giovedì 30 ottobre 2008

L'interrogazione sulla Sanità calabrese e sull'Azienda Sanitaria di Crotone

Al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, al Ministro dell'Economia e delle Finanze
– Per sapere – Premesso che:

- l’intero settore della Sanità calabrese versa in una pesantissima situazione di degrado economico – finanziario, che rende difficile garantire l’effettivo diritto alla salute per tutti i cittadini;

- ad avviso dell’interrogante si renderebbe indispensabile inviare ispezioni ai sensi dell'art. 28 della Finanziaria per il 1999 e dell'art. 28 della Finanziaria per il 2003, in particolare presso le ASP di Crotone e Vibo Valentia per accertare le cause e le responsabilità del degrado citato, riscontrabili sia sotto l’aspetto delle strutture, della sicurezza e della salubrità delle stesse, e nonché sulla validità dei titoli e dei requisiti del personale che svolge la propria opera all’interno;

- ad esempio l’ASP di Crotone, al 31 dicembre 2006, registrava una perdita di quasi 34 milioni di euro, per la quale il collegio sindacale nell’esprimere un giudizio negativo ha richiesto l’attenzione e l’intervento della Giunta Regionale;

- la perdita del 2006, accomunata con quella degli anni precedenti, ammonta a circa 200 milioni di euro;

- peraltro dalle documentazioni si evidenziano grosse discrasie tra le perdite individuate dalla Corte dei Conti regionale e quelle trasmesse nel conto economico alla Regione;

- naturalmente l’esosità della perdita in carico all’ASP di Crotone è frutto, ad avviso dell’interrogante, di una mancata oculata gestione amministrativa, supportata da un mancato controllo nel merito da parte della Regione Calabria sull’attuazione del piano per il rientro del disavanzo;

- nonostante la deficitaria situazione la ex ASL n. 5, oggi divenuta ASP di Crotone, ha indetto ed espletato alcuni concorsi interni riservati per titoli ed esami, per complessivi 14 posti di dirigenti (n. 10 dirigente amministrativo, n. 3 di dirigente avvocato e n. 1 di dirigente architetto) ed ha, altresì nominato i vincitori;

- l’Ispettorato generale per gli ordinamenti del personale, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con nota prot. n. 114424 del 3 ottobre 2008, indirizzata al Collegio sindacale dell’ASP di Crotone, ha evidenziato perplessità sul citato concorso a causa della mancanza dei requisiti (a norma dell’art. 70 del D.P.R. n. 483/97) di ammissione al bando da parte dei concorrenti, alcuni dei quali risultano vincitori;

- il segretario provinciale Cisal Sanità di Crotone ha, altresì segnalato che nell’ASP in questione “è divenuta quasi prassi costante, in contrasto con le normative vigenti, che il personale facente parte dell’ASP di Crotone accumula ferie maturate negli anni e mai godute per far si che al momento del collocamento a riposo detti giorni di ferie maturati vengano contabilizzati e liquidati, senza che le leggi in materia lo consentano”:

- se non ritenga necessario ed urgente monitorare, attraverso un’adeguata indagine ispettiva e contabile, la gravità della situazione esistente nell’ASP di Crotone;

- quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per accompagnare l'opera di razionalizzazione della spesa sanitaria in Calabria e in particolare quali urgenti iniziative intendano assumere con riferimento alla pesante situazione che grava sull’ASP di Crotone.

On. Angela NAPOLI

Roma, 30 ottobre 2008

mercoledì 29 ottobre 2008

La sincera solidarietà ai Genitori di Flavio Scutellà

Voglio esprimere sincera solidarietà ai genitori del giovane Flavio Scutellà, morto un anno fa a causa della cronica mancanza di un’adeguata rete di interventi per l’emergenza sanitaria nella provincia reggina.
Trovo davvero assurdo e moralmente preoccupante, dover apprendere che i genitori di Flavio, Maria ed Alfonso, debbano ricorrere a simili gesti eclatanti per ottenere verità e giustizia sul dramma che ha sconvolto la loro famiglia. Così come reputo assurdo che la mancanza di accertamento delle responsabilità, continui a mantenere la garanzia dell’impunità di chi è chiamato quotidianamente ad adoperarsi per la salute, la sicurezza e la vita dei cittadini.
Nessuno potrà mai lenire il dolore dei familiari di Flavio, ma mi appare giusto che questi abbiano almeno la certezza di non vedere impuniti coloro che si sono resi responsabili di questo dramma.

On. Angela Napoli

Roma, 29 ottobre 2008

martedì 28 ottobre 2008

Cosa Fare? Dimissioni della Giunta Regionale della Calabria!

Trovo sconcertante che l’Assessore regionale alla Salute della Calabria, di fronte alla gravità nella quale versa il settore da lui guidato, piuttosto che produrre i necessari interventi, si premuri a criticare il mio operato .
L’Assessore Vincenzo Spaziante, soltanto da qualche anno è in Calabria e, pertanto, disconosce i critici interventi da me fatti sulle scelte che le varie Giunte regionali (comprese quelle composte dalla coalizione politica alla quale mi onoro di appartenere) hanno riservato alla sanità regionale. Ma nessun alibi è più consentito all’attuale Giunta regionale, il cui Presidente è ormai in carica da tre anni, durante i quali i cittadini calabresi sono stati costretti a registrare tragici fatti di malasanità, l’alternarsi di nomine di dirigenti e funzionari, alcuni privi di titoli specifici, nomine di commissioni la cui spesa dovrebbe essere resa pubblica, aumento del disavanzo della spesa sanitaria regionale.
E che i miei interventi in materia di sanità calabrese non siano strumentali, credo lo evidenzi il saggio comunicato del sen. Achille Serra, il quale ha avuto modo, grazie all’incarico affidatogli a suo tempo dal Ministero della Salute, di verificare personalmente il degrado assoluto nel quale versa la sanità in Calabria.
L’Assessore Spaziante osa chiedermi un suggerimento su “cosa fare”: non sono certamente la persona idonea a raccogliere tale sollecitazione!
Di fronte al degrado che ha portato un’intera Regione al commissariamento pressoché generale, forse le dimissioni di tutta la Giunta mostrerebbero un barlume di responsabilità e restituirebbero ai cittadini calabresi fiducia nelle Istituzioni!

On. Angela NAPOLI

Roma, 28 ottobre 2008

Amministrazione Comunale di Melito P.S. (RC): l'interrogazione al Ministro dell'Interno e la richiesta di nuovo accesso

Al Ministro dell’Interno

– Per sapere – Premesso che:

- il Consiglio Comunale di Melito Porto Salvo (R.C.) è stato sciolto per due volte (1991 e 1996), a causa di accertate infiltrazioni nell’Ente della criminalità organizzata;
- l’attuale Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, era in carica anche al momento del primo scioglimento del consiglio (1991);
- la città di Melito Porto Salvo è stata colpita, nel gennaio del 2008, dall’operazione “Onorata Sanità” che ha portato all’arresto, tra gli altri, del consigliere regionale Domenico Crea (ancora oggi in carcere), e che ha portato alla luce pesanti collusioni tra politica e ‘ndrangheta;
- nell’indagine che ha portato alla citata operazione “Onorata Sanità”, sono emersi favoritismi tra il Comune di Melito Porto Salvo ed il consigliere regionale Domenico Crea, relativamente al periodo dell’istruttoria per l’autorizzazione e l’accreditamento della “Villa Anya” (clinica privata sequestrata dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione in questione);
- durante l’audizione di Luigi De Sena, al tempo prefetto di Reggio Calabria, avvenuta il 30 gennaio 2007 in I^ Commissione della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di scioglimento dei consigli comunali, è stato riferito di una “verificata interferenza (della cosca Iamonte), una collusione evidente nell’ambito dello stesso comune di Melito Porto Salvo, ma anche nell’ambito del quarto distretto sanitario, relativo al contesto di Melito Porto Salvo “: motivo per cui era stato disposto l’accesso, che ha poi portato allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell’intera Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Reggio Calabria, nella quale era nel frattempo confluita anche l’A.S. di Melito Porto Salvo;
- sempre il prefetto Luigi De Sena, nell’ambito della citata audizione, ha proseguito affermando: “Il Comune di Melito Porto Salvo, in base al rapporto presentato a suo tempo dalla commissione d’accesso, avrebbe dovuto essere sciolto. ….Il Comune è stato sciolto già due volte, ma su tutto l’arco degli anni abbiamo avuto le stesse presenze…è un Comune che, peraltro, in primavera andrà alle elezioni e anche per questo motivo non è stato sciolto”;
- nella legislatura comunale cui faceva riferimento il prefetto De Sena , il sindaco era sempre Giuseppe Iaria, già in carica durante il primo scioglimento del Comune di Melito Porto Salvo nel 1991;
- nelle elezioni della primavera del 2007 è stato riconfermato nella carica di Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo, sempre Giuseppe Iaria;
- ancora oggi stanno continuando a verificarsi nel Comune di Melito gravi inadempienze ed illegittimità che, ad avviso dell’interrogante, richiederebbero adeguati interventi di controllo;
- con nota prot. n. 1174/RS/12/6 del 4.12.2007 la Corte dei Conti di Catanzaro ha trasmesso al Sindaco del Comune di Melito la relazione relativa al rendiconto dell’esercizio 2006, elencando una lunga serie di irregolarità ed invitando a fornire chiarimenti ed alligazioni documentali entro il 12.12.2007;
- con nota prot. n. 1841/PS/62-2 del 25.06.2008 la Corte dei Conti di Catanzaro ha trasmesso al Sindaco del Comune di Melito la relazione relativa al Bilancio di previsione 2008, elencando una lunga serie di irregolarità ed invitando a fornire chiarimenti ed alligazioni documentali entro il 4.07. 2008;
- in data 28 luglio 2008 la Corte dei Conti di Catanzaro trasmetteva la deliberazione, assunta il 25 luglio 2008 contro il collegio dei revisori ed il Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo per non aver adempiuto a quanto previsto dall’ art. 1, comma 166, della legge 23 dicembre 2005 (legge finanziaria 2006), contravvenendo in tal modo ad un preciso obbligo di legge;
- soltanto nella seduta del Consiglio Comunale del 23 settembre 2008, e su esplicita richiesta di un consigliere comunale di minoranza , il Sindaco del Comune ha presentato le determinazioni alle tre deliberazioni della Corte di Conti;
- le irregolarità riscontrate dalla Corte dei Conti sono state sempre tenute nascoste al Consiglio Comunale della Città;
- sono state, altresì, denunziate, da un consigliere di minoranza alcune deliberazioni di Giunta, assunte in violazione delle norme vigenti e dei regolamenti dell’Ente Comune e qualche deliberazione sarebbe stata votata da un assessore, beneficiario della decisione assunta;
- il Comune di Melito Porto Salvo pur risultante inadempiente rispetto al dettato dell’articolo 53 del D.Lvo. n. 165 /01 per il 2006, ha affidato incarichi di consulenze e di collaborazione per il 2007 (vedi atto ispettivo dell’interrogante n. 4-00594 del 10.07.08; peraltro, qualcuno dei consulenti risulterebbe indagato nell’operazione “Onorata Sanità”:

se non ritenga di dovere autorizzare le procedure per un nuovo accesso al Comune di Melito Porto Salvo.

On. Angela NAPOLI
Roma, 28 ottobre 2008

lunedì 27 ottobre 2008

Sanità in Calabria: assurdo che la Politica abdichi alla Magistratura!

Nel plaudire all’iniziativa del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, dott. Mario Spagnuolo, per l’emanazione del provvedimento urgente di sequestro del P. O. di quella città, non posso non stigmatizzare l’incuria della Regione Calabria in un settore di vitale importanza per la salute dei cittadini tutti.
Il 21 dicembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha decretato lo stato di emergenza socio – economico – sanitaria nel territorio della Regione Calabria. La citata direttiva partiva dalle considerazioni sulle “condizioni di debolezza del sistema sanitario regionale, nell’ambito delle quali rivestono particolare rilievo le condizioni di inadeguatezza delle strutture sanitarie” e ravvisava “la necessità di procedere all’immediato avvio di interventi volti ad assicurare che il sistema sanitario – infrastrutturale della regione Calabria sia posto in grado di garantire e tutelare la salute pubblica e la sicurezza dei lavoratori del comparto sanitario”.
La decisione assunta questa mattina dal Procuratore Spagnuolo, certamente necessaria ed urgente alla luce delle risultanze delle indagini condotte dai Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, evidenzia l’incuria che la Regione Calabria ha continuato a mantenere nell’intero settore, pur se i tragici casi di malasanità che si sono verificati anche nel P. O. di Vibo, avrebbero richiesto urgenti interventi per garantire sicurezza e salubrità dovute ai cittadini.
E non posso, altresì, non ricordare sia gli allarmanti contenuti della relazione predisposta dalla specifica Commissione ministeriale, pubblicata sulla stampa regionale il 24 aprile 2008, nonché la bocciatura che, nel marzo del 2008, la Corte dei Conti regionale ha dato alla sanità calabrese, di fronte ai quali la Giunta regionale ha continuato persino a lasciare al loro posto funzionari e dirigenti del settore, privi di adeguati requisiti e titoli specifici.
Oggi siamo costretti ad assistere ai necessari provvedimenti di sequestro ed all’aumento del buco dell’intera spesa sanitaria regionale.
Come si vede, purtroppo, non era né strumentale né demagogica la richiesta di commissariamento dell’Assessorato regionale Sanità Calabria che, nel giugno del corrente anno, feci al Governo nazionale.
Trovo davvero assurdo che anche in materia di salute e sicurezza dei cittadini, la politica abdichi alla Magistratura!

On. Angela Napoli
Componente Commissione Giustizia

Taurianova, 27 ottobre 2008

domenica 26 ottobre 2008

Il Resto del Carlino: l'ampliamento della discarica di Poiatica Carpineti (RE)


BUFERA SULL’APPALTO DI POIATICA

"L’indagine su Ciampà era nota"
Ma a Reggio nessuno lo seppe

L'onorevole antimafia Angela Napoli si chiede come sia stato possibile appaltare i lavori della discarica alla ditta nonostante la negazione della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Crotone. Il caso finisce in Parlamento
Reggio Emilia, 24 ottobre 2008 -
"Le indagini che hanno portato all’operazione fatta dalla Procura di Crotone, denominata 'Black Mountain', sono iniziate nel 1999". Cioè tre anni prima che la ditta Ciampà Paolo srl di Crotone, coinvolta nella stessa inchiesta sui rifiuti tossici, vincesse regolarmente il 4 novembre 2002 l’appalto di Agac Spa da 1,9 milioni di euro per l’ampliamento della discarica di Poiatica di Carpineti.
Lo ricorda in una interpellanza presentata la deputata Angela Napoli (An). Lo confermano relazioni della Commissione Bicamerale sui rifiuti del 15 luglio 2003, appena pochi mesi dopo l’esito della gara d’appalto per la discarica reggiana. In tutti questi documenti si citano le indagini in corso sulla Ciampà. Nella seduta della Commissione d’inchiesta bicamerale della quale faceva parte anche il senatore della montagna Fausto Giovanelli si parla dell’audizione del 9 luglio 2003 dove “sono stati forniti dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Crotone notizie inerenti reati contro l’ambiente, trattati dalla sezione di polizia giudiziaria 'Nisa' e coprono un arco di tempo che va dal 1998 al 2002”.
Si prosegue: “Una prima indagine, tuttora in corso, si riferisce all’irregolare utilizzo di un materiale denominato 'conglomerato idraulico catalizzato' prodotto dalla società Pertusola Sud di Crotone, che avrebbe consentito alle ditte Craton Scavi Costruzioni Generali SpA e Ciampà Paolo srl l’approvvigionamento del predetto materiale da utilizzare come sottofondo per opere pubbliche”. Ed ancora. “Dai dati acquisiti risultano smaltiti in cantieri di proprietà 'Ciampà Paolo srl' altri kg 83.387.125. Smaltimento che ha comportato rilevanti utili e notevoli danni alle ditte concorrenti”.
L’on. Napoli, più volte membro della Commissione antimafia, interpella i ministri dell’ Interno, Ambiente e Giustizia e lancia gravi accuse sul comportamento del gruppo Ciampà sul territorio calabrese: "Negli anni scorsi alcuni appalti concessi al gruppo 'Ciampà' hanno portato all’accesso antimafia al Comune e alla Provincia di Crotone", scrive. Poi ricorda come "Le indagini che hanno portato all’operazione fatta dalla Procura di Crotone, denominata 'Black Mountain', sono iniziate nel 1999 e appare davvero inconcepibile che le relative risultanze siano emerse dopo così lungo tempo".
Poi la Napoli ricorda come il caso fu già denunciato nel 2003 e chiede “Quanti e quali Enti, nonostante la negazione della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Crotone, hanno continuato ad affidare incarichi a qualche ditta del gruppo Ciampà".

di Matteo Incerti

lunedì 20 ottobre 2008

L'interrogazione sulla notizia riservata della proroga della Commissione di Accesso al Comune di Gioia Tauro

Al Ministro dell’Interno
– Per sapere – premesso che:

- nella scorsa settimana è stata effettuata una importante operazione della DDA e della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Reggio Calabria, contro l’asse politico-mafioso che avrebbe gestito alcuni Comuni della Piana di Gioia Tauro;
- nella citata operazione sono stati arrestati, insieme al boss Gioacchino Piromalli ed al suo omonimo nipote (entrambi considerati ai vertici di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta calabrese), l’ex sindaco del Comune di Gioia Tauro con il suo vice ed il sindaco di Rosarno, questi ultimi tre con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa;
- l’indagine che ha portato all’operazione in questione ha evidenziato lo strapotere della cosca Piromalli esercitato su quel territorio: dallo svincolo autostradale alle società di servizi nel Porto, dal controllo sugli appalti alle varianti al piano regolatore ed ai programmi di sviluppo economico ed urbano;
- il Comune di Gioia Tauro è stato sciolto per infiltrazione mafiosa il 24 aprile 2008 e nel relativo decreto di scioglimento si parla di ingerenza della criminalità organizzata con pressanti condizionamenti destinati a compromettere la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento della gestione del Comune; il sindaco arrestato, Giorgio Dal Torrione, era in carica al momento dello scioglimento;
- non è la prima volta che il Comune di Gioia Tauro viene sciolto per infiltrazioni mafiose, già nel 1993 si erano riscontrate gravi anomalie nella gestione dell’Amministrazione comunale;
- nell’inchiesta dei magistrati della DDA di Reggio Calabria l’ex sindaco del Comune di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, viene descritto come “uno dei più insidiosi e pericolosi tra quei tristi personaggi della politica” che ha messo “il mandato del popolo a disposizione delle cosche mafiose”;
- sempre dall’inchiesta in questione emerge una preoccupante sponda tra l’ex sindaco del Comune di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, e qualche parlamentare, nel tentativo di cercare di ritardare le risultanze della Commissione d’accesso inviata per accertare proprio le infiltrazioni mafiose in quel Comune;
- il 21 febbraio 2008, riferisce la Polizia ai Magistrati, Dal Torrione avrebbe ricevuto “buone notizie” da Fabio, fratello dell’on. Maria Grazia Laganà, e componente della sua segreteria politica, attraverso un telefono intestato alla stessa onorevole;
- Fabio avrebbe chiamato l’allora sindaco Dal Torrione per riferirgli dell’avvenuta proroga (la sera prima) della Commissione d’accesso nel Comune di Gioia Tauro, anche se non si sapeva per quanti giorni, aggiungendo, peraltro, “bisogna stare con gli occhi aperti, comunque è un dato positivo altrimenti avrebbero già chiuso il discorso”;
- Dal Torrione completava la frase aggiungendo “se no ci avrebbero già fatto il culo a cappello di prete”, facendo chiaramente comprendere la soddisfazione della notizia;
- non basta, sempre il Fabio, fratello dell’on. Maria Grazia Laganà, vedova del dott. Franco Fortugno, Vice presidente del Consiglio Regionale, ucciso il 16 ottobre 2005, chiede anche al Sindaco Dal Torrione il reintegro in Giunta dell’assessore Nicola Zagarella (a suo tempo componente della segreteria di Franco Fortugno); l’esecutivo comunale era da poco stato sciolto dal primo cittadino e questi risponde al Fabio di “aspettare che si chiarisca il problema”;
- Fabio Laganà, al tempo della telefonata in questione, era anche componente di una delle strutture speciali del Consiglio regionale calabrese, carica lasciata solo dopo la pubblicazione della notizia relativa al contenuto della telefonata;
- all’interrogante appare davvero grave che il fratello di un parlamentare, in questo caso anche componente della Commissione parlamentare antimafia della precedente legislatura, peraltro attraverso l’utenza dello stesso parlamentare, tranquillizzi un Sindaco, sospettato di collusioni mafiose con una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta, circa l’avvenuta proroga della Commissione d’accesso e chieda, altresì, in un particolare momento di accertamenti, il reinserimento in Giunta di una persona:

- se non ritenga di dover avviare un’adeguata indagine interna al Ministero da Lei diretto per accertare chi ha fornito, ed a quale persona, la notizia riservata dell’avvenuta proroga (decretata solo la sera prima) della Commissione d’accesso nel Comune di Gioia Tauro.

On. Angela Napoli

Roma, 20 ottobre 2008

domenica 19 ottobre 2008

La Conferenza Stampa sulle vicende del Porto di Paola

Dal TGR Calabria del 18 ottobre 2008



Paola Ieri la conferenza stampa dell'on. Angela Napoli sui retroscena legati alla società "Cinabro"
Il Pdl getta ombre inquietanti sulla costruzione del nuovo porto
La parlamentare del Pdl: «Se il sindaco non risponde intervenga la magistratura»

Marta Perrotta
Se l'Amministrazione non ha intenzione di fornire risposte esaurienti, allora ci pensi la magistratura a dare alla città tutte le risposte agl'interrogativi che scaturiscono dalla vicenda porto.
È stata un fiume in piena, l'onorevole Angela Napoli, che ieri pomeriggio ha parlato per circa un'ora di porto, finanziamenti pubblici fantasma, passaggi amministrativi poco chiari, società di capitali dalla composizione oscura. La parlamentare del Pdl ha così raccolto – sebbene indirettamente – la sfida che l'Amministrazione Perrotta le aveva lanciato nei giorni scorsi, quando la maggioranza si era rifiutata di rispondere in consiglio comunale alle interrogazioni avanzate dal gruppo dell'opposizione di centrodestra. La minoranza del Pdl, carte alla mano, aveva sollevato una serie di dubbi sull'affidamento dell'opera pubblica più grossa attualmente in discussione, alla Cinabro spa, divenuta socio di maggioranza della Porto dei Normanni grazie all'acquisizione delle quote della società che nel 1999 aveva vinto l'appalto, la Sider Iteras. «Non posso intervenire in un consiglio comunale – ha spiegato la Napoli – tanto meno per rispondere del mio operato in Parlamento. Me lo impedisce il regolamento, che ne fa espresso divieto. E poi il mio compito è quello di interloquire con i ministri competenti». Mentre, a proposito di sfide, il consigliere Ernesto Trotta ha rilanciato, invitando il vicesindaco, Piero Lamberti, a un pubblico confronto «per discutere di quelle carte che in assise comunale non hanno voluto nemmeno guardare».
Per l'ex vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, ma anche per gli esponenti locali del partito di Berlusconi – che il coordinatore di An, Mimmo De Rosa ieri pomeriggio ha invitato a tornare al Sant'Agostino per continuare a svolgere il proprio ruolo di controllo – «la mia assenza dal consiglio comunale è stato solo un alibi. La verità è che non si vuole discutere, non si vuole dare conto alla città di quanto sta accadendo. E questa è dittatura».
A destare perplessità è la composizione societaria del nuovo partner privato della Porto dei Normanni. «Chi è questo signor Antonio Mosetti, amministratore delegato della Cinabro? – si è chiesta la Napoli – Come è stato individuato quale nuovo socio? Quali referenze ha?». E ancora, dalle visure camerali della Cinabro sono spuntati nomi di imprese e personaggi stranieri, una pista che conduce in Congo e addirittura a Panama, noto paradiso fiscale. «Non possono farla franca – ha affermato la deputata Pdl – I ministri potranno rispondere su documenti, sulle autorizzazioni, sul finanziamento Cipe. Ma non sulla legittimità di questa operazione. È per questo che riteniamo che sia arrivato il momento che altre istituzioni prendano in mano le redini della situazione». Sulla stessa lunghezza d'onda anche il consigliere regionale Tonino Pizzini, che ha affermato che «a questo punto la politica deve fare un passo indietro». Dubbi e sospetti nascono «proprio dal loro atteggiamento reticente», come hanno affermato tanto la Napoli quanto Pizzini. Un atteggiamento che, per la parlamentare «sembra scaturire da un senso di colpa». Sia chiaro, però: può anche darsi che sia tutto in ordine. «Ma allora perché questa chiusura? – ha affermato – Noi chiediamo solo che sia fatta chiarezza perché per esperienza sappiamo che le infiltrazioni mafiose sono più facili proprio laddove ci sono ombre. E ci auguriamo che il porto, che anche noi vogliamo fortemente, nasca libero da qualunque ombra».

giovedì 16 ottobre 2008

L'arresto di Antonio Pelle: un importante tassello nel contrasto al crimine organizzato

Un ulteriore importante tassello nel contrasto al crimine organizzato è stato messo in atto questa mattina dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, coordinati da Renato Cortese e dal Questore Santi Giuffrè, i quali con l’ausilio degli uomini dello Sco, sono riusciti a catturare il boss Antonio Pelle, capo della cosca Pelle-Vottari di San Luca. La cattura di Antonio Pelle, frutto di pregevole capacità investigativa, pone fine ad una latitanza, divenuta ancora più preoccupante dopo la strage di Duisburg, gestita peraltro vicino a casa e con i noti confort.
Ritengo che i risultati conseguiti, in particolare in questi ultimi giorni, dalle Forze dell’Ordine tutte e dalla DDA di Reggio Calabria, sull’intero territorio della provincia reggina, contribuiscano a sensibilizzare positivamente i cittadini tutti, chiamati, alla luce della fattiva presenza dello Stato e dello sforzo che si sta ponendo in essere contro la ‘ndrangheta, ad unirsi nel combattere questo male che fino ad oggi ha impedito lo sviluppo legale della Calabria .

On. Angela Napoli
Componente Commissione Giustizia

Roma, 16 ottobre 2008

martedì 14 ottobre 2008

Il Tempo: l'intervista sugli arresti nella Piana di Gioia Tauro


L'intervista Angela Napoli (Pdl):

«Dopo la camorra ora il governo pensi alla Calabria»

«Ma gli arresti non risolvono il problema»

Fabio Perugia
f.perugia@iltempo.it

Angela Napoli ha fatto della lotta alla 'ndrangheta la sua missione. La sua battaglia. Vive da cinque anni sotto scorta. Eletta deputato in Calabria con il Pdl, abita a dieci minuti di strada dalle case dove risiedono i Piromalli.

Onorevole Napoli, il rapporto politica-'ndrangheta ormai non è una novità. «Certo, solo che le collusioni tra queste due forze nel frattempo si sono fortemente saldate».

Quanto questi arresti aiutano a risolvere il problema? «Non risolvono assolutamente il problema perché gli accordi tra queste due forze hanno un raggio più ampio. Queste sono operazioni di prevenzione che richiamano l'attenzione al problema, ma in Calabria questi arresti mettono fine a poco».

Silvio Berlusconi è convinto che oggi la criminalità si può sconfiggere. L'Italia ha i mezzi? «Sì. Le intenzioni di Berlusconi sono positive ma non è solo questione di mezzi bensì di volontà e di valutazione delle organizzazioni. L'attuale governo sta facendo bene a prendere di petto la situazione della camorra, ora però è necessario farsi avanti con l'organizzazione più radicata, con le maggiori potenzialità economiche e che riesce a penetrare in varie parti del mondo oltre che gestire i rapporti con le altre organizzazioni nazionali e internazionali: bisogna lavorare sulla 'ndrangheta».

Il Parlamento cosa può fare? «Ritengo che oggi nessuno debba più fingere di non conoscere e nascondersi dietro i "fantomatici" protocolli per la legalità. Il legislatore deve urgentemente rivisitare sia la legge sullo scioglimento degli Enti locali per infiltrazione mafiosa, non idonea a infrangere le collusioni tra funzionari e mafiosi, sia l'attuale normativa sulle certificazioni antimafia, ormai pesantemente aggirata dagli stessi mafiosi»

Quanti altri casi ci sono come quello di Gioia Tauro? «Tanti».

Ci può indicare qualche paese «a rischio»? «Non saprei. Io starei molto, ma molto, attenta al Vibonese».

lunedì 13 ottobre 2008

Gli arresti e il particolare momento della Piana di Gioia Tauro

Sento grandi apprensione e preoccupazione per questo particolare momento vissuto nella Piana di Gioia Tauro. Gli omicidi e gli arresti dei mesi scorsi, gli arresti di questa mattina, i contenuti delle relazioni antimafia e le diverse indagini evidenziano la pervasivita e la potenzialità delle cosche della ‘ndrangheta di quel territorio. È ormai palese la capacità degli uomini della ‘ndrangheta di penetrare nelle Istituzioni, ancora non tutte pronte e capaci a fare da scudo a tale penetrazione.
Ritengo che oggi nessuno debba più fingere di non conoscere e nascondersi dietro i “fantomatici” protocolli per la legalità. Il legislatore deve urgentemente rivisitare sia la legge sullo scioglimento degli Enti locali per infiltrazione mafiosa, non idonea ad infrangere le collusioni tra funzionari e mafiosi, sia l’attuale normativa sulle certificazioni antimafia, ormai pesantemente aggirata dagli stessi mafiosi.
Pur recependo la capacità estensiva che la cosca Piromalli ha acquisito a livello internazionale per la gestione delle sue illecite attività, credo non vada assolutamente sottovalutata la potenzialità che questa cosca, insieme a quella delle altre cosche della Piana di Gioia Tauro, esercita su tutto il territorio tirrenico reggino, forse per troppo tempo lasciato pressoché immune da adeguate indagini in merito.

On. Angela NAPOLI

Ginevra, 13 ottobre 2008

lunedì 6 ottobre 2008

L'Interrogazione sulle intimidazioni agli Amministratori di Taurianova (RC)

Al Ministro dell’Interno
–Per sapere – Premesso che:

- da circa un mese nella Città di Taurianova (R.C.) si sta vivendo un preoccupante clima di tensione;
- si susseguono atti intimidatori nei confronti dei componenti dell’attuale Giunta comunale, in carica dall’aprile del corrente anno 2008;
- una quindicina di giorni fa l’auto del Sindaco, dott. Domenico Romeo, è stata bersaglio di diversi colpi di pistola;
- dopo due giorni, sempre al Sindaco del Comune, è stata fatta recapitare una lettera minatoria con proiettile;
- alla fine di un Consiglio comunale aperto sul tema della criminalità, un assessore, Francesco Demarco, ha trovato la sua auto, parcheggiata nei pressi dell’aula consiliare, con le gomme tagliate;
- ancora prima di questi episodi, è stata incendiata la macchina di un dipendente comunale, cugino del Sindaco;
- durante la notte ultima tra sabato e domenica scorsi sono state tagliate due gomme dell’auto del vicesindaco, Francesco Terranova, ed in un sacchetto di plastica attaccato alla maniglia dello sportello dello stesso autoveicolo sono stati rinvenuti una cartuccia di fucile ed una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile;
- la Giunta Romeo sta amministrando con grandi difficoltà, poiché ha ereditato una situazione di paradissesto finanziario, come comprovato dalle relazioni della Corte dei Conti e del Commissario Prefettizio, che ha gestito il Comune di Taurianova per alcuni mesi:

- quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di garantire la sicurezza degli Amministratori del Comune di Taurianova;
- quali urgenti iniziative intenda, altresì, assumere per favorire un sollecito sviluppo delle indagini, utili ad assicurare alla giustizia i responsabili di tali vili e condannabili atti intimidatori.

Roma, 6 ottobre 2008
On. Angela NAPOLI

venerdì 3 ottobre 2008

La Conferenza Stampa su "Crotone Città Esplosiva"

Federazione Provinciale di Alleanza Nazionale di Crotone
Venerdì 3 ottobre 2008

Dal TGR Calabria del 3 ottobre 2008




4 ottobre 2008

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4 ottobre 2008

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mercoledì 1 ottobre 2008

L'interpellanza sull'utilizzo delle scorie pericolose per l'edilizia a Crotone


Dal TGR Calabria del 1 ottobre 2008

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell’Ambiente, della Giustizia e dell’Interno

– Per sapere – Premesso che:

- nei giorni scorsi un’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone ha portato all’allucinante scoperta dell’utilizzo di 350 mila tonnellate di scorie pericolose per la realizzazione, tra l’altro, dei piazzali di tre scuole pubbliche di Crotone, i parcheggi di attività commerciali e la pavimentazione di una delle banchine del porto;
- su disposizione della Procura di Crotone sono state sottoposte a sequestro preventivo ben diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro;
- i materiali pericolosi sarebbero provenienti dall’industria “Pertusola Sud” di Crotone (chiusa alla fine degli anni 90 e di proprietà dell’ENI), che anziché farli smaltire in discariche specializzate, li avrebbe ceduti ad imprese di costruzioni e da queste sarebbero stati usati per vari lavori edili;
- sembra, altresì, che i materiali siano costituiti da altre scorie provenienti dall’Ilva di Taranto;
- le scorie utilizzate per i vari lavori sono costituite da una miscela di metalli altamente cancerogeni;
- dalle indagini è emerso che le società alle quali venivano cedute le scorie pericolose sono la “Crotonscavi Srl” e la “Ciampà Paolo” e queste utilizzavano l’approvvigionamento per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali;
- negli anni scorsi alcuni appalti concessi al gruppo “Ciampà” hanno portato all’accesso antimafia al Comune e alla Provincia di Crotone;
- le indagini che hanno portato all’operazione fatta dalla Procura di Crotone, denominata “Black Mountain”, sono iniziate nel 1999 e all’interrogante appare davvero inconcepibile che le relative risultanze siano emerse dopo così lungo tempo e, comunque, solo dopo il pensionamento di Franco Tricoli , già capo di quella Procura;
- la legge n. 426/1998 ed il D.M. n. 468/2001 hanno previsto, nell’ambito di una programmazione nazionale, la bonifica ed il ripristino ambientale del territorio crotonese, ma mai avvenuti;
- gli inquirenti hanno anche avviato le indagini per accertare l'eventuale inquinamento dei fondali marini dell’area antistante Crotone;
- nei giorni scorsi è stata data notizia della smagnetizzazione di un video relativo alle modalità di smaltimento delle scorie tossiche in questione, depositato presso la Procura di Crotone;
- nel 2003 anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti aveva denunziato l’inquinamento derivante proprio dall’ex Pertusola di Crotone ed aveva trasmesso la relativa relazione alla Procura della Repubblica di quella Città:

- quanti e quali Enti, nonostante la negazione della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Crotone, abbiano continuato ad affidare incarichi a qualche ditta del gruppo Ciampà;
- se la ditta Ciampà è risultata aggiudicataria di altri appalti in Calabria, al di fuori del territorio crotonese;
- se siano riscontrabili legami tra le ditte del gruppo Ciampà e quelle del gruppo Vrenna di Crotone, queste ultime impegnate nella raccolta di rifiuti;
- quanti finanziamenti siano stati stanziati ed elargiti negli anni passati per il risanamento ambientale dell’area industriale dell'ex Pertusola Sud e come siano stati spesi;
- se corrisponde al vero che soltanto nella scorsa settimana la Syndial, società incaricata, ha presentato, nella sede dell’Assessorato regionale all’ambiente, il progetto di disinquinamento dell’ex Pertusola Sud di Crotone;
- se corrisponde al vero che l’intervento di disinquinamento prenderà il via solo tra il 2009 e il 2010 e si protrarrà fino al 2020;
- se e quali altre società hanno avuto l’incarico di disinquinamento e bonifica negli anni precedenti e quali siano i motivi per i quali non hanno espletato l’incarico stesso;
- quale sia stata l’attività ed il controllo nel merito da parte del Ministro dell’Ambiente del Governo della precedente legislatura;
- quali siano stati gli interventi ed i controlli fatti dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, in carica ormai da oltre dieci anni;
- quale sia il livello di attuazione del contenuto dell’ordinanza del Ministro dell’Interno , n. 3149 del 1 ottobre 2001;
- se sia stato elargito e come sia stato speso il finanziamento, previsto nel 2002-2003, per la bonifica ed il ripristino ambientale del sito della Pertusola di Crotone, a norma della legge n. 468/2001, con D.M. 26.11.2002;
- se il ministro della Giustizia non ritenga di dover avviare un’adeguata indagine presso la Procura di Crotone che, fino al 16 agosto 2008, aveva a capo il procuratore Franco Tricoli, oggi “trust” delle società del gruppo Vrenna, al fine di accertare, tra l’altro, se risultino iscritte in quella Procura tutte le notizie di reato e quali siano state le motivazioni che hanno dilatato i tempi delle indagini per ben nove anni;
- se, alla luce delle potenzialità delle cosche della ‘ndrangheta crotonese, emergano gli interessi delle stesse anche nella gestione delle scorie pericolose in questione;
- se non ritengano di assumere iniziative normative dirette a rivisitare le norme del codice penale per aggravare le pene per i reati di carattere ambientale.

On. Angela NAPOLI

Roma 1 ottobre 2008