lunedì 25 maggio 2009

Sanità calabrese: è arrivato il momento della chiarezza e della verità

Finalmente per la sanità calabrese è forse arrivata l’ora della verità e ciò pone in agitazione Loiero & Company. Pensate un po’ che il capogruppo regionale del PD sollecita addirittura il “ribellismo civico contro Berlusconi”.
Loiero & Company, di fronte all’annunciato, e a mio avviso motivato, commissariamento della sanità in Calabria, continuano a riversare sul Governo Berlusconi colpe inesistenti, accusando persino lo stesso Governo Nazionale della “imposizione fiscale” inferta da questa Giunta regionale ai poveri cittadini.
Altro che “maschera gettata da Berlusconi”, è invece finalmente arrivato il momento della chiarezza e della verità, necessario a svelare le responsabilità di tutti coloro che con alibi svariati hanno contribuito a dare della sanità calabrese quell’immagine nefasta che persino stampa ed emittenti televisive nazionali hanno reso al Paese intero.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Taurianova, 25 maggio 2009

martedì 19 maggio 2009

Il Governo garantisca la trasparenza e l'imparzialità del CORECOM Calabria

Al Presidente del Consiglio dei Ministri ai Ministri per i Rapporti con le Regioni della Giustizia e della Pubblica Amministrazione e Innovazione

– Per sapere – Premesso che:

- con atti ispettivi n. 4-05331 del 19 ottobre 2007 e n. 4-06065 del 14 gennaio 2008, l’interrogante ha denunziato l’anomala decisione assunta dal Consiglio Regionale della Calabria, in data 27 settembre 2007, con il Commissariamento del CORECOM ed ha chiesto l’impugnazione, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007, contenente appunto il provvedimento di decadenza ed il conseguente commissariamento del CORECOM Calabria;

- tra i cinque componenti del CORECOM Calabria commissariato erano nati palesi contrasti in occasione della formulazione della graduatoria per la concessione dei benefici relativi all’anno 2006, poiché la stessa graduatoria era divenuta oggetto di una delibera, datata 16 luglio 2007, a firma del solo Presidente del tempo, ed in disaccordo con quanto deliberato dal Comitato in data 2 luglio 2007;

- la scelta del Presidente CORECOM del tempo era subito apparsa ai quattro componenti del comitato come rispettosa di esigenze formulate dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, durante una convocazione del 17 marzo 2007, piuttosto che della necessaria trasparenza rispetto alle documentazioni presentate;

- sulle ripetute violazioni commesse dal Presidente del Comitato del tempo, i quattro componenti dello stesso comitato hanno presentato vari esposti alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sottolineando come lo stesso Presidente ed il Dirigente della struttura abbiano omesso di denunziare alcuni rappresentanti legali di imprese private per la violazione del D.P.R. 445/2000, commessa fornendo dichiarazioni false o mendaci;

- a seguito della decadenza ed al conseguente commissariamento del CORECOM Calabria, sono state assegnate le funzioni di delegato alla struttura, proprio allo stesso ex Presidente dell’Organo;

- la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha avviato le relative indagini e nello scorso mese di aprile 2009, in chiusura delle stesse, ha ipotizzato nei confronti dell’ex Presidente del CORECOM il grave reato di abuso d’ufficio;

- il Presidente del CORECOM Calabria di fatto aveva inserito da solo, nel luglio 2007, nella graduatoria due emittenti, Video Calabria e Tele A 57,che il Comitato aveva escluso per mancanza di separazione contabile ed aveva, tra l’altro, escluso dai finanziamenti emittenti, come Teleuropa e Telespazio, che erano nelle stesse condizioni;

- nonostante il citato intervento giudiziario l’ex Presidente del CORECOM Calabria, dott. Umberto Giordano, rimane ancora con l’incarico di Dirigente esterno presso il Consiglio Regionale, pur con un provvedimento di “autosospensione” di quindici giorni, chiesto nei primi del corrente mese di maggio 2009:

- se dagli atti depositati presso il Governo risultino le ragioni per le quali non si sia proceduto all’impugnazione ai sensi dell’art.127 della Costituzione, della Legge Regionale n.22 del 5 ottobre 2007, varata secondo l’interrogante per definire il commissariamento del CORECOM Calabria, non garantendo trasparenza ed imparzialità nell’erogazione dei finanziamenti alle Emittenti televisive calabresi;

- se siano disponibili i dati concernenti il numero dei consulenti della Regione Calabria ed i relativi corrispettivi e se questi siano in linea con la media nazionale e con le normativa vigenti.

On. Angela NAPOLI

Roma,19 maggio 2009

sabato 16 maggio 2009

E' necessario garantire la serenità nella campagna elettorale di Filandari (VV)

Nei giorni scorsi, con un atto ispettivo, ho cercato di richiamare l’attenzione del Ministro dell’Interno per garantire libertà e sicurezza a tutti i candidati per il rinnovo dell’Amministrazione nel Comune di Filandari. Alla luce, però, dell’accanimento criminale sull’intero territorio vibonese, credo sia necessario un immediato intervento delle Istituzioni preposte. Sette risultano già i Comuni della provincia di Vibo Valentia i cui Consigli sono stati sciolti per inquinamento mafioso e per altri due, Fabrizia e Nardodipace, le relazioni delle rispettive Commissioni d’accesso sono state trasmesse al Ministero dell’Interno, a dimostrazione della capacità della ‘ndrangheta di permeare la pubblica amministrazione. Atti intimidatori e pressioni vengono attuati, oltre che nel Comune di Filandari, in altri Comuni del vibonese, laddove è in corso la campagna elettorale per il rinnovo delle locali amministrazioni. Tra l’altro potrebbe essere il risultato di “pressioni varie” le situazioni dei Comuni di Zaccanopoli e Zambrone, laddove è in competizione un’unica lista elettorale. Non v’è dubbio che quanto sta accadendo sia attribuibile alla criminalità organizzata, ma anche a quella parte di amministratori e candidati che colludono con la stessa.
Per tale motivo, oltre agli interventi necessari ed urgenti da parte di coloro che sono preposti al controllo, alla sicurezza e alle indagini, occorre un’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini delle comunità vibonesi. Nessuno può più far finta di non sapere e di non conoscere, in particolare nei piccoli centri, ognuno non può più continuare ad eleggere all’amministrazione pubblica, personaggi imparentati o collusi con la criminalità. Ogni candidato, poi, dovrebbe trovare la forza di rigettare qualsiasi proposta di consenso che provenga da ambienti malavitosi, senza che ciò avvenga magari solo a parole.
Tra l’altro, proprio perché sicura del dominio in quel territorio della massoneria deviata, non posso che chiedere l’attenzione di contrasto anche su tale ambiente.
Solo così anche il territorio vibonese potrà aspirare ad un vero riscatto.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 15 maggio 2009

giovedì 14 maggio 2009

La denunzia del Procuratore Pignatone sulla criminalità della Piana di Gioia Tauro

Non va sottovalutata la denunzia del Procuratore della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, conseguente al ritrovamento di un arsenale di armi da guerra a Gioia Tauro.
Da più di un anno le cosche della Piana di Gioia Tauro, alla ricerca di nuovi equilibri, sono in una fase riorganizzativa che non può non creare grande preoccupazione nell’intero territorio. Va dato atto dell’importante contrasto profuso dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura, tuttavia non sufficiente se privo di analogo supporto da parte dei mondi politico ed imprenditoriale e della società civile. Non è un caso che in una situazione di tale pesantezza criminale mafiosa risultino sciolti per infiltrazione mafiosa ben cinque comuni nel raggio territoriale di 30 KM ed altri siano sottoposti a Commissione d’accesso.
A dimostrazione certa della rilevata capacità della ‘ndrangheta nell’inserirsi nelle Istituzioni, nella Pubblica Amministrazione e negli appalti.
Penso proprio che per la Piana di Gioia Tauro vada individuata una strategia idonea sicuramente a reprimere ma anche a prevenire il radicamento delle cosche riorganizzate e sempre più spregiudicate e pericolose.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 14 maggio 2009

martedì 12 maggio 2009

L'appello al Ministro Maroni ed al Sottosegretario Mantovano per i Testimoni di Giustizia

Le proteste dei tanti Testimoni di Giustizia evidenziano i numerosi disagi vissuti, unitamente ai propri familiari, per i quali occorre un immediato intervento. I Testimoni di Giustizia, purtroppo pochi in Italia, sono cittadini che, con senso di responsabilità e coraggio, hanno reso testimonianza, riferendo o denunciando, alla magistratura e alle forze dell’ordine, fatti specifici e circostanziali, riguardanti la criminalità organizzata. Per tale motivo la figura del Testimone dovrebbe essere considerata e valutata quale modello positivo che incarna una scelta di legalità in aree ad alta densità mafiosa.
Ma appare, quindi, impossibile ignorare che lo status di Testimone di Giustizia provoca disagio che, se non controllato, rischia di sfociare in situazioni di vera e propria alienazione. Il sentimento personale della giustizia e della legalità contrasta con la storia che viene vissuta dal Testimone e che vede scorrere dinanzi a sé. Anche la rappresentazione dello Stato, la sua natura etica ed il suo ruolo di tutela rischiano di essere inglobati in questa perdita, fino alla perdita della fiducia nello Stato e nelle sue forze.
In una simile situazione, angosciata perfino dall’impossibilità di svolgere un’attività lavorativa o continuare quella interrotta e, per di più, soggetto a cambiamento di abitudini, luogo di vita, relazioni sociali, generalità d’identificazione, il Testimone di Giustizia diventa uno nessuno e centomila.
Occorre allora una cambiamento radicale della gestione dei Testimoni, una diversa filosofia nell’approccio alla figura di Testimone. In tal senso ritengo che non vada sottovalutata, ma, al contrario, possa servire da base propositiva, la relazione approvata dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 19 febbraio 2008 e trasmessa al Parlamento. Non servono interventi parziali, occorre davvero quel cambiamento radicale, per il quale faccio appello al Ministro dell’Interno e al Sottosegretario di Stato, on. Alfredo Mantovano, delegato in materia. Cerchiamo di lavorare insieme, affinché, ogni Testimone di Giustizia, non debba mai pentirsi di aver scelto una strada indicativa e coraggiosa per il contrasto alla criminalità organizzata tutta.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 12 maggio 2009

sabato 9 maggio 2009

La penalizzazione della Calabria da parte di Trenitalia

Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

– Per sapere – Premesso che:

- considerata la disastrosa situazione delle principali arterie stradali calabresi, la gestione dei trasporti dovrebbe essere oculata ed efficiente , ma, al contrario, in particolare, Trenitalia, continua a penalizzare l’intera Regione;

- Trenitalia ha attivato la mobilità del personale in esubero dalla Divisione Cargo alle altre due divisioni del trasporto Regionale e Passeggeri sul territorio nazionale, obbligando di fatto lo stesso personale a transitare verso regioni lontane, risultando le due Divisioni dalla Calabria “non recettive”;

- Naturalmente quest’ultima decisione di Trenitalia, oltre a costringere di fatto i ferrovieri delle due Divisioni ad andare a lavorare in Regioni lontane dalle loro residenze e dove alcuni hanno già lavorato per lunghi anni,continua a disintegrare lentamente ed inesorabilmente la gestione del trasporto Regionale e Passeggeri dal personale calabrese;

- La penalizzazione di Trenitalia nei confronti della Calabria avviene anche sui viaggiatori, sempre costretti ad utilizzare carrozze ferroviarie dismesse sulle linee del Centro - Nord, con servizi di toilette impraticabili, tendine dei finestrini consunte, porte “fuori servizio” ed igiene davvero carente;

- Dai treni per la Calabria è stato anche eliminato il servizio di benvenuto a bordo, peraltro compreso nel costo del biglietto;

- Ed ancora, considerata la carenza dei collegamenti ferroviari dalla Calabria per il Centro – Nord nella fascia ionica regionale, molti viaggiatori si ritrovano costretti ad utilizzare la ferrovia sul tratto tirrenico calabrese, dove non mancano grandi disagi;

- Ad esempio, il 19 aprile 2009, i viaggiatori in possesso di regolare prenotazione, posto e carrozza, sull’eurostar 9374, Reggio Calabria – Roma, in partenza da Lamezia Terme, si sono ritrovati su un treno superaffollato, con posto su prenotazione inesistente;

- Tutto quanto sopra esposto dall’interrogante dimostra come anche per Trenitalia la Calabria ed i suoi cittadini continuino a subire pesanti penalizzazioni e discriminazioni rispetto ai cittadini delle altre Regioni d’Italia:

- Se non ritenga davvero necessario ed urgente intervenire su Trenitalia, per far si che tale Società consideri la Calabria parte integrante dell’intera Italia e non vengano più penalizzati i viaggiatori di questa Regione.

On. Angela NAPOLI

Roma, 7 maggio 2009

venerdì 8 maggio 2009

L'interrogazione sulla decisione della Corte d'Appello di Catanzaro in merito a Michele Bonavota

Al Ministro della Giustizia

– Per sapere – Premesso che:

- l’interrogante, attraverso numerosi atti ispettivi, ha più volte segnalato che alcune decisioni assunte dalla Corte d’Appello di Catanzaro, in particolare nell’ultimo anno, hanno prodotto scarcerazioni o comunque notevoli benefici, per noti boss della ‘ndrangheta vibonese;

- da ultimo, nei giorni scorsi, la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro, ha decretato, con largo anticipo, non più “socialmente pericoloso” Michele Bonavota, dell’omonima cosca vibonese, attualmente sub iudice nel processo “Bluff” con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa;

- Michele Bonavota era stato posto sotto la misura della “sorveglianza speciale” per episodi delittuosi risalenti al 2002-2003 e si trovava già sotto tale misura quando fu trovata la sua “lunga e appassionata corrispondenza” con il boss Bernardo Provenzano;

- L’interrogante trova davvero non condivisibile il verdetto emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro, non solo perché nello stesso si trascurano appunto i collegamenti con Bernardo Provenzano ma anche perché i legali difensori del Bonavota hanno persino annunciato la proposta di ricorso per “l’ingiusta sottoposizione si qui patita”:

- Quali urgenti iniziative normative intenda assumere per far si che, almeno, a noti boss mafiosi non venga tolta la misura di “sorvegliato speciale” pur essendo sub iudice in processi di mafia.

On. Angela NAPOLI

Roma, 7 maggio 2009

giovedì 7 maggio 2009

L'interpellanza sul Magistrato Pierpaolo Bruni

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della Giustizia

- Per sapere – Premesso che:

- la ‘ndrangheta è l’organizzazione criminale più potente, pervasiva e pericolosa, che è riuscita, soprattutto in Calabria, a creare rapporti con i mondi politici ed imprenditoriali di quella Regione;

- il Sostituto Procuratore della Repubblica, Pierpaolo Bruni, non ha avuta rinnovata la sua applicazione alla DDA di Catanzaro, nonostante i pareri favorevoli dei Procuratori della DDA di Catanzaro e di Crotone;

- il Magistrato Pierpaolo Bruni è titolare di importanti inchieste e processi che coinvolgono ndrangheta, politica ed imprenditoria ed è anche titolare di analoghe importanti inchieste sulle cosche della ‘ndrangheta del crotonese;

- lo stesso Magistrato Bruni è stato anche oggetto, proprio grazie alla bontà delle sue inchieste, di un piano predisposto per la sua uccisione, con l’utilizzo di armi in dotazione alle cosche, tra cui lanciarazzi, bazooka ed esplosivo;

- il mancato rinnovo dell’incarico al Sostituto Procuratore Bruni, negato dal Procuratore Generale facente funzioni di Catanzaro, rischia di bloccare importanti inchieste che attenzionano il territorio di Crotone, dove la pervasività della criminalità organizzata ha davvero raggiunto livelli preoccupanti;

- la mancata presenza del Magistrato Bruni nell’organico, peraltro già striminzito, della DDA di Catanzaro, è sicuramente un atto che svilisce la bontà del contrasto alla criminalità organizzata, ed appare, ad avviso dell’interrogante, un segnale di incoraggiamento al sistema di malaffare, corruzione e collusione che imperversa in Calabria:

- quali urgenti iniziative intenda assumere per conoscere le motivazioni che stanno alla base del mancato rinnovo dell’incarico al Sostituto Procuratore Bruni presso la DDA di Catanzaro;

- quali urgenti iniziative intenda, altresì, assumere per far ripristinare l’incarico al Magistrato Bruni presso la DDA di Catanzaro.

On. Angela NAPOLI

Roma, 6 maggio 2009

mercoledì 6 maggio 2009

L'interrogazione sulla scarcerazione di Luciano D'Agostino

Al Ministro della giustizia

– Per sapere – Premesso che:

- appare davvero inaccettabile come la lentezza della giustizia in Calabria provochi, ormai quotidianamente, le scarcerazioni di noti e pericolosi criminali;

- nei giorni scorsi è stato scarcerato Luciano D’Agostino , condannato in appello a 15 anni di carcere nell’ambito del processo “Prima Luce”;

- la scarcerazione del D’Agostino sarebbe dovuta al mancato deposito della sentenza da parte del giudice della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria;

- il processo “Prima Luce” è nato dall’inchiesta sulla faida tra i D’Agostino e i Belcastro - Romeo si è concluso in primo grado con 200 anni di carcere e 8 ergastoli, a dimostrazione che i reati commessi, compreso quello di associazione mafiosa, non sono assolutamente di poco conto;

- la sentenza di secondo grado porta la data del 3 marzo 2006 e le relative motivazioni andavano depositate entro 90 giorni, ma a tutt’oggi ciò non è avvenuto;

- peraltro, corre pericolo, che a breve, potrebbero essere scarcerati , per le stesse ragioni, altri detenuti condannati con analoga sentenza:

- se non ritenga necessario ed urgente avviare un’adeguata indagine presso la Corte d’Assiste d’Appello di Reggio Calabria , per accertare le motivazioni del mancato deposito della sentenza relativa al processo “Prima Luce”;

- quali urgenti iniziative intenda attuare nei confronti degli eventuali responsabili.

On. Angela NAPOLI

Roma, 6 maggio 2009

L'interrogazione sull'ordine pubblico attorno al CPA di Isola Capo Rizzuto (KR)

Al Ministro dell’Interno

– Per sapere – Premesso che:

- con atto ispettivo n. 4-02518 dell’11 marzo 2009 l’interrogante ha chiesto urgenti interventi per garantire la sicurezza dei cittadini delle Comunità di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Sant’Anna, rispetto ai danni che quotidianamente vengono apportati dai numerosi immigrati del CPA di Isola Capo Rizzuto (KR), durante le ore di uscita giornaliere , che si protraggono, spesso anche nelle ore notturne;

- in quel territorio i cittadini vivono in grande stato di preoccupazione a causa di un notevole aumento di episodi di accattonaggio, furti, criminalità e prostituzione;

- nei giorni scorsi due cittadini , un uomo e una donna, della contrada S. Anna di Isola Capo Rizzuto sono stati aggrediti da un iracheno, Baez Abduah, subito individuato ed arrestato, ospite del locale Centro di Accoglienza;

- considerata quest’ultima aggressione, che ha procurato ai due cittadini contusioni giudicate guaribili rispettivamente in 5 e in 15 giorni, gli abitanti della Contrada Sant’Anna, esasperati ormai dai continui atti criminali, hanno occupato la strada statale 106, in prossimità del centro di accoglienza ;

- pur essendo stati immediati gli interventi del Prefetto e della Polizia di Stato, permane alta la tensione tra i cittadini di quel territorio e gli immigrati del CPA;

- sempre nei giorni scorsi era stato lanciato l’allarme sanitario, oggi fortunatamente ridimensionato, anche da parte dell’Arcivescovo di Crotone;

- Il CPA di Isola Capo Rizzuto accoglie attualmente circa 1.400 immigrati di ben 35 etnie diverse; circa 100 immigrati sono in permanenza CIE e circa 700 unità risultano richiedenti asilo;

- le Forze dell’Ordine chiamate a presidiare il territorio risultano del tutto insufficienti , non solo per il CPA, ma anche per il controllo della Città di Crotone, se si pensa che l’organico è simile a quello definito nel 1995, allorquando è nata la Questura in Città;

- la Polfer di Crotone si sta ritrovando, sempre con organico non adeguato, a fronteggiare una situazione particolarmente aggravata, considerata la partenza e l’arrivo quotidiano di numerosi extracomunitari nonché la presenza di immigrati che si accampano nella stazione ferroviaria, creando pericolo anche per i comuni viaggiatori, in particolare nelle ore notturne;

- non va, altresì, dimenticato che l’intero territorio crotonese è sede di potenti cosche della ‘ndrangheta, le quali oltre alle illecite attività normalmente praticate dalla criminalità organizzata, stanno preoccupando i cittadini visto il pericoloso profilo di intimidazioni e attentati posti in essere:

- quali urgenti iniziative intenda attuare per adeguare alle necessità gli organici della Polizia di Stato e della Polfer di Crotone;

- se non ritenga, altresì, necessario ed urgente modificare la normativa vigente, tanto per diminuire le ore di uscita dal CPA quanto per prevedere adeguate sanzioni per i mancati o tardivi rientri;

- quali iniziative intenda, comunque, assumere al fine di scongiurare il crollo del già instabile equilibrio creatosi sul territorio crotonese tra la presenza di numerosi extracomunitari e la capacità di accoglienza e di accettazione sociale.

On. Angela NAPOLI

Roma, 6 maggio 2009

La solidarietà all'Agente di Polizia Giuseppe Brugnano

Non può e non deve passare nel dimenticatoio l’aggressione subita, nei giorni scorsi, dall’Agente della Polizia di Stato, Giuseppe Brugnano, Segretario Nazionale Ufficio Comunicazione e Immagine del Sindacato COISP.
L’aggressione dell’Agente, avvenuta in pieno giorno, nel mentre questi, in borghese, tentava di impedire un furto in un centro commerciale, è certamente dimostrativa dello stato di insicurezza che si registra, ormai, anche nella Città e nell’intero territorio di Catanzaro. Diversi atti criminali, compresi due omicidi, degli ultimi mesi non possono più essere sottovalutati, solo perché appalesati come provenienti dalla “microcriminalità”. Il passaggio dalla “micro” alla “macro” criminalità risulta pressoché immediato e, pertanto, la sottovalutazione di determinate presenze in quel territorio e la mancanza di adeguati interventi potrebbero presto far assimilare Catanzaro a tante altre realtà calabresi.
Non v’è dubbio che anche tutta la società civile catanzarese dovrebbe farsi carico di questa situazione, divenuta ormai allarmante, non solo con semplici attestati di solidarietà, ma con chiare assunzioni di responsabilità che portino all’allontanamento e alla denunzia di coloro che si rendono autori di qualsiasi tipo di crimine.
La mia solidarietà all’ Agente Brugnano, alla moglie e al figlio che hanno assistito alla vile aggressione, e davvero incondizionata ed è congiunta al doveroso appello alle Istituzioni preposte perché venga garantito un adeguato piano di controllo nella città di Catanzaro ed anche l’espiazione della pena per tutti coloro che si sono resi responsabili di questo come di altri odiosi crimini.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 6 maggio 2009

sabato 2 maggio 2009

Ecco il reclutamento del concorso per 45 Dirigenti della Regione Calabria

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro per i rapporti con le Regioni, al Ministro dell'economia e delle finanze.-

Per sapere - premesso che:

- la Giunta regionale della Calabria ha bandito un concorso, per titoli ed esami, per il conferimento di n. 45 posti di Dirigente, approvato con decreto dirigenziale n. 18038 del 3 novembre 2004, pubblicato sul B.U.R.C. - supplemento ordinario - n. 8 del 30 ottobre 2004;

- con decreto n. 64 dell'11 gennaio 2006, pubblicato sul B.U.R.C. n. 1 del 17 gennaio 2006, sono stati riaperti i termini del bando e rettificati alcuni criteri di valutazione dei titoli, con il supporto di una nota a firma del dirigente del Settore giuridico del Dipartimento regionale «Organizzazione e Personale»;

- il concorso è stato bandito per quattro aree funzionali: n. 13 posti di area amministrativa, n. 13 di area economico-finanziaria, n. 6 di area socio-culturale e n. 13 di area tecnica; tra i requisiti di ammissione al concorso è stato previsto il possesso dei titoli di cui all'articolo 9 della legge regionale n. 31/2002;

- con decreti dirigenziali del 26 aprile 2007 e 4 maggio 2007 è stata disposta l'ammissione con riserva alla prova preselettiva di alcuni candidati i cui titoli post-universitari o di servizio necessitavano di ulteriori indagini e approfondite valutazioni; con ulteriori decreti dirigenziali del settembre e dell'ottobre 2007, sono state sciolte negativamente le riserve di ammissione di cui sopra;

- le perplessità sui criteri assunti per la valutazione dei titoli nel concorso in questione hanno investito lo stesso Direttore generale del Dipartimento Personale dell'Amministrazione regionale della Calabria, il quale, nel maggio del 2007, ha chiesto al Dipartimento della funzione pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, uno specifico parere «in ordine al criterio interpretativo di corretta valutazione dei titoli post-universitari utili ai fini dell'accesso al concorso di dirigente»;

- con nota prot. N. DFP - 0033781-84/89/2007 -1.2.3.4, il Dipartimento della funzione pubblica ha reso il parere richiesto, affermando che in assenza di un'apposita disposizione normativa regionale che individui i titoli post-universitari utili per l'ammissione alla procedura selettiva del concorso a dirigente, al fine di prevenire gli effetti negativi di un presunto vuoto normativo, occorreva fare riferimento a quanto disposto in materia dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 295 del 29 settembre 2004, esplicativo proprio dell'articolo 28, comma 3 del decreto legislativo n. 165/2001, al quale, peraltro, la legge regionale fa espresso rinvio;

- ancora, sempre nell'ambito della verifica dei requisiti di ammissione, in data 19 giugno 2008, il Presidente delle Commissioni giudicatrici del concorso regionale in questione, ha chiesto al Segretario Generale della Regione Calabria un parere in ordine alla legittimità dell'ammissione alle prove orali di alcuni candidati; il Comitato giuridico consultivo regionale, nel parere del 18 luglio 2008, ha testualmente espresso che «non sembra che i corsi (annuali) frequentati dagli stessi possano considerarsi di preparazione dirigenziale, per cui non possono che essere esclusi, ma l'ampia e disarticolata normativa del bando lascia naturalmente aperti eventuali ricorsi giurisdizionali»;

- nel settembre del 2008, concluse le fasi concorsuali per tutte le aree, il Direttore generale del Dipartimento Personale della Regione Calabria ha emesso i decreti di presa d'atto delle graduatorie finali di merito per singole aree funzionali, disponendo la richiesta ai candidati idonei dei documenti comprovanti i titoli dichiarati nelle domande di partecipazione, per la verifica del possesso dei titoli di ammissione;

- in data 10 ottobre 2008 il Direttore generale del Dipartimento Personale della Regione Calabria, con nota prot. N. 932/DG, ha delegato le funzioni dell'intera procedura concorsuale al Dirigente del settore giuridico, persona titolare presso altro ente, e solo con posizione di comando, da quattro anni, presso la Regione Calabria;

- la Dirigente delegata, nel mese di novembre 2008, ha comunicato a tutti i candidati, in possesso di master annuale o con prestazione di servizio non di ruolo nelle pubbliche amministrazioni, la conclusione della verifica «positiva» dei requisiti per l'ammissione al concorso, ciò in chiara difformità con il contenuto dell'articolo 28 del decreto legislativo 165/2001 e quindi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 295/2004;

- le definite risultanze hanno, quindi, portato alla nomina a Dirigenti della Regione Calabria di concorrenti privi dei requisiti previsti dalla normativa vigente;

- tra le documentazioni acquisite per le valutazioni dei titoli concorsuali è riscontrabile un parere, discordante con la procedura amministrativa precedentemente adottata dall'Amministrazione regionale, assolutamente anomalo ad avviso dell'interrogante, non solo perché non formalmente richiesto (in difformità quindi dalla legge regionale n. 7/1996), ma perché strutturato da un Magistrato in pensione, avvocato Antonio Baudi, con l'incarico di Dirigente generale esterno dell'Avvocatura regionale, componente delle commissioni giudicatrici di alcune aree dello stesso concorso per 45 Dirigenti ed anche componente di altre commissioni regionali nelle quali aveva formulato differenti valutazioni dei titoli in possesso di alcuni candidati, poi partecipanti al concorso per Dirigente;

- lo stesso avvocato Antonio Baudi decreta, sempre per la regione Calabria, il conferimento degli incarichi dei legali per la costituzione in giudizio;

- da quanto sopra esposto, appare chiaro che nella valutazione dei titoli concorsuali per dirigente regionale in Calabria, risultano inficiate le normative vigenti in materia, il tutto con la conseguente apertura di numerosi contenziosi, e con presunto danno erariale -:

- se non si ritenga necessario che la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica - d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e con il Ministero per i rapporti con le regioni, intervenga, ai sensi dell'articolo 105 del codice di procedura civile, nei processi amministrativi avviati innanzi al TAR Calabria dai ricorrenti del concorso per 45 Dirigenti regionali;

- se non ritengano necessario ed urgente predisporre un'adeguata visita ispettiva, a cura dell'apposito Servizio ispettivo di Finanza del Dipartimento della ragioneria generale dello Stato, nonché dell'Ispettorato per la funzione pubblica, previsti dall'articolo 60, commi 5 e 6, del decreto legislativo 165/2001, al fine di verificare la razionale organizzazione dell'Amministrazione della regione Calabria, l'ottimale utilizzazione delle risorse umane, la conformità dell'azione amministrativa ai princìpi di imparzialità e buon andamento, l'efficacia dell'attività amministrativa, l'osservanza delle disposizioni vigenti sul controllo dei costi, dei rendimenti e dei risultati e sulla verifica dei carichi di lavoro, nonché per verificare il corretto conferimento degli incarichi e dei rapporti di collaborazione ed individuare eventuali responsabilità a carico di singoli.

On. Angela Napoli

Roma, 30 aprile 2009

venerdì 1 maggio 2009

Il dolore per l'impiccagione della giovane Pittrice Iraniana DELARA DARABI

Sono affranta dal dolore per la triste notizia dell'avvenuta impiccagione della giovane pittrice DELARA DARABI. Non ho parole per esprimere ciò che continuano a provocare in me l'odio e la vendetta del regime dei mullah. E' davvero inaccettabile che integralismo e violenza possano continuare ad abbattere la vita di tante giovani donne, pur di fronte agli appelli della numerosissima gente che si batte davvero per il diritto alla sacralità della vita. Anche io mi unisco al dolore della famiglia di Delara ed a quello del sano popolo iraniano, augurando che il diritto alla vita possa entrare a far parte di coloro che quotidianamente provocano morte e dolore.
on. Angela Napoli
L'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia lancia un appello urgente al sindaco di Roma Gianni Alemanno per intitolare una piazza, una via oppure un museo a nome di Delara Darabi, impiccata all'alba di stamattina nella città di Rasht in Iran settentrionale. Questo fatto deve essere considerato un atto fortissimo di protesta e di condanna contro l'esecuzione della giovane pittrice iraniana per cui anche il sindaco di Roma aveva sottoscritto l'appello lanciato dall'Amnesty International. Per dimostrare il forte dolore del mondo civile, secondo noi , il mondo occidentale e in particolare la città di Roma, come culto della civiltà, deve dimostrare la sua vicinanza e solidarietà alla famiglia di Delara Darabi che, per amore del fidanzato, aveva rivendicata la responsabilità.
A chi vuole aderire al nostro appello chiediamo di mandare un email al sindaco di Roma e mandarne una copia al seguente email: irandemocratico@yahoo.it

E-mail del sindaco di Roma: ld.gabinetto@comune.roma.it

Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

Onorevole Sindaco,
mi associo all’appello lanciato dall’Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia, per far dare l’intitolazione ad una piazza o una via o una sala di qualche museo romano, alla giovane pittrice iraniana DELARA DARABI, fatta impiccare, questa mattina nella città di Rasht dal regime dei mullah, nonostante i numerosi appelli profusi per salvarle la vita. Conoscendo la Tua sensibilità so che troverai il modo per far sì che la città di Roma possa ricordare sempre questa giovane vita spezzata dall’odio e dalla vendetta.
On. Angela Napoli