lunedì 30 settembre 2013

Naxoslegge…la legalità - Donne contro la mafia.




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Donne contro le mafie e per la legalità: Marinella Fiume, Carolina Girasole, Angela Napoli,  Maria Teresa Colica, Rosanna Fichera, Lina Savona, ha coordinato l'incontro Mirella Mascellino.

Una foto che è impegno, notizia, cronaca, che parla di legalità e di futuro. Tanti di questi scatti rappresentano quest'edizione di Naxoslegge, il festival della lettura e della cultura, appena conclusosi.
Scatti che parlano di carcere, mediterraneo, democrazia, popoli e populismo, storia e culture, di scrittori e scritture di arte e "parole".
L'incontro rappresentato nella foto si è tenuto a lido naxos giovedì 26 settembre per la sezione "Naxoslegge .. la legalià", in quel contesto anche la presentazione di "Posto Occupato", la messa in scena, con i ragazzi di ActorGym di "Ferite a morte" di Serena Dandini, la presentazione del libro “La rivolta dei dittatoriati” – Mesogea - scritto da Ouejedane Mejri e Afef Hagi che racconta la rivolta in Tunisia e la proiezione del film documentario "Donne. Sud e mafia" di Maria Grazia Lombardo e Pina Mandolfo.
Nella foto: Donne contro le mafie e per la legalità Merinella Fiume, Carolina Girasole, Angela Napoli,  Maria Teresa Colica, Rosanna Fichera, Lina Savona, Mirella Mascellino.

mercoledì 25 settembre 2013

Vergognosi interessi dietro il progetto della Centrale di Saline Joniche

La popolazione del Cantone di Grigione in Svizzera, chiamata alle urne per esprimere la  preferenza sul referendum ambientale, ha espresso la propria contrarietà alla partecipazione pubblica di investimento in centrali a carbone. Ne consegue che la società Repower, controllata per il 58%dal Cantone non potrebbe più partecipare al progetto del gruppo SEI per la costruzione della centrale a carbone che dovrebbe sorgere a Saline Joniche.
Il risultato del referendum svizzero viene in aiuto alle mie numerose denunzie parlamentari, fatte a partire dal 2008, tendenti ad evidenziare non solo il grave e dannoso impatto ambientale che la realizzazione della centrale comporterebbe su uno dei pezzi più belli della costa reggina calabrese, ma anche le anomalie e la mancanza di chiarezza che celano gli interessi che hanno portato la SEI a predisporre tale progetto, tra l'altro apparso molto superficiale fin dalla sua fase iniziale.
Il territorio di Saline Joniche,grazie alla presenza dell'ex Liquichimica, è stato per molti anni simbolo negativo di scelte miopi e di investimenti falliti e, pertanto, dovrebbe poter diventare simbolo positivo di uno sviluppo rispettoso della storia e del senso dei luoghi, capace di creare "buona" economia e lavoro pulito e di qualità: cosa impossibile con la costruzione di una centrale a carbone di oltre 1.200 Mw.
Che ci siano vergognosi interessi dietro il progetto in questione lo rivelano anche le ultime dichiarazioni della Repower,  la quale, nonostante l'esito referendario, confermerebbe i propri programmi. Interessi che vengono evidenziati anche da parte delle cosche della 'ndrangheta, così come emerso in qualche inchiesta della DDA reggina.
D'altra parte non va infatti sottaciuto che per la realizzazione della centrale di Saline sarebbe stata impegnata un' iniziale ingente cifra di un miliardo di euro, cui si aggiungerebbero 500 milioni di investimento per le infrastrutture, più 1,7 milioni all'anno per i costi di esercizio.
Se nonostante l'esito del referendum svizzero non si dovesse bloccare la Repower, rimarrebbe solo l'intervento della Magistratura chiamata, tra l'altro, a verificare come la SEI sia riuscita ad impossessarsi di parte dell'area dell'ex Liquichimica, area che per anni èstata fonte di speculazioni varie.
Non possiamo consentire che venga ulteriormente depredato, contro la nostra volontà, uno dei pezzi più belli della costa reggina calabrese.


    
                                         on.  Angela Napoli
                            Presidente Associazione "Risveglio Ideale"

Taurianova, 25 settembre 2013

mercoledì 18 settembre 2013

Vi racconto lo sfascio della sanità calabrese




Di  | il 18 settembre 2013 |

Lo sfascio della sanità calabrese è ormai sotto gli occhi di tutti e da ultimo è stato anche conclamato dalla ministra della Salute (PDL) la quale ha siglato la classifica relativa ai “Livelli essenziali di assistenza (Lea)” che pone la nostra regione nell’ultimo posto.
Purtroppo la sigla della ministra della Salute alla classifica relativa ai Lea suggella la situazione di sfascio più volte evidenziata al tavolo Massicci (Tavolo di verifica ministeriale), ma sempre sottovalutata dal Presidente della Regione Calabria, il quale da commissario ad acta, gestore e coordinatore degli interventi necessari per superare l’emergenza sanità regionale, ha continuato ad ostentare l’immagine di recupero del settore, flagellato invece da un’infinità di errori, di sprechi e di leggi illegittime. Errori e sprechi che continuano a riversarsi sui cittadini già gravati da una fiscalità la più elevata d’Italia.
Per non parlare dell’aumento della mortalità ospedaliera che evidenzia l’incapacità della gestione commissariale a garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi.
Tutti erano a conoscenza, persino il Ministero, delle criticità e delle gravi carenze presenti nel centro trasfusionale di Cosenza, rese pubbliche con la morte di Cesare Ruffolo, ma nessuno ha fatto nulla ed ancora oggi tutti i responsabili rimangono al loro posto, compreso il direttore dell’Azienda Sanitaria di quella provincia, marito di una consigliera regionale del PDL.
Il commissario ad acta Scopelliti continua a considerare il settore in fase di superamento dell’emergenza e lo fa elencando numeri la cui veridicità è di difficile verifica, ma che poco incidono sul piano di rientro sanitario, considerato che già nel primo semestre del 2013 si registra un disavanzo di 68 milioni, e che, ad ogni buon fine, nulla avrebbero a vedere con il diritto alla salute dei cittadini.
A fonte di ciò siamo costretti a leggere gli slogan apparsi su manifesti relativi ad una nuova campagna promozionale della sanità indetta dalla regione, assolutamente falsi e quindi fuorvianti.
È di qualche giorno fa ancora la denunzia di un cittadino per i ritardi di ben tre ore e mezza dell’ambulanza per trasportare il proprio padre da Gioia Tauro a Polistena: altro che buona sanità!!
Il diritto alla salute dei cittadini non può continuare ad essere barattato con scelte di suffragio elettoralistico, per questo motivo sono più che mai convinta che al più presto l’intero sistema sanitario nazionale debba essere sottratto alle scelte e alla volontà del mondo politico e che da subito il governo nazionale revochi l’incarico di commissario ad acta al Presidente Scopelliti, il quale già aveva destato non poche perplessità riservando per sé, fin dall’inizio del suo mandato, la delega dell’assessorato regionale alla sanità.
Non si può continuare a fare carriera politica mettendo in gioco la vita umana!