giovedì 25 febbraio 2010

Elezioni Regionali: il Commissario ARSSA incarica come Dirigente il fratello dell’assessore Maiolo fino al 2011, senza concorso

Ai Ministri per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, per i rapporti con le Regioni, della Giustizia, delle Politiche agricole alimentari e forestali, dell’Economia e delle Finanze

– per sapere – premesso che:

· Nel mese di aprile del 2006, il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA) Calabria, con delibera n.44/C, nell’ambito di una redistribuzione degli incarichi dei Dirigenti di ruolo, ha individuato per dieci strutture dirigenziali vacanti un identico numero di Funzionari, categoria D;
· Nel citato provvedimento, al fine di sopperire alle carenze di organico dei Dirigenti, nelle more dell’attivazione delle relative procedure concorsuali veniva consentito di individuare tra il personale dell’ARSSA le necessarie professionalità e competenze cui affidare l’incarico per garantire ed assicurare funzionalità ed efficienza delle strutture dell’Agenzia stessa;
· Dal 2006 non solo non è stata mai attivata alcuna procedura concorsuale dall’Amministrazione dell’ARSSA, ma neppure risulta adottata alcuna procedura selettiva per l’individuazione dei Funzionari cui attribuire l’incarico di Dirigente in questione, incarico che avrebbe dovuto avere la durata di un anno;
· I dieci incarichi di dirigente a funzionari categoria D, sono stati affidati non sulla base di quanto previsto dall’art. 19 comma 6 del D.lgs. n.165/2001, bensì solo su “vicinanza” all’attuale Amministrazione regionale calabrese, così come per il dottor Bruno Maiolo e per il dottor Benito Scazziota;
· In prossimità della scadenza dell’incarico annuale affidato ai dieci Dirigenti di cui sopra, il Direttore Generale pro-tempore dell’ARSSA, in data 16 marzo 2007, con circolare n.7 prot.n.1423, ha avviato una procedura selettiva mai portata avanti, tesa al mantenimento dell’incarico ai nominati in precedenza;
· In data 11 maggio 2007, è stata approvata dal Consiglio regionale della Calabria la legge n.9 che all’art.5 ha previsto la soppressione dell’ARSSA e la sua messa in liquidazione;
· Con D.G.R. n.343 del 04 giugno 2007, è stato nominato il Commissario liquidatore dell’ARSSA, alla presenza nella seduta di Giunta dell’Assessore Mario Maiolo, fratello dell’incaricato Dirigente Bruno Maiolo; presenza rinvenuta anche nella Giunta regionale del 19 novembre 2007, dove con delibera n.748 è stata concessa la proroga dell’incarico di Commissario liquidatore alla stessa persona;
· La D.G.R. n.343/2007, tra l’altro, prevedeva che la gestione del personale venisse attuata dal Commissario liquidatore;
· Con delibera n.137/CL del 23 novembre 2007, il Commissario liquidatore dell’ARSSA, su proposta del Direttore Generale dell’Agenzia Regionale in questione, ha determinato la cessazione degli incarichi di Dirigente attribuiti originariamente con la delibera 44/C del 26 aprile 2006, tranne che per il dottor Benito Scazziota e per il dottor Bruno Maiolo (quest’ultimo fratello dell’Assessore regionale Mario, il quale, come evidenziato, risultava presente nelle delibere di incarico e di relativa proroga del Commissario liquidatore);
· Gli altri Dirigenti per i quali è stata deliberata la cessazione dall’incarico si sono rivolti alla magistratura e qualcuno ha già conseguito il risultato favorevole al proprio ricorso;
· in data 21 luglio 2008, con delibera n.460, la Giunta regionale della Calabria, sempre con la presenza dell’Assessore Mario Maiolo, fratello dell’incaricato dirigente Bruno Maiolo, scaduto l’incarico al Commissario liquidatore, ha deliberato l’affidamento dello stesso incarico al già Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ARSSA, soppressa con l’art.5 della Legge regionale n.9 del 2007;
· il nuovo Commissario liquidatore, con delibera n.357/CL del 01 dicembre 2008, su proposta del nuovo Direttore Generale dell’ARSSA, peraltro Autorità di gestione del Piano di Sviluppo regionale dell’Assessorato all’Agricoltura della Calabria, ha prorogato fino al 31 dicembre 2008 gli incarichi di dirigenti ai dottori Bruno Maiolo e Benito Scazziota;
· ancora, scaduto l’incarico a quest’ultimo Commissario liquidatore, la Giunta regionale della Calabria, in data 19 gennaio 2009, con delibera n.16, e sempre con la presenza dell’Assessore Mario Maiolo, ha prorogato per ulteriori sei mesi l’incarico del Commissario liquidatore;
· oltre alle presunte illegittimità amministrative fin qui evidenziate, occorre segnalare che gli incarichi dirigenziali sono stati rinnovati con altre tre sequenze di provvedimenti monocratici, senza proposta del Direttore Generale né parere di legittimità, il tutto in difformità della normativa vigente in merito alla separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa e al regolamento organizzativo dell’ex ARSSA;
· con provvedimenti n.2 e 3 del 05 marzo 2009, il Commissario liquidatore ha ulteriormente prorogato fino al 30 giugno 2009 (scadenza del commissariamento) gli incarichi di dirigente ai dottori Bruno Maiolo e Benito Scazziota;
· ed ancora, il 10 luglio 2009, data nella quale il Commissario liquidatore risultava in regime di prorogatio ed in attesa di riconferma, questi con i provvedimenti n.3230 e 3231 redatti sottoforma di mera comunicazione formale, ha prorogato gli incarichi dirigenziali ai dottori Bruno Maiolo e Benito Scazziota fino al 31 dicembre 2009;
· solo il 07 agosto 2009 la Giunta regionale della Calabria con delibera n.530, sempre alla presenza dell’Assessore Mario Maiolo, fratello dell’incaricato dirigente Bruno Maiolo, ha prorogato l’incarico per ulteriori sei mesi al Commissario liquidatore, già Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ARSSA, soppressa con l’art.5 della legge regionale n.09 del 2007 e dopo che lo stesso Commissario liquidatore, pur nello status di prorogatio aveva prorogato i due incarichi dirigenziali;
· dall’ultima proroga n.530/2009 il Commissario liquidatore si trovava nuovamente in regime di prorogatio la cui scadenza era prevista per il 15 febbraio 2010, ai sensi della legge regionale 04 agosto 1995 n.39 e, pertanto, avrebbe potuto adottare solo atti di ordinaria amministrazione;
· nonostante ciò, in data 03 febbraio 2010 (periodo di definizione delle candidature per le prossime elezioni regionali), con provvedimenti n.04 e 05 il Commissario liquidatore ha prorogato nuovamente gli incarichi del dottor Bruno Maiolo e del dottor Benito Scazziota, questa volta addirittura fino al 30 aprile 2011:
se non ritengano necessario ed urgente predisporre un’adeguata visita ispettiva, a cura dell’apposito Ispettorato Generale di Finanze del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, nonché dell’Ispettorato della Funzione Pubblica, previsti dall’art.60 commi 5 e 6 del decreto legislativo 165/2001, al fine di verificare l’efficacia dell’attività amministrativa, l’osservanza delle disposizioni vigenti sugli enti in liquidazione, il corretto affidamento degli incarichi dirigenziali da parte dell’ex ARSSA della Regione Calabria, nonché eventuali responsabilità a carico di singoli.

On. Angela Napoli

Taurianova, 25 febbraio 2010

martedì 23 febbraio 2010

Il Giornalista Giuseppe Baldessarro non sarà lasciato solo

Non può più essere sottovalutato l’attacco intimidatorio che viene quotidianamente rivolto alla stampa calabrese la quale con coraggio sta cercando di produrre la corretta informazione ai cittadini della Regione. Attacchi che sicuramente vengono perpetrati per mano della ‘ndrangheta, ma dietro la quale possono, altresì, celarsi tutti quei colletti bianchi che hanno contribuito, colludendo con la malavita, a creare il nefasto sistema di malaffare che sovrasta la Calabria.
Anche l’ultima intimidazione rivolta a Giuseppe Baldessarro, bravo redattore del “Il Quotidiano della Calabria”, al quale rivolgo la mia sincera solidarietà, fa capire che non è sicuramente “ben accetta” la cronaca dei fatti nefasti del nostro territorio.
Sicura che le Forze investigative sono già al lavoro per individuare gli autori anche di questa grave intimidazione, invito Giuseppe Baldessarro a proseguire, con la solita professionalità, nel suo lavoro, sapendo che non sarà lasciato solo.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 23 febbraio 2010

Porto di Gioia Tauro: la Cassa integrazione chiesta dalla Contship non va autorizzata

La sottoscritta chiede di interpellare i Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Lavoro e delle Politiche sociali

– per sapere – premesso che:

- Il Porto di Gioia Tauro sta registrando un preoccupante momento di crisi occupazionale poiché la MCT, dopo anni di successo, avrebbe già chiesto l’applicazione degli ammortizzatori sociali per 400 lavoratori ed avrebbe altresì previsto il licenziamento per il personale con contratto a termine;
- Ai sopra citati si aggiungeranno i lavoratori delle aziende esterne impiegate nel Porto di Gioia Tauro;
- La MCT ha perso lo scorso anno su Gioia Tauro 610 mila teus e tuttavia lo stesso terminalista ha incrementato i flussi di movimentazione a Cagliari con 448 mila teus ed a Tangermed con 578 mila;
- Appare quindi chiaro che la MCT si sia avvalsa dell’alibi della crisi internazionale delle movimentazioni per fare altre scelte e posizionare diversamente il traffico, il che non giustifica le sue richieste di licenziamento dei lavoratori, peraltro, anche alla luce del fatto che il terminal di La Spezia, sempre gestito dal gruppo Contship, guadagna movimentazione feeder a dispetto dell’evidente calo dei traffici nel Mediterraneo;
- Non v’è dubbio quindi che la richiesta di Cigo da parte della Contship non è assolutamente giustificabile e che, pertanto, ad avviso dell’interpellante, la società terminalista dovrebbe lasciare le aree attrezzate dallo Stato del Porto di Gioia Tauro e che, pur con il blocco del mercato, pretenderebbe mantenere in concessione monopolistica per i prossimi trenta anni;
- L’interpellante pur prendendo atto dell’intervento del Governo con la possibile diminuzione delle tasse portuali e di ancoraggio, la cui scelta, peraltro, è demandata all’Autorità portuale, ritiene immotivata la proroga della durata in carica del commissario delegato di cui al comma 3, dell’articolo 22-sexies del decreto legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito con modificazioni nella legge 28 febbraio 2008, n. 31, fino al 31 dicembre 2010, con un onere di ben 140.000 euro per l’anno 2010 e senza avere definite le prerogative di tale commissario delegato:
- Se ritengano doveroso non autorizzare la richiesta Cigo da parte della Contship, ma anzi far mantenere i lavoratori ritenuti in esubero del Porto di Gioia Tauro negli altri terminal dove la stessa Contship ha aumentato i flussi di lavoro;
- Se non ritengano di imporre alla Contship la restituzione delle corrispondenti proporzionali aree attrezzate dallo Stato nel Porto di Gioia Tauro al fine di consentire all’Autorità portuale una seria ed equilibrata azione di marketing;
- Quanti siano i soldi pubblici investiti nel Porto di Gioia Tauro dalla sua nascita ad oggi e gli spazi, all’interno dello stesso, utilizzati per la crescita occupazionale;
- Se non ritengano necessario ed urgente considerare la struttura portuale di Gioia Tauro come priorità nazionale e creare quindi un unico tavolo di concertazione tra Governi nazionale e regionale e organizzazioni sindacali;
- Se non ritengano, infine, di dover accelerare l’iter della riforma dei Porti nazionali.

On. Angela NAPOLI

Roma, 23 febbraio 2010

giovedì 11 febbraio 2010

Revocare i Direttori delle ASP condannati

Ai Ministri della Giustizia, della Salute e dei Rapporti con le regioni:

Per sapere – Premesso che:

- la sanità calabrese ha rappresentato e continua a rappresentare una holding per la ‘ndrangheta, tanto che ad oggi ben tre Aziende Sanitarie sono state sciolte per infiltrazioni mafiose;

- la Regione Calabria, pur in presenza di inchieste e sentenze giudiziarie non sempre è intervenuta per bloccare queste infiltrazioni;

- nello scorso mese di gennaio, nel processo “Onorata Sanità”, che nasce da un inchiesta su presunti intrecci tra ‘ndrangheta e politica nel settore della sanità calabrese, è stato condannato tra gli altri, con rito abbreviato, a 2 anni e 6 mesi, Pietro Morabito, ex direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria e attuale manager dell’ASP di Catanzaro;

- la Giunta Regionale della Calabria, presieduta dal Governatore Agazio Loiero, oggi Commissario delegato per l’emergenza socio-sanitaria regionale, non ha provveduto alla revisione dell’incarico di manager dell’ASP di Catanzaro, del dott. Pietro Morabito, dopo la citata condanna:

- se non ritengano necessario ed urgente avviare le opportune iniziative affinché la Giunta Regionale della Calabria revochi l’incarico attuale di direttore dell’ASP di Catanzaro al dottor Pietro Morabito.

On. Angela NAPOLI

Roma, 11 febbraio 2010

mercoledì 10 febbraio 2010

Protocollo antimafia per le elezioni regionali: non condividerò alcun ostruzionismo !

Dopo le mie ufficiali denunzie relative al possibile inquinamento mafioso delle liste elettorali, ribadendo la preoccupante invasività, in particolare da parte della ‘ndrangheta, nel mondo politico, non posso che condividere il protocollo antimafia per le candidature alle prossime
Il protocollo, predisposto dal Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, senatore Giuseppe Pisanu, (che ringrazio di cuore), su sollecitazione di tutti i Partiti politici presenti nella stessa Commissione, è sicuramente idoneo a garantire davvero la creazione di un valico insormontabile tra politica e mafia.
Per tale motivazione comunico che non condividerò alcuna forma di ostruzionismo dovesse essere profusa nei confronti del citato protocollo antimafia, da qualsiasi parte dovesse provenire.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 10 febbraio 2010

martedì 9 febbraio 2010

I motivi per i quali non sia stata protetta Lea Garofalo

Ai ministri dell’Interno e della Giustizia

– Per sapere – premesso che:

- nei giorni scorsi è stata data notizia della scomparsa della collaboratrice di giustizia, Lea Garofalo di Petilia Policastro (KR), che sarebbe avvenuta nel novembre 2009;

- Lea Garofalo risulta collaboratrice di giustizia per aver rilasciato dichiarazioni sull’omicidio del fratello Floriano, avvenuto nel 2005, e sulla ‘ndrangheta di Petilia Policastro;

- Nella scorsa settimana è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e dal Comando Carabinieri di Campobasso, Carlo Cosco, ex convivente della donna, con l’accusa di tentato sequestro di persona;

- Sempre nella scorsa settimana è stata emessa un ordinanza di custodia cautelare in carcere per Massimo Sabatino (già detenuto per altra causa) con l’accusa di tentato omicidio di Lea Garofalo, messo in atto nel mese di maggio 2009;

- Le tracce di Lea Garofalo si sarebbero perse a Milano, nel mese di novembre, quando insieme alla figlia tredicenne, avrebbe dovuto prendere il treno per tornare in Calabria;

- Risultano contorte le notizie sullo status di collaboratrice della Lea Garofalo;

- Sembrerebbe che Lea Garofalo si sia dovuta rivolgere al Consiglio di Stato per vedere riconosciuto il suo diritto ad entrare nel programma di protezione, visto che la Commissione centrale di protezione prima ed il TAR del Lazio poi non avevano concesso il diritto richiesto;

- C’è incertezza sul mancato rinnovo della protezione a Lea Garofalo dopo il tentato sequestro del maggio 2005;

- Lea Garofalo, che ha avuto assassinati il padre e il fratello durante lo sterminio della faida di Petilia Policastro tra le due famiglie Garofalo e Mirabelli, potrebbe rappresentare un nuovo caso di “lupara bianca” in Calabria, proprio per le sue rivelazioni sugli omicidi e contro alcuni affiliati alle cosche di quel territorio:

- I motivi per i quali Lea Garofalo non sia stata ammessa al regime di protezione, pur avendo subito un tentativo di sequestro e pur appartenendo ad una famiglia pressoché sterminata da una faida di ‘ndrangheta;

- se risultano essere state disposte convocazioni di Lea Garofalo per processi in qualche Tribunale d’Italia.

On. Angela NAPOLI

Roma, 9 febbraio 2010

sabato 6 febbraio 2010

Il Procuratore Vitello ha accanto tutti gli onesti cittadini calabresi

E’ ormai palese la volontà della ‘ndrangheta di voler intimidire tutti quei Magistrati che in Calabria stanno lavorando per abbattere la potenzialità e la pervasività del crimine organizzato e delle sue collusioni.
Anche l’intimidazione rivolta al Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, al quale va la mia sincera solidarietà, rientra in questa infame strategia.
Nel dare atto della positiva attività di contrasto intrapresa dal Procuratore Vitello per abbattere il potere delle cosche, congiunto con il malaffare e la corruzione, sono certa che lo stesso proseguirà nella sua meritoria attività, sapendo di avere accanto tutti gli onesti cittadini calabresi, ormai stanchi di essere costretti a vivere sotto la cappa dell’illegalità.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 06 febbraio 2010

venerdì 5 febbraio 2010

Sincera solidarietà al Giornalista Antonino Monteleone

Esprimo sincera solidarietà al giornalista Antonino Monteleone e condanno il vile atto intimidatorio subito.
Ancora una volta in Calabria viene colpito quel mondo del giornalismo serio e coraggioso.
Purtroppo anche l’incendio dell’autovettura di Antonino Monteleone rientra sicuramente in quella pericolosa strategia della ‘ndrangheta messa in atto in questo periodo e da me denunziata in un atto ispettivo indirizzato nella giornata di ieri al Presidente del Consiglio ed ai Ministri dell’Interno e della Giustizia.
Non v’è dubbio che gli uomini della ‘ndrangheta ed i suoi collusi temono tutti coloro che possono scoprire e denunciare le verità assolute, utili a riportare sicurezza e giustizia nella nostra Calabria.
Conoscendo la serietà di Antonino Monteleone e la passione che ripone nella sua professione sono certa che proseguirà la sua attività continuando ad informare in modo corretto e scrupoloso i cittadini calabresi.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 5 febbraio 2010

Salvaguardare gli Ulivi secolari della Piana di Gioia Tauro

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno;

per sapere – premesso che:

- la Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) rappresenta la zona più importante dell'olivicoltura calabrese, con ulivi centenari, la cui specie non è rintracciabile in altre zone del mondo;

- l'interrogante già nella precedenti legislature, aveva provveduto e segnalare la preoccupante notizia sulla tratta di ulivi secolari calabresi;

- nei giorni scorsi alcune notizie riportate su stampa regionale calabrese, hanno riferito della preoccupante compravendita delle secolari piante di ulivi della Piana di Gioia Tauro;

- ulivi sradicati da quel territorio senza alcuna regola vengono trasferiti in proprietà private di regioni dei centro-nord Italia, creando gravi scompensi ambientali nel territorio;

- negli ultimi anni, sono notevolmente aumentate le compravendite in questione;

- altri ulivi vengono tagliati, ridotti a monoconi, per ricavare una media di 2.000 quintali di ettaro di legname e il guadagno di 30.000 euro;

- nella Piana di Gioia Tauro è, peraltro, imperante la presenza di importanti cosche della 'ndrangheta calabrese, il che potrebbe anche far presupporre che dietro il business degli ulivi secolari possa essere rintracciabile anche la mano della criminalità organizzata;

- purtroppo non esiste alcuna legge che possa tutelare e valorizzare il patrimonio di ulivi secolari di questa parte dei territorio italiano tantomeno è registrabile la tutela dell’ambiente e del territorio:

- quali urgenti iniziative normative intendano attuare al fine di tutelare il patrimonio degli ulivi secolari della Piana di Gioia Tauro;

- se risulti avviata un'opportuna attività di indagine per verificare eventuali «anomale» presenze dietro la citata compravendita degli ulivi secolari;

- se non ritengono in particolare di adottare idonee iniziative utili ad istituire nella Piana di Gioia Tauro il «parco degli Ulivi», giacché quelle piante rappresentano una specie unica al mondo e la relativa mancanza di salvaguardia finirebbe col creare gravi danni ambientali nel contesto territoriale.

On. Angela NAPOLI

Roma, 5 febbraio 2010

giovedì 4 febbraio 2010

E' necessario proteggere il Procuratore Pierpaolo Bruni

Ai Ministri della Giustizia e dell’Interno:

per sapere – premesso che:

- Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Crotone, Pierpaolo Bruni, è titolare di importanti inchieste e processi che coinvolgono ‘ndrangheta, politica ed imprenditoria ed è anche titolare di analoghe importanti inchieste sulle cosche del crotonese;

- proprio in data odierna è prevista la sentenza del maxiprocesso Heracles, nel corso del quale il PM Pierpaolo Bruni, ha chiesto ben 91 condanne, per un totale di 928 anni e sei mesi di reclusione;

- gli imputati sono presunti affiliati alle cosche del crotonese e colletti bianchi accusati di collusione con i clan di quel territorio;

- è ormai noto che la ‘ndrangheta è l’organizzazione criminale più potente, pervasiva e pericolosa e che è riuscita, soprattutto in Calabria, a tessere rapporti con i mondi politici, imprenditoriali e massonici della Regione;

- recentemente sono stati concessi gli arresti domiciliari al presunto magazziniere della cosca di Papanice (KR), Rocco Aracri, 26 anni, condannato nel dicembre scorso a sei anni di reclusione , e sul quale nel processo Heracles, grava una richiesta di condanna a 15 anni per associazione mafiosa, estorsioni e droga;

- inoltre, analoga perplessità desta la concessione degli arrestati domiciliari a Guglielmo Bonaventura, organico alla cosca Vrenna, anche lui coinvolto nel processo Heracles;

- il Magistrato Bruni è stato oggetto di un piano predisposto dalla’ndrangheta per la sua uccisione, con l’utilizzo di armi in dotazione alle cosche, tra cui lanciarazzi, bazooka ed esplosivo;

- nello scorso mese di gennaio sono trapelate le notizie relative ad un attentato attuato sull’autovettura del padre del Magistrato Bruni, sul ritrovamento, in una rimessa per imbarcazioni, di due scatole vuote per pistole sul sellino dell’acquascooter dello stesso Magistrato e la strana presenza una sera, nei pressi della sua abitazione, di due uomini coperti con sciarpe e cappelli;

- di oggi la notizia di un messaggio, fatto pervenire al sito on line del giornale “Il Crotonese”, nel quale viene rivolta una minaccia di morte per il Sostituto Procuratore, Pierpaolo Bruni;

- l’interrogante ribadisce che il PM Bruni da diversi anni continua ad occuparsi di delicate ed importanti inchieste che vedono il coinvolgimento di uomini della ‘ndrangheta crotonese ed anche di colletti bianchi (esponenti politici, imprenditori ed altri);

- nello scorso mese di dicembre il CSM ha accolto la richiesta di trasferimento del PM Bruni alla Procura della Repubblica di Catanzaro:

- se non si ritenga necessario ed urgente verificare la situazione giudiziaria dei due pregiudicati, Rocco Aracri e Sergio Rotundo, in merito alla concessione degli arresti domiciliari, proprio nel momento nel quale è in atto lo svolgimento del processo Heracles, che li vede pesantemente coinvolti;

- quali urgenti iniziative intendano assumere per incentivare la protezione del Sostituto Procuratore, Pierpaolo Bruni.

On. Angela NAPOLI

Roma, 4 febbraio 2010

Le urgenti iniziative del Governo per una campagna elettorale serena

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’Interno e della Giustizia:

Per sapere – Premesso che:

- la fase pre-elettorale in Calabria si sta definendo in un preoccupante clima di tensione che sta minando la serenità e la sicurezza che dovrebbero accompagnare candidati ed elettori;

- i noti fatti di Reggio Calabria e Rosarno che, purtroppo, hanno portato quella Regione a ricalcare negativamente le scene televisive e dei media, hanno già visto l’impegno dell’intero Governo nazionale per garantire il contrasto alla ‘ndrangheta;

- ‘ndrangheta che, come sempre, è “impegnata” a devolvere il consenso elettorale per il proprio tornaconto;

- Già dallo scorso mese di gennaio 2010, così come riportato dalle cronache giornalistiche e da un’interrogazione di alcuni senatori presentata il 12 gennaio 2010, il già coordinatore provinciale del PDL, dimessosi dall’incarico proprio lo scorso mese è stato vittima di minacce di chiaro stampo mafioso;

- Successivamente, sempre nello scorso mese di gennaio, il Sindaco del Comune di San Lorenzo del Vallo (CS), Luciano Marranghello, ha ricevuto una lettera anonima, contenente anche un proiettile, con chiara minaccia di stampo mafioso;

- Nei giorni scorsi altri amministratori locali o possibili candidati sono stati destinatari di anonime minacciose missive mafiose;

- Notizie di stampa odierna (Gazzetta del Sud) comunicano il contenuto di una lettera minatoria ricevuta tre giorni fa dall’ex Presidente di Confindustria Calabria, l’imprenditore Pippo Callipo, uno dei candidati a Presidente per la Regione Calabria;

- La lettera, congiunta al blocco dell’HOME PAGE dell’imprenditore Callipo a causa di attacchi degli hacker, recitava testualmente: “ Devi farti da parte, altrimenti te la faremo pagare. Non fare il testardo. Lascia perdere la politica. Se proseguirai su questa strada ce la prenderemo con la tua famiglia e con la tua azienda. Guarda che non scherziamo”;

- La strategia della tensione, messa in atto per mano della ‘ndrangheta, sta creando viva preoccupazione e mancanza di serenità sia per la preparazione delle liste elettorali che per lo svolgimento della relativa competizione:

- Quali urgenti iniziative intendano attuare per far monitorare la preoccupante situazione in atto in Calabria;

- Quali urgenti iniziative intendano attuare per far garantire lo svolgimento della campagna elettorale e delle relative votazioni con la massima sicurezza;

- Se non ritengano, altresì, necessario ed urgente condividere l’iniziativa parlamentare concernente “Il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione “ , il cui iter si è già concluso in commissione giustizia alla Camera dei Deputati.

On. Angela NAPOLI

Roma, 4 febbraio 2010

mercoledì 3 febbraio 2010

Lavoratori Porto di Gioia Tauro: immediato intervento del Governo e della Regione

Da anni vado denunciando la cecità dimostrata dai Governi nazionali e regionali calabresi sul Porto di Gioia Tauro. Ci si è soffermati solo su nomine di Commissari, Sottosegretari regionali e Autorità portuali, nel mentre prevaleva l’esclusiva attività di transhipment a favore della MCT, oggi Contship, e quella della ‘ndrangheta, tutto a discapito della polifunzionalità di quel Porto che avrebbe potuto e dovuto rappresentare il volano dello sviluppo per l’intera Calabria. Tutti gli atti ispettivi da me presentati nelle varie legislature su questa problematicità sono stati puntualmente disattesi dai Governi che si sono succeduti, compreso quello in carica.
Oggi la Contship, che negli anni ha utilizzato ingenti finanziamenti pubblici e che è diventata concessionaria di buona parte della banchina del Porto di Gioia Tauro, osa mandare in cassa integrazione ben 400 lavoratori su 1.300 e addirittura minaccia di abbandonare lo stesso Porto.
Penso che non sia ormai sufficiente esprimere la solidarietà agli otto lavoratori “barricati” su una gru all’interno del Porto, oggi appare indispensabile un immediato intervento del Governo e della Regione, chiamati non ad interessarsi di ulteriori nomine di Commissari e Sottosegretari regionali e Autorità portuali, bensì a trovare le iniziative adeguate a vincere la sfida che oggi viene lanciata dalla Contship. Penso che la Piana di Gioia Tauro, sufficientemente piegata dalla pesante disoccupazione e dalla pervasività della ‘ndrangheta, non debba continuare a subire ulteriori colpi negativi.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 3 febbraio 2010

martedì 2 febbraio 2010

Il mancato commissariamento della Sanità in Calabria, le transazioni dell'ultima ora e il raddoppio del compenso per il Comitato tecnico-scientifico

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’Economia e delle Finanze, della Salute e dell’Interno

- per sapere - premesso che:

- in data 11 dicembre 2007 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha decretato lo stato di emergenza socio- economico -sanitaria della Regione Calabria;

- a seguito del citato stato di emergenza, in data 21 dicembre 2007, è stata istituita la Commissione incaricata di svolgere un’indagine conoscitiva finalizzata a verificare la qualità dell’assistenza prestata dal Servizio sanitario della Regione Calabria, nonché l’effettiva garanzia dell’erogazione, secondo criteri di efficienza ed appropriatezza, dei livelli essenziali di assistenza;

- nella relazione predisposta dalla citata Commissione, come pubblicato sulla stampa regionale calabrese il 24 aprile 2008 sono stati evidenziati allarmanti punti di criticità interni al sistema sanitario di quella Regione;

- tra le criticità nella relazione la Commissione ministeriale ha evidenziato: il mancato controllo della regione sulla spesa sanitaria, la mancata approvazione del piano sanitario regionale, l’impunità di chi ha commesso errori ed ha responsabilità accertate, la presenza in numerosi P.O. di Pronto Soccorsi “disastrosi”, pesanti condizioni igienico - sanitarie e problemi strutturali degli edifici, esorbitante spesa ai privati, dirigenti senza responsabilità; criticità, ancora oggi, in buona parte persistenti;

- anche la Corte dei Conti regionale, fin dal marzo 2008 ha bocciato la sanità calabrese, richiamando, altresì, l’intervento della Magistratura contabile;

- sempre la relazione della Commissione ministeriale ha evidenziato che la Calabria ha investito in sanità una quota di PIL di gran lunga superiore alle altre Regioni ( 8.77% PIL Calabria – 4,66% PIL Lombardia);

- La grave situazione della sanità in Calabria era stata monitorata dal Ministro del Lavoro e, allora anche della salute, il quale nel settembre del 2008, in Commissione bicamerale per gli Affari Regionali, aveva dichiarato che “ …la situazione della Regione Calabria è molto preoccupante non solo per la dimensione del debito e del disavanzo, ma per il trend di spesa: dai 55 milioni 2006 ai 127 del 2007…un dato che fa spaventare non poco”;

- e nel mentre il debito sanitario continuava ad aumentare, nel novembre del 2008 la Regione Calabria ha deliberato l’istituzione di un Comitato di consulenti (ben 3!) nell’ambito del piano sanitario regionale per il triennio 2007- 2009;

- fin da allora, all’interrogante appariva chiaro che nessun piano di rientro per il riequilibrio economico-finanziario, per quanto oculato, avrebbe potuto ribaltare la debitoria situazione incancrenita, peraltro, in assenza di un approvato piano sanitario regionale;

- nel giugno del 2009 il Consiglio dei Ministri aveva perfino impugnato la legge della Regione Calabria 30 aprile 2009, n. 11, relativa al “ Ripiano del disavanzo di esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dei disavanzi del servizio sanitario regionale;

- nel settembre del 2009 la Giunta regionale della Calabria ha approvato il cosiddetto “Piano di rientro” che dovrebbe portare al risanamento del deficit sanitario di quella Regione;

- a quel tempo il debito emerso dai dati contabili non consentiva la quantificazione reale dello stesso;

- nel mentre veniva predisposto ed approvato il “Piano di rientro” , la Giunta regionale calabrese definiva tranquillamente acquisizioni di prestazioni ospedaliere dalle strutture private che da circa 5 anni non rinnovavano i contratti ai propri dipendenti ed autorizzava ben 333 assunzioni nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere;

- l’interrogante attende ancora di conoscere, così come richiesto nell’atto ispettivo n. 2-00470 del 16 settembre 2009, se nella verifica del “Piano di rientro” siano stati inseriti importi relativi a transazioni dell’ultima ora, che potrebbero riguardare debiti non riconoscibili;

- il 17 dicembre 2009, ad avviso dell’interrogante inspiegabilmente, il Governatore della Regione Calabria, ha firmato con i Ministri dell’Economia e della Sanità, il Piano di rientro del debito, evitando così il commissariamento di quel settore regionale;

- in virtù della citata sigla il Presidente Loiero, il quale peraltro da oltre un anno deteneva già la delega alla sanità regionale, in data 30 dicembre 2009, è stato perfino nominato Commissario delegato per l’emergenza economico-sanitaria nel territorio della Calabria, con la facoltà di avvalersi dei poteri di cui alle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri emanate per fronteggiare il contesto emergenziale;

- con l’Ordinanza n. 6 del Commissario delegato pro tempore dell’ 11 febbraio 2008 è stato istituito il Comitato tecnico scientifico chiamato ad effettuare la valutazione dei soggetti d’intervento predisposti dal Commissario delegato e a fornire al Commissario stesso il necessario supporto tecnico delle attività occorrenti per il superamento dell’emergenza;

- nei giorni scorsi il Commissario delegato, Agazio Loiero, avrebbe disposto per l’anno 2010 il raddoppio del compenso fissato su base annua con l’ordinanza n. 7 del 13 marzo 2008, ai componenti del Comitato tecnico- scientifico su citato:

- quali i motivi che hanno portato al non commissariamento della Sanità calabrese;

- se nel piano di rientro siano stati inseriti importi relativi a transazioni dell’ultima ora, che potrebbero riguardare debiti non riconoscibili; - quali i motivi che hanno portato all’affidamento dell’incarico di Commissario delegato per l’emergenza economico- sanitaria della Calabria, proprio nella persona del Governatore Loiero e, peraltro, in prossimità della tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale;

- se corrisponde al vero la disposizione del raddoppio del compenso annuo per i componenti del Comitato tecnico- scientifico e, in caso affermativo, se non si ravvisi danno all’erario pubblico, peraltro deliberato in concomitanza con il varo di un Piano di rientro dal debito sanitario regionale che comporterà pesanti oneri per i cittadini e sempre in concomitanza con la campagna elettorale per le elezioni regionali.

On. Angela NAPOLI

Roma, 2 febbraio 2010