mercoledì 30 marzo 2016

“Sistema Rende”, Angela Napoli: “La mia interrogazione e il disappunto di Principe…”


“Sistema Rende”, Angela Napoli: “La mia interrogazione e il disappunto di Principe…”

napoli angeladi Francesca Gabriele -Ieri l'interrogatorio di garanzia per i quattro politici protagonisti dell'inchiesta Dia che ha poi portato all'accusa di aver ottenuto l'appoggio elettorale della cosca Lanzino-Ruà di Cosenza nelle elezioni amministrative del Consiglio comunale di Rende, di quelle provinciali di Cosenza e di quelle regionali. Con Angela Napoli consulente della Commissione parlamentare antimafia e presidente dell'associazione "Risveglio Ideale" abbiamo voluto ripercorrere le tappe del cosiddetto "Sistema Rende" e le abbiamo chiesto un'analisi di quanto accaduto a Cosenza, dove lo ricordiamo, l'ex sindaco è stato sfiduciato alla vigilia del turno elettorale da ben diciassette consiglieri comunali. Alla Napoli abbiamo chiesto anche un giudizio sull'attuale amministrazione regionale.
Ricordo bene cinque anni fa quando lei accese i riflettori sul quel modello Rende che tanto modello non le sembrava. Allora, piovvero tante critiche su Angela Napoli. Ci furono anche degli arresti, mi riferisco ad Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo, il primo ex sindaco della città, il secondo già assessore della Provincia, tornati successivamente in libertà. Nei giorni scorsi, è finito ai domiciliari Sandro Principe, con lui Bernaudo, Ruffolo, Rosario Mirabelli già consigliere regionale, Giuseppe Gagliardi, ex consigliere comunale. Sono finiti in carcere quattro esponenti della cosca Lanzino – Ruà. Ovviamente sempre tenendo conto del garantismo, lei immagino non sia rimasta sorpresa...
I riflettori sul "sistema Rende" personalmente li ho accesi fin dal novembre del 2007, quando presentai un'interrogazione parlamentare denunziando la speculazione edilizia che imperversava nel territorio di Rende e che era riscontrabile anche da un'attività di delibere, prodotte dal relativo ente locale, che riguardavano, a mio avviso, un eccessivo ed anomalo numero di lottizzazioni, espansioni d'area e variazioni di destinazione d'uso; tra l'altro in quel periodo a Rende alcuni consiglieri, amministratori e dirigenti di quel Comune risultavano contemporaneamente costruttori e, pertanto, sempre a mio avviso, direttamente interessati alle citate delibere consiliari. Il Pd emanò subito una dura nota contro "l'untore Angela Napoli", decisamente offensiva, ma che non riuscì a scalfire il mio intento, tanto che nel 2008 alcuni consiglieri comunali di Rende vennero colpiti da avvisi di garanzia. Come lei ben ricorda, nel maggio del 2012, a seguito dell'operazione "Terminator 4" contro la cosca cosentina Lanzino-Ruà, avevo ritenuto di presentare una nuova interrogazione parlamentare per chiedere al ministro dell'Interno l'avvio delle procedure utili ad autorizzare l'invio di una commissione d'accesso presso il Comune di Rende. L'inchiesta che aveva portato all'operazione "Terminator 4" aveva, infatti, fin dal 2012, evidenziato la capacità della 'ndrangheta nel controllo del voto e la conseguente determinazione dei risultati elettorali. Furono allora indagati l'ex sindaco Umberto Bernaudo e l'ex assessore Pietro Paolo Ruffolo del Comune di Rende giacché, secondo l'ipotesi dei Pubblici ministeri, all'epoca in cui occupavano le posizioni di sindaco e assessore di quel Comune, avevano finanziato la cooperativa "Rende 2000", ritenuta in mano di Michele Di Puppo, considerato elemento di spicco della cosca. Nella stessa interrogazione denunziavo anche le assunzioni nel Comune di Rende di presunti noti uomini appartenenti alle cosche della locale 'ndrangheta.
A quest'interrogazione c'è stato un seguito?
Naturalmente anche questa mia nuova interrogazione non fu gradita, mi diede l'opportunità di avere conferma del fatto, peraltro più che noto, che la politica rendese fosse gestita e, pertanto "agli ordini" dell'ex sottosegretario di Stato, Sandro Principe; quest'ultimo, infatti, incontrandomi alla Camera dei deputati palesò il suo disappunto nei miei confronti per il contenuto della nuova interrogazione presentata. L'evoluzione è la notizia di questi ultimi giorni che ha portato ad un vero e proprio ciclone su Rende e che ha fatto chiarezza sugli ultimi intrecci 'ndrangheta-politica in quel territorio. Il Pd si dichiara "sbigottito" di fronte al coinvolgimento dei politici del "calibro" di Sandro Principe e tirano fuori la loro consueta arma del garantismo. Credo sia giunto il momento di mettere da parte quest'arma ed iniziare a chiamare le cose con il loro "nome e cognome", cioè "chiara collusione tra 'ndrangheta e politica". Per carità, il processo farà il suo corso, ed è giusto che sia così, ma la politica se continuerà ad usare l'arma del garantismo ad ogni costo, pur di fronte ad inchieste come queste, suggellate da intercettazioni e prove, non potrà più parlare di lotta alla 'ndrangheta.
L'accusa formulata dai pm Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni è appunto gravissima: intreccio politico e mafioso. Anni d'indagini hanno portato a questi arresti, c'è il racconto dei pentiti che tante volte non sono attendibili, ci sono le intercettazioni. Aspettando nei dettagli quello che uscirà dalle tesi difensive, il processo e le eventuali assoluzioni o condanne, ci chiediamo anche nella tutela della dignità di chi finisce in prima pagina: è mai possibile che debbano passare anni per cercare di fare luce su certe zone d'ombra?
La lentezza della Magistratura, che anch'io spesso evidenzio, è dovuta al fatto che inchieste di questa portata necessitano di indagini approfondite e di prove inconfutabili. Indagini per nulla semplici per magistrati come Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni, giacché occorre tener conto delle "coperture" di cui godono i grossi personaggi coinvolti e dei vari numerosi tentativi che gli stessi attuano, fino a quando sono a piede libero, per l'inquinamento delle prove.
A Cosenza, intanto, immagino, saprà, che a pochissimi mesi dal voto diciassette consiglieri comunali hanno mandato a casa l'oramai ex sindaco. Più che la scelta dei diciassette è risultata preoccupante la motivazione dell'interrogazione parlamentare di quattro deputati Dem "Il malgoverno che in questi anni ha interessato la città di Cosenza e che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale è stato caratterizzato da un esercizio diffuso e quotidiano dell'illegalità e del clientelismo". I giorni passano, nessuno intervento si è visto, la campagna elettorale è entrata nel vivo. Le sembra normale che dopo le parole gravissime usate all'interno di una interrogazione parlamentare tutto continui a procedere come se niente fosse accaduto lasciando dei punti interrogativi su da che parte sta la verità?
Ho disapprovato da subito quanto accaduto a Cosenza con le dimissioni di diciassette consiglieri comunali a pochi mesi dalla consultazione per il rinnovo della locale amministrazione comunale. Così come ho considerato assurda l'interrogazione parlamentare presentata dai deputati del Pd, nel mentre proprio quel partito stava facendo i giochi per cercare di conquistare la guida della nuova amministrazione. Giochi caratterizzati da un trasformismo politico molto evidente e dalla negazione dello svolgimento delle primarie, a differenza di quanto accaduto nelle altre importanti città italiane. Mi sembra poi davvero vergognoso sentire parlare il Pd di "malgoverno", considerato che Rende e Cosenza sono attigue ed intensi sono i rapporti tra i politici del Pd cosentino.
Passando all'amministrazione regionale, in passato, lei ha assai criticato la gestione Scopelliti. Che giudizio ha dell'attuale esecutivo? Mario Tassone, nei giorni scorsi, è stato durissimo nel definire l'attuale governatore il peggiore che la Calabria abbia avuto. Condivide questo concetto?
Premetto che non ho mai criticato le amministrazioni regionali per "partito preso", bensì di fronte a fatti ufficiali che hanno evidenziato mancanza di legalità, di trasparenza e di utilità per i cittadini. In tal senso ho criticato Scopelliti fin dalla formazione delle liste elettorali e poi per tutte le vicende note che lo hanno visto colpito anche giudiziariamente. Purtroppo, la gestione del presidente Oliverio, si è da subito rivelata fallimentare. Intanto, non posso non ricordare che l'inchiesta che ha portato al "ciclone Rende" ha evidenziato che Pietro Ruffolo, oggi arrestato, dopo le elezioni provinciali di Cosenza del 2009, per le quali avrebbe ricevuto il supporto dei clan, era stato nominato assessore dall'allora presidente della Provincia, Mario Oliverio. Cosi come va ricordato che Rosario Mirabelli, anche lui oggi arrestato, è stato candidato alle regionali del 2014 nella lista "Oliverio Presidente". Da subito fallimentare la gestione del presidente Oliverio, con la nomina ad assessore di Nino De Gaetano, poi finito agli arresti, perché coinvolto nell'inchiesta "Rimborsopoli". E se è vero che Nino De Gaetano, oggi libero ma sotto processo, continua ad essere di casa nel Palazzo regionale di Catanzaro, non potrei più prendere le difese del presidente Oliverio. Tra l'altro, come farei a considerare positiva la gestione di Oliverio, se a distanza di ben diciassette mesi dal suo insediamento non si registra un solo settore che sia uscito dalla fase emergenziale, dalla sanità all'occupazione, dai trasporti all'ambiente, dalla viabilità al porto di Gioia Tauro, ecc...
E' la politica che oramai ha bisogno delle 'ndrine?
Ormai non c'è inchiesta che veda coinvolti pezzi del mondo politico, dalla quale non emerga che non è più il boss di turno a presentarsi dal candidato, bensì il contrario. Ciò è decisamente grave perché il rapporto tra 'ndrangheta e politica avviene proprio in campagna elettorale con il voto di scambio. Da ultimo l'operazione contro il "sistema Rende" ha evidenziato "favori in cambio di voti"
E' la politica che rende forte la zona grigia?
Non mi sento più di parlare di "zona grigia", bensì di "sistema corrotto e colluso", dove la politica ha il suo ruolo e le sue responsabilità. Parlo di "sistema" perché gli intrecci tra 'ndrangheta, politica, imprenditoria, pezzi di Istituzioni e massoneria deviata, sono diventati così fitti da riuscire a coprire tutta la vita del nostro territorio regionale. Né mi sento più in grado di fare una distinzione netta tra 'ndrangheta e parte del mondo politico, per me, infatti, entrambi stanno uccidendo la libertà e le speranze dei numerosi onesti cittadini calabresi.

venerdì 11 marzo 2016

BISIGNANO: Presentazione del libro "Angela Napoli l'antimafia dei fatti"



















Interviste al Dott. Notaristefano e a me
Rilasciate al giornalista Giovani De Grazia per Lamezia in Strada TV 
l’11 marzo 2016
BISIGNANO: Presentazione del libro "Angela Napoli l'antimafia dei fatti" libro intervista a cura di Orfeo Notaristefano





















Tranche convegno svoltosi l’11 marzo 2016
BISIGNANO: Presentazione del libro "Angela Napoli l'antimafia dei fatti" libro intervista a cura di Orfeo Notaristefano




Ospite della trasmissione “I fatti in diretta”




a LaC TV ospite di PIETRO COMITO nella trasmissione  “I fatti in diretta”.
Il video della puntata, dal titolo “A3 E LAVORO, LA REALTÀ CHE RENZI IGNORA” andata in onda il 10 marzo 2016





giovedì 10 marzo 2016

L'Associazione Risveglio Ideale dichiara il proprio Sì al Referendum No-Triv

Comunicato stampa

L'on. Angela Napoli, Presidente dell’Associazione Risveglio Ideale, che svolge in Calabria, ma anche nel resto d'Italia, attività politica, culturale e di impegno sociale, comunica l'adesione di Risveglio Ideale alla campagna per il Sì relativa al Referendum contro le trivellazioni che si terrà il prossimo 17 aprile.
Mancano oramai pochi giorni - dichiara l'on. Napoli - alla data del 17 aprile fissata per il Referendum NO-TRIV che, ricordiamolo, per la prima volta nella storia della Repubblica, è stato richiesto grazie all'iniziativa di nove Regioni - Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise - che hanno ritenuto necessario chiamare i cittadini italiani alle urne per esprimersi contro il rinnovo, fino all’esaurimento del giacimento, delle concessioni estrattive di gas e petrolio per i giacimenti entro le 12 miglia, e riteniamo doveroso schierarci attivamente a fianco dei cittadini per combattere questa battaglia di legalità, di giustizia e di solidarietà sociale che rientrano tra gli obiettivi primari dell’Associazione Risveglio Ideale che ha anche il fine di vigilare sul buon governo delle amministrazioni nazionali e locali attraverso l’uso degli strumenti consentiti dalla legge.
E non vi è alcun dubbio - prosegue l'on. Angela Napoli - che sia necessario appoggiare questa battaglia referendaria che mette nelle mani dei cittadini la difesa e la tutela della salute e dell'ambiente, che sono beni fondamentali. Ci sono degli studi che attestano - chiarisce - che le attività estrattive sono causa di danni ambientali a fronte di assenza di alcun arricchimento e di ricadute positive, in termini di incremento del PIL, di crescita dell'occupazione e di sviluppo della piccola e media impresa, dei territori interessati dalle trivellazioni e che nulla o quasi valgono le royalty, che le multinazionali riconoscono, rispetto al danno incommensurabile provocato in un’area del mediterraneo, la costa Ionica, che non presenta grandi giacimenti tali da giustificare la devastazione dei fondali marini.
Questo Referendum, al quale noi invitiamo a votare Sì - conclude la Presidente dell'Associazione Risveglio Ideale - ha anche risvolti squisitamente politici in quanto, al di là della specificità del quesito, può rappresentare un valida opportunità per  rafforzare la battaglia di civiltà che la Società Civile combatte da anni per la tutela dei beni comuni e, in questo frangente storico e socioeconomico, indirizzare il nostro Paese verso una Strategia Energetica nazionale che si affranchi sempre più dal fossile e si orienti verso le meno inquinanti fonti rinnovabili.

Risveglio Ideale
10 marzo 2016



Ne è valsa la pena !



Beatrice Lento - 10 marzo 2016

In una mattinata luminosissima, alla presenza di tanti Studenti, Operatori Scolastici e Rappresentanti delle Agenzie Formative del territorio si è realizzata la consegna del Premio Donne Libere 2016 all’onorevole Angela Napoli. Il riconoscimento, ideato dall’Istituto Superiore di Tropea, giunto alla sua terza edizione, è stato già conferito, negli anni scorsi, alla neourologa di fama mondiale, notissima per le sue illuminate ricerche sull’Alzheimer, Amalia Bruni e alla” Chiara di Tropea” Irma Scrugli, altrettanto nota per il suo cammino di fede e di servizio agli ultimi a fianco del santo sacerdote Don Francesco Mottola. Un bel tris di donne, lo ha definito la dirigente Lento. una scienziata, una santa, una guerriera. “Mi piace pensare a Lei” ha dichiarato la dirigente scolastica nel dare avvio alla manifestazione “Come a una novella Giovanna D’Arco che non ha paura di scontrarsi con un esercito pericolosissimo perché mimetizzato, in parte, tra il fogliame delle complicità, delle ambiguità, delle omertà e delle connivenze” – Lento ha ribadito l’esigenza di emarginare la mafia anche attraverso la cultura e l’etica partendo dalle giovani generazioni che, come affermava Paolo Borsellino, sono le più adatte a sentire la bellezza del profumo fresco e inebriante della libertà. La studentessa Justina Adavidoae si è fatta portavoce di tutti gli Studenti ed ha espresso ammirazione verso la Napoli sottolineando l’impegno dell’Istituto verso la cultura della legalità attraverso un costante e variegato impegno progettuale. La giovane ha fatto particolare riferimento ai Campus della legalità, l’evento che si ripete ormai da 9 anni consentendo agli studenti di esercitarsi in un’ autentica palestra di democrazia.
A porgere i saluti sono intervenuti il Sindaco Giuseppe Rodolico, l’Assessore Maria Stella Vinci, don Ignazio Toraldo di Francia, il presidente dell’Associazione “Drapia in Europa “ Rodolfo Mamone e l’ex Sindaco di Tropea Domenica Cortese.
L’onorevole Napoli, nel suo appassionato intervento, ha sottolineato i suoi forti legami con la città di Tropea e con L’Istituto Superiore di Tropea con il quale ha mantenuto costanti rapporti a partire dal primo incontro avvenuto nel 2005 nel contesto del progetto scolastico di educazione alla legalità “ L’isola che non c’è”.
La Napoli ha espresso la sua gratificazione affermando: “ Questo Premio mi ripaga di tanti sacrifici perché non è facile condurre determinate battaglie in un sistema in cui la ‘ndrangheta ha una pervasività tale da mettere in pericolo la libertà”.
L’on.le ha apprezzato molto lo sforzo della scuola anche in direzione dei figli della mafia:” Il progetto deve essere valido per tutti, occorre far capire a chi cresce nella mafia che non bisogna rinunciare a scegliere che è necessario imboccare la strada giusta anche se in certe situazioni può risultare difficile. A tutti i giovani dico nulla si conquista senza sacrificio”.
La Napoli ha ribadito che non è vero che la mafia è invincibile e alle domande degli Studenti sulle difficoltà da parte dello Stato ad arginare il fenomeno non ha esitato ad affermare che la politica ha delle grandi responsabilità, le leggi ci sono e sono le migliori ma il problema è che la politica con la mafia fa affari, non c’è una precisa volontà di combatterla, c’è sempre chi tenta di ostacolare il cammino delle leggi antimafia.
Molte le domande sulle donne in politica e l’on.le ha evidenziato il cambiamento in positivo registrato negli ultimi tempi che rende meno difficile alla donna il percorso anche se al genere femminile è sempre richiesto uno sforzo maggiore e un maggiore impegno” Noi donne dobbiamo sempre sgomitare e dimostrare che  siamo più brave, non  è tanto questione di  leggi a tutela della donna quanto di cambiamento culturale che implica più rispetto e riconoscimento”.
Anche il tema della meritocrazia è stato al centro del dibattito che ha evidenziato la esigenza del rispetto dei doveri ma anche dei diritti perché i nostri giovani non siano costretti a partire. Critica anche all’amministrazione della cosa pubblica in Calabria “Lo Stato c’è ed è ora di rendersi conto che ognuno di noi è Stato, non deleghiamo più e pretendiamo ciò che ci è dovuto. A non aver fatto è lo Stato Centrale o chi ha amministrato a livello periferico? Prendiamo la sanità: è lo Stato centrale il responsabile o chi ha governato il settore della sanità nella nostra Regione sperperando?”
Poco prima della consegna del Premio è intervenuto all’evento anche il Questore Filippo Bonfiglio che ha  espresso la sua ammirazione alla premiata.
La conclusione della mattinata, ricca di emozioni condivise, è stata segnata dalla consegna del  Premio che ha il senso di un riconoscimento alle donne che, nonostante i condizionamenti negativi di una cultura maschilista ancora imperante, riescono ad emergere in campi tradizionalmente preclusi al genere femminile: Angela Napoli ci è riuscita nei campi della politica e dell’antimafia.
“Nell’incontro “ dichiara la dirigente Lento “Abbiamo voluto rendere omaggio anche alla figura di Peppino Impastato che, pur essendo figlio della mafia, è riuscito a scegliere un percorso di vita diametralmente opposto e a sua madre Felicia che lo ha sostenuto. Le  pietre d’inciampo, il monumento alla memoria di Peppino, che i nostri Studenti hanno disposto nella sala del Museo Diocesano, siano di sprone alla riflessione per ognuno di noi perché tutti insieme si possa lottare per la convivenza democratica e assieme ad Angela Napoli si possa dire: Ne è valsa la pena!”



martedì 8 marzo 2016

Convegno Regionale “L’IMPEGNO DELLE DONNE PER IL RISVEGLIO DELLA CALABRIA”



Mio intervento conclusivo  al Convegno Regionale “L’IMPEGNO  DELLE DONNE PER  IL  RISVEGLIO DELLA CALABRIA” organizzato da Risveglio Ideale e svoltosi l’8 marzo 2016 al Centro Agroalimentare


Fonte Risveglio Ideale FB















giovedì 3 marzo 2016

Ospite della radio ufficiale dell'Università Magna Grecia





Sono stata ospite della trasmissione Revoluti-ONAIR 
Condotta da ELVIRA FRATTO per UMG Web Radio per parlare di Legalità














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