martedì 21 dicembre 2010

"...Le Istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali.”

Nello scorso mese di aprile sono stata additata al pubblico ludibrio, querelata e denunziata per aver pubblicamente cercato di sensibilizzare il mondo politico calabrese sulla formazione delle liste nell’ultima competizione elettorale per il rinnovo delle elezioni regionali.
In quella competizione ho deciso di non esprimere il mio voto avendo verificato che nelle liste vi erano candidati “discussi” e che non era stato nemmeno recepito, da parte della politica calabrese, il codice di autoregolamentazione delle candidature deliberato dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
Oggi, e sinceramente me ne dispiace per l’immagine che la Calabria, ancora una volta offre in negativo, l’operazione “Reale 3” mi dà ragione.
Nella scorsa settimana avvisi di garanzia, con l’accusa di voto di scambio, a tre candidati al consiglio regionale; un ex sindaco e anche lui candidato al consiglio regionale, fermato con l’accusa di associazione mafiosa.
Oggi, un consigliere regionale e quattro candidati arrestati con l’accusa di associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose.
Il tutto solo grazie all’intervento della DDA di Reggio Calabria e, pertanto, limitato a tale territorio.
Sono sicura, conoscendo la potenzialità e la pervasività della ‘ndrangheta nella politica, che le altre province calabresi, non risulteranno esenti dalle collusioni in questione.
Finalmente anche in Calabria incominciano ad esseere colpiti giudiziariamente una parte degli elementi che costituiscono la “borghesia mafiosa”.
A questo punto, come non richiamare ciò che sempre affermava Paolo Borsellino: ”C’è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla Magistratura, è un uomo onesto. No! La Magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le Istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali.”

On. Angela NAPOLI

Capo Gruppo FLI
Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 21 dicembre 2010

Avviare le procedure per lo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell’Interno

– per sapere – premesso che:

- in Calabria la ‘ndrangheta svolge un profondo condizionamento sociale fondato sia sulla forza delle armi che sul ruolo economico attualmente raggiunto attraverso il riciclaggio del denaro sporco; attività questa, che le ha permesso di controllare ampi settori dell’economia, dall’impresa al commercio e all’agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria a livello locale e regionale;

- la collusione tra ‘ndrangheta e politica è iniziata in Calabria fin dagli anni ottanta, ma purtroppo è maggiorata, anche grazie alla capacità degli uomini mafiosi di “mimetizzarsi indossando la veste del perbenismo”;

- la ‘ndrangheta non ha colorazione politica e le ‘ndrine possono decidere di appoggiare in un certo momento uno schieramento politico e altre nello stesso tempo l’opposto schieramento, a seconda degli interessi, del ritorno economico e dove trovano la disponibilità a stringere “patti”;

- numerosi sono stati in Calabria i Consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa, per lo più in provincia di Reggio Calabria, 11 nel 2009, a riprova delle collusioni tra ‘ndrangheta e politica; alcune ‘ndrine crotonesi hanno influito persino sul consenso elettorale per la elezione in Germania di un ex senatore italiano;

- la ‘ndrangheta in Calabria ha sempre cercato i propri referenti alla Regione e con “giacca e cravatta” spesso riesce a dettare le regole della politica;

- nella scorsa legislatura regionale è stato ucciso il vice presidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno, e l’operazione “Onorata Sanità”, ha portato in carcere il consigliere regionale Domenico Crea, proprio oggi condannato, nell’ambito del processo di primo grado, ad 11 anni e 3 mesi, con l’accusa di concorso esterno di associazione mafiosa;

- ed anche nella scorsa legislatura, nel settembre 2006, l’interpellante con due atti ispettivi ha denunziato l’esistenza in Calabria di un forte sodalizio tra politica, ‘ndrangheta, imprenditoria e massoneria deviata, evidenziando la necessità di avere Amministrazioni locali, ed i relativi Consigli, costituite da persone capaci di amministrare la “cosa pubblica” con assoluta trasparenza e con il rifiuto di qualsiasi contiguità o collusione con ambienti del malaffare;

- proprio sulla scorta di quanto accaduto nel Consiglio regionale calabrese nella scorsa legislatura, l’interpellante, anche nella qualità di componente della Commissione Parlamentare Antimafia, in prossimità della tornata elettorale del marzo 2010, aveva inteso richiamare l’attenzione sulle liste “inquinate”;

- la Commissione Parlamentare Antimafia, nella seduta del 18 febbraio 2010 ha approvato, all’unanimità, un codice di autoregolamentazione per la formazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, ma non tutti i partiti politici, lo hanno osservato;

- più volte i Magistrati calabresi avevano fatto trapelare l’esistenza di rapporti tra la ‘ndrangheta e politica;

- le operazioni “Meta” e “Crimine”, condotte dalla DDA di Reggio Calabria e, la seconda, anche dalla DDA di Milano, dopo l’ultima tornata elettorale dello scorso mese di marzo 2010, hanno iniziato a consegnare uno spaccato di collusioni gravissime che evidenzierebbero il diretto coinvolgimento di esponenti mafiosi nei consessi elettivi di Lombardia e Calabria;

- il 14 dicembre 2010, l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni, candidato alle elezioni regionali del marzo 2010 in Calabria, è stato sottoposto a fermo, emesso dalla DDA di Reggio Calabria, con l’accusa di associazione mafiosa;

- il 15 dicembre 2010, cinque politici hanno ricevuto un avviso di garanzia emesso dalla DDA di Reggio Calabria, con l’accusa di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e associazione mafiosa; tre di questi politici (Luciano Racco, Cosimo Cherubino, Pietro Crinò) risultavano candidati nell’ultima competizione per il rinnovo del consiglio regionale calabrese;

- il 21 dicembre 2010, un operazione condotta dai Carabinieri del ROS, su disposizione della DDA di Reggio Calabria, denominata “Reale 3”, ha portato a 12 arresti, tra i quali il consigliere regionale in carica, Santi Zappalà, e altri quattro candidati, Antonio Manti, Pietro Nucera, Liliana Aiello e Francesco Iaria, indagati per associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose;

- l’indagine “Reale 3” ha accertato il condizionamento esercitato dalla cosca Pelle di San Luca della ‘ndrangheta in occasione delle elezioni del 29 e 30 marzo scorsi per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria;

- al centro dell’indagine gli incontri tra il boss Giuseppe Pelle ed alcuni candidati che in cambio di voti assicurati alla ‘ndrangheta illecitamente raccolti avrebbero dovuto garantire alle imprese di riferimento della cosca l’aggiudicazione di alcuni importanti appalti pubblici ed altri favori;

- in particolare, il consigliere regionale Santi Zappalà, eletto con ben 11.052 preferenze, già sindaco del Comune di Bagnara Calabra ed anche già consigliere provinciale, è accusato di aver stipulato con Giuseppe Pelle, capo della cosca, un accordo in occasione delle elezioni regionali ricevendo, in cambio, un consistente pacchetto di voti nella zona Jonica della provincia di Reggio Calabria, controllata dalla cosca Pelle; il consigliere regionale avrebbe garantito alle imprese di riferimento della cosca l’aggiudicazione di alcuni importanti appalti pubblici, nonché il trasferimento di un detenuto;

- nella stessa indagine risulta indagato anche Vincenzo Cesareo, sempre candidato, nella circoscrizione di Cosenza, alle elezioni regionali del marzo 2010;

- l’indagine fa comprendere quali le strategie delle cosche della ‘ndrangheta per influenzare i più svariati settori della società, dell’economia e della pubblica amministrazione;

- non solo, ma dalla stessa indagine emerge che ormai è, purtroppo, la politica a chiedere aiuto alla ‘ndrangheta, considerati gli incontri che i candidati hanno effettuato personalmente presso l’abitazione del boss Pelle;

- dagli interventi giudiziari degli ultimi giorni emerge chiaramente che le responsabilità non sono limitate al solo consigliere regionale in carica, bensì anche a diversi candidati nell’ultima competizione elettorale, i quali, considerate le accuse di voto di scambio e di associazione mafiosa, hanno comunque contribuito al numero di seggi conseguito da ogni lista;

- l’infiltrazione della ‘ndrangheta negli apparati delle amministrazioni pubbliche rappresenta, oramai, una certezza consolidata, frutto di lunghe e complesse indagini che hanno permesso di verificare la commistione tra le cosche calabresi e la politica:

per sapere se siano state avviate le procedure per la sospensione del Consigliere regionale Santi Zappalà;

se non ritengano, altresì, necessario ed urgente avviare le procedure previste dall’articolo 126 della Costituzione della Repubblica Italiana per verificare se sussistono gli elementi utili allo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria.


On. Angela NAPOLI
Roma 21, dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

Necessario lo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell'ASP di Vibo Valentia

Apprendiamo dal Presidente della Giunta della Calabria, il quale ne sara' venuto a conoscenza, almeno mi auguro, nella qualita' di Commissario della Sanita' regionale, e non perche' Governatore (nel qual caso sarebbe grave!), che presto sara' sciolta per infiltrazione mafiosa la ASP di Vibo Valentia. Se così fosse (visto il caso Fondi, il dubbio e' d'obbligo!) non posso che dire " finalmente". Fin dal novembre del 2007, infatti, sulla scorta dell' indagine condotta al tempo dall' Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, con atto ispettivo parlamentare, avevo chiesto l'avvio delle procedure necessarie allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell' allora solo Azienda Sanitaria n. 8 di Vibo Valentia; ma, come sempre, fui lasciata sola, perche' al Governo regionale sedeva Loiero, e la trasversalita' politica imperversava.
Eppure da quell' indagine gia' emergeva una "borghesia mafiosa" composta da tecnici, esponenti della burocrazia, professionisti, imprenditori e politici che o erano strumentali o interagivano con la mafia in una forma di scambio permanente fondato sulla difesa di sempre nuovi interessi comuni.
L'ASL di Vibo Valentia era stata poi toccata dai gravi casi di malasanita' che hanno visto la morte di giovani vittime, quali Federica Monteleone ed Eva Ruscio, ma nessun provvedimento era stato assunto nei confronti dei responsabili di tali drammi.
"Finalmente": avevo intimante sperato, convinta che la nuova nomina regionale del Commissario avrebbe comportato il cambiamento; ed, invece, proprio nell'ASP di Vibo, nulla e' stato fatto per invertire la rotta; nessun intervento e' stato assunto dalla nuova gestione per irrompere quelle infiltrazioni mafiose che oggi, grazie al lavoro della Commissione d'accesso, dovrebbero portare allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell' ASP di Vibo Valentia.
Ma non solo, siamo costretti ad assistere a dichiarazioni che fanno trapelare nient'altro che lotte politiche interne alla sanità vibonese e miranti solo ad acquisizioni di potere tra esponenti del PDL. Basterebbe valutare il comportamento del presidente della Commissione Sanita' regionale, il quale, appena trapelata la notizia del possibile scioglimento dell' ASP di Vibo, ha osato persino fare appello al massimo rappresentante dello Stato sul territorio per evitare il provvedimento e, poi, a distanza di circa due mesi, e comunque dopo gli interventi sulla gestione assunti dal Commissario dell' ASP, ha ritenuto "inevitabile" lo stesso scioglimento.
Anche da tutto quanto sta accadendo, a livello strumentale, nella sanita' calabrese, appare evidente che questo importante e vitale settore non può più rimanere nelle mani della politica.

On. Angela NAPOLI
FUTURO E LIBERTÀ PER L'ITALIA

Roma, 15 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

Gravissima la richiesta di archiviazione della Procura di Catanzaro per la microspia del Proc. Gratteri

Considero di inaudita gravità la proposta di archiviazione, avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, dell’inchiesta sulla microspia trovata nella stanza del Procuratore aggiunto presso la DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri.
Se dovesse rimanere impunita, così come si paventa, la possibilità di acquisire informazioni riservate in qualsiasi Ufficio Giudiziario, chiunque si sentirebbe garantito di poter supportare i malavitosi, a discapito di inchieste difficili e coraggiose.
Non appare sicuramente incoraggiante la proposta in questione, se si pensa, altresì, che la Procura della Repubblica di Catanzaro è titolare di tutte le indagini che fin dai primi mesi del 2010 hanno colpito la Magistratura reggina e che ancora oggi i calabresi attendano che possa far emergere le “vere e giuste” verità.

On. Angela NAPOLI
Capo Gruppo FLI Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 14 dicembre 2010

Incidere sulle collusioni tra 'ndrangheta e poltica

Ieri la cosca Ruga di Monasterace, oggi la cosca Commisso di Siderno: due operazioni giudiziarie coordinate dalla DDA di Reggio Calabria che continuano a destrutturare la ‘ndrangheta della fascia ionica reggina e le sue collusioni.
Quella odierna contro la cosca Commisso rientra nell’operazione “Crimine” che finalmente ha iniziato ad intaccare le collusioni tra ‘ndrangheta e politica.
Mi auguro che la scia giudiziaria odierna, iniziata con il coinvolgimento dei settori della politica e della sanità in Lombardia e che oggi intacca la politica del territorio ionico, prosegua a 360 gradi sull’intera provincia di Reggio Calabria ed incida, altresì, sui legami di collusione esistenti tra Calabria e Lombardia.

On. Angela NAPOLI
Capo Gruppo FLI Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 14 dicembre 2010

Al ricatto preferisco l'onestà, la coerenza e l'amore per l'Italia


Considero offensivo veder sventolare la bandiera Italiana tra coloro che tengono nelle proprie fila personaggi come Dell’Utri, Cosentino e Verdini e blaterano di antimafia.

Alla vittoria del “ricatto” preferisco la sconfitta derivata da scelte e comportamenti assunti all’insegna dell’onestà, della coerenza e dell’amore per gli Italiani.

On. Angela NAPOLI
FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA

Roma, 14 dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

La Calabria non venga penalizzata da Trenitalia

Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

– Per sapere – premesso che:

- attraverso numerose interrogazioni parlamentari l’interrogante ha costantemente evidenziato la penalizzazione riservata da Trenitalia per la Calabria;

- da circa due anni, infatti, i calabresi sono costretti a subire un peggioramento del servizio, non solo con l’utilizzo di carrozze ferroviarie dismesse sulle linee del Centro-Nord, ma anche con il taglio consistente di treni a lunga percorrenza;

- il piano aziendale di Trenitalia giustifica la soppressione dei treni in Calabria sulla base dei “costi eccessivi”, elemento stranamente, non considerato per i collegamenti del Nord Italia;

- risulta di ben ventidue il numero dei treni soppressi o assemblati su tratte nazionali, nell’ultimo anno da Trenitalia, con il conseguente isolamento della Calabria;

- con l’entrata in vigore dell’orario invernale verranno cancellati altri treni, considerati improduttivi; ma è proprio la costante soppressione che porta delle improduttività , giacché i viaggiatori si ritrovano costretti a fare altre scelte per poter attuare la loro mobilità;

- a tutto questo si aggiunge l’allarme creato dalla disastrosa situazione in cui versano le Ferrovie della Calabria che sta per abbattersi sui lavoratori e sui viaggiatori regionali;

- è inaccettabile, a parere dell’interrogante, che il Governo continui a non confrontarsi sulle scelte operate da Trenitalia, a fronte della penalizzazione che viene inferta alla Calabria, Regione che ha il dovere di sentirsi parte integrante dell’intera Italia;

- è, altresì, inaccettabile, a parere dell’interrogante che il Governo affermi che la “rimodulazione del perimetro ferroviario venga fatto in base all’attuale stanziamento pubblico”, il che non potrà che comportare l’ulteriore privilegio per le linee del Centro- Nord:

- se non ritenga urgente e necessario avviare un Tavolo di concertazione tra il Ministero dei Trasporti, Regione Calabria, Trenitalia e Organizzazioni Sindacali;

- quali urgenti iniziative intenda attuare per far si che la Calabria non venga ulteriormente penalizzata da Trenitalia e sui trasporti in generale.

On. Angela NAPOLI

Roma, 1 dicembre 2010

La "squadra" della Calabria secondo il Governatore Scopelliti

Il Governatore Scopelliti ha sicuramente ragione nel rivolgere il ringraziamento ai parlamentari del centro-destra per averli avuti fisicamente al suo fianco nell’incontro con il Sottosegretario Letta per la richiesta al Governo tendente ad ottenere gli interventi contro il dissesto idrogeologico in Calabria. Tuttavia il Governatore Scopelliti non può sottacere sull’aiuto che, in materia è derivato anche dagli altri Parlamentari calabresi, sottoscritta compresa, che con atti ispettivi ed interventi in Aula, hanno inteso denunziare la grave situazione idrogeologica in cui versa l’intera Calabria e per i cui interventi non sono sicuramente sufficienti gli stanziamenti, seppur oggi maggiorati di 40 milioni, che il Governo Nazionale intende varare per la Regione.

La “squadra”, quindi, sui problemi che riguardano la Calabria, non può e non deve essere considerata dal Governatore Scopelliti solo costituita dai Parlamentari del PDL, a meno che lo stesso non tenga presente che anche gli altri sono stati chiamati a rappresentare ed aiutare le problematiche del proprio territorio.

On. Angela NAPOLI (FLI)

Roma, 1 dicembre 2010