mercoledì 30 giugno 2010

Stragi del '92: i rapporti tra politica e mafia

Personalmente sono stata sempre convinta del fatto che addebitare le stragi del ’92 solo a Cosa Nostra rappresentava un alibi utile a nascondere i connubi di questa con la politica.
Così come mi sono sempre chiesta se mai i Servizi avessero avuto un qualche ruolo nelle stragi, non foss’altro per la scomparsa dell’Agenda rossa di Paolo Borsellino.
Oggi voglio dare atto al sen. Giuseppe Pisanu, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, di aver messo in luce tutto ciò nella relazione presentata in Plenaria.
Sicuramente sul tema si aprirà un grande dibattito che, peraltro, non potrà non tener in considerazione anche il lavoro che la Magistratura inquirente siciliana sta effettuando in merito.
Ma sarebbe da veri illusi nascondere e quindi non aiutare a comprovare i rapporti, sempre esistenti, tra politica e mafia, così come sarebbe peccare di ingenuità immaginare che tali rapporti non permangano tutt’oggi.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 30 giugno 2010

mercoledì 23 giugno 2010

Operazione "Meta": congratulazioni ai ROS dei Carabinieri e alla DDA di Reggio Calabria

L’operazione “Meta”, condotta dai ROS dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinati dalla locale DDA, rappresenta senza dubbio un ulteriore tassello nella lotta contro le principali cosche della ‘ndrangheta reggina e del territorio limitrofo.
Gli arresti odierni sono frutto di una proficua inchiesta da cui sono emerse ancora una volta non solo gli interessi che la ‘ndrangheta ripone nelle attività e nell’economia della Regione, ma anche le volontà e le capacità rivolte alla gestione dei consensi elettorali.
Le inchieste coordinate dalla DDA di Reggio Calabria stanno continuando ad evidenziare le penetrazioni della ‘ndrangheta e l’area della cosiddetta borghesia mafiosa, che deve essere combattuta ed incisa.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 23 giugno 2010

Restituire la sicurezza ai Cittadini di Catanzaro e Crotone

Ai Ministri dell’Interno e della Giustizia

– Per sapere – Premesso che:

- l’ennesimo omicidio avvenuto a Catanzaro il 17 giugno 2010, del giovane ventiseienne ed incensurato Nicola Duro, impone una vigile attività di controllo e di interventi per garantire la sicurezza dei cittadini di quel territorio caduto nella morsa della criminalità;

- non v’è dubbio circa le responsabilità riconducibili alla popolazione rom, che ha il proprio quartiere generale a pochi metri da dove è avvenuto l’omicidio di Nicola Duro;

- a febbraio dello scorso anno, in un centro commerciale, sempre sul viale dove è avvenuto l’omicidio del 17 giugno u.s. è stato ucciso, per un banale scherzo di carnevale, il giovane ventiquattrenne Massimiliano Citriniti, studente universitario; di questo delitto sono state accusate tre persone di etnia rom;

- durante l’estate dello scorso anno sono scomparsi Giuseppe Fraietta e Luigi Grande, entrambi cresciuti nella periferia della Città di Catanzaro, ed i cui corpi sono stati ritrovati dopo alcuni mesi;

- nell’ultima relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia viene evidenziata la presenza nel quartiere di Santa Maria di Catanzaro di questo gruppo di etnia rom che ormai ha assunto i connotati di una vera associazione mafiosa e che opera nel traffico di sostanze stupefacenti e nel campo delle estorsioni;

- senza dubbio negli anni è stata sottovalutata la potenzialità criminale del gruppo rom presente sul territorio catanzarese, così come era avvenuto in precedenza nei confronti di gruppi rom del cosentino e del crotonese;

- anche a Crotone, infatti, con l’operazione “ Scarface”, che ha portato a diciotto arresti e trenta indagati, è emerso il nuovo controllo criminale dei rom, dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolar modo della cocaina;

- a Crotone, infatti, il controllo criminale dei rom ha sottratto un pezzo della Città legale alla collettività riuscendo persino a costituire un reticolo di fitte abitazioni in cui le Forze dell’Ordine non riescono ad accedere neppure con le autovetture di servizio:

- quali urgenti iniziative intendano attuare per garantire la sicurezza di tutti i cittadini di Catanzaro e Crotone;

- se non ritengano necessario ed urgente, anche alla luce della relazione della DNA, e nonché dalle ultime inchieste e degli omicidi registrati, incitare la Magistratura inquirente a considerare eventuali rapporti tra alcuni gruppi di etnia rom e le cosche della ‘ndrangheta calabrese.


On. Angela NAPOLI

Roma, 23 giugno 2010

martedì 22 giugno 2010

Impedire lo scempio ambientale della Centrale Enel a carbone di Rossano

CALABRIA

L’on. Angela NAPOLI (PDL) ha presentato in data odierna l’allegata interrogazione a risposta scritta, quale impegno assunto dall’Assemblea Regionale di GenerazioneItalia Calabria, svoltasi domenica 20 giugno 2010, dopo l’approvazione di un ordine del giorno recante la manifesta contrarietà al progetto di riconversione a carbone della Centrale ENEL di Rossano (CS).

On. Angela NAPOLI

Roma, 22 giugno 2010

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare , della salute, del lavoro e delle politiche sociali, delle attività produttive e della giustizia

– per sapere – premesso che:

- Il territorio della Sibaritide rappresenta uno dei più ricchi della Calabria ed è fonte di turismo, agricoltura, pesca e commercio;
- l’Enel, in modo unilaterale, ha presentato un Progetto Integrato, impropriamente denominato “Policombustibile”, di riconversione della propria centrale di Rossano (CS), prevalentemente a carbone (94%);
- la nuova tecnologia a carbone cd. “pulito”, riduce solo in parte le particelle fini ma non incide sulle emissioni delle polveri ulltrafini, che rappresentano la causa più importante di incremento della mortalità e della morbilità;
- il carbone è una delle forme più importanti d’inquinamento da mercurio;
- il processo di combustione del carbone produce, soprattutto nelle fasi di avviamento e di spegnimento dei gruppi termici, ben 67 elementi tossici inquinanti, tra cui i ben noti metalli pesanti che causano nell’uomo gravi e mortali patologie mediche;
- inoltre il carbone rappresenta oggi il maggiore pericolo per la lotta ai cambiamenti climatici;
- le centrali a carbone rischiano quindi di non collimare con i contenuti del protocollo di Kyoto ed anche degli impegni che l’Unione Europea ha assunto per il 2020 con l’approvazione del pacchetto “Energia e clima” e che sono stati ribaditi alla Conferenza di Copenaghen dello scorso dicembre;
- se, infatti, dovessero entrare in funzione tutti i progetti avviati e ormai conclusi (Civitavecchia), quelli autorizzati a tutt’oggi (Fiumesanto, Vado Ligure e Porto Tolle) o quelli ipotizzati (Saline Joniche e Rossano Calabro), a regime si produrrebbero in più circa 39 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, nel mentre l’Italia dovrebbe ridurre le sue emissioni di gas serra di 60 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2020, proprio secondo gli impegni assunti in sede europea;
- tra l’altro la improvvida scelta dell’ENEL, non prende in considerazione le energie alternative, che hanno già oggi costi complessivi molto minori del carbone e vantaggi ambientali per tutti;
- nel SIA ENEL manca una seria analisi dell’impatto sanitario sulle popolazioni e sugli ecosistemi;
- l’analisi fornita dall’ENEL non computa i costi socio – economici fortemente connotato da attività agricole di pregio (Distretto Agricolo di Qualità, istituito dalla Regione Calabria) e da attività turistico – alberghiere e di pesca;
- il carbone, che peraltro non rappresenta la futura tecnologia necessaria, metterebbe quindi un’ipoteca definitiva sullo sviluppo agro – turistico e culturale della Sibaritide, importante area strategica della Calabria;
- l’occupazione dei citati settori, già oggi stimabile in circa 35.000 unità, e che è suscettibile di crescita, verrebbe messa in discussione da un impianto industriale di circa 100 unità stabili, più un indotto di un centinaio di addetti;
- senza sottovalutare che gli investimenti del tipo proposti dall’ENEL per la centrale di Rossano, oltre a non portare alcuno sviluppo locale e regionale, rappresenterebbero un ghiotto boccone per la ‘ndrangheta le cui cosche locali, tutt’altro che inermi, sono da sempre state censite da DNA, DIA, DDA e Commissioni Parlamentari Antimafia;
- ed ancora non si può dimenticare che la Calabria produce molta più energia di quella che si consuma, nonostante ciò nel triennio 2009 – 2012 è previsto un incremento di potenza pari ad altri 1.600 MWe (800 da interventi già avviati) da centrali termiche, ed entro il 2013 si prevede la messa in funzione di centrali eoliche che produrranno circa altri 1.600 MWe;
- la costruzione della centrale a carbone proposta dall’ENEL a Rossano è senza dubbio una scelta imposta dall’alto, considerata la non condivisione di tutti gli Enti locali e provinciale del territorio, nonché la contrarietà espressa, con forza e valide motivazioni, dall’ANCI, dalle Associazioni ambientaliste e produttive e dalle Organizzazioni Sindacali;
- addirittura l’ENEL, che ha avviato il procedimento di approvazione del Progetto in questione ai sensi della Legge n. 102/2009, non ha preso in considerazione il vigente Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) della Calabria, approvato con la legge n. 315 del 14 febbraio 2005, che, tra l’altro, dispone: “…è vietato, su tutto il territorio regionale calabrese, l’utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica”;
- e la stessa Regione Calabria, anche oggi non può che avvalersi dell’esistente e richiamato Piano Energetico Ambientale Regionale, visto la nuova Amministrazione Regionale, e specificatamente il Dipartimento 5 – Attività Produttive, in data 22 maggio 2010, ossia in corso di procedura già avviata dall’ENEL, ha avviato la “Procedura aperta per l’affidamento del servizio di aggiornamento del PEAR” mediante apposito bando;
- appare, pertanto, evidente che anche tale situazione si ribalta sulla procedura in atto e dovrebbe comportare il ritiro del Progetto e la sua eventuale riproposizione ai sensi del PEAR Calabrese rinnovato;
- si aggiunge, infine, la sentenza n. 215 pronunciata dalla Corte Costituzionale in data 11 maggio 2010 e depositata il 17 giugno 2010, con la quale viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4, commi 1, 2, 3, e 4, del decreto – legge 1° luglio 2009, n. 78 , convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, nel testo risultante dalla modifiche introdotte dall’articolo 1, comma 1,lettera a) , del decreto – legge anticrisi, n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 ottobre 2009, n. 141;
- con tale sentenza l’ENEL non potrà tenere in considerazione la volontà degli Enti locali regionali calabresi in merito al progetto di riconversione della propria centrale di Rossano:

- se il ministro dell’ambiente non ritenga necessario ed urgente negare l’autorizzazione al progetto di riconversione della propria centrale ENEL di Rossano; - quali le posizioni del Governo nazionale rispetto alla nascita o alla riconversione di centrali a carbone; - quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio ambientale e tutelare la salute dei cittadini, rispetto al progetto di riconversione della centrale ENEL di Rossano Calabro.

On. Angela NAPOLI

Roma, 22 giugno 2010

giovedì 17 giugno 2010

Lavori A3: l'ANAS non ribalti i contenziosi sui lavoratori

Gli annosi lavori di ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria stanno continuando a produrre notevoli disagi non solo tra gli automobilisti ma anche tra alcuni lavoratori che, in un territorio ad alta disoccupazione quale quello calabrese, sono riusciti a trovare, proprio nei lavori di quest’opera, un’attività di sostentamento per le loro famiglie.
A parte i permanenti lavori della cui ultimazione appare impossibile conoscere la data, considerato, peraltro, che ci sono tratti sui quali i lavori iniziati risultano interrotti da anni, è della notte scorsa il nuovo disagio provocato agli automobilisti, costretti a rimanere bloccati per lunghe ore, a causa della programmata chiusura del tratto compreso tra Sicignano e Contursi ed il cui percorso alternativo è stato interrotto da un incidente.
Naturalmente non posso sottacere la rilevante presenza della ‘ndrangheta, le cui cosche, così come emerge dalle varie inchieste, si sarebbero addirittura suddivisi i tratti di “competenza”.
Su tutto, però, non va sottaciuto il disagio di quei lavoratori che, dopo aver prestato la loro opera, non percepiscono lo stipendio da ben quattro mesi, con tutte le palesi conseguenze ribaltabili sulle rispettive famiglie.
Proprio in nome di questi lavoratori mi sento di dover rivolgere l’appello all’ANAS affinché non ribalti i propri contenziosi in atto con le ditte subappaltatrici su coloro che hanno diritto di vedere risarcita tutta l’attività fino ad oggi prestata e bloccata da ben quattro mesi.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 17 giugno 2010

mercoledì 16 giugno 2010

Gli opportuni interventi per contrastare la ripresa della "faida dei boschi"

Ai Ministri dell’Interno e della Giustizia:

Per sapere – Premesso che:


- appare davvero preoccupante la ripresa della “faida dei boschi” che da giorni in Calabria sta procurando diversi omicidi nelle zone delle Serre e dello Jonio catanzarese;

- la serie di omicidi che vede coinvolte cosche della ‘ndrangheta del vibonese, e delle zone joniche catanzarese e reggina, è frutto di una vera e propria guerra tra le stesse famiglie mafiose:

- quali urgenti interventi intendono attuare per potenziare sia l’attività di controllo sui territori coinvolti dalla faida in atto, sia l’attività investigativa per assicurare alla giustizia i responsabili di tale recrudescenza mafiosa.


On. Angela NAPOLI


Roma, 16 giugno 2010

giovedì 10 giugno 2010

Abolizione Province: la Calabria non sia Regione di serie B

Il bluff continua sempre a danno della Calabria, unica Regione che sembra non dover essere considerata parte integrante della nostra Nazione.
La Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento alla “Carta delle Autonomie” con il quale verrebbero soppresse le province con abitanti inferiori alle 200.000 unità, con la salvaguardia delle province montane. Così dopo aver tutelato le province delle Regioni autonome, quelle delle Città Metropolitane, quelle montane, quelle amministrate dalla Lega Nord, la “scure” si dovrebbe abbattere, per quanto riguarda la Calabria, sulle due provincie di Crotone e Vibo Valentia.
Gli ideatori di queste scelte dovrebbero spiegare ai calabresi il motivo dell’ulteriore penalizzazione loro riservata.
Non v’è dubbio che ci sia l’esigenza di razionalizzare la spesa pubblica e nell’ambito di tale esigenza, congiunta con la riforma federalista dello Stato, occorra modernizzare la struttura amministrativa e, quindi, sopprimere tutte le province.
D’altra parte l’attuale coalizione di Governo ha previsto la soppressione delle province nel proprio programma elettorale, e tale programma non può essere richiamato a “proprio uso e consumo”.
Il mantenimento dell’unità Nazionale passa anche attraverso scelte che non creino Regioni di serie “A” e di serie “B”.

On. Angela NAPOLI

Roma, 10 giugno 2010

mercoledì 9 giugno 2010

Necessario, urgente, inderogabile il commissariamento della Sanità in Calabria

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri della salute, della giustizia e dell’economia e delle finanze

– Per sapere – premesso che:

- fin dal novembre 2009, con atti ispettivi n. 2/00201 ( 04.11.2008) – n. 4/ 02139 (27.01.2009) n. 2/00372 (29.04.2009) n. 3/00625 (28.07.2009) n. 2/00470 (16.09.2009) n. 4/05989 (03.02.2010), a tutt’oggi privi di risposta , l’interrogante/interpellante ha denunziato la pesante e grave situazione, anche sotto l’aspetto finanziario, in cui versa l’intero settore della Sanità in Calabria;

- nel corso del tempo più volte da parte di fonti governative è stata manifestata la necessità di decretare il commissariamento del sistema sanitario in Calabria;

- nel maggio del 2009, durante una manifestazione elettorale, lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri, aveva annunciato il citato commissariamento;

- il Ministro del lavoro e della salute del tempo, nel settembre 2008, in Commissione Bicamerale per gli affari Regionali aveva testualmente dichiarato che “…la situazione della Regione Calabria è molto preoccupante non solo per la dimensione del debito e del disavanzo, ma per il trend di spesa: dai 55 milioni del 2006 ai 127 del 2007…un dato che fa spaventare non poco”;

- lo stesso Sottosegretario di Stato alla salute del tempo, Francesca Martini, in un intervista alla Padania ha dichiarato che la Regione Calabria “vanta” una situazione che grida “vendetta”;

- la Corte dei Conti regionale, già nel marzo 2008, ha bocciato la Sanità calabrese sottolineando, tra l’altro, “la sovraesposizione del finanziamento a fronte di indici di attività e prestazioni sottomedia, che evidenziano l’esigenza di interventi intesi a restituire alla Regione un livello di prestazioni ospedaliere capace di corrispondere ad un più elevato indice di appropriatezza”;

- nonostante ben due advisor non fossero riusciti a far definire la esatta quantificazione del disavanzo nel settore della sanità calabrese, con il comma 3-bis dell’articolo 22 del D.L. 1° luglio 2009, n. 78, è stata persino concessa alla sola Regione Calabria la proroga-diffida di ulteriori settanta giorni per l’adozione di un piano di rientro contenente misure di riorganizzazione e riqualificazione del servizio sanitario regionale;

- nella primavera dello scorso anno 2009 gli incolpevoli cittadini calabresi si erano visti reintrodurre il ticket sui farmaci e sul Pronto Soccorso, nonché l’aumento dell’IRAP e la conferma dell’IRPEF nelle misure massime consentite;

- nel mese di settembre 2009 la precedente Giunta Regionale, composta da una coalizione del centro-sinistra, ha approvato il cosiddetto “Piano di rientro” per il risanamento del deficit sanitario di quella Regione, tradotto di fatto in una mera dichiarazione di intenti, di fronte al quale è apparso inspiegabile il mancato commissariamento del settore della sanità calabrese;

- nel mentre veniva predisposto ed approvato il C.d. “Piano di rientro”, la precedente Giunta regionale calabrese definiva tranquillamente acquisizioni di prestazioni ospedaliere dalle strutture private che non rinnovavano i contratti ai propri dipendenti da circa 5 anni ed autorizzava ben 333 assunzioni nelle aziende sanitarie ed ospedaliere;

- il 17 dicembre 2009, il Presidente della Regione Calabria del tempo ha firmato, con i Ministri dell’economia e delle finanze e della salute, il piano di rientro dal debito, evitando così il commissariamento di quel settore regionale;

- il virtù della citata sigla il Presidente della Regione del tempo Loiero, in data 30 dicembre 2009, in prossimità dell’ultima tornata elettorale, è stato persino nominato commissario delegato per l’emergenza economico-sanitaria nel territorio della Calabria, con la facoltà di avvalersi dei poteri di cui alle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri emanate per fronteggiare il contrasto emergenziale;

- il nuovo Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, insieme alla nuova Giunta, si trova oggi ancora di fronte all’impossibilità di definire un adeguato “Piano di rientro” visto che il Kpmg non ha definito la esatta quantificazione del disavanzo nel settore della sanità calabrese, il che impedisce l’individuazione degli interventi necessari per bloccare gli sprechi che hanno causato l’enorme disavanzo in questione;

- contemporaneamente la Corte dei Conti regionale ha citato la Regione Calabria per oltre 95 milioni di euro;

- nel periodo 2004-2010 la Procura regionale della Corte dei Conti della Calabria ha depositato ben 67 atti di citazione in materia sanitaria ed ha in corso due inviti a dedurre;

- all’interpellante sembra davvero assurdo, inspiegabile ed ingiustificabile il ritardo del Governo nel decretare il Commissariamento del settore Sanità, nel mentre il provvedimento è stato attuato per le atre Regioni, il cui disavanzo è sicuramente inferiore a quello calabrese:

- quali i motivi che fino ad oggi hanno impedito il Commissariamento della Sanità in Calabria;

- se sono in corso da parte della Magistratura calabrese adeguate indagini per accertare le responsabilità degli appalti illegittimi e/o illeciti posti in essere dalle Aziende sanitarie e ospedaliere;


- se non ritengano necessario, urgente ed inderogabile procedere al commissariamento della sanità calabrese.

On. Angela NAPOLI

Roma, 09 giugno 2010

martedì 8 giugno 2010

Il plauso alla DDA di Reggio Calabria per l'operazione contro la 'ndrangheta nei lavori dell'A3 SA-RC

L’operazione che questa mattina ha portato all’esecuzione di 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere per gli affiliati alle cosche Gallico - Santaiti – Bruzzese - Parrello del territorio di Palmi, sancisce l’usurpazione da parte della ‘ndrangheta dei lavori dell’Autostrada Salerno – Reggio Calabria.
Ancora una volta la Squadra Mobile di Reggio Calabria, coordinata dalla DDA, ha evidenziato come le cosche della ‘ndrangheta si siano divise per territorio le “competenze” sugli affari, in questo caso sugli appalti del tratto autostradale che congloba il territorio di Palmi.
Nel plaudire a questo ennesimo risultato conseguito nel contrasto al crimine organizzato, credo vada rivolto un forte appello agli imprenditori aggiudicatari dei vari appalti affinché non cedano a qualsiasi richiesta, apparentemente legale e pacifica, che possa far trasparire imposizioni ad assunzioni o forniture varie.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 8 giugno 2010

Gli urgenti interventi di Trenitalia per i cittadini della Calabria

Al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti:

Per sapere – Premesso che:

- gli elementi di risposta all’atto ispettivo n. 4-02406 del 21 luglio 2009 avevano già destato grandi perplessità all’interrogante non ritenendoli assolutamente esaustivi ed, in parte, poco veritieri, rispetto alle decisioni assunte da Trenitalia, costantemente penalizzanti per la Calabria;

- ancora negli ultimi mesi Trenitalia ha continuato ad assumere decisioni che portano la regione Calabria ad una sicura emarginazione;

- infatti, oltre alla soppressione di ben 12 treni a lunga percorrenza dalla Calabria verso Milano e Torino e al conseguente isolamento di Reggio e della fascia ionica calabrese, sono stati dismessi alcuni impianti produttivi a Paola e smantellati la Divisione Cargo ed il Polo di Gioia Tauro, bloccando, quindi, qualsiasi progetto di rilancio del traffico merci;

- il piano aziendale di Trenitalia giustifica la soppressione dei treni in Calabria sulla base dei “costi eccessivi”, non considerando sulla stessa base i collegamenti nel Nord d’Italia;

- le decisioni assunte da Trenitalia hanno pesanti ricadute in negativo sul piano occupazionale ma anche sull’offerta di mobilità per i cittadini;

- nonostante gli appelli lanciati dalle organizzazioni sindacali di categoria, Trenitalia ha continuato ad attuare le proprie decisioni;

- il Cipe ha varato lo stanziamento, per il triennio 2009-2011, di 330 milioni di euro, l’85% dei quali Trenitalia avrebbe dovuto destinarlo alle aree svantaggiate e tra queste la Calabria;

- il Ministro dei Trasporti è venuto in Calabria, peraltro in un piccolo Comune del territorio reggino, a presentare il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, opera sicuramente positiva, ma assolutamente inutile se non vengono garantiti i piani di trasporto e di viabilità utili ad unire la Regione;

- lo smantellamento del Polo di Gioia Tauro avverrebbe, peraltro, all’indomani della decisione assunta dal Comitato dell’Autorità Portuale, di ridurre la tassa di ancoraggio per le navi, al fine di favorire il ritardato sviluppo di quella struttura portuale;

- ma non basta, Trenitalia “sopprime”, aumenta le tariffe e peggiora la qualità del servizio, nel mentre i Nas di Catanzaro avrebbero addirittura rilevato condizioni igienico - sanitarie precarie dei treni che circolano in, per e dalla Calabria:un passeggero è stato costretto a sottoporsi a cure mediche per la puntura di una zecca, sono state omesse le verifiche semestrali degli estintori, in qualche carrozza è stata riscontrata la mancata chiusura della porta automatica durante la marcia del treno, vagoni sporchi e fatiscenti, eccessiva usura degli arredi e dei rivestimenti dei compartimenti e dei servizi;

- stante le note condizioni dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria e quelle della statale 106 ionica sulla quale, quotidianamente, continuano a registrarsi incidenti mortali, la riduzione e le condizioni delle corse ferroviarie penalizzano pesantemente la viabilità dei cittadini calabresi:

- quali gli urgenti interventi per dare le dovute risposte ai cittadini della Calabria;

- se non ritenga necessario ed urgente stanare l’assordante silenzio di Trenitalia rispetto alle richieste avanzate da sindacati e cittadini della Calabria, regione fino ad oggi costantemente penalizzata anche sul piano dei trasporti.

On. Angela NAPOLI

Roma, 8 giugno 2010

mercoledì 2 giugno 2010

Le urgenti iniziative per la sicurezza della provincia di Reggio Calabria

Al Ministro dell’interno

- per sapere- premesso che:

- nonostante l’encomiabile attività di contrasto delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, la ‘ndrangheta sta terrorizzando il territorio dell’intera provincia di Reggio Calabria con vili atti intimidatori nei confronti di Magistrati ed Amministratori locali;

- è della scorsa settimana la notizia di una lettera minatoria ricevuta dal Procuratore della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone che con l’intera equipe sta gestendo una importantissima attività di contrasto a tutte le cosche della ‘ndrangheta dell’intero territorio reggino;

- persone non identificate hanno compiuto,nella notte del 29 maggio u.s., un attentato incendiario contro l’automobile di proprietà del vice sindaco di Marina di Gioiosa Ionica , Giuseppe Femia;

- poco prima, nella stessa nottata del 29 maggio u.s., un attentato incendiario ha distrutto, sempre a Marina di Gioiosa Ionica, uno stabilimento balneare di proprietà del cognato del sindaco della Città, Rocco Femia;

- il messaggio inviato dalla ‘ndrangheta è palesemente drastico contro l’Ente comunale di Marina di Gioiosa Ionica che sta tentando di amministrare, pur se con le difficoltà riscontrate da tutti gli Amministratori che operano in territori ad alta densità mafiosa, per soddisfare le problematiche di quella collettività;

- nella notte del 30 maggio u.s., ignoti hanno fatto esplodere un ordigno davanti al garage del Sindaco di Sinopoli (R.C.), Luigi Chiappalone, già vittima di numerosi altri danneggiamenti subiti da quando ha assunto la guida della cittadina:

- quali urgenti iniziative intende attuare per garantire la sicurezza all’interno dell’intero territorio della provincia di Reggio Calabria;

- se non ritenga necessario ed urgente decretare l’attuazione dei progetti “PON Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno 2007-2013”, predisposti dai Comuni della provincia di Reggio Calabria, e che prevedono impianti di videosorveglianza per garantire sicurezza e libertà di impresa.

On. Angela NAPOLI

Roma, 1 giugno 2010