa del ritardato trasporto in ambulanza, ed a sua volta preceduta dalla morte della sedicenne Federica Monteleone, avvenuta il 26 gennaio 2007 dopo un intervento di appendicectomia, sempre presso il P.O. di Vibo Valentia;
- il dichiarato stato di emergenza sanitaria in Calabria, al momento sarebbe finalizzato solo a “far sì che i finanziamenti previsti dall’accordo di programma per la costruzione di quattro nuovi ospedali, compreso quello di Vibo Valentia, siano gestiti con procedure straordinarie per garantire tempi certi e trasparenza negli appalti”;
- questo nel mentre risulta che in Calabria ci siano strutture ospedaliere “fantasma”, ad esempio, quelle di Rosarno, Cittanova, Scalea, le quali hanno comportato spese di miliardi senza mai essere state rese idonee;
- né può essere sottaciuto lo scandalo che, da qualche anno, ha portato all’operazione “Ricatto”, il cui lento processo giudiziario è ancora in atto, e relativo alla costruzione della nuova struttura ospedaliera di Vibo Valentia, in località Cocari e per la quale, nel giro di pochi anni, sono arrivati inutili finanziamenti che ammontano a circa 30 miliardi delle vecchie lire;
- ad oggi della costruzione del nuovo ospedale esiste solo la prima pietra, posta nel giugno 2004, su un terreno il cui assetto idrogeologico sembrerebbe essere stato causa, in parte, dei gravi danni, abbattutisi sulle frazioni di Vibo Marina, Bivona e Longobardi, durante l’alluvione del 3 luglio 2006;
- l’emergenza della sanità in Calabria è stata dichiarata in accordo con la Regione, il cui Presidente, che oggi mantiene la delega del settore, è oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla turbativa d’asta, proprio nel settore della sanità calabrese;
- nei giorni scorsi, all’interno del Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, sono stati chiusi reparti, ridotti alcuni servizi, sospeso qualche medico, ma, stranamente, nessun provvedimento è stato assunto nei confronti dei dirigenti dello stesso Presidio oggi, peraltro, chiamati ad un’attività di controllo e monitoraggio;
- appare, infatti, inspiegabile ed assurda la notizia in base alla quale l’attuale commissario dell’AS n. 8 di Vibo avrebbe creato un gruppo di lavoro con incarico di ispezione, controllo, monitoraggio ed impulso, costituito dalle stesse persone che sarebbero responsabili o, quanto meno avrebbero dimostrato incuria, delle gravi carenze che i NAS stanno facendo emergere;
- i componenti del citato gruppo di lavoro, da anni in servizio presso la Struttura Ospedaliera di Vibo, dovrebbero infatti monitorare le forti carenze igienico – sanitarie, tra le quali quelle relative all’impiantistica elettrica e di sicurezza antincendio, all’inadeguatezza del servizio di mensa, ai rifiuti speciali parcheggiati in ogni dove, ed altro;
- tra i componenti del gruppo di lavoro c’è senz’altro chi, fino ad oggi, non ha monitorato se tra i dipendenti di quella AS, colpiti da ordinanza di custodia cautelare, c’è qualcuno che continua tranquillamente a percepire lo stipendio mensile;
- così come appare inaccettabile che nell’ambito delle visite ispettive la Regione Calabria faccia affiancare l’ispettore ministeriale da persone che comunque hanno avuto importanti ruoli dirigenziali nelle AS calabresi;
- alcuni incarichi di dirigenti nelle AS della Calabria, durante l’attuale legislatura regionale, sono apparsi ingiustificati e lasciano pensare a preoccupanti collegamenti con i settori della sanità di altre Regioni;
- appare, infatti, inspiegabile l’affidamento della principale Azienda Sanitaria calabrese, “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro, ad Antonio Palumbo, ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri e poi arrestato con l’accusa di corruzione e peculato nell’inchiesta “Lady ASL” sulla sanità romana;
- sempre tutto nel mentre è risaputo che il settore della sanità rappresenta in Calabria il business della ‘ndrangheta, la cui presenza traspare anche nell’AS n. 8 di Vibo Valentia dalla relazione dell’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione e che avrebbe, già da tempo, dovuto comportare il commissariamento di quella AS, così come richiesto dall’interpellante nei primi giorni dello scorso mese di novembre:
- quali motivazioni fanno ritenere la sola decretazione governativa dello stato di emergenza, idonea a sanare la situazione di degenerazione del sistema sanitario calabrese;
- se non ritengono necessario ed urgente avviare le procedure per il commissariamento dell’AS n. 8 di Vibo Valentia;
- se non ritengono, in aggiunta alla proclamazione dello stato di emergenza, commissariare l’intero settore della sanità regionale calabrese;
- se, alla luce del decennale commissariamento ambientale della Calabria ed alla luce, quindi, di un effettivo stato emergenziale che coinvolge quasi tutti i settori calabresi, non ritengano necessario commissariare l’intera Giunta regionale della Calabria.

On. Angela Napoli
Roma, 14 dicembre 2007

mercoledì 12 dicembre 2007

Il Governo commissaria la Sanità Calabrese e Loiero ... pensa a modificare lo Statuto per nominare un altro assessore

Il Consiglio dei ministri, nonostante le numerose denunzie da me rivolte attraverso atti ispettivi parlamentari, soltanto nella giornata di ieri e perché spinto dall’emotività conseguente alla morte della giovanissima Eva Ruscio, ha deliberato l’emergenza sanitaria della Regione Calabria. Il Governo nazionale ritiene così di essersi messo “la coscienza a posto” nei confronti di una Regione per la quale, nonostante le varie promesse, non ha mai ritenuto di mostrare la dovuta attenzione.
Nonostante da molteplici relazioni antimafia fosse emerso con chiarezza il business che in Calabria il settore della sanità rappresenta per la ‘ndrangheta e per gli uomini ad essa collusi, i Governi nazionale e regionale, fino a ieri, avevano preso provvedimenti poco incisivi. Si erano accontentati del commissariamento dell’AS di Locri, primo in Italia, senza minimamente intervenire sulla mancanza di controllo e sulle inefficienze dell’intero settore sanitario regionale ponendosi, peraltro, sulla coscienza le precedenti morti di due altri giovanissimi, Federica Monteleone e Flavio Scutellà, apparse da subito frutto del malverso e degenerato sistema sanitario regionale.
Da ieri, tutti soddisfatti dell’intervento governativo nazionale? Per nulla!
Come si può essere soddisfatti di un decreto che riguarda il solo settore della sanità in una Regione dove l’emergenza viene respirata in ogni aspetto vitale della collettività? Come mai il Governo nazionale si accorge dell’emergenza Sanità nel mentre non interviene sul mantenimento della relativa delega regionale da parte dello stesso Presidente Loiero, sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla turbativa d’asta, proprio nel settore della sanità calabrese? Non sarebbe forse corretto finalmente commissariare lo stesso Governatore della Calabria?
Peraltro, soltanto oggi, il Presidente Loiero dichiara che “ a Vibo, purtroppo c’è un problema legato anche alle infiltrazioni mafiose, un problema che ci viene segnalato da numerosi rapporti delle Forze dell’Ordine”, nel mentre per troppo tempo, probabilmente per accontentare il massimo rappresentante vibonese del suo Partito, ha accondisceso a nomine dirigenziali certamente non idonee a gestire situazioni così incancrenite. Per troppo tempo è mancato il controllo sui concorsi sanitari truccati.
Né penso possa essere ritenuta “vangelo” la relazione del Ministro della salute consegnata in Commissione sanità del Senato, laddove afferma che “ Il solo ospedale di Polistena possiede le potenzialità per fornire un livello accettabile di assistenza sanitaria…” .

VIDEO da Studio Aperto del 7 dicembre 2007 - ore 18,30

Mi sento di invitare il Ministro Turco a visitare personalmente tutte le strutture ospedaliere calabresi o a visionare il viaggio negli ospedali fantasma della Regione, offerto da “Studio Aperto”, e ad accertare quante morti immotivate sono avvenute nella struttura sanitaria di Polistena e quali inchieste giudiziarie pendono sulla stessa, prima di sottoscrivere relazioni il cui contenuto, in parte, non risulta veritiero. C’è ancora qualcosa che, a mio avviso, è troppo sottaciuto, anche in questo particolare momento, e che dovrebbe essere ricordato: il richiamo alle responsabilità del Governatore Loiero assunte con le nomine di alcuni dirigenti delle AS calabresi e che evidenziano strani connubi con la sanità del Lazio. Infatti, il Governatore Loiero dovrebbe spiegare il motivo dell’affidamento della principale Azienda Sanitaria calabrese, “Pugliese - Ciaccio” di Catanzaro, ad Antonio Palumbo, ex direttore generale, durante il governo regionale Storace, dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri e arrestato con l’accusa di corruzione e peculato nell’inchiesta “ Lady ASL” sulla sanità romana. Inchiesta che, guarda caso, nei giorni scorsi ha portato anche all’arresto del Sottosegretario di Stato alla Difesa del Governo Prodi, Marco Verzaschi, anche lui assessore con Storace, dimessosi dall’incarico governativo pochi giorni fa.
La dichiarazione dello stato d’emergenza sanitaria in Calabria dovrebbe portare a misure consequenziali, ma apprendo che il primo atto sarà quello della costruzione di quattro nuovi ospedali; la notizia viene data con enfasi dal Governatore calabrese, il quale non pensa però che l’attuale inefficienza di quasi tutte le strutture sanitarie potrebbe, nel frattempo, causare ulteriori tragedie e che tale attuale inefficienza non può certamente essere colmata con la sospensione di qualche medico del solo P.O. di Vibo Valentia.
Mi auguro, peraltro, che non corrispondano al vero le circolanti notizie dalle quali emergerebbe il tentativo del Presidente Loiero di ottenere una modifica dello statuto regionale, al solo fine di poter nominare un ulteriore assessore con delega alla sanità: le sue alchimie, rispettose delle esigenze degli attuali partiti di maggioranza, hanno distrutto la Calabria.
Credo sia proprio giunto il momento di dire “basta”: l’ostinazione e la spregiudicatezza di coloro che amministrano la cosa pubblica non possono prevaricare il doveroso rispetto per i cittadini calabresi.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma 12 dicembre 2007

lunedì 10 dicembre 2007

L'Assemblea Nazionale di Alleanza Nazionale del 9 dicembre: IL VIDEO

FINI, AN NON SI SCIOGLIE E NON CONFLUISCE IN PARTITO BERLUSCONI

Il leader di An all'Assemblea nazionale: "Unità su rispetto valori e strategia". Un minuto di silenzio per ricordare i caduti sul lavoro.

"Non esiste alcuna possibilità che Alleanza nazionale si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi. Non ci interessa la prospettiva di entrare in un indistinto partito della libertà". Questo uno dei passaggi dell'intervento del presidente di An Gianfranco Fini, durante l'Assemblea nazionale tenutasi a Roma. "Berlusconi - ha continuato il leader di An - dice che dobbiamo essere uniti, che non dobbiamo dividere il centrodestra. Ma chiedo: come dobbiamo garantire questa unità?
VIDEO PILLOLA (35 sec.) DA SKY TG24

L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

VIDEO - PRIMA PARTE

VIDEO - SECONDA PARTE

venerdì 7 dicembre 2007

Interrogazione parlamentare sulla LOCRIDE

Al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri della Giustizia, dell’Interno e dell’Economia
– Per sapere – premesso che:
- nonostante le numerose promesse profuse all’indomani dell’omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria, dottor Franco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre 2005, la locride rimane a tutt’oggi estremamente penalizzata;
- in data 18 luglio 2007, con atto ispettivo n. 4-04411, privo di risposta, l’interrogante aveva già chiesto l’intervento al fine di garantire l’efficienza all’interno del Tribunale di Locri nonché la salvaguardia della dignità e dell’immagine dell’intera Amministrazione della Giustizia;
- è dei giorni scorsi l’intervista rilasciata dal Presidente del Tribunale di quella città. Domenico Ielasi, con la quale vengono ribadite le denunzie relative allo stato di degrado in cui versa quella struttura giudiziaria;
- il Presidente Ielasi ha evidenziato, accanto alle note difficoltà di organico, le carenze dell’edificio (cadono pezzi di intonaco e di cornicioni), il degrado dell’archivio storico, dove sono custoditi numerosi fascicoli e la distruzione di diverse pratiche a causa delle infiltrazioni d’acqua;
- anche nel corso della trasmissione “W l’Italia diretta”, andata in onda il 17 luglio 2007 su RAI3, era emersa la situazione, preoccupante ed allarmante, del Tribunale di Locri;
- in quel Tribunale è in corso l’importante processo relativo all’uccisione del dottore Fortugno e la stessa interrogante, chiamata a deporre, ha avuto la possibilità di verificare lo stato di assoluto degrado nel quale versa l’intera struttura;
- la costruzione della nuova sede del Tribunale di Locri, dopo un blocco causato da negative informative antimafia che hanno coinvolto la ditta aggiudicatrice dell’appalto, è ripresa da pochi giorni, ma, naturalmente i tempi non saranno brevissimi;
- non sono state neppure avviate le iniziative, sempre promesse all’indomani dell’omicidio Fortugno, necessarie a garantire lo sviluppo economico della locride;
- quel territorio rimane attraversato dalla statale 106 (definita “strada della morte”) ed a tutt’oggi non è dato sapere di alcun lotto di ammodernamento in quel tratto interessato;
- la vecchia linea ferroviaria ionica continua ad essere penalizzata a causa di una insana politica di mancato ammodernamento della stessa e di soppressione treni, posta in essere da Trenitalia;
- non sono state in alcun modo incentivate le risorse del territorio, tra le quali gli scavi archeologici di Locri;
- così come denunciato nei giorni scorsi dai Sindaci dei Comuni di Siderno e Locri, è stata persino esclusa l’area urbana delle due località dalla programmazione strategico – operativa della Regione Calabria;
- del tanto proclamato “pacchetto Sicurezza”, i cui contenuti sono ancora del tutto inattuati, non è dato conoscere in che modo lo stesso inciderà sul territorio della locride;
- il tutto nel mentre diventa preoccupante la pressione esercitata dalla ‘ndrangheta, caratterizzata dall’instabilità delle varie cosche e da faide che mirano all’acquisizione del dominio sul territorio e nei traffici illeciti;
- sempre nella locride, negli ultimi anni si sono verificati numerosi omicidi e casi di lupara bianca, quasi tutti privi dell’individuazione dei responsabili:
- quali urgenti iniziative intendono attuare al fine di garantire l’efficienza e la struttura del Tribunale di Locri;
- quali urgenti iniziative, non più a livello di mero impegno, intendono avviare per garantire la sicurezza e lo sviluppo economico della locride.

On. Angela Napoli

Roma, 7 dicembre 2007

giovedì 6 dicembre 2007

INTERPELLANZA ai Ministri della SALUTE, dell'INTERNO e della GIUSTIZIA sulla MALASANITA'



La sottoscritta chiede di interpellare i ministri della Salute dell’ Interno e della Giustizia – Per sapere-Premesso che:
- in data 2 agosto 2007, con atto ispettivo n. 4-04678, ancora oggi privo di risposta, l’interrogante ha denunziato il caso di malasanità verificatosi nel mese di gennaio 2007 presso il Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, che ha causato la morte della sedicenne Federica Monteleone;
- a distanza di ben 11 mesi da quel decesso, avvenuto durante una banale operazione di appendicite, non è dato conoscere le responsabilità di quanto avvenuto ed i motivi per i quali la locale Procura non ha inteso sequestrare immediatamente la sala operatoria dove si è svolto l’intervento;
- neppure l’inchiesta interna ha prodotto alcun accertamento delle responsabilità;
- a tutt’oggi risulterebbero solo indagati l’anestesista ed un tecnico;
- il 5 dicembre 2007, nello stesso Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, durante un intervento per un ascesso alle tonsille, è deceduta la sedicenne Eva Ruscio;
- la giovane Eva pur essendo stata ricoverata nella giornata di lunedì 3 dicembre 2007, non avrebbe ricevuto le tempestive cure che il suo stato di salute richiedeva;
- nella notte tra il 29 e 30 ottobre 2007 è ancora deceduto, presso il P.O. “Bianchi – Melacrino- Morelli” di Reggio Calabria, a soli 13 anni, Flavio Scutellà, il quale dopo una banale caduta da una giostra, è stato costretto ad attendere, oltre 4 ore, un mezzo di soccorso per essere trasferito da un ospedale all’altro;
- dopo ognuna delle tragedie sopra elencate una Calabria attonita è stata costretta a subire inutili comunicati di cordoglio emanati dai rappresentati delle varie Istituzioni, anche nazionali, preposti ai controlli sia nel settore sanitario che in quello giudiziario;
- i familiari delle giovani vittime attendono sempre di lenire il dolore per la perdita del proprio figlio, con la conoscenza e l’individuazione di coloro che hanno causato tali tragedie;
- l’interrogante, in data 5 novembre 2007, con atto ispettivo n. 4-05484, privo di risposta, alla luce del contenuto della relazione del commissario anticorruzione, dalla quale emerge uno scenario di infiltrazione mafiosa nel P.O. di Vibo Valentia ed in altre strutture che fanno capo a quella Azienda Provinciale Sanitaria, ha chiesto l’avvio delle procedure necessarie allo scioglimento della stessa Azienda Sanitaria;
- l’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia era ancora rimbalzata alle cronache nazionali per l’inchiesta “Ricatto” , avviata dalla locale Procura della Repubblica, che ha riportato alla luce una storia di tangenti, apparati para- massonici, concessioni, abusi, ricatti e colletti bianchi ed il cui processo giudiziario sta andando avanti con eccessiva e “strana” lentezza:
- quali urgenti ed inderogabili iniziative intendano assumere, per i settori di competenza, al fine di giungere all’individuazione ed alla punizione delle responsabilità che sono alla base dei morti dei tre giovani calabresi;
- quali urgenti ed inderogabili iniziative intendano assumere per ridare alla Calabria un sistema sanitario idoneo a garantire la salute di tutti i cittadini.

On. Angela NAPOLI

Roma 6 Dicembre 2007

RISPETTO per Eva Ruscio

Nell’associarmi al dolore dei familiari della giovanissima Eva Ruscio, deceduta nella giornata odierna presso il Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, mi sento di chiedere un minimo di rispetto etico e morale a tutti coloro che sono responsabili di questa nuova tragedia che ha investito la Calabria. Le odierne dichiarazioni dei vertici istituzionali sono identiche a quelle rilasciate undici mesi fa dopo la morte della giovane Federica Monteleone, avvenuta nello stesso P.O. di Vibo, e per la quale ancora oggi si attende l’accertamento delle cause e delle responsabilità, peraltro da me denunziate in un atto ispettivo parlamentare, privo di risposta. Di fronte a simili ingiustificate tragedie occorrerebbe pensare il perché in questa martoriata Regione non pagano le colpe nemmeno coloro che, senza scrupolo alcuno, attentano la vita umana. Quali “poteri forti” o “logge deviate” governano anche l’intero sistema della sanità calabrese? E’ inutile far finta di chiedere l’accertamento delle verità, speculando peraltro sul dolore dei familiari, nel mentre si coprono le inefficienze e le responsabilità!

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 5 dicembre 2007

martedì 4 dicembre 2007

La GIUSTIZIA e il corporativismo di "Magistratura Indipendente"

Il simbolo della giustizia è rappresentato da una bilancia, ad indicare che “la legge è uguale per tutti”, alcune volte, però, parte della Magistratura tende a sbilanciare i due piatti e quando qualcuno osa chiedere di verificare i motivi di tale sbilanciamento, si grida all’”untore” . Quanto oggi pubblicato nel documento diramato dal gruppo di Catanzaro di “Magistratura Indipendente” ne è la chiara dimostrazione.
Premetto che trovo personalmente quanto meno strana la coincidenza dell’emanazione del documento di “Magistratura Indipendente” catanzarese, a distanza di un mese dalla presentazione della mia ultima interrogazione parlamentare sul Tribunale del Riesame di quella città, con il rigetto, da parte dello stesso Tribunale, di un ricorso della DDA riguardante un uomo politico.
Non posso che respingere l’accusa di “sconsiderata iniziativa” rivoltami, ritenendo del tutto legittimo, nel rispetto che le prerogative parlamentari mi consentono, di poter chiedere all’Organo competente se alcune notizie riportate sulle cronache nazionali, e che potrebbero anche essere frutto di decisioni legittime, risultino veritiere o meno. Credo, altresì, di poter essere libera di pensare che, qualora determinate notizie, (ribadisco riferite dalla stampa nazionale!), quale ad esempio la scarcerazione del boss Francesco Muto, risultassero assunte nel pieno rispetto della legittimità giurisprudenziale, sarebbe doveroso da parte del legislatore assumere iniziative di carattere normativo per assicurare maggiore rigore. Relativamente poi ad altre notizie riguardanti lo sblocco di alcuni conti bancari, mi duole evidenziare che quanto da me richiesto, quale attività di accertamento, è stato ripreso integralmente da un articolo pubblicato sul settimanale “Panorama” e non era stato oggetto di alcuna smentita fino alla pubblicazione della mia interrogazione parlamentare.
Ritenevo che il discorso fosse già chiuso dopo la mia replica alla Presidente del Tribunale del Riesame di Catanzaro, pubblicata il 14 novembre 2007, ma alla luce di questo nuovo documento, contenente persino la richiesta di intervento dell’Anm, mi duole constatare che in Calabria non si è nemmeno liberi di accertare da quale parte pende il piatto della bilancia della giustizia ed il vincolo viene posto da una Istituzione che, se non erro, non è sottoposta a provvedimenti disciplinari di sorta.
Non credo che tali forme di corporativismo facciano bene al sistema Giustizia né che aiutino i calabresi ad avere fiducia nelle Istituzioni!

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 4 dicembre 2007

"Risveglio Ideale" vicina alle Forze dell'Ordine

Ritengo doveroso esprimere la solidarietà politica ma anche umana di tutta la componente coordinata dall’on. Angela Napoli ma anche di tutti i cittadini onesti a quelle forze di polizia scese in piazza per manifestare un sacrosanto dissenso contro i tagli che la Finanziaria 2008 apporta al reparto sicurezza.
Anziché aumentare le risorse per un settore di vitale importanza nella lotta alla crimine, il Governo Prodi procede secondo canoni inversamente proporzionali: meno auto, meno soldi, chiusura delle scuole di polizia e blocco dei concorsi.
In questo modo il Patto per la Sicurezza firmato a giugno da questo Governo va a farsi benedire.
I dati sono allarmanti: nella sola Polizia di Stato verranno a mancare oltre seimila agenti nei prossimi quattro anni e questa Finanziaria stanzia risorse per l’assunzione di appena 1.300 agenti per i prossimi tre. Ecco i canoni inversi di cui dicevamo!
Ma non basta: mancano i soldi per il rinnovo contrattuale di categoria, non vi è traccia del provvedimento di riordino delle carriere e i nuclei anticrimine sono ridotti al lumicino.
Come non dare atto al segretario generale del Siulp che individua, quale unica elargizione promessa e mantenuta da questo governo, la commissione di inchiesta sul G8 di Genova.
Non c’è che dire: una bella assunzione di responsabilità da parte di un Governo che quotidianamente attraverso provvedimenti assolutamente scellerati, mortifica la dignità di uomini e donne che per appena 1.300 euro al mese sacrificano la propria vita per la sicurezza dei cittadini.
Un altro record di questo governo: fare scendere in piazza per la prima volta dopo 10 anni e per la prima volta in assoluto in modo straordinariamente compatto tutte le forze dell’ordine.
L’unica speranza è riposta in quegli emendamenti che An ha presentato in Parlamento ai fini del ripristino dei fondi da destinare al comparto sicurezza. Sarebbe già un’ottima cosa che i contributi di 69 milioni di euro relativi agli straordinari venissero reintegrati dopo che la Legge Finanziaria li ha ultradimezzati.
Ma non c’è da stare in allegria: questo governo ha dimostrato con i fatti che intende sconfiggere la criminalità a colpi di slogan vuoti ed ormai inflazionati.
Il guaio è che il cittadino onesto a fronte delle imposte sempre più onerose percepisci servizi prossimi assolutamente insufficienti e su tutto questo aleggia una sensazione di sicurezza molto più che precaria.

Il portavoce regionale della componente "Risveglio Ideale"
Dott. Giancarlo Catanea – giancarlocatanea@alice.it

domenica 2 dicembre 2007

Solidarietà alle Forze dell'Ordine



Esprimo la mia sincera solidarietà alle Forze dell’Ordine, oggi costrette a manifestare contro la legge finanziaria 2008 e contro la riforma del Welfare, che non prevedono risorse adeguate per mantenere gli impegni assunti nel settore sicurezza e che mortificano i Tutori della stessa. Sarebbe dovere di qualsiasi Stato democratico garantire prioritariamente coloro che, con sacrifici, disagi ed a rischio della propria vita, si spendono quotidianamente per assicurare la tutela dei cittadini. Ed invece l’attuale Governo, certamente succube di ideologie staliniste, nonostante gli impegni assunti con il “Patto per la Sicurezza”, non prevede finanziamenti adeguati per il rinnovo contrattuale delle Forze di Polizia, per la specificità del loro lavoro, per il riordino delle carriere e per la stessa funzionalità dei vari comparti. Non solo, ma la riforma del Welfare richiederà ulteriori sacrifici ai Tutori dello Stato, giacché prevede l’innalzamento dei limiti d’età, un trattamento pensionistico corrisposto in misura inferiore, il blocco delle assunzioni ed il loro lavoro non verrà nemmeno considerato “usurante”. Il tutto nel mentre l’Italia ha sete di sicurezza!

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 1 dicembre 2007