mercoledì 4 febbraio 2015

IN OGNI TORNATA ELETTORALE IN CALABRIA C'E' SEMPRE QUALCHE CANDIDATO CHE SI METTE NELLE CONDIZIONI DI DOVER PAGARE DELLE "CAMBIALI" UNA VOLTA ELETTO.






Buon Pomeriggio ai nostri radio ascoltatori, oggi abbiamo un appuntamento molto particolare. È presente nei nostri studi  l’Onorevole Angela Napoli, Consulente Parlamentare Antimafia già impegnata per quattro legislature per quella che è stata l’attività parlamentare sempre dell’Antimafia ricoprendo finanche il ruolo di questa delicatissima Commissione. La nostra parlamentare eletta nelle file di Alleanza Nazionale, poi del Popolo delle Libertà e una parlamentare che non si è mai risparmiata di essere legata al territorio da un lato ed essere presente nelle attività parlamentari dall’altro.

Buon pomeriggio Onorevole, grazie di aver accettato il nostro invito
Grazie a voi il per cortese invito che mi da anche l’opportunità di discutere un po’ e far sentire la mia voce ai cittadini.

Intanto il ruolo che l’Onorevole Napoli sta portando avanti finita l’attività parlamentare la vede impegnatissima attraverso un’associazione che si chiama  “Risveglio Ideale”. Come mai questa attività viene continuata? Forse è superflua la domanda, ma è spontanea e credo che anche i nostri radio ascoltatori possono gradire una risposta in merito all’organizzazione e le finalità di questa associazione Risveglio Ideale.
Dopo circa venti anni di attività parlamentare preceduta dall’attività politica come consigliere comunale di opposizione nella città di Taurianova, non me la sono sentita di chiudere così tante battaglie, mi sarebbe dispiaciuto lasciarle interrotte. Credo comunque che l’intera comunità calabrese abbia bisogno di una partecipazione attiva ma anche di un incoraggiamento alla stessa partecipazione attiva, per cui ho creato questa associazione Risveglio Ideale – a dire il vero è andata anche oltre i confini calabresi in termini di adesioni – che ha come finalità intanto quella di essere da input per ottenere una Politica sana, per ottenere il rispetto della Legalità, per cercare di dar voce a coloro che  non si sentono di fare emergere i loro problemi o che forse si sono anche stancati di farli emergere perché hanno visto che erano di fatto voci nel deserto. Ha la finalità, quella senZ’altro prioritaria, di continuare a combattere il crimine organizzato sotto tutti i fronti, di essere vicina ai famigliari delle vittime di mafia e di aiutare a riportare a galla quei valori che sono determinanti per il vivere civile e soprattutto quelli che a mio avviso sono necessari per  garantire il futuro dei giovani, cioè il rispetto della meritocrazia. Senza questo rispetto io credo che si continuerà purtroppo ad assistere, come al giorno d’oggi, all’esodo di tanti giovani ed è assurdo immaginare che una regione come la Calabria che ha tante risorse naturali e risorse umane anche debba vedere da una parte le risorse naturali completamente ignorate e dall’altra le risorse umane evadere dai confini della stessa quando invece potrebbe congiuntamente con entrambi le risorse dare veramente uno sviluppo e diventare la prima regione d’Italia mentre oggi purtroppo è l’ultima. Quindi credo CHE  l’attività di incoraggiamento sia un dovere, non solo da parte mia ma da parte di tutti i cittadini onesti perché penso che non si debba più rimanere impassibili ed assistere alle situazioni emergenziali nelle quali vive la Calabria come se non si potesse far nulla. Ho sentito tanta gente dire “Ma il sistema è questo, noi non possiamo far nulla”. Capisco che da soli non si può far nulla. Ma invece occorre andare avanti, occorre unire le forse, ecco questo è l’intento che mi porta a non rinchiudermi perché penso ai tanti giovani e vorrei, amando questa Calabria, che veramente potesse risorgere.

Una  logica che viene fuori appunto dai valori di questa associazione Risveglio Ideale, è quello che lei non ha mai dimenticato, cioè quel ruolo che lei ha svolto prima della sua attività parlamentare era una docente di Liceo Scientifico, insegnava Matematica. Questa è un’azione pedagogica  che si va ad investire soprattutto nei confronti di un territorio con la popolazione che sembra essere ormai avvilita, ormai priva di quella speranza che può portarla a vedere la luce. Nei piccoli passi quotidiani Angela Napoli trova riscontro oppure trova obiezione a questo tipo di percorso?
Intanto devo dire che io non sono mai riuscita a disgiungere, cioè lasciare un po’ separato il mio ruolo precedente da quello poi di parlamentare. Io la scuola l’ho portata sempre nel mio cuore perché a mio avviso è il contatto con i giovani che arricchisce, che fa capire le loro problematiche e porta anche a cercare di studiare il modo di risolvere le stesse. Non è facile, non è facile perché soprattutto in Calabria, a mio avviso, è prevalsa, forse perché per troppi anni si è vissuto di assistenzialismo e clientelismo, è prevalsa la logica chiamiamola “dell’indifferenza”. I cittadini calabresi sono stati chiamati ad osservare coloro che si sono accinti  all’elettorato per cercare di amministrare la “cosa pubblica”, solo però nel  momento elettorale. Dopo di che, una volta eletta, la persona è stata immune da qualsiasi controllo da parte del cittadino. Il cittadino è stato solo abituato a protestare nel momento in cui veniva toccato in qualche suo interesse, in qualche suo diritto. Ma tutto quello che accadeva intorno era come se non lo riguardasse e questo è un male.
Rientra sicuramente in un discorso culturale al quale è stato per troppo tempo abituato il cittadino calabrese e quindi occorre incoraggiarlo, aiutarlo a cambiare questa cultura, a far capire che si è partecipi di una comunità automaticamente anche chi amministra la stessa sa di avere il fiato sul collo, ecco diciamo così …

Quindi in tutto questo possiamo dire in una sorta di sintesi che il cittadino è stato abituato più a prendere dalle Amministrazioni che a dare?
Senza dubbio. Senza tener conto che il cittadino tante volte, proprio perché è abituato a prendere, prendeva senza rispettare l’altro. E naturalmente chi concedeva, l’amministratore che concedeva ......

Un territorio che non ce la fa più, non c’è il coraggio di reagire, c’è una disoccupazione atavica, le istituzioni sembrano quasi quasi essere fuori dal contesto della loro azione. Ma, in tutto questo la Politica ha un ruolo chiave?
Un ruolo chiave e una grande responsabilità. Se pensiamo che in Calabria negli ultimi mesi si sono persi ben 100mila posti di lavoro, che la Calabria registra il più alto tasso di disoccupazione, in particolare quella giovanile ma anche femminile, rispetto alle altre regioni italiane questo a mio avviso non si può non addebitare alla Politica. Per un semplice motivo, intanto voglio chiarire che non è una responsabilità di una parte della Politica perché le amministrazioni che si sono succedute hanno avuto colorazioni politiche alterne. È una responsabilità generale anche del concetto, a mio avviso, che si ha della Politica. Quella politica che ci hanno insegnato i nostri padri, quella con la “P” maiuscola a servizio dei cittadini, quella non c’è più, è estremamente difficile individuarla.  e non si può non avere e non dare responsabilità alla Politica alla luce del  fatto che in Calabria sono arrivati soldi, finanziamenti pubblici in cifre incontrollabili. Lo dico sempre e non ho mai avuto risposta, se per esempio si facesse un elenco di tutti i finanziamenti che sono arrivati in Calabria sui progetti con la Legge ex-488 e si mettessero in fila i finanziamenti pervenuti accanto i singoli progetti con i posti di lavoro per i quali sono stati richiesti, sicuramente già lì non avremmo questo stato di disoccupazione. Ma tanti altri fondi sono arrivati. Il problema è che nell’ambito della programmazione degli Enti locali non si è mai puntato allo sviluppo reale, quindi sono stati incentivati programmi che non avevano poi la possibilità di creare realmente sviluppo sul territorio perché magari erano finalizzati a un tornaconto personale che non era da incentivo per lo sviluppo stesso in più mi risulta che ci siano assenze, vuoti, rispetto a possibili finanziamenti, possibili progetti che potrebbero dare lo sviluppo, perché su alcune cose, anche la stessa mancanza di accedere a spendere tutti i finanziamenti europei questo è significativo. Ma la responsabilità di chi è? Di chi amministra la cosa pubblica. D’altra parte basta vedere o leggere attentamente i programmi elettorali che ci capita di vedere ad ogni tipo di elezione. In fondo non sono altro che un “copia e incolla”a volte copiati anche da altri territori che nulla hanno a che fare con la Calabria e che sicuramente sono  programmi che rimangono solo sulla carta ma che non possono produrre lo sviluppo. Chiaramente molto si addebita alla mancanza di sviluppo e a questo stato occupazionale alla presenza della ‘ndrangheta. Quella c’è, lo sappiamo tutti e ne parleremo se vuole senz’altro …

Certamente
 … ma a volte io dico che la presenza della ‘ndrangheta per il mondo politico è servita anche  da alibi. È stato un modo per giustificare la mancanza di sviluppo nel mentre si addebitaVa tutto e solo  esclusivamente alla ‘ndrangheta ma di fatto poi gli interessi diventavano ben altro.

Nell’esercizio della funzione che lei ha svolto nel passare del tempo come componente della Commissione Parlamentare Antimafia, naturalmente rispettando quello che è il riserbo istituzionale, ha notato un aumento o un decremento del fenomeno mafioso in Calabria negli ultimi 15 anni?
È un incremento alla luce del fatto che è cambiato il fenomeno mafioso di per se, cioè non è più, io non mi stanco di dirlo, non assistiamo più alla presenza di uomini delle organizzazioni criminali – non solo naturalmente della ‘ndrangheta ma anche delle altre, ma in particolare della ‘ndrangheta – che sono quelli vecchi, quelli che uccidevano, che creavano i vecchi boss della ‘ndrangheta. Oggi sono cambiati. Sono diventati parte  integrante del Potere, sono persone dotate anche di lauree, per cui si sono inseriti nell’economia legale, nelle Istituzioni. In questo senso io dico che è aumentato il potere della ‘ndrangheta ed è diventato sotto un certo aspetto anche difficile da individuare perché apparentemente è vestita di perbenismo e quindi diventa difficile cogliere il fenomeno mafioso fermo restando poi che  è vero che la ‘ndrangheta  ormai non ha più limiti, regionali, nemmeno nazionali. Ormai la si trova dappertutto ed è effettivamente diventata l’organizzazione criminale più potente, più pervasiva de mondo, non solo a livello europeo. Senza tener conto però  di questo, va ricordato che comunque la Calabria rimane la “casa madre” per la ‘ndrangheta, per questa ‘ndrangheta trasformata, tra virgolette assolutamente. A volte attività illecite che vengono perpetrate da uomini della ‘ndrangheta in altre regioni d’Italia vengono decise in Calabria, quindi la casa madre, la casa dove si decide , dove ci sono i punti fermi rimane sempre la Calabria.

Però se da un lato la versione negativa, il lato cattivo, ha avuto questo potere di mutamento perché c’è stata una diversificazione vera e buona tant’è vero, da quello che si rileva, anche da dichiarazioni degli attuali componenti della Commissione Parlamentare Antimafia, ora non entrano più gli amici dei mafiosi in Politica, entrano i mafiosi.
Entrano loro è verissimo. Quando prima dicevo gente dotata di lauree, ormai sono inseriti in tutte le professioni e quindi non hanno bisogno di mandare, vanno direttamente. Sono presenti laddove si decide senza dimenticare che accanto a questo sistema che poi  diventa un tutt’uno: politica-imprenditoria-‘ndrangheta va aggiunta la massoneria deviata. E veramente c’è un intreccio tale tra tutti questi settori che è difficile incidere. 

C’è una pubblicazione, questo libro intervista, L’ANTIMAFIA DEI FATTI, questo andrebbe fatto conoscere ai ragazzi nelle scuole andrebbe fatto conoscere alle associazioni di volontariato, andrebbe fatto conoscere all’associazione degli anziani, che come diceva Giovanni Falcone il problema Mafia è un problema che riguarda tutti nessuno escluso.
Riguarda tutti, infatti questo libro che è un libro-intervista questa mattina è stato presentato proprio all’Istituto IPSIA di Catanzaro con la presenza del neo Procuratore di Catanzaro, dott. Mazzotta, e dell’Arcivescovo di Catanzaro. È un libro che da una parte contiene la documentazione, una piccola parte, che ho prodotto su problemi della nostra Calabria e che ho prodotto da parlamentare sempre legati al vincolo del rispetto della Legalità e tutte le mie attività sono state svolte in tal senso; dall’altra è un libro che deve servire per un’attività “in progress” perché se non si conoscono i problemi, se non si affrontano realmente per incidere le cause che hanno prodotto gli stessi problemi non si va da nessuna parte. Un esempio per tutti, il discorso del problema ambientale legato al commissariamento della Regione Calabria nel settore ambiente per quasi 14 anni la dice lunga e fa capire il discorso di questo periodo all’insegna dell’assoluta illegalità e non è un caso che dopo 14 anni di commissariamento, dopo soldi che sono arrivati proprio “a fiumi”, fiumi di denaro in questo settore, noi oggi abbiamo il problema della raccolta dei rifiuti, dei depuratori e quant’altro che veramente in grande disagio tutti i cittadini calabresi.

Ma tutto questo rientra in una sorta di logica che viene spesse volte generata perché il cittadino forse  non è attento ad accorgersi di un fenomeno. Davanti all’emergenza non c’è controllo, invece la prevenzione crea i controlli. E allora prevede sempre l’utilizzo dell’emergenza. Allora la Sanità si porta in emergenza, l’Ambiente di porta in emergenza, la disoccupazione ora diventa un’emergenza. Ma in tutti questi tre casi c’è sempre una incognita ‘ndranghetistico-mafiosa.
Non c’è dubbio perché non si spiega lo sprofondamento nelle situazioni emergenziali nelle quali ci troviamo, non solo .. aggiungiamo anche quello dei Trasporti. Non c’è settore a mio avviso in cui in Calabria non vada registrato sotto la forma emergenziale. Ma perché si è arrivati a questo stato? Perché quell’intreccio del quale parlavo prima ha di fatto tenuto gli interessi solo per se, cioè delle parti che si sono intrecciate, ma in realtà non hanno mai badato all’interesse delle comunità.
A pensare dove possano essere finiti i milioni di euro che sono arrivati durante il commissariamento per l’emergenza ambientale e poi rendersi conto che non funzionano i depuratori, non v’è un piano regionale per l’Ambiente, non c’è nulla. Allora dove sono finiti? In mano di chi? Si, sicuramente in gran parte della criminalità organizzata ma non solo perché di fatto si è creato un sistema di malaffare e di corruzione che io non mi stanco di dire: “E’ linfa vitale per il crimine organizzato”,  e dove si può pascolare tranquillamente e crescere a discapito dell’interesse dei cittadini e delle comunità. È triste, a volte mi sono sentita dire: “Però parlare sempre di ‘ndrangheta, di malaffare, di corruzione, si finisce con l’affossare la stessa comunità che invece si deve far risorgere”. In realtà non è così, non è affossare. Io credo che serva consapevolezza, conoscenza del fenomeno perché se non si ha la consapevolezza e la conoscenza lo stesso non si capisce. Si arriva al momento della protesta ma non ci si chiede mai che cosa c’è alle spalle, che ha portato a questo. Se non viene debellata quella che è stata la causa, ciò che ha prodotto questa situazione emergenziale non se ne uscirà mai. Anche il settore della Sanità è una situazione d’emergenza. Stamattina qualcuno mi chiedeva proprio perché nel libro c’è un intero capitolo dedicato alla Sanità in Calabria, proprio come  diritto negato alla salute. Se si pensa che dietro al diritto alla salute del cittadino questo diritto viene negato per interessi che sono tutti politici e ‘ndranghetisti e anche imprenditoriali questo bisogna saperlo. Occorre saperlo .. si , poi vengono fuori i piani di rientro che continuano a gravare sulle spalle dei cittadini ma sta di fatto che in realtà ci accorgiamo che è sempre il cittadino che continua a pagarne le spese. Paga sempre di più senza avere la garanzia dell’assistenza sanitaria che gli è dovuta. E questo perché? Perché continuano a rimanere imperterriti quegli intrecci e quegli interessi dei pochi.



In una logica che praticamente il cittadino si trova ormai  messo dentro in questa lavatrice che gira in un modo furibondo la forza tende a non lasciare spazio per la riflessione perché le persone ormai o affrontano il problema o lo subiscono. In questo, una politica che non  ha creato più riferimenti sul territorio, quella distanza tra governante e governato, una Magistratura che forse cerca più lo scoop giornalistico che l’azione di repressione della criminalità, quanto sta incidendo?
Sta incidendo parecchio intanto perché la Politica ha continuato nel tempo e continua secondo me a delegare alla Magistratura, cosa che non dovrebbe fare.

Sono separati …
È una separazione di poteri che però viene richiamata nel momento in cui la Magistratura cerca di intaccare il male nell’ambito politico. Però c’è anche una magistratura che non riesce ad andare a fondo poi. Sì, alcune inchieste appaiono come scoop giornalistici ma in realtà c’è qualcosa che ormai pervade tutte le Istituzioni che ad un certo punto blocca l’applicazione reale della Giustizia. Sono pochi i processi ai quali noi assistiamo che iniziano e vengono portati a termine. Vuoi anche, per carità, il nostro ordinamento giudiziario che vede tempi lunghissimi. Ma non è questo, ci sono indagini che iniziano e che poi per qualsiasi motivo, o meglio i motivi si capiscono, si interrompono. È difficile vedere o assistere ad un politico, solo casi rarissimi, condannato con sentenza passata in giudicato  e questo la dice lunga. È vero che i due Poteri sono divisi ma a volte ci sono degli intrecci anche con questi poteri. Questo non significa assolutamente dare addosso alla Magistratura, io ho grande rispetto soprattutto di quei magistrati che compiono fino alla fine il loro dovere, che rischiano anche la vita per portare a termine il loro lavoro, ma non sono tanti. Poi c’è qualcosa che blocca, io ho un’esperienza personale che mi fa capire tante cose. Lungo il mio percorso tra le tante minacce subite ho ricevuto una lettera di un collaboratore di giustizia, ritenuto attendibile, oggi defunto. Anzi le lettere erano due, nelle quali mi si paventava un attentato e in queste lettere mi si diceva quali cosche mi avrebbero fatto l’attentato, chi aveva raccontato tutto a questo collaboratore, dicevano nomi e cognomi, tranne il nome del politico della mia stessa area che aveva praticamente indotto a questo attentato. Naturalmente ho fatto le denunzie sperando di individuare questo politico. Dopo mesi, dopo mia sollecitazione, sono stata chiamata dall’allora Procuratore della DDA di Reggio il quale mi ha detto: “Non siamo riusciti ad andare oltre i nomi che ci sono in queste lettere”. Sta di fatto che nello stesso periodo a Roma, una sera sotto la mia abitazione è stata individuata, per fortuna trovata in tempo, una macchina obiettivo proprio per farmi saltare in aria. Quindi perché racconto questo episodio? Per far capire che quando c’entra comunque la politica le indagini a volte sembrano completamente chiudersi o forse c’è anche la mancanza di volontà da parte degli inquirenti di arrivare veramente alla verità.
Anche oggi, per esempio, apprendo dalla stampa che un processo, stralciato dal processo Purgatorio che vede la cosca Mancuso di Limbadi implicata, ma c’è una parte, uno stralcio dove c’è implicato un avvocato, pezzi delle istituzioni, la Magistratura tende a fare il processo a porte chiuse. Questo fa capire che in fondo questi intrecci non si vogliono scoprire, non si vogliono far conoscere. Non so bene come qualificare, sta di fatto che comunque la gente sa, forse più di quanto noi possiamo pensare perché in fondo la Calabria è costituita da piccole comunità, i  comuni sono piccoli della Calabria sono piccoli, all’interno degli stessi ci conosciamo tutti, sappiamo tutti l’uno dell’altro. Però la mancanza di giustizia che esula dalla fase della prevenzione in effetti porta anche il comune cittadino a dire: “… hai visto, che hai fatto? È inutile … ”. Perché in effetti questi non pagano. Allora il compito sarebbe quello della Politica, di prevenire, e quello della Magistratura di garantire la giustizia sino alla fine proprio.

Secondo lei in un quadro del genere, prendiamo il caso che il cittadino abbia deciso di non arrendersi la denuncia quanto funziona?
Ma  la denuncia va sempre incoraggiata e funziona perché non bisogna mai fare di tutta un’erba un fascio e occorre sapere che ci sono magistrati inquirenti che fanno il loro dovere, che vanno fino alla fine. La denuncia  va fatta perché senza quella si fa il gioco del criminale, nel senso che il criminale, chi offende la dignità della persona, chi commette reati, di fatto cerca di bloccare, di vincolare, di impaurire e gioca proprio su questo, sulla paura. La denunzia va fatta perché comunque o in un modo o nell’altro lo Stato è presente. Se non si denunzia significa che non si ha fiducia nello Stato e però lo Stato e le istituzioni vanno aiutate perché noi non possiamo di delegare solo alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura l’abbattimento di questo sistema e anche del crimine organizzato. Noi dobbiamo incoraggiare le Forze dell’Ordine e la Magistratura anche con una forma di collaborazione e la denunzia è una forma di collaborazione.

Prima di fermarci per una piccola pausa, secondo lei la Legge Severino è stata utile o non è servita a niente?
Allora, sorrido perché io sono stata la relatrice alla Camera  dei Deputati della Legge Severino. Ho fatto tante e tante battaglie perché avrei voluto inserire, l’ho fatto presentando gli emendamenti adeguati , tanti altri punti che a mio avviso andavano inseriti, però la Legge Severino è diventata legge dopo due anni di discussione parlamentare. Un iter parlamentare estremamente travagliato e ad un certo punto proprio con l’allora Ministro Severino ci siamo confrontate e abbiamo detto “O diamo un percorso iniziale e quindi prepariamo la legge in questo modo, almeno serve come punto di partenza,  oppure non arriveremo mai ad avere una Legge Anticorruzione in Italia”. E in realtà ci siamo un po’ rassegnate  perché anche lì, anche per l’emanazione di questa legge,  la politica ha gravi torti. Io ho assistito a delle battaglie contro emendamenti che avrebbero intaccato il sistema corruttivo all’interno della Politica, assolutamente ignorati e fatti mettere da parte. In qualche modo ha comunque avviato un inizio di sistema di anticorruzione che sicuramente per il livello di corruzione che c’è in Italia non è sufficiente però è un avvio. Nel mio intervento di dichiarazione di voto, si questa Legge, io ho detto: “l’Italia vive in un coma etico, mi auguro che questa legge possa iniziare ad essere da pungolo, a servire per incominciare a svegliare anche le coscienze”. Speriamo naturalmente che  la legge venga anche migliorata con l’inserimento di ciò che è dovuto.

Riprendiamo dagli effetti della Legge Severino che i calabresi hanno visto perché l’epoca Scopelliti finisce in virtù di una sentenza. La domanda che poi è una curiosità che forse tutti i radioascoltatori hanno. La Regione Calabria avrebbe finito ugualmente il suo periodo di attività politica con quella maggioranza senza questa legge oppure avrebbe ultimato il mandato, magari candidandosi ad un’altra vittoria chissà?
Sicuramente la Legge Severino ha avuto la sua influenza sulla situazione di Scopellit,  fermo restando che il Consiglio Regionale e la Giunta Regionale avevano già avuto nel corso degli anni dell’ultima legislatura grossi problemi. Molti degli ex-assessori regionali della Giunta Scopelliti insieme allo stesso Scopelliti sono ancora implicati in varie indagini e anche in altri processi che esulano da quello che ha portato alla condanna di Scopelliti. Sicuramente però la Legge Severino è stata di impatto vitale in quel momento perché nel rispetto di quella legge è stato costretto ad abbandonare. Cosa che poi in realtà non hanno fatto né De Magistris né il Sindaco di Caserta De Luca. Sì, hanno fatto ricorso, sono stati reintegrati. Io dico che il buon senso, anche se purtroppo nel nostro Paese vige la pratica del garantismo assoluto e quindi non occorre ritenere condannata una persona se non con la sentenza passata in giudicato, la questione di etica e di morale soprattutto per chi occupa cariche pubbliche così importanti dovrebbe quantomeno far soprassedere dalla stesse cariche chi viene colpito almeno con sentenza di primo grado. Quindi effettivamente la Legge Severino l’impatto iniziale sulla situazione di Scopelliti l’ha avuta e io mi sarei augurata che però insieme al Codice Antimafia che ha varato la Commissione Parlamentare Antimafia fosse servita da, chiamamola, lezione tra virgolette per il nuovo Consiglio Regionale e la nuova Giunta. Soprattutto che fosse servita al mondo politico. Devo dire che fin da alcune  candidature inserite in alcune liste, di Centro di Destra e di Sinistra, mi è parso che questa responsabilità non ci sia stata.

Ma questo è il sordo che non vuole sentire oppure si continua ad accendere il fuoco con la legna che si ha, come si vuol dire …?
Secondo me è il sordo che non vuole sentire o che non può sentire. Quando dico “non può” a  me sembra di far capire che secondo il mio punto di vista in ogni elezione c’è sempre qualcuno che vuole essere messo nelle condizioni di dover pagare delle cambiali, perché altrimenti non riesco a giustificare determinate nomine, anche determinate candidature.

Che naturalmente la cambiale ha una scadenza …
La cambiale ha una scadenza però … , per non esulare dal caso particolare che tra l’altro aveva visto anche una mia interrogazione parlamentare inviata alla Procura della Repubblica nel 2010 quindi alla fine della tornata elettorale delle Regionali del 2010 per il “caso De Gaetano”. Lì c’è da chiedersi anzi bisognerebbe chiedere al nuovo Presidente, a Oliverio, come mai De Gaetano non era stato candidato? Apparentemente era stato detto che la mancata candidatura era legata alla terza legislatura e che quindi nel Partito non era possibile. In realtà tutti sapevamo, tutti, e lo sapeva anche Oliverio che la candidatura non c’era stata per De Gaetano perché già si vociferava di una possibile indagine sul suo conto e poi l’inchiesta “Il Padrino” che è emersa subito dopo le elezioni, nel mese di dicembre dello scorso anno, ha fatto evidenziare questa presenza nell’ambito dell’inchiesta stessa. Ora, se è vero che De Gaetano è una persona non coinvolta giudiziariamente per questa inchiesta, dico “se è vero” perché non possiamo sapere se è scritto nel libro degli indagati - fermo restando che è coinvolto nell’inchiesta “Rimborsopoli” insieme a tanti altri – se è vero che non è implicato in questa inchiesta è altrettanto vero che o una volta per tutte si fa prevalere l’etica e la morale e quindi chi è chiamato a scegliere dice “per un momento mettiti da parte”,  e poi per carità ci auguriamo per tutti che le cose giudiziariamente possano andare bene  che ognuno riesca ad uscire da qualsiasi ambito giudiziario dico “ma per il momento mettiti da parte”.
Ci domandiamo, dopo l’era Scopelliti, dopo l’era Loiero cosa vogliamo fare? Cosa si può fare veramente per questa Calabria? Anche perché, se ci rendiamo conto, dal 26 novembre ad oggi si è parlato di tutto, si è parlato di nomine, si è parlato di elezioni nel Consiglio Regionale, elezioni nell’Ufficio di Presidenza, di questa “Mini Giunta”, ma dei problemi reali della nostra Calabria?

Nell’esercizio della sua funzione, da Parlamentare ma anche ora perché in ogni caso essere Consulente di una Commissione Parlamentare come quella Antimafia ha posto l’attenzione ai problemi legati al nostro territorio  in relazione alla carenza delle Forze dell’Ordine negli organici e soprattutto a quelle carenze che ci sono nei tribunali, dei magistrati?
Sì, sì. L’ho posta l’attenzione e devo dire anche che la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, l’Onorevole Rosy Bindi, se ne è fatta carico a sua volta perché è inconcepibile pensare che si possa pretendere di garantire la sicurezza nel momento in cui vengono sottratti alle Forze di Polizia gli elementi principali, in termini di autovetture, di  sussidi necessari assolutamente. Cioè non si può pensare di combattere la Mafia, la ‘Ndrangheta, pensando di non competere almeno con strumenti simili a quelli in possesso, in dotazione della ‘ndrangheta stessa. E quindi questo è assolutamente un discorso che abbiamo più volte evidenziato così come quello degli organici della Magistratura. Dicevo prima che la Magistratura interviene nella fase di repressione del fenomeno criminale ma nel momento in cui la mancanza di magistrati comporta a non portare a termine le varie fasi processuali … Noi abbiamo la Procura di Palmi che ancora attende la nomina del Sostituto Procuratore, il Procuratore Creazzo è andato a Firenze. Mi risulta che siano tre o quattro i Sostituti Procuratori attuali. La Procura di Vibo che è una Procura fortemente appesantita da processi che vedono legate le cosche del vibonese, perché se è vero che la competenza giudiziaria del processi per mafia è della DDA di Catanzaro anche quella sotto organico, è altrettanto vero che i processi per mafia vengono svolti presso la Procura di Vibo. Quindi se non ci sono i magistrati in numero adeguato, poi è anche l’ordinamento giudiziario che vincola la presenza di determinati magistrati a certi processi, è chiaro che non c’è la punizione quindi prevale la garanzia dell’impunità. Quando noi dobbiamo assistere alla liberazione, alla scarcerazione di determinati boss come qualcuno dei Mancuso, come qualcuno degli Alvaro, o perché fanno prevalere le condizioni di salute o per prescrizione dei termini di custodia cautelare, questo non è assolutamente positivo. Quindi il discorso degli organici delle Forze di Polizia e della Magistratura è più che mai necessario.
Io sono un po’ fiduciosa, devo dire, perché l’elezione a Presidente della Repubblica dell’Onorevole Mattarella, che peraltro viene da un passato di vita familiare ma anche di incarico professionale attraverso il quale conosce queste problematiche possa davvero nella sua qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura dare un impulso anche a definire al più presto gli organici e l’impinguamento degli stessi laddove è necessario.

Benissimo, una Politica quindi che non ha il coraggio di svolgere il vero ruolo politico. Angela Napoli ha un passato alle spalle, ha militato nel Movimento Sociale Italiano che era alla Destra Nazionale di Almirante, poi di Gianfranco Fini. Quanta Destra e Sinistra c’è oggi in Politica?
Io non riesco più a individuarla, non riesco più a distinguere perché secondo me i valori, i valori  della Destra sono stati completamente annullati così come a dire il vero quelli della Sinistra, perché prevalgono delle logiche che a mio avviso sono delle logiche assolutamente non condivisibili quali quelle di mantenere il comando, mantenere le poltrone. Ma, se noi vediamo, se noi assistiamo oggi ad un Governo nazionale che è costituito da gente di Sinistra e da gente di Destra come  il Nuovo Centro Destra, o comunque Centrodestra, ci rendiamo conto che non c’è più la distinzione. Io non riesco più a trovarla. Anche nella Destra, quando penso a questa destra che sta emergendo anti-Europea e vado a rileggermi i discorsi di Almirante sull’Europa …

Era Europeista …
Dico “ma, e allora?”. quindi non c’è effettivamente. Io i valori  li porto dentro di me e non prescindo assolutamente da quelli, però non riesco più a individuarli e a trovare la distinzione.

Una curiosità, se fosse rimasto in vita il Segretario Almirante, Angela Napoli sarebbe stata Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia su chiamata del Presidente di Sinistra?
Probabilmente sì, perché Almirante era una persona sicuramente molto sentita e stimata da tutti gli esponenti politici e perché la sua presenza ha sempre portato ad una condotta morale, etica in particolare su determinati temi come quello della criminalità organizzata alla quale non siamo, almeno io, non sono mai venuta meno. E però la nomina che mi è stata data oggi dall’Onorevole Bindi, quindi di Sinistra, non è stata data perché io appartengo ad altra area politica, ma è stata data perché io ho sempre concepito la lotta al crimine organizzato indipendentemente dall’appartenenza politica. Ho sempre ritenuto indispensabile che la stessa lotta venisse fatta a 360 gradi. Costa molto quando nel fare questa lotta si incontrano persone della  stessa appartenenza politica. Si va ad imbattere a dover prendere delle posizioni, però questa dovrebbe essere la lotta reale sia da parte Destra che Centro che Sinistra. Secondo me la lotta alla criminalità organizzata non dovrebbe avere nessuna bandiera politica.

Noi siamo arrivati alla conclusione di questa piacevolissima discussione e la ringraziamo per la sua presenza nella nostra radio.
Vi ringrazio

Naturalmente i microfoni rimarranno accesi a qualsiasi sua richiesta, si ritenga ben accetta a qualsiasi altra volontà di riprendere il discorso, approfondirlo, perché no! Perché per  l’attualità del problema credo che sia sempre da tenere alto il livello di attenzione.
Un’ultima domanda prima di concludere e quindi di salutare e ringraziare i nostri radioascoltatori.  Assumere questa scelta nell’ambito dell’Antimafia ha comportato qualcosa nella sua vita personale? Ha dovuto fare delle rinunce e nello stesso tempo come disse quella studentessa a Giovanni Falcone nell’aula universitaria a Padova: “Lei non ha paura?”
Beh, intanto se non avessi paura non sarei fatta di carne e ossa, non sarei umana, la paura c’è soprattutto in determinati momenti. Ma, la scelta sì ha portato sicuramente a delle rinunce, da quattordici anni che vivo sotto scorta. In fondo è  una privazione della propria libertà. Però io sono convinta che questa privazione mia della libertà ha un fine, almeno questo è il mio obiettivo: quello di rendere liberi i miei concittadini, di rendere libera la mia terra che amo tanto, la Calabria. Perché occorre far capire alla gente che la sopraffazione proprio della criminalità organizzata di coloro che vivono agendo malamente non amministrando la cosa pubblica in maniera legalitaria in fondo priva di libertà i cittadini. Allora preferisco essere io vincolata nelle mia libertà ma sapendo di essere di supporto alla libertà degli altri.

Grazie Onorevole. Questo lavoro che lei sta facendo, lo sta facendo per tutti noi, per i nostri figli, per i figli di questa terra.
Grazie

E saremo ancora grati di averla all’interno dei nostri studi per altre manifestazioni
Grazie buona serata a tutti voi e a tutti i radioascoltatori









Mia intervista rilasciata a Francesco Rao ai microfoni di RADIO ECO SUD ospite della trasmissione “Ora libera” 
 1^parte


2^ parte