mercoledì 30 luglio 2008

L'interrogazione sui servizi di traghettamento tra le due sponde dello Stretto

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

– Per sapere – Premesso che:

- appare sempre più crescente il disagio derivante dalla inasprita contrazione dei servizi destinati ai pendolari tra le due sponde dell’area dello Stretto di Messina;

- le disfunzioni e la riduzione dei servizi di traghettamento Villa San Giovanni – Messina e Reggio Calabria – Messina finiscono col comportare una radicale mutilazione del diritto di mobilità dei cittadini;

- il disagio dei cittadini, causato dalla riduzioni e dalla disfunzioni dei servizi, è aggravato dai lavori di ammodernamento delle corsie autostradali Bagnara – Villa San Giovanni – Reggio Caloria;

- al fine di garantire i numerosi lavoratori e studenti universitari che quotidianamente si muovono tra le due sponde dell’area dello Stretto si rendono indispensabili interventi in materia di sicurezza e funzionalità dei servizi, fino ad oggi non adeguatamente valutati dalle Istituzioni locali:

- quali urgenti iniziative intenda attuare in termini di adeguamenti finanziari e di sollecitazioni alle Istituzioni territoriali, al fine di sminuire i grandi disagi dei pendolari tra le due sponde dell’area dello Stretto di Messina.

On. Angela NAPOLI

Roma 25 luglio 2008

lunedì 28 luglio 2008

L'On. Angela Napoli al primo posto per le proposte di Legge: i Quotidiani di oggi

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28 luglio 2008

Le statistiche sull'attività a Montecitorio

La Bindi e la Napoli deputate modello

Francesco Bongarrà
ROMA

Mariella Bocciardo, Remigio Ceroni, Paola Frassinetti, Maurizio Lupi e Gaetano Nastri, tutti del PdL, e Rosy Bindi del Pd sono i sei «stakanovisti» dell'Aula di Montecitorio: hanno infatti partecipato a tutte le votazioni che si sono tenute in Assemblea dalla prima seduta della XVI legislatura alla più recente, che si è tenuta giovedì.
A cento giorni esatti dall'apertura del Parlamento dopo le elezioni, la «maglia nera» per le assenze al voto tocca a Mirko Tremaglia (PdL): non ha partecipato a nessuna votazione. L'esponente di An è seguito in classifica da Piero Fassino (assente all'85% delle votazioni) e da Antonio Angelucci (PdL, 83%).
Dall'inizio della legislatura le sedute sono state 42.
La «palma» di primatista per le proposte di legge presentate spetta, invece, ad Angela Napoli (PdL), con 66 testi depositati. La Napoli è seguita in classifica da Luca Volontè (Udc, 51), Francesco Colucci (Pdl, 33), Giacomo Stucchi (Lega, 29) e Giorgio Jannone (Pdl, 28). Sono invece 379 (su 630) i deputati che ad oggi non risultano firmatari di proposte di legge.
Le leggi approvate ad oggi sono undici, tutte di iniziativa governativa. Si tratta, in particolare di dieci conversioni di decreti legge e di un disegno di legge del governo (il lodo Alfano).
Le proposte di legge presentate alla Camera dall'inizio della legislatura sono state 1.534. Di queste, 1.501 sono state di iniziativa parlamentare, 22 sono del Governo, sette delle regioni e quattro di iniziativa popolare.
Dall'inizio della legislatura alla Camera sono state presentate 1.271 interrogazioni, interpellanze, mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno. Il deputato più attivo è stato Tommaso Foti (PdL) con 44 atti. Poco meno di 200 deputati, invece, non ne hanno presentato nessuno.

venerdì 25 luglio 2008

La “particolare e comprovata specializzazione universitaria” che caratterizza il “prof. Ottavio Bruni”

Il Presidente Loiero si appresta ad effettuare l’ennesimo rimpasto di Giunta, dopo aver fatto “pace” con il PD calabrese, e con molta probabilità riuscirà a far diventare Assessore regionale qualcuno che attualmente risulta responsabile di una delle tre Unità organizzative autonome.
Credo che sia, quindi, giunto il momento di far sapere a tutti i cittadini calabresi come ed in favore di chi vengono fatte determinate nomine regionali.
Premetto che fin dall’inizio dell’attuale legislatura regionale, hanno destato perplessità le nomine dei responsabili delle tre Unità organizzative autonome (definiti “Sottosegretari” dallo stesso Presidente!), non previste nello statuto del Consiglio regionale, e la cui utilità, personalmente, non sono riuscita a cogliere . Basterebbe, in effetti, ad esempio capire quale sia stato il supporto dato da uno dei tre iniziali Sottosegretari regionali, delegato al Porto di Gioia Tauro!
Ma andiamo all’ultima nomina, relativa al già Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, avvenuta con Decreto del Presidente della Giunta Regionale , n. 55, del 21 marzo 2008.
Il Decreto del Presidente della Regione n. 71/2005, istitutivo delle Unità organizzative autonome regionali, fa riferimento alla scelta dei relativi coordinatori, dettata dall’articolo 7, comma 6, del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ma il comma 6 dell’articolo 7 del citato Decreto legislativo n. 165 è stato modificato dalla legge 244/2007 (Legge finanziaria per il 2008 varata dal Governo Prodi!) che, al comma 76 dell’articolo 3 recita: ”Al comma 6 dell’articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le parole: “di provata competenza” sono sostituite dalle seguenti: “di particolare e comprovata specializzazione universitaria”.
Poiché nel Decreto del Presidente della Giunta Regionale 21 marzo 2008, n. 55, successivo quindi all’emanazione della legge 244/2007, si fa riferimento alla nomina del “prof. Ottavio Bruni” responsabile dell’Unità organizzativa autonoma n. 2, sarei grata al Presidente Loiero se facesse conoscere ai calabresi quale sia la “particolare e comprovata specializzazione universitaria” che caratterizza il “prof. Ottavio Bruni”.
Ed il PD calabrese tace!

On. Angela NAPOLI

Roma 25 luglio 2008

giovedì 24 luglio 2008

Le congratulazioni per la cattura del latitante della cosca Bonavota di Vibo Valentia

L’operazione di ieri “Cento anni di Storia”, che ha inciso pesantemente contro le cosche della Piana di Gioia Tauro, Piromalli – Molè – Alvaro, ha distolto l’attenzione dalla cattura del latitante Francesco Fortuna, appartenente al clan Bonavota di Sant’Onofrio, avvenuta sempre nella stessa giornata di ieri, ad opera degli uomini delle Squadre Mobili di Catanzaro e Vibo Valentia, con il coordinamento della Dott.ssa Marisa Manzini, Sostituto Procuratore della DDA di Catanzaro.
Francesco Fortuna, latitante dall’ottobre del 2007, data nella quale è scattata l’operazione “Uova del Drago” che ha sgominato la cosca Bonavota, è un uomo molto pericoloso, perfino in grado di mantenere rapporti con le altre cosche della ‘ ‘ndrangheta calabrese .
Ma oltre alla “caratura” del Fortuna, non possono essere sottovalutati il luogo della cattura e l’arsenale ritrovato a disposizione del latitante. Appare davvero preoccupante dover apprendere che il Fortuna gestisse la sua latitanza in una confortevole villetta della stessa Città di Vibo, in compagnia della fidanzata, della quale non si conosce il nominativo, ed in possesso di in arsenale idoneo e pronto per attuare attentati.
Credo proprio che nessuno possa più continuare a sottovalutare la potenzialità, la pericolosità, la pervasività e le protezioni di cui godono i vari uomini delle cosche della ‘ndrangheta dell’intero territorio Vibonese.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Giustizia

Roma 24 luglio 2008

mercoledì 23 luglio 2008

Il sincero compiacimento per l'operazione contro le cosche Piromalli - Molè - Alvaro della Piana di Gioia Tauro

La Commissione Nazionale Antimafia del XV^ Legislatura non a caso aveva scelto di iniziare la sua prima visita in Calabria partendo dal Porto di Gioia Tauro, dove il processo “Porto” della fine degli anni 90 aveva evidenziato l’interesse e la capacità della ‘ndrangheta di mettere le mani sull’attività di quella struttura. E la stessa Commissione Antimafia nel suo lavoro d’indagine, culminato con la stesura di una specifica relazione sulla ‘ndrangheta, approvata all’unanimità, aveva potuto recepire l’egemonia delle cosche “Piromalli – Mole” sul versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria , nonché la potenzialità acquisita dalla famiglia Piromalli a livello nazionale ed internazionale.
Non v’è dubbio, quindi, sulla bontà dell’operazione che i Carabinieri del ROS e la Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coordinati dalla DDA di Reggio Calabria hanno condotto contro esponenti delle famiglie Piromalli - Molè – Alvaro di Gioia Tauro e Sinopoli .
Gli interessi delle cosche di Gioia Tauro ma anche quelle di Rosarno, sugli affari del Porto non sono mai venuti meno e, certamente, non potevano che far gola gli ingenti finanziamenti destinati a quella struttura, senza naturalmente sottovalutare i finanziamenti destinati allo sviluppo dell’area extra – portuale.
Non posso, quindi, che esprimere sincero compiacimento e grande apprezzamento per il lavoro investigativo che ha portato a questa importante attività di contrasto contro le egemoni cosche Piromalli – Molè della Piana di Gioia Tauro.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Giustizia

Roma 23 luglio 2008

martedì 22 luglio 2008

La relazione dell'On. Angela Napoli in Commissione Giustizia

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

C. 1406 , approvato del Senato, ed abb.

Il provvedimento in esame, trasmesso dal Senato ed adottato come testo base dalla I Commissione, è volto ad istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Si tratterebbe della nona Commissione antimafia istituita dal Parlamento.
In massima parte il provvedimento riproduce l'impianto generale della legge istitutiva della «Commissione antimafia», approvata nella XV legislatura (Legge n. 277 del 2006). Vi sono comunque alcune significative differenze.
La prima è nel mutamento della denominazione della Commissione. Nella scorsa legislatura essa era denominata “Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare”, mentre il testo al nostro esame fa riferimento al “fenomeno della mafia” ed alle “altre associazioni criminali, anche straniere”. Si ricorda che, per quanto non ne fosse stato fatto esplicito riferimento nel titolo della legge istitutiva, dalla XIV legislatura la Commissione Antimafia ha visto attribuirsi anche il compito di svolgere attività d’inchiesta sulle organizzazioni di matrice straniera. Ciò in considerazione della presenza sempre più massiccia sul territorio nazionale della criminalità straniera. A tale proposito si segnala che il testo del “decreto sicurezza” approvato ieri, martedì 15 luglio, dalla Camera contiene una modifica alla rubrica dell’articolo 416-bis del codice penale proprio diretta a specificare che l’associazione di stampo mafioso può essere anche straniera.Per quanto attiene ai compiti, questi sono elencati nel comma 1 dell’articolo 1. Sono sostanzialmente ribaditi gli ambiti di attività assegnati all’organismo bicamerale nella precedente legislatura, sottolineando con maggiore decisione alcuni aspetti. In primo luogo, vi è un ampliamento dell’attività di indagine in ambito internazionale ... vai al TESTO INTEGRALE

lunedì 14 luglio 2008

Interrogazione sulle inadempienze della Provincia di Reggio Calabria e di numerosi Comuni della Regione

Al Ministro della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione
- Per sapere – Premesso che:

- nello scorso mese di giugno 2008 il Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione ha reso pubblici gli elenchi di tutte le Amministrazioni che “non hanno comunicato all’Anagrafe delle Prestazioni gli incarichi di consulenza e di collaborazioni esterne del 2006”;

- dagli elenchi pubblicati risulta che numerosi Comuni della Calabria, nonché la Provincia di Reggio Calabria, non hanno ottemperato all’articolo 53 del decreto legislativo 165/01;

- poiché tra i Comuni inadempienti risultano alcuni tra i più importanti delle cinque province calabresi, all’interrogante appare impossibile che questi nell’anno 2006 non abbiano affidato incarichi di consulenza e collaborazione;

- la mancata comunicazione comporta ai Comuni l’impossibilità a conferire nuovi incarichi fino al perfezionamento del dovuto adempimento:

- se sono stati avviati adeguati accertamenti utili a verificare i motivi del mancato adempimento da parte dei vari Comuni calabresi, nonché della Provincia di Reggio Calabria, e per verificare quali Comuni nonostante il mancato adempimento , relativo al 2006, abbiano affidato consulenze e collaborazioni nel 2007.

On. Angela NAPOLI

Roma 9 luglio 2008

domenica 13 luglio 2008

La Conferenza stampa sul Piano Regionale per il diritto allo studio

13 luglio 2008

Catanzaro Accuse anche dall'on. Napoli


Diritto allo studio Il piano regionale nel mirino del Sap

Giuseppe Lo Re, Catanzaro

Cosa fanno insieme il deputato del Pdl Angela Napoli, il sindacato di polizia Sap e la Federazione italiana scuole materne? Ad unire i tre "mondi" è il Piano regionale per il diritto allo studio, che ha aperto un duro fronte di contestazione. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, la parlamentare del Pdl, i vertici regionali e provinciali del Sap (Vincenzo Albanese e Sergio Riga) ed il rappresentante della Federazione scuole materne, Leonardo Manti, hanno fatto il punto della situazione. E lanciato pesanti accuse all'assessore regionale all'Istruzione, Domenico Cersosimo. Ad accendere la miccia, per quanto riguarda il Sap, sono state le dichiarazioni dell'amministratore a "giustificazione" della bocciatura del progetto per l'erogazione di 69 borse di studio (intitolate a Nicola Calipari) per i figli e gli orfani dei poliziotti calabresi. Albanese e Riga hanno contestato nella forma e nella sostanza l'esclusione del progetto (che prevedeva una spesa di appena 15 mila euro) dal piano regionale per il diritto allo studio peraltro inserito nei tre anni precedenti. «Non solo ci sentiamo offesi – ha detto Albanese – ma riteniamo la decisione della Regione una penalizzazione nei confronti dell'intera categoria dei poliziotti». L'on. Napoli ha allargato il fronte delle contestazioni: associandosi alla protesta del Sap («si taglia in questi settori, mentre i capigruppo in Consiglio regionale si aumentano lo stipendio di 1.400 euro al mese e la Giunta continua a pagare 95 consulenti»), il deputato ha puntato l'indice anche contro «la mancata garanzia del diritto allo studio per 14 mila bambini calabresi che frequentano le scuole paritarie escluse dalla ripartizione dei finanziamenti», l'«assenza di attenzione per il settore della ricerca» e lo «spreco di risorse rappresentato da iniziative come quelle riservate ai docenti universitari in occasione del 60. anniversario della Costituzione». Un tema, quello delle scuole paritarie, ripreso da Manti: «In Calabria – ha denunciato – il piano del diritto allo studio esclude 14.787 bambini iscritti nelle 760 sezioni delle scuole materne paritarie. È una vicenda sconcertante, contro la quale ci batteremo in tutte le sedi».

venerdì 11 luglio 2008

L'interrogazione sull'ordine pubblico a Bagnara Calabra

Al Ministro dell’Interno

– Per sapere – Premesso che:

- nella Città di Bagnara (R.C.) negli ultimi mesi si stanno registrando atti vandalici e intimidatori che minano l’ordine pubblico e preoccupano i cittadini tutti;

- incendi di attività commerciali, rapine in abitazioni, danneggiamenti di scuole, incendi di macchine e tagli di gomme a comuni cittadini ed esponenti politici, colpi d’arma da fuoco contro auto e serrande di commercianti, sono purtroppo esercitati quasi quotidianamente;

- sempre nel territorio del Comune di Bagnara sono state scoperte vaste aree di piantagione di cannabis ed è, altresì, in atto una vasta attività di prostituzione,

- in quel territorio sono stati registrati anche furti nei cantieri dei lavori in corso sull’autostrada SA- RC;

- la locale Stazione dei Carabinieri ha un organico molto ridotto (1 Maresciallo 1 Brigadiere e 6 Carabinieri) decisamente non idoneo a fronteggiare la pesante situazione dell’ordine pubblico;

- va anche evidenziato che durante la stagione estiva la Città di Bagnara diventa meta di molti turisti, il che necessita di un maggior numero di risorse delle Forze dell’Ordine per garantire un adeguato controllo:

- se non ritenga necessario ed urgente prevedere un adeguato incremento delle Forze di Polizia, al fine di garantire per l’intero arco della giornata il controllo necessario di tutta la Città di Bagnara .

On. Angela NAPOLI

Roma 8 luglio 2008

giovedì 10 luglio 2008

L'interrogazione sugli alunni con dislessia

Al Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca

– Per sapere – Premesso che:

- la dislessia, che in Italia affligge il 4% degli studenti, è un disturbo che comporta specifiche difficoltà di apprendimento e come tale avrebbe bisogno di analoghe e specifiche misure compensative;

- nello scorso mese di giugno l’Associazione italiana dislessia (AID) ha presentato un esposto alla Magistratura e al Commissario europeo per denunziare la mancanza di garanzia del diritto allo studio per migliaia di bambini dislessici in Italia;

- di fatto nel nostro Paese manca una specifica legge nazionale utile a risolvere le difficoltà di apprendimento presentate dagli studenti dislessici;

- peraltro la mancanza di strategie educative e di idonee didattiche spesso portano alla irreversibilità di apprendimento nelle ragazze e nei ragazzi:

- se non ritenga necessario ed urgente l’approvazione di una norma che riconosca la dislessia quale difficoltà specifica di apprendimento;

- se non ritenga, altresì, necessario ed urgente garantire i supporti utili agli alunni con dislessia e prevedere in ogni tipo di scuola interventi idonei per individuare i casi sospetti di dislessia;

- se non ritenga, infine, che sia necessario assicurare un’adeguata formazione riguardo alla specifica problematicità delle difficoltà di apprendimento.

On. Angela NAPOLI

Roma 9 luglio 2008

mercoledì 9 luglio 2008

Il disappunto per l'inopportuna nomina del Presidente dei Revisori della Provincia di Vibo Valentia

Apprendo con vivo disappunto la notizia della nomina a Presidente dei Revisori dei Conti della Provincia di Vibo Valentia del dottor Roberto De Vincentis.
In Calabria, purtroppo, non cambierà mai nulla, nel senso che le varie Istituzioni pensano solo ed esclusivamente a riempire le singole “caselle” usando il manuale politico “Cencelli” , piuttosto che quello dell’etica e della moralità.
Nel mentre i genitori di tutti i giovanissimi calabresi deceduti per casi di malasanità chiedono di avere conoscenza delle verità che hanno portato alla perdita dei loro amati figliuoli, nessun provvedimento viene assunto nei confronti dei responsabili né da parte delle singole Amministrazioni sanitarie né da parte del settore giudiziario.
E se è pur vero che la figura di semplice indagato non è indicativa di colpevolezza, mi appare altrettanto vero che le Istituzioni locali, i cui rappresentanti si appellano costantemente al rispetto della legalità, dovrebbero designare in compiti delicati, figure al di sopra di ogni sospetto.
Poco importa se la relazione ministeriale del Prefetto Riccio per i casi di malasanità verificatisi in Calabria, richiama il fatto che le Aziende non hanno adottato, in alcuno dei casi, gli adempimenti previsti dall’articolo 93 del vigente CCNL, di fronte all’intervenuta violazione o alla non corretta esecuzione dei doveri professionali.
E’ chiaro che quando le indagini interne o giudiziarie rimangono aperte e prive dell’individuazione di alcun colpevole, e quando le Istituzioni non fanno riferimento ad alcun “codice etico”, c’è chi mira a far carriera e ad acquisire incarichi di ogni genere.
D’altra parte a Vibo non c’è da aspettarsi nulla di diverso fino a quando esisteranno “super protettori politici”, individuabili, tra gli altri, nello stesso Presidente della Giunta Regionale, il quale, pur di affidare un incarico all’ex Presidente dell’Amministrazione Provinciale di quella Città, instaura l’anomala figura di Sottosegretario regionale. E’inutile meravigliarsi se la nomina di un Revisore dei Conti ricade su figura inserita in indagini legate a vicende che stravolgono la vita di intere famiglie!
Fino a quando la Calabria sarà costretta a vivere in un sistema dove vige la garanzia dell’impunità? Dovrà pur arrivare il momento in cui qualcuno sentirà il dovere di mettere la mano sulla propria coscienza!

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Giustizia

Roma 8 luglio 2008

martedì 8 luglio 2008

La Centrale a carbone di Saline su Gazzetta del Sud

8 luglio 2008
Il "sacco" approda anche in Parlamento

Angela Napoli (PdL): «Fare chiarezza e impedire lo scempio»

Teresa Munari

ROMA
«Impedire lo scempio della costruzione della centrale a carbone nell'area ex Liquichimica di Saline Ioniche», assecondando «le posizioni assunte giustamente dalle locali Istituzioni e dell'intero Consiglio regionale calabrese», e controllare le procedure di vendita intraprese dalle Ferrovie dello Stato per il sito dismesso delle Officine grandi riparazioni che fin dal primo tentativo di cessione ai privati avvenuto con bando pubblico nel 2004 avevano acceso gli appetiti della 'ndrangheta.
La duplice ed incisiva richiesta è stata inoltrata ai ministri dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, con un'interrogazione a risposta scritta, dall'on. Angela Napoli, prima voce in Parlamento a levarsi con chiarezza e senza infigimenti contro il progetto che la parlamentare , rilevate una serie di discrepanze , bolla come «decisamente superficiale».
Angela Napoli chiede dunque ai ministri «urgenti iniziative al fine di impedire lo scempio che la costruzione della centrale a carbone determinerebbe nell'area, dove la gente, archiviato con fatica il "Sacco di Saline", oggi guarda a un inedito sviluppo turistico con la fiducia di chi sente finalmente dalla propria parte le istituzioni locali, ma soprattutto la Giunta calabrese guidata da Agazio Loiero e dell'intero Consiglio regionale».
Ai ministri dell'Ambiente e tutela del territorio e sviluppo economico, Angela Napoli ricorda che per realizzare una centrale a carbone, di oltre 1200 megawatt, la multinazionale svizzera Sei avrebbe acquistato dalla Sipi l'area dove sorgeva l'ex Liquichimica, nel comune di Montebello Jonico, impegnando l'ingente cifra di un miliardo di euro, cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture, più 1,7 milioni di euro l'anno per i costi di esercizio.
La Napoli rileva anche che «l'area su cui gravano gli interessi della Sei e della Sipi è da anni fonte di speculazione, e che non è ancora chiara la titolarità dell'area, almeno fino a maggio scorso, quando la giornalista della Rai, Flavia Marimpetri, inviata a Saline per un servizio sull'area ex Liquichimica, è stata boicottata dai responsabili locali della Sei e della Sipi, che le hanno negato l'accesso al sito, tanto da far definire "vergognosi" i comportamenti riservati all'inviato, a testimonianza degli interessi "nascosti" di quelle industrie, certamente contrari al bene comune».
La parlamentare del Pdl ha quindi ricordato l'evolversi dei fatti che portano alla situazione odierna.
«Nel 1974 – si legge nel documento ispettivo – il ministero dell'Ambiente aveva bloccato la produzione e la commercializzazione di bioproteine per il rischio di agenti cancerogeni e negli anni '80, dopo il fallimento della Liquichimica, l'impianto fu acquistato dall'Enichem; nel 1997 il consorzio Sipi (Saline Ioniche Progetto Integrato), costituito da imprenditori locali, ha rilevato all'asta gli impianti e i terreni ex Enichem con l'obiettivo di rottamare il ferro e l'acciaio degli impianti e rivendere il terreno; ma tutto è rimasto inalterato; nel 2006 la Sei spa ha acquistato il terreno con l'obiettivo di valorizzare l'area industriale realizzando una centrale; mentre sempre nella stessa area e non distante da Montebello Jonico, le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, il cui sito è stato chiuso anni fa ed oggi è sul mercato anche se, secondo le indagini dei magistrati reggini, sarebbe stato obiettivo delle cosche mafiose per realizzarvi in centro commerciale».
Angela Napoli ricorda ai ministri competenti che le Istituzioni locali e regionale, si sono già espresse «contro la realizzazione della centrale a carbone, che andrebbe a rovinare uno dei pezzi più belli della costa reggina calabrese che potrebbe riscattarsi diventando polo turistico-culturale- naturalistico».
E infine conclude: «La costruzione della centrale a carbone, del tutto inutile, risulterebbe distruttiva del territorio ed inquinante; d'altra parte il Governo nazionale per far fronte alla crisi energetica ha ufficialmente mostrato interesse verso il nucleare, ed appare davvero non conciliabile la scelta della Sei per la centrale a carbone. Si tratta dunque di verificare con urgenti iniziative i rapporti tra le società Sei e Sipi per individuare i reali proprietari dell'area ex Liquichimica di Saline Joniche; così come sarebbe necessario verificare cosa stia accadendo nel riavvio della procedura di vendita delle Officine Grandi Riparazioni di Saline da parte delle Ferrovie dello Stato».

lunedì 7 luglio 2008

L'Interrogazione sulla Centrale a carbone di Saline Joniche

Ai Ministri dell’Ambiente, Tutela del Territorio e Sviluppo Economico
– Per sapere – Premesso che:

- è in atto il tentativo di realizzare a Saline Joniche (R.C.) una centrale a carbone, di oltre 1200 Mw, da parte dell’impresa svizzera Sei SpA, che avrebbe acquistato a tal fine dalla SIPI una parte dell’area dove sorgeva l’ex Liquichimica, nel comune di Montebello Jonico (R.C.) ;

- per la realizzazione della centrale sarebbe stata impegnata una iniziale ingente cifra di un miliardo di euro, cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture, più 1, 7 milioni di euro all’anno per i costi di esercizio;

- il progetto, datato luglio 2007, appare decisamente superficiale;

- nel 1974 il Ministero dell’Ambiente aveva bloccato la produzione e la commercializzazione di bioproteine per il rischio di agenti cancerogeni e negli anni 80, dopo il fallimento della Liquichimica, l’impianto fu acquistato dall’Enichem;

- nel 1997 il Consorzio Sipi (Saline Ioniche Progetto Integrato), costituito da imprenditori locali, ha rilevato all’asta gli impianti e i terreni ex Enichem con l’obiettivo di rottamare il ferro e l’acciaio degli impianti e rivendere il terreno; ma tutto rimane inalterato;

- nel 2006 la Sei SpA ha acquistato il terreno con l’obiettivo di valorizzare l’area industriale realizzando una centrale;

- e non distante da Montebello Jonico ci sono le officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie, il cui sito è stato chiuso anni fa e, dalle indagini dei magistrati reggini, è emerso che era diventato obiettivo delle cosche mafiose per realizzarvi in centro commerciale;

- nello scorso mese di maggio la giornalista della RAI, Flavia Marimpetri, inviata a Saline per un servizio su l’area ex Liquichimica, è stata boicottata dai responsabili locali della Sei o della Sipi (dico Sei o Sipi perché non è ancora del tutto chiara la definizione della proprietà), tanto da definire “vergognosi” i comportamenti riservategli, a testimonianza degli interessi “nascosti” di quelle industrie, certamente contrari al bene comune;

- l’area su cui gravano gli interessi della Sei e della Sipi è da anni fonte di speculazione ;

- le Istituzioni locali e regionale, naturalmente, si sono espresse contro la realizzazione della centrale a carbone, che andrebbe a rovinare uno dei pezzi più belli della costa reggina calabrese e che potrebbe riscattarsi diventando polo turistico – culturale – naturalistico;

- la costruzione della centrale a carbone, del tutto inutile, risulterebbe distruttiva del territorio ed inquinante;

- d’altra parte il Governo nazionale per far fronte alla crisi energetica ha ufficialmente mostrato interesse verso il nucleare ed appare davvero non conciliabile la scelta della Sei per la centrale a carbone:

- quali urgenti iniziative intendano attuare per verificare i rapporti tra le Società Sei e Sipe ed individuare i reali proprietari dell’area ex Liquichimica di Saline Joniche;

- se non ritengano necessario verificare cosa stia accadendo nel riavvio della procedura di vendita delle Officine Grandi Riparazioni di saline da parte delle Ferrovie dello Stato;

- quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio della costruzione della centrale a carbone nell’area ex Liquichinica di Saline, anche al fine di assecondare giustamente le posizioni delle locali Istituzioni e dell’intero Consiglio regionale calabrese .

On. Angela NAPOLI

Roma 7 luglio 2008

venerdì 4 luglio 2008

L'Interrogazione sull'emergenza ambientale in Calabria

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’Ambiente e Tutela del Territorio ed Economia e Finanze

– Per sapere – Premesso che:

- con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 settembre 1997, è stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della Regione Calabria nel settore dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi, della bonifica e del risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione;

- l’iniziale decreto, previsto per la durata di circa quindici mesi, è stato via via inspiegabilmente prorogato per ben 10 anni fino ad una prima conclusione, prevista per il 31 ottobre 2007, slittata con una successiva ordinanza del Governo Prodi, al 30 giugno 2008;

- con i primi decreti venivano nominati i Presidenti della Regione Calabria quali Commissari delegati per la predisposizione degli interventi, con un’ampia serie di poteri;

- a partire dal marzo 2006 l’incarico di Commissario delegato per l’emergenza ambientale nella Regione Calabria è stato sempre affidato a Prefetti;

- fin dai primi anni successivi alla proclamazione dello stato di emergenza ambientale nel territorio della regione Calabria è stato fatto ben poco per attuare gli interventi necessari ad uscire dall’emergenza, ed ancora oggi la Calabria è costretta a registrare il perdurare, ad esempio, delle cattive condizioni delle acque di balneazione, che provoca, soprattutto nelle stagioni estive, continue proteste da parte della popolazione;

- nel mese di febbraio 2007 il prefetto Antonio Ruggiero, che in data 3 gennaio 2007 aveva già chiuso la sua breve esperienza di delegato per l’emergenza in Calabria, ha fatto un drammatico resoconto della situazione durante un’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sull’emergenza ambientale, il cui contenuto è verificabile dai verbali parlamentari;

- dalla relazione è emersa una pesante situazione debitoria, la mancanza di un reale bilancio, l’erogazione di centinaia di migliaia di euro ed avvocati amici, l’inutilizzabilità del programma di elaborazione dei dati contabili, il fallimento delle politiche nel ciclo dei rifiuti, la presenza alle dipendenze dell’Ufficio del Commissario di 64 dipendenti più 41 persone “fantasma” assunte con contratti stipulati da dirigenti del Ministero dell’Ambiente, la mancanza di allegati o atti che avrebbero dovuto produrre il servizio di controllo interno e di verbali della verifica amministrativa e contabile;

- la relazione del prefetto Ruggiero ha rappresentato l’ennesima denunzia sulla gestione di un lungo commissariamento che è stato al centro di proteste , interrogazioni parlamentari, di relazioni della Corte dei Conti, di indagini delle Forze dell’Ordine e della Magistratura;

- la cattiva gestione degli impianti, il grave ritardo nella raccolta differenziata, gli sperperi inutili, i presunti gravi illeciti nella gestione dei finanziamenti, il mancato controllo degli organi deputati, sono indicativi del totale fallimento del Commissariamento;

- nei giorni scorsi, anche su richiesta dell’attuale Commissario delegato, prefetto Salvatore Montanaro, era stata salutata positivamente la fine della gestione Commissariale, prevista per il 30 giugno 2008, ma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è pervenuta una richiesta di proroga (l’ennesima!) da parte della Regione Calabria;

- l’ennesima ed assurda richiesta della Regione Calabria è stata fatta dopo che il prefetto Montanaro, rispettando la scadenza, aveva presentato la relazione finale dalla quale si evince che l’Ufficio del Commissario ha ottenuto buoni risultati sul fronte della depurazione e della raccolta dei rifiuti, giungendo da una parte al graduale passaggio delle competenze alle Province e dall’altra all’elaborazione del Piano dei rifiuti, che è ancora al vaglio della regione;

- nel mese scorso, l’Assessore regionale all’ambiente, che riteneva ormai di poter considerare concluso il periodo di Commissariamento ambientale, si è visto revocato l’incarico dal Governatore Loiero, il quale si ostina a richiedere la proroga dell’emergenza;

- d’altra parte il Sottosegretario di Stato, Guido Bertolaso, durante la visita fatta a Catanzaro il 13 giugno 2008, aveva dichiarato : “ Lo stato di emergenza per i rifiuti è scaduto il 31 ottobre scorso, ora, a fine mese, la Calabria può rientrare in pieno nella gestione ordinaria come concordato con il Governo regionale”;

- lo stesso Commissario Montanaro si è espresso per la fine di un lunghissimo commissariamento ambientale in Calabria;

- l’interrogante ritiene che la richiesta di proroga da parte del Governatore Loiero sia legata solo ed esclusivamente a scelte opportunistiche che nulla hanno a che vedere con la gestione dell’emergenza ambientale:

- se non ritengano davvero assurda una eventuale ulteriore ed ennesima proroga di un commissariamento che ha già portato in Calabria ben 800 milioni di euro;

- quali le definizioni dell’attuale Governo sullo stato dell’emergenza ambientale in Calabria.

On. Angela NAPOLI

Roma 3 luglio 2008

mercoledì 2 luglio 2008

L'interrogazione sul Porto di Paola

Ai Ministri delle Infrastrutture e Trasporti e per lo Sviluppo Economico

– Per sapere – Premesso che:

- in data 10.05.01, a seguito di pubblicazione del bando europeo è stata costituita tra il Comune di Paola, Sider Almagià S.p.a. e Sider Almagià gestione porti S.r.l. , la Società Porto dei Normanni S.p.a. finalizzata alla realizzazione del Porto Turistico di Paola;
- la Società di cui sopra ha la tipologia di società mista, di natura pubblico – privata, con partecipazione minoritaria dell’ente pubblico (30 % delle azioni);
- l’importo dei lavori per la realizzazione del Porto ammonta ad oltre 25.000.000,00 di euro, di cui 4.500.000,00 finanziati dal CIPE ed erogati nel 1999 per l’apporto economico del socio pubblico.
- la Sider Almagià, vincitrice del Bando europeo, è un colosso dell’imprenditoria portuale che opera in tutta Europa, ed ha realizzato strutture portuali e grandi opere in tutta Italia ed anche all’estero, inoltre possiede attrezzature e strutture idonee;
- l’ente pubblico (Comune di Paola) già nel 2006, con delibera della Giunta Comunale, ha dato l’assenso per la cessione delle quote dalla Sider Almagià ad una società spagnola, rivelatasi poi fantasma; infatti la procedura si è bloccata e la deliberazione è stata respinta dal Consiglio Comunale a seguito dei rilievi esposti da alcuni consiglieri comunali nonché della precedente interrogazione parlamentare n. 4-00976, presentata dall’interrogante in data 19.09.2006 ;
- nella stessa interrogazione parlamentare si faceva riferimento a indagini da parte della Procura della Repubblica di Paola circa la procedura per la realizzazione del Porto dei Normanni;
- in data 11.12.07 la Giunta ha riproposto ed ottenuto dal Consiglio Comunale, a maggioranza dei presenti, nonostante le dure proteste ed i rilievi della minoranza, di deliberare l’assenso per la cessione delle quote da parte del socio privato, ma questa volta ad un'altra società, la Cinabro S.p.A;
- da quanto riportato sui quotidiani “Calabria Ora” e “La Provincia Cosentina” dell’8 settembre 2006, la vicenda risulterebbe già attenzionata dalla Procura della Repubblica di Paola;
- la Cinabro S.p.A., con capitale sociale € 10.000,00 (diecimila), è stata costituita il 21.10.06 ed ha iniziato l’attività il 31.10.07, ovvero, solo poco più di un mese prima dell’avvenuta cessione delle quote del socio privato con l’assenso da parte del Comune;
- la Cinabro S.p.A possiede solo 2.500,00 euro di attrezzature e solo 19.500,00 euro di liquidità, e le uniche credenziali bancarie sono rappresentate dall’ accensione di un conto corrente presso il Banco di Sardegna, e quindi tale situazione finanziaria non garantisce oggettivamente la realizzazione dell’opera:
- se non ritengano necessario ed urgente avviare un’adeguata indagine amministrativa per verificare l’utilità e l’interesse pubblico, richiesti dalla legge, e sottesi a giustificare la cessione delle quote dal socio vincitore della gara europea che ha costruito porti in tutta italia ad una società costituita un anno prima, e che ha iniziato la propria attività poco più di un mese prima della deliberazione del Comune di Paola, che non ha realizzato altre opere infrastrutturali e che risulta priva di adeguati capitali finanziari;
- se non ritengano necessario ed urgente verificare le motivazioni che hanno portato la Sider Almagià a derogare dai compiti contrattuali;
- se non ritengano necessario ed urgente verificare le motivazioni che fino ad oggi hanno portato al mancato avvio per la realizzazione del Porto di Paola;
- se non ritengano necessario ed urgente avviare un’adeguata indagine amministrativa per verificare quanti fondi del finanziamento CIPE sono stato realmente spesi fino ad oggi;
- se non ritengano, altresì, necessario ed urgente far svolgere adeguate indagini amministrative sulla Società “ Porto dei Normanni S.p.A.” e sull’esecuzione dei lavori relativi al Porto di Paola;
- se non ritengano necessario ed urgente nominare un’ Authority che funga da controllo sia sul corretto utilizzo dei fondi stanziati sia sulle diverse decisioni relativi agli assetti societari del “ Porto dei Normanni S.p.A.”.

On. Angela NAPOLI

Roma 2 luglio 2008