domenica 8 novembre 2015

Emergenza Sanità in Calabria




Emergenza Sanità in Calabria, 
intervista ad Angela Napoli
Susanna Camoli novembre 8, 2015 


Intervista all’ On. Angela Napoli, Consulente Commissione Parlamentare Antimafia e Presidente Risveglio Ideale sull’ emergenza Sanità in Calabria, sugli sprechi e i buchi di bilancio sui quali ancora non abbiamo chiarezza.

Torniamo a parlare di sanità in Calabria, ci può spiegare cos’ è la società Kpmg? Società che gestisce i soldi della sanità calabrese e, come la stessa deputata 5stelle Nesci, di recente ha fatto notare, in un’interrogazione rivolta ai ministri dell’Economia e della Salute: “ad oggi non abbiamo dati precisi dal revisore dei conti Kpmg, nonostante finora abbia ricevuto circa 3 milioni all’anno”. Cosa sta succedendo? Pensa sia vero che tutto sia “oscurato e taciuto” dalle istituzioni?        
Prima di entrare nel merito delle risposte alle sue cortesi domande penso sia opportuno fare un pò di storia sul commissariamento del settore sanità in Calabria.
Il Governo Prodi, in data 11 dicembre 2007, ha dichiarato lo “stato di emergenza socio-economico-sanitaria” in Calabria “ per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale nonché all’inadeguatezza delle strutture”. Da allora la Regione Calabria ha continuato pressoché a disattenzionare i vari punti di criticità che hanno portato alla dichiarazione dello stato di emergenza; mi riferisco ai mancati e adeguati controlli sulla spesa sanitaria, alla mancanza dell’approvazione di un piano sanitario regionale utile a garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini, all’impunità di coloro che hanno commesso errori e responsabilità accertate, al controllo dell’esorbitante spesa ai privati, alle nomine di dirigenti privi di responsabilità e, a volte, dei titoli necessari, ai numerosi casi di malasanità che hanno portato anche al decesso di giovanissime vittime. Per non parlare dei bilanci prodotti prima dalle Aziende Sanitarie Locali e successivamente dalle Aziende Sanitarie Provinciali, che hanno evidenziato talvolta carenze anche rispetto alle norme basilari del codice civile, incompletezze ed incoerenze tra le loro diverse parti e profonde incertezze sull’effettiva situazione finanziaria delle singole Aziende e del sistema sanitario regionale nel suo complesso.
Da quanto esposto si evince chiaramente quale fosse la situazione sanitaria calabrese e quanto la stessa risultasse incancrenita fin dal 2007. Voci di corridoio, riportate anche dalla stampa regionale, riferivano che l’iniziale Piano di rientro per il risanamento del deficit sanitario del giugno 2009 sarebbe stato elaborato a Roma da Agenas e Kpmg e non dall’apposita speciale Commissione insediata in Calabria. E nel mentre veniva approvato quel Piano di rientro, che comportava già pesanti oneri a carico dei cittadini calabresi, la Giunta regionale del tempo continuava a definire acquisizioni di prestazioni ospedaliere da strutture private nonché transazioni dei crediti pregressi delle case di cura. E tutto avveniva nel mentre la Kpmg non aveva definito la esatta quantificazione del debito sanitario, dato necessario per individuare gli interventi utili a bloccare gli sprechi che avevano causato l’indebitamento. La Kpmg mi risulta non avesse definito la esatta quantificazione del debito sanitario neppure quando il nuovo Presidente della Giunta regionale, nel 2010, ha definito un ulteriore Piano di rientro. Ricordo che la Kpmg è la società leader a livello globale anche nei servizi di consulenza a beneficio delle regioni che presentano deficit sanitari e che appunto presta servizio di revisione e organizzazione contabile in tale settore. Ho fatto una lunga premessa nella risposta alla sua domanda, ma reputo importante evidenziare che appare chiaro come la permanenza dell’emergenza sanitaria in Calabria non può che favorire il fatturato della società Kpmg. Che ci siano importanti interessi della società Kpmg sulla permanenza in Calabria dell’emergenza sanitaria appare anche dal fatto che, ad oggi, non è dato conoscere cifre reali sul dissesto sanitario in Calabria, tantomeno avere contezza delle attività svolte in merito all’affidamento dell’incarico nel settore e alle retribuzioni elargite dalla Regione.
Ancora una volta i conti non tornano e ne pagano le spese la sanità e i cittadini, da recenti indagini risulta che la Kpmg non abbia “notato” il buco di mezzo miliardo all’Asp di Reggio Calabria e da Roma invece si parla di “ripresa” e si fa finta di niente. Lei si è occupata sempre e ormai da troppi anni di questo tema, infatti riporto un pezzo di un suo atto risalente al 2009: “il Presidente della Regione Calabria, il quale, peraltro, detiene da mesi la delega al settore della salute, anche nell’inutile tentativo di predisporre un impossibile piano di rientro dal pesante buco finanziario, la cui cifra reale rimane estremamente esosa ma non definita, alla domanda del cronista ha dichiarato, tra l’altro, di non sapere neppure quanti sono i presidi ospedalieri calabresi che risultano a «norma», ha continuato a ribadire che lui fa politica e di fronte ad immagini di strutture sanitarie vuote o eccessivamente colme di personale, si è vantato di avere avviato la programmazione per la costruzione di quattro nuove strutture”. Com’ è la situazione ad oggi?
Trattiamo ora il “buco” all’ASP di Reggio Calabria, dove sarebbero “scomparsi” circa 400 milioni di euro, ma nulla è stato relazionato in merito dalla Kpmg e, secondo l’ex Commissario dell’Azienda, dott. Santi Gioffrè, l’advisor Kpmg si limiterebbe “a una succinta elencazione delle inefficienze aziendali e a un generale riepilogo delle azioni da intraprendere, senza indicare, allo stesso tempo, le modalità operative e la tempistica di attuazione previste nonché, soprattutto, le risorse umane e materiali da destinare”. Naturalmente, però, le mancanze, sulle quali sarebbe opportuna un’adeguata inchiesta della Magistratura, almeno di quella contabile, non sono solo attribuibili alla Kpmg, ma anche alla Regione Calabria, se è vero che il Ministero dell’Economia e Finanza (Mef) aveva intimato alla nostra Regione di risolvere le gravi anomalie dell’ASP di Reggio Calabria e delle altre ASP della Calabria. Alla luce di quanto sopra oggi purtroppo permane un grave disagio per i cittadini calabresi, i quali, oltre agli ingenti oneri finanziari a cui sono chiamati per contribuire al pagamento dei debiti nel settore della sanità, non vedono garantita la minima assistenza e quindi il loro diritto alla salute. Sono stati chiusi importanti Presidi Ospedalieri senza alcuna programmazione adeguata. Si è voluto puntare alla costruzione di quattro nuove strutture ospedaliere, con un ulteriore aggravio di spesa, senza pensare a come e se verranno riutilizzati tutti gli ospedali chiusi o quelli costruiti a tal fine e mai aperti (Gerace, Rosarno, ecc.). Personalmente sono molto preoccupata per la presenza dei Commissari Scura e Urbani, i quali, gestendo il settore in pieno disaccordo con il Presidente Oliverio, non potranno mai garantire una reale efficienza sanitaria. D’altra parte ritengo che senza un’effettiva conoscenza del disavanzo nel settore, non si possa predisporre un vero Piano di rientro che punti sul taglio degli sprechi e sulla garanzia dell’assistenza sanitaria per tutti i cittadini calabresi.
In una precedente intervista abbiamo parlato dei lodi arbitrali, di soldi pubblici “sprecati” e opere mai compiute. Si sa che, il problema sanità in Calabria è ormai gravissimo. Qual’ è il rapporto tra la sanità pubblica e quella privata? Perché leggiamo sempre delle due sfere come se fossero connesse e gestite dai ”soliti noti”?
Il rapporto tra sanità pubblica e privata non è mai stato esemplare in Calabria, a mio avviso, a causa dei favoritismi politici che hanno portato ai vari interventi nei due settori. E’ mancata innanzitutto l’efficienza della sanità pubblica, per cui quella privata ha avuto “gioco facile”. Non c’è mai stata effettiva chiarezza relativamente ai criteri con i quali è avvenuta l’assegnazione dei budget. E’ chiaro poi che l’incancrenita situazione sanitaria calabrese si ribalta sia sulla sanità pubblica che su quella privata. Su entrambe più volte la Magistratura contabile ha evidenziato molte criticità. A mio avviso sono mancate nel tempo, ed ancora oggi, gli interventi della Magistratura ordinaria per colpire gli sprechi, la scelta delle strutture private da convenzionare, i lodi arbitrali, ed altro. Occorre prendere atto che la sanità tutta è il settore più produttivo, dal punto di vista elettorale, per molti politici calabresi e come tale non può che essere gestito solo a tal fine. Ma è anche uno dei settori business per la ‘ndrangheta. Forse qualcosa potrebbe cambiare solo se il settore sanità verrà sottratto alle sfere della politica per essere gestito interamente dal personale esperto della materia.
Questa giunta regionale e lo stesso presidente, sin dall’ inizio non ha smesso di far affondare sempre di più la nostra regione, e sembra sia tornato l’ immobilismo. Qual’ è ad oggi la sua considerazione del lavoro svolto o “non” svolto? Le ripropongo, ahimè, la solita domanda, vede soluzioni e una via d’ uscita da questo tunnel?
Ad un anno dall’ultima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria non mi sembra di poter intravedere nulla di positivo in merito alla soluzione delle nostre emergenze, purtroppo riscontrabili in ogni settore. Siamo stati costretti ad assistere ad alternanti assegnazioni di poltrone ed incarichi e, purtroppo, ad un unico risultato: la Calabria è la regione più povera d’Italia, dove si registra il tracollo dell’occupazione e nessun segnale di ripresa rispetto al resto d’Italia. Ma ciò non interessa più di tanto a coloro che ci governano, anche a livello nazionale, se è vero com’è vero, che il Presidente del Consiglio dei Ministri, proprio ieri, anziché premurarsi a far ratificare la richiesta di calamità naturale per la Calabria, che ha provocato persino due vittime, ha dato la sua disponibilità alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, coadiuvando così anche la permanenza e l’ulteriore sperpero di denaro per la Società “Ponte di Messina”.

sabato 17 ottobre 2015

“BUON COMPLEANNO DODO’ “

A Crotone, mi sono state conferite targa e tessera di Socio Onorario  
dalla neonata Associazione “DODO’ GABRIELE” .






Quest’anno, alla sua VII edizione, la giornata della legalità “BUON COMPLEANNO DODO’ “ 
dedicata al piccolo DODO’ GABRIELE -  ucciso a meno di 11 anni di età dalla ‘ndrangheta e che oggi compie 17 anni - la GIORNATA DELLA LEGALITA’ è stata organizzata dalla  neonata Associazione “DODO’ GABRIELE” insieme a LIBERA Crotone e LIBERA Calabria.

Crotone, lì 17 ottobre 2015 

venerdì 9 ottobre 2015

Ospite di "SOTTO PROCESSO"



Ospite il 9 ottobre insieme 
all’On. Sebastiano  Barbanti
della trasmissione “SOTTO PROCESSO” 

   

condotta da PIERA DASTOLI,
dagli studi di City One TV.

il link per vedere il video





  


giovedì 1 ottobre 2015

Intervista: "Sui lodi arbitrali e il poltronificio calabrese"


Intervista: L'On. Angela Napoli 
dei lodi arbitrali si era già occupata 
in Parlamento


http://www.senzafili.org/2015/10/01/intervista-l-on-angela-napoli-dei-lodo-arbitrali-si-era-gia-occupata-in-parlamento/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=socialnetwork 


Susanna Camoli 


Regione Calabria definita dalla Corte dei conti di Catanzaro un “poltronificio”, rilevato un buco di bilancio di 120milioni di euro. Si parla ancora di lodi arbitrali, nel 2012 l’ on. Angela Napoli presentò a riguardo un’ interrogazione parlamentare della quale riportiamo un breve pezzo: “tra le ragioni addotte a motivo della bocciatura del bilancio ci sarebbe la significativa e ingiustificata previsione in aumento dei debiti dell’azienda nei confronti dei suoi creditori; in Calabria, nell’ultimo periodo e secondo quanto risulta all’interrogante, sembrano essere stati perfezionati degli strani accordi tra alcune aziende sanitarie provinciali e i loro creditori; molti dei sopracitati accordi sono stati stipulati con l’ASP di Cosenza e riguardano proprio i crediti verso case di cura; la maggior parte di questi crediti sembrerebbero essere individuabili nelle somme riferite all’extrabudget delle case di cura private accreditate;”
Ad oggi la situazione non cambia, la Sanità continua a sprofondare in Calabria e i calabresi ne pagano i conti. Ne abbiamo discusso in un’ intervista con Angela Napoli, presidente associazione Risveglio Ideale.

  • Ancora una volta a discapito dei soldi pubblici, l’ Asp di Cosenza si affida ai lodi arbitrali, l’ultimo caso è una struttura sanitaria che sarebbe dovuta sorgere a San Giovanni in Fiore e per la quale sono stati stanziati circa due milioni di euro, per un’opera mai realizzata di cui si parla già dagli anni ’90. Nel 2012 lei stessa presentò un’interrogazione parlamentare riguardante l’ Asp di Cosenza, ma a quanto pare a distanza di anni cambiano gli attori (forse) ma non i metodi. Come si è evoluta la situazione in questi anni?
Già nel maggio 2012 con la mia interrogazione parlamentare, trasmessa anche, per eventuali interventi di competenza, alla Procura della Repubblica di Cosenza e alla Corte dei Conti regionale di Catanzaro, avevo denunziato il fatto che il commissario ad acta del tempo aveva provveduto a bocciare il bilancio preventivo dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza e che tra le cause addotte per la mancata approvazione vi era una significativa ed ingiustificata previsione in aumento dei debiti dell’azienda nei confronti dei suoi creditori. Sempre nell’atto parlamentare da me presentato denunziavo, altresì, che mi risultava sembrassero essere stati perfezionati strani accordi in Calabria tra alcune aziende provinciali ed i loro creditori e che molti di tali accordi erano stati stipulati proprio con l’ASP di Cosenza e riguardavano crediti verso case di cura. Parlavo ancora di svariati Lodi arbitrali, per diversi milioni di euro, proprio adottati dall’ASP cosentina. Allora il mio atto ispettivo parlamentare ebbe un forte rilievo sulla stampa regionale, ciononostante sono passati ben tre anni e, a mio avviso, anche grazie al mancato intervento da parte della Magistratura cosentina, pur essendo cambiati i vertici direttivi di quell’ASP, siamo costretti ad apprendere che permane il ricorso ai lodi arbitrali e, guarda caso, sempre per strutture sanitarie private. Registriamo quindi che nulla è cambiato in termini di sperperi, nonostante i costanti tagli nella sanità e le conseguenti penalizzazioni per il diritto alla lite dei cittadini calabresi.
  •  Da quando fece la sua interrogazione ad oggi, sono stati presi provvedimenti? Secondo lei qual’ è il motivo per il quale ancora si assiste a tali “disastri” in un settore di vitale importanza e sul quale non si riesce a smettere di speculare ai danni dei cittadini calabresi?
Purtroppo sono convinta che la mia interrogazione parlamentare sia finita solo agli atti in Parlamento e al Ministero della Salute e giaccia altresì comodamente in qualche cassetto della Procura cosentina, il che’ ha consentito all’ASP cosentina di proseguire indomita nelle sue illiceità a discapito della corretta e necessaria assistenza sanitaria dovuta ai cittadini. Va, altresì, ricordato che l’ASP di Cosenza  e’ stata sottoposta ai lavori di una Commissione d’accesso, la cui relazione, ad avviso del Ministero dell’Interno, non ha portato allo scioglimento. Personalmente, però, è mio convincimento che sull’ASP cosentina permangono forti “protezioni”, in particolare di natura politica, e che, pertanto, si continuano a perpetrare illiceità a vantaggio di alcuni ma a discapito di un perdurante dissesto finanziario che comporta poi tagli nel settore e, quindi, scarsa garanzia per il rispetto del diritto alla salute.
  • Nonostante gli scandali, le indagini e le “irregolarità” che si susseguono negli anni, la Regione Calabria non smette di scrivere pagine negative per la nostra terra. Negli ultimi giorni, infatti, la Corte dei conti di Catanzaro ha definito la Regione Calabria un “poltronificio”. Come si legge da “Il fatto quotidiano” si è rilevato: “Un bilancio con un buco non inferiore a 120 milioni di euro: 32 provenienti dai debiti fuori bilancio (che non sono stati conteggiati e privi di qualsiasi copertura finanziaria), gli altri 88 determinati dalla modifica della normativa sulle anticipazioni di liquidità in tema di spese sanitarie”. Cosa ci dice a riguardo?
Forse il comune cittadino potrà anche essersi sorpreso nel leggere i vari articoli riportati su Il Fatto Quotidiano, relativi ai rilievi evidenziati dalla Corte dei Conti sulla Regione Calabria, ma personalmente ne ero consapevole. Da anni, con responsabilità delle Amministrazioni succedutesi, indipendentemente dal colore politico di appartenenza, la Regione Calabria e’ diventata un comodo “poltronificio”; basterebbe ricordare il famoso “concorsone”, gli incarichi di consulenze o quelli affidati senza alcun concorso selettivo, l’elevato numero di incarichi dirigenziali assegnati in spregio di qualsiasi normativa vigente in materia, gli uffici regionali creati “ad hoc” (vedi “caso Sarlo”), ecc. Questa situazione, perdurante nel tempo, a mio avviso è dovuta ad una specie di grazia di impunità per i responsabili e per quella parte del mondo politico, di colore trasversale, che ha fatto della Regione il proprio impero elettorale.
  • Sempre da “il fatto quotidiano”: “Allo stato dell’analisi, difatti, si evidenzia un netto negativo, che possiamo tranquillamente chiamare buco di bilancio, pari a più di trentadue milioni di euro. Situazione peggiorata rispetto al 2013. Tutto questo poteva essere evitato con l’adozione di adeguati quanto dovuti correttivi durante l’esercizio finanziario, in modo da evitare che gli impegni di spesa superassero le risorse accertabili”. La situazione è peggiorata anche quando si pensava che peggio non potesse andare. Spesso le abbiamo chiesto come mai accade questo, e la risposta pare essere sempre una, si pensa ai propri interessi e non a quelli dei calabresi, ma la domanda sorge inevitabile. E’ possibile che non si riesce a lavorare sugli ormai gravissimi problemi della Calabria in modo serio e competente? Cosa direbbe all’ attuale governatore?
Il buco individuato dalla Corte dei Conti nel bilancio regionale è conseguenza di una politica fallimentare e della gestione disastrosa, a volte “di comodo”, delle finanze pubbliche. Gli eccessivi impegni di spesa, infatti, superiori alle risorse accertabili, sono proprio dovuti ad una insana gestione della cosa pubblica, sicuramente per nulla assimilabile a qualsiasi corretta gestione di un bilancio familiare. Se è vero che spese ingenti possono essere legate ad interventi emergenziali, è altrettanto vero che non si è mai fatta una programmazione utile alle necessarie fasi di prevenzione. Non dimentichiamo, poi, che la Regione Calabria è stata gestita da Amministratori che si sono resi responsabili del buco di bilancio creatosi nel Comune di Reggio Calabria e di conseguenza…E per concludere, pur con la consapevolezza di tirarmi addosso un mare di critiche, mi sono persuasa che forse il Governo Renzi avrebbe dovuto abolire le Regioni piuttosto che le Province.






sabato 12 settembre 2015

Premio LA TELA DI PENELOPE

A Giardini Naxos 
nell’ambito della V edizione di “NAXOSLEGGE - Festival delle narrazioni, della lettura e del libro”  

sono stata insignita del
Premio La Tela di Penelope
dedicato ai saperi delle donne


.
L’opera a me donata è stata realizzata

dall’artista siciliana ALICE VALENTI 


venerdì 11 settembre 2015

«LA MIA BATTAGLIA CONTRO LE MAFIE»



Maria Enza Giannetto, 11 settembre 2015 

ANGELA NAPOLI: 

«LA MIA BATTAGLIA 

CONTRO LE MAFIE»

«L’antimafia dei fatti si fa a proprie spese e con coraggio. Si fa con denunce, rivelando nomi e cognomi e senza mai coprire malefatte, collusioni o corruzioni. Da qualunque parte esse provengano». Così Angela Napoli, calabrese, già deputata nazionale per 20 anni, oggi consulente della Commissione nazionale antimafia e presidente dell’Associazione Risveglio Ideale, parla di quello che da decenni è il suo impegno politico, civile e morale. Un impegno raccontato nel libro-inchiesta Angela Napoli, l’antimafia dei fattii, realizzato in parte sotto forma di intervista dal giornalista Orfeo Notaristefano.


Il libro sarà presentato sabato 12 settembrenell’ambito della tre giorni “Le donne non perdono il filo” organizzata da Fulvia Toscano, direttrice artistica di Naxoslegge. Angela Napoli riceverà il premio “La tela di penelope” assieme a Marinella Fiume, già sindaco di Fiumefreddo di Sicilia e presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura Carlo Alberto Dalla Chiesa e a Leoluchina Savona. Due siciliane e una calabrese impegnate a vario titolo nel rispetto della legalità e nella lotta alle mafie legate dal filo sapiente del saper fare contrapposto a quella che Angela Napoli chiama “l’antimafia parolaia”: «Molte associazioni – dice – comuni cittadini e politici si riempiono la bocca di antimafia e poi aggirano la legalità e finiscono con il favorire la criminalità, fino a esserne, addirittura, collusi». 

Napoli come è nato il impegno trentennale contro le mafie?«Vivo in Calabria da quando avevo sei anni. Dopo il matrimonio andai a vivere a Taurianovadove mi fu proposto di candidarmi a consigliere comunale. Parliamo del primo comune italiano sciolto per associazione mafiosa e oggi sciolto per la terza volta. Lì ho cominciato la mia vita politica e, parallelamente, rendendomi subito conto della collusione tra politica e ‘ndrangheta, ho iniziato le mie battaglie contro questa connivenza. Nel ’94, diventando parlamentare sono entrata nella commissione parlamentare antimafia e mi sono resa conto di tante situazioni che mi hanno portata a intraprendere, ancora più caparbiamente, la mia battaglia per liberare il territorio».
Una battaglia che la obbliga da 14 anni a vivere sotto scorta. Non si sente mai dire chi te l’ha fatto fare?«Me lo chiedono in molti e me lo sono chiesta anch’io nei momenti di maggiore paura. Quello che mi ha portato a chiedermi se valesse davvero la pena continuare è stato l’isolamento da parte della coalizione politica cui appartenevo (Popolo delle libertà/Futuro e Libertà, ndr). Poi, però, non ho voluto annullare il lavoro fatto negli anni, né disperdere i piccoli grandi risultati che avevo conseguito».
Lei ha un passato da insegnante e dirigente scolastico. Come si insegna ai giovani la cultura dell’antimafia.«I giovani non hanno bisogno di passerelle ma devono sapere che ci sono in atto programmi per garantire il loro futuro. Devono avere esempi di legalità e hanno bisogno, come dico nel libro, che chi guida le comunità lavori per aiutarli a sperare»


Calabria “allo sbando”


Susanna Camoli - 11 settembre 2015

Calabria “allo sbando”, 

ne parliamo con Angela Napoli



E’ l’ ennesima bufera presso la Regione Calabria. A quanto pare la nostra regione non riesce o non si vuol riuscire a farla “rialzare” dal periodo di profonda crisi nella quale versa, probabilmente uno dei più gravi di sempre. Ne parliamo con Angela Napoli, presidente Associazione Risveglio Ideale, con uno sguardo anche a ciò che riguarda la politica nazionale e il disinteresse verso la condizione del Sud Italia.


In meno di un anno la Regione Calabria è stata travolta da diversi scandali e polemiche, prima il caso De Gaetano, poi Rimborsopoli, ora i tre mesi di inibizione richiesti al governatore da Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, per la nomina di Santo Gioffré a commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria. Per l’ennesima volta la Calabria si trova in una bufera, sia sul versante politico che tra la cittadinanza, ancora una volta vengono richieste le dimissioni del presidente Oliverio, che puntualmente afferma “Non mi dimetto”. Qual’ è il suo parere su quest’ ennesimo errore, sulla ferma posizione di Oliverio, che sembra non voler neanche cercare di risollevare le sorti della Calabria e a questo punto sul futuro della nostra regione?
Purtroppo un’altra tegola pesante si è abbattuta sul Presidente della Regione Calabria, anche questa derivante dalla pervicacia con cui, fin dall’inizio della nuova legislatura regionale, OLIVERIO svolge la sua attività.
Ormai mi sento di dire che il Presidente Oliverio e’ stato si eletto con il consenso della maggioranza dei calabresi, ma che alcuni di questi lo hanno di fatto vincolato. Avevo già colto questo vincolo nell’ostinazione che lo ha portato alla nomina dell’ex assessore De Gaetano.
Certo l’iniezione per tre mesi di OLIVERIO e dell’intera giunta regionale (prima versione), quindi di fatto oggi del solo Presidente, rappresenta un ulteriore guaio anche perché andrà ad incidere maggiormente in un settore, quello della sanità, che in Calabria fa già acqua da tutte le parti e che certamente non sta garantendo il diritto alla salute dei cittadini.
Tra l’altro, a proposito del settore sanità in Calabria siamo costretti anche ad evidenziare che attualmente questo è dominato da due figure, quella del Commissario Scura e quella del Presidente OLIVERIO, le quali anziché collaborare e unire le sinergie per far funzionare il tutto, preferiscono farsi la guerra quotidiana, a discapito della garanzia della buona assistenza sanitaria dovuta ai cittadini. Tutto derivante da questioni politiche correntizie.
Sta di fatto che l’arroganza con cui il Presidente OLIVERIO, sicuramente anche supportata da alcuni suoi seguaci, ha gestito fino ad oggi il suo incarico si è rivelata mero fallimento ed ha portato ad ulteriori situazioni emergenziali per l’intera Calabria. A me sembra che i 10 mesi trascorsi dall’inizio di questa legislatura regionale abbiano visto un impegno profuso solo per la gestione di posti e di poltrone e non abbiano prodotto nulla di utile per avviare il futuro della Calabria verso situazioni che possano renderla assimilabile a quelle delle altre Ragioni italiane.
In molti fanno appello a nuove elezioni ma, a mio avviso, queste servirebbero solo a garantire nuovi posti di potere e sinceramente, tra l’altro, penso che i calabresi siano stanchi di assistere a continue campagne elettorali, ed abbiano invece bisogno di amministrazioni stabili ed efficienti, gestite da persone scevre da interessi personali e capaci di predisporre un’adeguata programmazione utile a dare risposte alle principali situazioni emergenziali della Calabria.
 “Desertificazione industriale. Assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie. Rischio povertà. E crollo demografico: «Nel 2014 al Sud si sono registrate solo 174 mila nascite, livello al minimo storico registrato oltre 150 anni fa, durante l’Unità d’Italia: il Sud sarà interessato nei prossimi anni da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili». Sottosviluppo permanente. Prima della pausa estiva il rapporto 2015 dello Svimez aveva fotografato la catastrofe del Mezzogiorno dopo quasi settant’anni di Repubblica. Un paese povero in un paese ricco, un paese immobile in un paese in trasformazione”. Questo è un pezzo tratto dall’ Espresso, la Calabria si presenta come la regione più povera e problematica, secondo lei per quale motivo il governo nazionale non solo non pone lo sguardo alla nostra regione, ma appoggia un governo regionale che sta palesemente fallendo su ogni punto?
Il rapporto SVIMEZ 2015 ha fotografato in modo impietoso la grave situazione del Mezzogiorno d’Italia e quindi l’aumento del divario tra Nord e Sud, in negativo per quest’ultimo. Nell’ambito del Mezzogiorno emerge poi, purtroppo negativamente, la Calabria che risulta la regione più povera d’Italia.
Purtroppo la nostra regione non è stata mai supportata in modo adeguato dai Governi nazionali degli ultimi decenni, vuoi perché conta poco elettoralmente nell’intero contesto italiano, vuoi perché gli amministratori regionali che si sono susseguiti hanno quasi sempre attuato una politica fallimentare, vuoi ancora perché la classe politica calabrese non è stata capace di trovare unitarietà sulle politiche utili a portare a compimento la soluzione di qualche problema emergenziale, come occupazione, sanità, ambiente, viabilità, trasporti, ecc.
L’elettorato di destra è ancora rinserrato nei suoi ranghi: per ora si è messo alla finestra in attesa di una proposta politica più allettante di quella fornita fin qui. Il problema è proprio questo: “Chi e cosa può rimobilitarli?”. Ora che è rimasto in campo solo il Carroccio, manca una destra di governo”. Questo è quanto afferma Piero Ignazi, accademico e politologo, delineando la situazione politica italiana e ancora:” Le agitazioni nel centrodestra incontrano un limite, al momento, insuperabile: l’assenza di una credibile cultura di governo. Non c’è all’orizzonte una vera alternativa al renzismo”. La situazione che si delinea in Italia ormai sembra paradossale, cosa pensa di queste affermazioni e secondo lei quali sono state le cause che hanno portato alla carenza di una buona opposizione a Renzi, a una sorta di immobilismo politico, sa dirci se qualcosa di positivo ne è scaturito finora, dal governo Renzi?
Credo sia ormai nota a tutti l’amarezza e lo sconforto che ho provato quando, constato il fallimento del centrodestra e della destra in particolare, ho deciso di abbandonare la politica partitica. Adesso, forse più che mai, ritrovo elettori smarriti ed io stessa non riesco ad individuare un partito od una coalizione in grado di rappresentare una destra di governo.
Salvini, anche se qualche volta afferma cose condivisibili, non mi garantisce l’unità della nostra Nazione e se è vero che sta cercando di conquistare consensi al Sud, ma appare che ciò sia imperniato per esclusivo tornaconto elettorale.
Non mi sento nemmeno di dare fiducia a quella destra che sta cercando di ricrearsi attorno a figure che hanno portato all’abbattimento dei valori della destra politica; figure comunque che mi appaiono più tentare di mettersi in gioco per conquistare poltrone anziché riappropriarsi di una vera cultura di governo.
Non parliamo poi del renzismo imperante, assimilabile al berlusconismo degli anni ’90, aggravato da scelte che di fatto hanno abbattuto le prerogative del Parlamento italiano e la libertà dei cittadini italiani eliminando loro, ad esempio la possibilità di scelta degli amministratori provinciali e dei componenti del nuovo Senato della Repubblica.
Inoltre, se è vero che ad ogni piè sospinto Renzi annuncia una ripresa economica dell’Italia, penso proprio che il Presidente del Consiglio dei ministri non abbia ben chiara la reale situazione in cui versa l’Italia meridionale e la Calabria in particolare, dove, purtroppo permane il più alto tasso di disoccupazione giovanile.

martedì 25 agosto 2015

Mia intervista sui funerali di Casamonica e Porto di Gioia Tauro


Intervista ad Angela Napoli 
sui funerali di Casamonica 

e Porto di Gioia Tauro





Susanna Camoli 25agosto2015

Intervista all’ On. Angela Napoli, Consulente Commissione Parlamentare Antimafia e Presidente Risveglio Ideale, sui funerali a Roma del boss Casamonica, con uno sguardo alla Calabria e alla questione “Porto di Gioia Tauro”.


  • In molti, dopo aver assistito ai fastosi funerali del boss Vittorio Casamonica, si sono chiesti come fosse possibile che la Capitale abbia subito quest’ altro duro colpo, che le istituzioni “non sapessero”. Addirittura ne hanno parlato quasi tutti i giornali stranieri e non sono mancati paragoni con “il Padrino” e lo stile hollywoodiano con il quale si è svolta la cerimonia. Quali sono le sue considerazioni?
I funerali del boss Vittorio Casamonica hanno rappresentato una chiara dimostrazione del potere mafioso imperante nella città capoluogo d’Italia, nonché un’ulteriore sfida allo Stato da parte del citato potere criminale. Il tutto con complicità paradossali e riscontrabili ad ogni livello. Mi appare infatti inconcepibile sentire le odierne dichiarazioni sulla presenza delle mafie a Roma, quando per anni siamo stati costretti ad ascoltare Prefetti che si ostinavano a smentire tali presenze, anche se gli organi preposti procedevano a sequestri e confische di esosi patrimoni illeciti. Per troppi anni c’è stata la sottovalutazione delle bande criminali che “governano” Roma (Casamonica, ‘ndrangheta, Cosa Nostra). Si conoscevano bene le potenzialità della cosca Casamonica dominante a Tor Bella Monaca e all’Appio ed i loro rapporti con gli Alvaro – Gallico e con i Piromalli della ‘ndrangheta calabrese. Si conoscevano bene le loro capacità di investire quantità enormi di soldi, frutti delle loro attività illecite. Tutti, ed in particolare i massimi rappresentanti delle Istituzioni romane, erano a conoscenza di queste ingombranti presenze e delle loro potenzialità. Così come tutti erano a conoscenza del luogo, dell’orario e dello sfarzo con cui sarebbe stato celebrato il rito funebre del boss Vittorio Casamonica. Le parole pronunziate e le finte inchieste successive al funerale personalmente le considero un’ulteriore “beffa”. Sono certa che anche in questo caso verrà preso qualche provvedimento solo nei confronti dei c.d. “pesci piccoli”, dopodiché si spegneranno polemiche e riflettori e le organizzazioni criminali proseguiranno indomite nelle loro illecite attività.
  • Un altro avvenimento che mette a dura prova la fiducia degli italiani nelle istituzioni, oltre ad aver assistito ad uno “show” indegno, petali di rose, carrozza trainata da cavalli e musiche di accompagnamento, sono state le dichiarazioni del prete che ha celebrato i funerali, ovvero “Lo rifarei”. Cosa può dire a riguardo?
Penso che ormai da tempo i cittadini abbiano perso fiducia nelle Istituzioni e sicuramente questo assurdo ed indegno episodio non possa che aver rafforzato la scarsa credibilità delle stesse. Quanto poi al sacerdote che ha celebrato il rito funebre in questione ritengo che questi non possa che aggiungersi a tutti gli uomini di Chiesa che si ostinano ad ignorare il forte monito contro i mafiosi lanciato da Papa Francesco durante la sua visita pastorale nella nostra città di Cassano. E mi spiace dover leggere che alti Prelati, quale monsignor Bregantini, approvino il comportamento del sacerdote della Chiesa romana di don Bosco. A questo sacerdote mi piacerebbe poter chiedere come mai, oltre alla celebrazione religiosa interna alla Chiesa, abbia dato anche l’autorizzazione ad affiggere sui muri esterni cartelloni inneggianti il boss, e le cui dimensioni erano simili a quelli posti sulle mura della Basilica di San Pietro allorquando viene celebrato un nuovo Santo. Anche questo, purtroppo, a mio avviso rientra tra le responsabilità di quella parte della Chiesa che, ancora oggi, ignora il potere mafioso o, peggio, ne aiuta la pervasività. Dico una parte, perché non posso disconoscere che ci sono Preti e Vescovi capaci di negare il loro assenso all’ingresso in Chiesa di defunti appartenenti a note cosche mafiose.
  • Dopo i diversi scandali di cui la Capitale è stata protagonista, vede possibile e/o vicino, lo scioglimento del Comune di Roma?
Fin dall’inizio dell’inchiesta “mafia Capitale”, appena gli inquirenti hanno fatto emergere responsabilità giudiziarie e i vari rapporti esistenti tra Carminati, Buzzi e uomini politici, nonché mafiosi vari (attraverso Luciano Casamonica anche con questa cosca!), sono stata del parere che il Consiglio comunale di Roma andasse sciolto per infiltrazione mafiosa. Non conosco il contenuto della relazione Gabrielli successiva al lavoro della Commissione d’accesso, ma certamente la scelta del mancato scioglimento è tutta motivata, a mio avviso, nel tentativo di salvaguardare pezzi importanti della politica capitolina, e nel cercare di continuare a negare la presenza delle mafie in Roma, nonché le loro collusioni con gli ambienti che “contano”.

 


  • Cogliamo l’ occasione per gettare uno sguardo alla Calabria, approfittando delle sue competenze e sempre trasparenti e delineate affermazioni. Si parla spesso di quanto sia importante il porto di Gioia Tauro, avente una posizione eccezionale nel Mediterraneo, da poter sfruttare per l’ economia non solo del luogo, ma dell’ intera Regione, per non parlare dei posti di lavoro che darebbe ai calabresi. Come mai si cerca sempre di “boicottarlo” e addirittura si accenna ad una probabile chiusura?
In tempi non sospetti, fin dal 1998, attraverso circostanziate denunzie parlamentari, a più riprese, ho evidenziato la preoccupazione, che oggi viene ufficialmente paventata, circa una probabile chiusura del Porto di Gioia Tauro. Le perenni richieste di proroga della cassa integrazione per numerosi lavoratori, sempre autorizzate dai Governi nazionali con il placet di quelli regionali e di alcune forze sindacali, senza mai pretendere che le stesse venissero accompagnate da garanzie certe da parte della Società monopolista del Porto, ha consentito a quest’ultima di poter gestire i propri affari favorendo altri scali nazionali ed internazionali. A ciò occorre aggiungere la mancanza della “zona franca”, della tanto sospirata Zes ed altro, per comprendere il perché il livello di volumi dei contenitori movimentati nel Porto di Gioia Tauro abbia toccato il minimo storico.Purtroppo, ancora una volta la preoccupazione dei lavoratori, delle loro famiglie e dell’intero territorio della Piana di Gioia Tauro non viene presa in alcuna considerazione dai Governi nazionale e regionale!!!





lunedì 10 agosto 2015

MAX ’70 su ”La Penisola dei Tesori” e su mia premiazione

COMUNICATO STAMPA 




Angoli di Serrastretta, premiata per il suo impegno pubblico Angela Napoli che ha anche presentato il libro “La Penisola dei Tesori” del giornalista della “Gazzetta del Sud” Agostino Perri.
    "Per le qualità morali ed il coraggio dimostrato nel portare avanti la buona Calabria". Con questa motivazione Angela Napoli, componente e già presidente della Commissione parlamentare antimafia, è stata premiata sabato scorso ad Angoli di Serrastretta. Il significativo riconoscimento ha fatto parte del programma della prima edizione di "Angoli e i tesori calabresi", organizzato da un comitato ad hoc, capeggiato da Angela Scalise, in collaborazione con l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Felice Molinaro e dall'associazione culturale "Max70" presieduta da Gaetano Lucia. L'iniziativa, nella suggestiva piazza San Giuseppe, ha anche previsto la presentazione del libro "La Penisola dei Tesori", di cui Angela Napoli è stata relatrice, scritto dal giornalista della “Gazzetta del Sud” Agostino Perri.
"Ricevo questo premio - ha detto Angela Napoli con occhi lucidi e voce più volte interrotta dall'emozione - in un momento particolare. Non sempre mi è stato riconosciuto il mio lavoro per la positività. Mi sono impegnata perché amo questa terra. Qualcuno in passato mi ha rimproverato di parlare sempre di 'ndrangheta, ma ho cercato di impostare il mio lavoro per rompere il sistema di corruzione e per aiutare tutti noi cittadini calabresi a diventare uomini e donne liberi. Quando non si vive nella legalità, quando si vive sotto la cappa della criminalità organizzata, non è vita. L’opera non è terminata ed occorre fare di più. Questo premio mi da stimoli e forza per proseguire".
E giù scroscianti applausi di un pubblico numeroso riservati pure agli altri relatori: il primo cittadino Molinaro, il vice sindaco Mario Cianflone ed il parroco della caratteristica frazione don Isaac. Insieme a loro anche l'editore e l'autore del volume "La Penisola dei Tesori" che ha dato spunto alla serata, rispettivamente Roberto Laruffa e Perri.
"Il libro - hanno detto gli intervenuti - offre diversi pretesti. Non è il classico volume che parla solo di 'ndrangheta, bensì dei tanti tesori spesso sconosciuti o poco valorizzati tramite l'avventura di due amici lombardi. Uno dei quali è stato sequestrato in Calabria ed insieme scendono giù per cercare un indizio che faciliti le indagini. Ad un certo punto la storia si complica e vengono fuori i pregiudizi e le contraddizioni della nostra Terra. L'originalità sono la storia e le "massime storiche" che forniscono un impulso positivo al lettore". Angela Napoli ha approfondito: "E' un volume che merita di essere letto nelle scuole e dai calabresi che rivestono cariche pubbliche, perché insegna la Calabria in modo simpatico ed intrigante".
A conclusione dell'incontro, presentato dal giornalista della "Gazzetta del Sud" Giuseppe Maviglia, si è tenuto un ricco buffet con sottofondo musicale. Soddisfatti gli organizzatori. "E' stato - ha spiegato Angela Scalise - un momento culturale interessantissimo. Una manifestazione che si chiude senz’altro con il segno positivo". Sulla stessa linea Gaetano Lucia: "Si è ritenuto riconoscere i meriti a persone che stanno segnando il proprio cammino dall’amore per la Calabria. In questa prima rassegna abbiamo assegnato il premio ad Angela Napoli che da anni si batte per educare alla legalità e alla giustizia. Un esempio per tutti noi. L'abbiamo abbinato alla presentazione del libro "La Penisola dei Tesori" in quanto il testo va in questa direzione. Stiamo valutando la possibilità di far diventare l'iniziativa una vera tradizione".
Entusiasta pure Perri: "La manifestazione ha unito la cultura al buon impegno politico. Fondamentale per aumentare le conoscenze ed amare sempre di più la nostra Calabria".


Associazione MAX 70

10 agosto 2015