martedì 30 novembre 2010

Necessaria un'adeguata ispezione presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria

Al Ministro della Giustizia

–per sapere – premesso che:

- con atto ispettivo n. 4-02951 del 7 maggio 2009, l’interrogante ha denunziato l’avvenuta scarcerazione di Luciano D’Agostino, condannato in appello a 15 anni di carcere nell’ambito del processo “ Prima Luce”;

- la scarcerazione del D’Agostino era stata disposta a causa del mancato deposito della sentenza da parte del giudice della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria;

- la sentenza d’appello è stata emessa il 3 marzo del 2006 e le relative motivazioni sono state depositate soltanto a metà novembre 2010, ossia a distanza di ben quattro anni e sei mesi, e sono racchiuse in 137 pagine, decisamente inferiori alle 1.500 scritte dai giudici di primo grado:

- se non ritenga necessario ed urgente avviare un’adeguata iniziativa ispettiva presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, al fine di accertare il perché il deposito delle motivazioni sia avvenuto a distanza di ben quattro anni e sei mesi dall’emissione della relativa sentenza;

- quali urgenti iniziative, in particolare, intenda attuare nei confronti dei responsabili di tale grave ritardo.

On. Angela NAPOLI

Roma, 30 novembre 2010

Gli interventi del Procuratore Spagnuolo e il mancato adeguamento dell'organico giudiziario di Vibo Valentia

Il sequestro del Grand Hotel Esperia di Pizzo Calabro (VV), eseguito ieri dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata da Mario Spagnuolo, conferma le truffe che in Calabria vengono attuate sui contributi pubblici ed evidenzia la costante capacità della’ndrangheta di inserirsi nell’economia della Regione.
Purtroppo sullo sviluppo della Calabria imperversano criminalità organizzata, malaffare e corruzione che sono sintomatici dell’illegalità diffusa e che trovano supporti anche in coloro che sono chiamati ai controlli preventivi all’elargizione delle tranches dei finanziamenti.
A fronte di questo superbo intervento giudiziario non si può sottacere l’allarme lanciato dal Procuratore Spagnuolo sul mancato adeguamento dell’organico necessario a svolgere il gravoso compito che incombe su quel Distretto giudiziario.

On. Angela NAPOLI (FLI)
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 30 novembre 2010

lunedì 29 novembre 2010

Salvaguardare Rosarno dall'inquinamento del voto

Al Ministro dell'interno.

- Per sapere - premesso che:

il 15 dicembre 2008, con decreto del Presidente della Repubblica, è stato sciolto il consiglio comunale di Rosarno (RC)
a causa della «sussistenza di forme di ingerenza della criminalità organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi»;

nel decreto di scioglimento veniva puntualmente riferito che «le ingerenze della criminalità organizzata espongono l'Amministrazione comunale a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Rosarno»;

durante il periodo di commissariamento straordinario la città di Rosarno è assurta alle cronache nazionali per le note vicende che hanno investito gli immigrati clandestini presenti su quel territorio, ma anche per la presenza delle potenti cosche della 'ndrangheta, Bellocco e Pesce, le quali hanno ormai esteso la loro pervasività anche in altre regioni d'Italia;

è dei giorni scorsi l'operazione «All'inside 2» che ha evidenziato la collusione tra la 'ndrangheta di Rosarno, la politica e pezzi importanti dello Stato;

per il 28 e 29 novembre 2010 è stata indetta la tornata elettorale per il rinnovo delle elezioni amministrative di Rosarno;

sul sito «Malitalia», nella giornata di ieri 25 novembre 2010, è stato pubblicato l'articolo «A Rosarno: un voto in odor di mafia?» redatto da Angela Corica;

nel citato articolo vengono evidenziate le presenze in alcune liste elettorali di candidati facenti parte dell'amministrazione sciolta per mafia o di loro stetti parenti o di altri collusi o imparentati con uomini delle locali cosche delle 'ndrangheta;

le citate presenze, lo scioglimento del consiglio comunale nel dicembre 2008, e la recente operazione «All'inside 2», stanno creando grosse preoccupazioni in quella città;

durante la predisposizione delle liste, secondo quanto riferito da alcuni quotidiani regionali, un noto esponente politico della provincia di Reggio Calabria si sarebbe scagliato contro i magistrati e la prefettura definendoli «stupratori della democrazia» -:

se non ritenga necessario ed urgente definire le iniziative utili a garantire gli adeguati controlli affinché venga impedito l'inquinamento del voto da parte degli uomini della locale 'ndrangheta. (3-01351)

On. Angela Napoli

giovedì 25 novembre 2010

Verificare la corretta gestione del servizio idrico della SoRiCal

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

- Per sapere - premesso che:

in Italia la riorganizzazione dei servizi idrici prende le mosse dalla legge n. 36 del 1994 che prevedeva, all'articolo 13, l'elaborazione di un «metodo normalizzato» per la determinazione
della tariffa del servizio idrico;

il «metodo normalizzato» si riferisce alla piena funzionalità del servizio idrico integrato;

nell'attesa di determinare o applicare il «metodo normalizzato», la legge n. 172 del 1995 stabilisce che il compito di fissare i criteri per l'adeguamento tariffario spetta al CIPE (Comitato interministeriale programmazione economica), mentre gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del legislatore statale;

tale esclusiva competenza è stata ribadita ultimamente dalla Corte costituzionale con le sentenze n. 29 del 2010 e n. 142 del 2010;

la Corte dei Conti della Calabria con deliberazione n. 388 del 30 giugno 2010, richiamando le pronunce della Corte Costituzionale, ha ribadito che «la disciplina della tariffa del servizio idrico integrato è ascrivibile alla tutela dell'ambiente e alla tutela della concorrenza, materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato, ed è precluso al legislatore regionale intervenire nel settore, con una disciplina difforme da quella statale;

in Calabria, non essendo ancora entrato in vigore il cosiddetto «metodo normalizzato», la determinazione della tariffa idrica spetta al C.I.P.E., mentre gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del legislatore statale;

il 13 giugno 2003 la regione Calabria ha stipulato una convenzione con SoRiCal a cui ha affidato mandato di gestire, per un periodo di 30 anni, il complesso infrastrutturale delle «Opere idropotabili regionali» ed il connesso servizio di fornitura all'ingrosso ai comuni e ad alcuni altri enti;

la regione Calabria ha affidato a SoRiCal anche l'attuazione di un articolato pieno di investimenti, finalizzato all'integrazione e completamento e all'efficientamento del complesso delle infrastrutture idriche, per garantirne la gestione unitaria;

la SoRiCal s.p.a. è una società a capitale misto, pubblico/privato, per la gestione dell'approvvigionamento e la fornitura all'ingrosso dell'acqua ad uso potabile sul territorio della regione Calabria il cui capitale sociale è detenuto: dalla regione Calabria per il 53,5 per cento e da Veoilà - General des Eaux, multinazionale francese, per il 46,5 per cento;

nell'articolo 8 della Convenzione sottoscritta tra SoRiCal e regione Calabria per l'affidamento in gestione degli acquedotti Calabresi è stabilito che la tariffa determinata secondo il «metodo normalizzato» si dovrà applicare a partire dal 6o anno di gestione;

la gestione della SoRiCal ha avuto inizio il 1o novembre 2004, e quindi, in base alla normativa vigente in materia riassunta in precedenza, non poteva essere applicato alcun adeguamento tariffario, con decorrenza anteriore al 26 marzo 2009, delle tariffe fissate nella convenzione;

la SoRiCal s.p.a. ha disposto invece aumenti a far data dell'anno 2002; addirittura a tutto il 31 dicembre 2008 gli aumenti sono stati superiori al 20 per cento con maggiori importi, richiesti da SoRiCal alle amministrazioni comunali calabresi, quantificabili, in circa 30 milioni di euro;

a seguito di tali aumenti che appaiono all'interrogante non conformi alla normativa vigente i comuni già in difficoltà per le continue riduzioni dei trasferimenti statali hanno visto peggiorare la propria condizione economico-finanziaria;

la stragrande maggioranza dei comuni calabresi sono debitori della SoRiCal per la fornitura dell'acqua idropotabile;

attualmente la SoRiCal sta ponendo in essere un'azione sistematica di messa in mora dei comuni debitori richiedendo il pagamento dell'intero importo dovuto in un'unica soluzione entro 15 giorni a datare dalla richiesta, minacciando in caso di inadempienza una limitazione delle forniture di acqua;

alla richiesta da parte dei comuni di stabilire un piano di rientro con la rateizzazione del debito, la SoRiCal risponde che l'approvazione del piano è condizionata alla contestuale sottoscrizione da parte del comune di una nuova «convenzione di utenza»;

i sindaci, in difficoltà per la posizione debitoria dei loro enti (che, in molti casi, è stata ereditata dalle passate gestioni amministrative) e preoccupati ad assicurare ai propri concittadini un bene di prima necessità come l'acqua, sono costretti ad accettare condizioni quasi capestro tra le quali il pagamento di interessi «ancora da definirsi» oltreché rate mensili in «conto corrispettivi della fornitura corrente»;

l'intimazione di riduzione della fornitura dell'acqua ad avviso dell'interrogante è usata dalla SoRiCal come strumento di pressione per indurre le amministrazioni comunali a sottoscrivere un contratto di utenza contenente condizioni svantaggiose per i comuni;

l'attività della SoRiCal di recupero dei debiti dei comuni, considerando che sono centinaia quelli in posizione debitoria, non appare uniformarsi ad un criterio generale di imparzialità, visto che vi sarebbero comuni con alti livelli di debito (pare che vi siano comuni con oltre 10 milioni di euro di debiti) ai quali non sarebbe stato richiesto ancora il pagamento dell'intera somma nel termine di 15 giorni e dietro avvertimento, in caso contrario, di una riduzione della fornitura dell'acqua, così come avvenuto invece nei confronti di piccoli comuni con poche centinaia di migliaia di debito;

la SoRiCal è una società per azioni a maggioranza di capitale pubblico e che, pertanto, dovrebbe attenersi alla disciplina pubblicistica in materia di incompatibilità per le nomine dei consiglieri di amministrazione e degli altri vertici societari nonché per le assunzioni e gli incarichi dirigenziali;

risulterebbe far parte del consiglio di amministrazione della SoRiCal il sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, indagata per l'ipotesi di reato di cui all'articolo 416-bis del codice penale ed i cui due fratelli sono sottoposti al regime del 41-bis;

il comune di Corigliano Calabro sembrerebbe essere debitore della SoRiCal;

non è dato conoscere il costo complessivo della SoRiCal sul bilancio della regione Calabria;

pare evidente all'interrogante che la SoRiCal s.p.a. è tenuta all'applicazione della legge statale sopra richiamata e che le determinazioni delle tariffe da parte della SoRiCal sono in contrasto con le previsioni legislative suddette;

andrebbe accertato se la regione Calabria una volta verificata la violazione della legge da parte della SoRiCal possa revocare alla medesima società la relativa concessione della gestione delle risorse idriche calabresi e se i comuni calabresi, una volta accertata la illegittimità delle tariffe suddette possano vantare diritto al rimborso -:

se, per il tramite della Commissione per la vigilanza sulle risorse idriche di cui all'articolo 161 del decreto legislativo n. 152 del 2006, si intenda accertare quante nuove convenzioni di utenza la SoRiCal spa abbia sottoscritto con i comuni calabresi e quanti comuni in Calabria risultino indebitati con la SoRiCal e si trovino in condizioni di morosità;

se, in ogni caso, non si intenda acquisire, alla luce della situazione descritta in premessa, ogni ulteriore elemento in relazione alla gestione del servizio idrico integrato in Calabria da parte della SoRiCal.

On. Angela Napoli

giovedì 18 novembre 2010

L'alluvione in Calabria e i necessari interventi del Governo

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Economia e delle Finanze, del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

– Per sapere – Premesso che:

- Le ultime calamità alluvionali abbattutesi sulla Calabria hanno provocato ingenti danni sull’intero territorio ed hanno, al
tresì, procurato un morto accertato;

- ingenti sono stati i danni all’agricoltura calabrese; diversi i torrenti ed i fiumi straripati; numerosissimi i danni alla rete stradale in tutta la Regione, dove molti centri piccoli risultano in parte isolati o in condizioni molto difficili di collegamento; numerose strutture turistiche, commerciali ed imprenditoriali risultano in ginocchio;

- la piaga del dissesto idrogeologico per l’intera Regione Calabria sta assumendo contorni realmente preoccupanti;

- secondo i dati dell’indagine “Ecosistema Rischio 2010”, 409 comuni calabresi, ovvero il 100% del totale, è a rischio frane o alluvioni;

- è decisamente individuabile l’uso dissennato ed incontrollato del territorio; non vi è stata un’oculata difesa del suolo; spesso è venuta meno la valutazione sull’impatto ambientale sia per la realizzazione delle infrastrutture sia per lo smaltimento dei materiali da riporto; molte opere di difesa sono risultate inadeguate; fiumi e torrenti non sono mai stati messi in sicurezza;

- nessun piano contro il dissesto idrogeologico dell’intera Regione Calabria è stato mai decretato;

- il Governatore della Calabria ha comunicato nei giorni scorsi di aver avuto garanzia circa l’emissione di un decreto governativo per un contributo di 15 milioni di euro a favore della Regione, sicuramente non sufficiente per far fronte all’entità dei danni provocati dalle recenti alluvioni, anche alla luce del fatto che ancora non sono stati elargiti tutti i finanziamenti utili a far fronte ai danni alluvionali che hanno investito la Calabria nell’inverno dello scorso anno;

- è stata, altresì, preannunciata la destinazione di ulteriori 70 milioni di euro nell’ambito di un APQ Ambiente, ma non si conoscono i tempi di tale destinazione:

- quali provvedimenti urgenti intenda adottare il Governo per far fronte alla grave emergenza creatasi in Calabria a seguito della lunga e violenta ultima ondata di maltempo;

- se non ritengano necessario ed urgente promuovere un monitoraggio utile a verificare i danni reali causati dall’ultima alluvione nell’intera Calabria ed elargire gli adeguati finanziamenti su di una definita lista dei danni e su una adeguata programmazione di interventi;

- se non ritengano di fornire ogni elemento utile in merito agli interventi fatti, in occasione di quest’ultimo evento calamitoso abbattutosi sulla Calabria, da parte della Protezione Civile regionale;

- quali urgenti iniziative intendano assumere per incoraggiare la Regione Calabria alla definizione di un’oculata pianificazione del territorio e di un adeguato piano di riassesto idrogeologico del territorio.

On. Angela NAPOLI

Roma, 18 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

L'alibi del PdL reggino

Il discorso fatto ieri a Perugia dal Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, non è stato utile al gruppo consiliare comunale del PDL reggino per comprendere che la nascita di FUTURO e LIBERTA’ è legata ad una volontà di riportare la Politica a valorizzare programmi per garantire l’interesse nazionale e il bene comune.

La motivazione che, invece, oggi ha portato il gruppo consiliare del PDL reggino a chiedere il ritiro della delega di assessore a Paolo Gatto, fa trasparire che per una parte degli uomini e delle donne di quel Partito la politica è ancora intesa come scontro o propaganda.

Servirsi, infatti, dell’alibi dell’assessore Gatto aderente a Futuro e Libertà, per coprire ben altre motivazioni rese ufficiali dalle cronache quotidiane, significa non aver compreso quale debba essere il livello di responsabilità che oggi dovrebbe investire tutti coloro che sono chiamati ad occupare incarichi politici ai vari livelli.

I rappresentanti del FLI occupano ancora, a pieno titolo, ruoli importanti nel Governo nazionale insieme agli esponenti del PDL e non vi è, quindi, alcuna ragione che possa essere utilizzata dal Sindaco Raffa per far accogliere la richiesta pregiudiziale fatta dal PDL consiliare comunale di Reggio Calabria.

On. Angela Napoli

Coordinatrice Regionale FLI Calabria

Roma, 08 novembre 2010