giovedì 18 dicembre 2008

La questione morale e il Manifesto dei valori per il Risveglio Ideale

Da tempo vado ribadendo che la Calabria potrà uscire dalla gabbia del malcostume e della corruzione solo se si punterà, non a parole, sulla questione morale ed etica.
Nel settembre del 2007, allorquando insieme alle donne ed agli uomini della mia componente calabrese “Risveglio ideale”, presentai a Lamezia Terme il “Manifesto dei valori”, alcuni ambienti, anche interni ad Alleanza Nazionale, criticarono l’iniziativa accusandomi di inutile protagonismo e di eccessivo richiamo moralistico. Mi rendo conto che forse allora sono apparsa unapecora nera”, oggi, però, ritengo che nessuno possa non concordare con la necessità di porre la questione morale e la cultura etica al centro di ogni azione contro le degenerazioni cronicizzate della corruzione politica e dei silenzi conniventi, e contro ogni forma di clientelismo e malaffare frutto di un utilizzo distorto e particolare del potere.
Quanto emerge in Calabria, in Campania, in Abruzzo ed in altre Regioni è la palese dimostrazione di come in Italia non sia mai finita la stagione di “mani pulite” e di come nelle Regioni del Sud permanga il sistema clientelare ed assistenzialistico, certamente non indicativo di responsabilità di reato, ma che fino ad oggi è valso solo per abbattere l’affermazione di quella necessaria meritocrazia, quale unico metro ed unico metodo di selezione.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 18 dicembre 2008

Il Domani: l'intervista ad Angela Napoli

Angela Napoli: "Ripartiamo dalla questione morale"

La 'ndrangheta ormai è entrata nel sistema politico ed economico, servendosi anche della massoneria deviata

di Alessandro Caruso

Roma - "Questione morale? Serve una rivoluzione culturale". L'on. Angela Napoli, a distanza di poco tempo dagli ultimi avvenimenti che hanno riportato in auge il bisogno di buon governo, torna sul tema dell'integrità etica nella politica. A ciò si aggiunge il continuo allarme rappresentato dal fenomeno della 'ndrangheta, aggravato dalla collusione di alcune logge della massoneria deviata, per cui le istituzioni non possono permettersi di abbassare la guardia.

Che considerazioni si possono fare sulla scoperta delle trame che legano la 'ndrangheta alla gestione di importanti locali nel centro di Roma? Lei è rimasta sorpresa?
Sorpresa non direi. Le autorità inquirenti avevano già in passato evidenziato quest'attività di riciclaggio delle cosche della 'ndrangheta nel Lazio e nella capitale. Ricordo anche che circa due anni fa è stato sciolto il consiglio comunale di Nettuno (Rm) proprio per la presenza di alcune cosche calabresi. Più che sorpresa mi direi abbastanza perplessa per la lentezza con la quale sono avvenute le indagini, perché ciò ha dato loro il tempo di penetrare nel tessuto sociale ed economico.

In un recente intervento lei ha collegato le lungaggini delle inchieste anche a un'azione ostacolante di una certa massoneria deviata. In Calabria qual è il ruolo e l'importanza di queste logge?
La massoneria deviata ha un ruolo decisamente importante. Anche se ancora non ci sono interventi giudiziari che comprovano questa mia valutazione. Ci sono però delle indagini che evidenziano la nuova capacità degli uomini della'ndrangheta di inserirsi nella massoneria. Capacità che deriva dal fatto che essi sono più istruiti e preparati di quanto si possa pensare. Questa loro elevata caratura sociale li riveste di perbenismo. Quindi hanno avuto accesso alla massoneria all'interno della quale riescono a deviarne le attività, perchè è chiaro che esiste anche una massoneria legale e pulita e non va fatta confusione tra le due cose. Tuttavia questo resta un aspetto su cui esiste una grande difficoltà di penetrazione. Nell'ultima relazione della Commissione antimafia nella scorsa legislatura, il capitolo sulla massoneria deviata era molto succinto proprio per questo.

I cittadini calabresi come stanno reagendo al fenomeno 'ndrangheta e come la sua Commissione si aspetta che reagiscano?
In Calabria per molto tempo c'è stata una sottovalutazione della potenzialità della 'ndrangheta, perchè era considerata un'organizzazione criminale "stracciona" e non si è dato peso alla sua capacità rigenerativa. Le reazioni a ciò sono state troppo tardive. Bisogna riconoscere che c'è un'attività di contrasto di cui però va dato merito solo alle forze dell'ordine e a una parte della magistratura calabrese. Non ho visto l'adeguata reazione del mondo politico, del mondo imprenditoriale e di una buona parte della società civile.

Le inchieste Poseidone, Perseus, Why Not hanno fatto pensare che il malgoverno fosse una prerogativa solo del Meridione. Lunedi scorso, poi, è stato arrestato il sindaco di Pescara accusato anche di associazione a delinquere. Nella stessa regione, mesi prima, il governatore Del Turco si era dovuto dimettere perchè arrestato a sua volta. La questione morale è diventata un'esigenza nazionale?
Non solo. Oggi ci accorgiamo che anche a sinistra, dove per anni si è relegata questa malformazione solo alla controparte, vi è questa necessità. Ma non servono solo le leggi di contrasto. Sono necessarie ma non sufficienti. Serve una rivoluzione culturale e un'acquisizione di coscienza morale ed etica da parte di chi amministra la cosa pubblica. Si pensi alle modalità di utilizzo dei tanti fondi che in passato sono stati elargiti per favorire lo sviluppo della nostra regione. Molti di questi soldi non si sa che fine abbiano fatto. Il commissariamento dell'emergenza ambientale ne è un esempio. Sono arrivati ottocento milioni di euro ma in Calabria non c'è ancora un depuratore degno di questo nome.

Tra le cause della sua uscita da An c'è anche lo scetticismo verso il processo di formazione del Partito della Libertà. Come sta vivendo questi ultimi mesi prima del congresso di marzo?
I metodi di questo passaggio non mi convincono. Disapprovo la nascita del PdL per quote. Credo nella necessità della creazione di un nuovo partito, ma sulla base di un programma e di valori che dovrebbero servire come punto di riferimento e An avrebbe dovuto far pesare di più la sua scorta di valori e progetti politici che ne caratterizzano l'identità. Tutto ciò non è avvenuto.

Ma se si seguiranno le quote lei dove rientrerà?
Per il momento sono indipendente ma all'interno del gruppo parlamentare del partito nelle liste del quale sono stata eletta dai cittadini.

Le elezioni regionali la potrebbero riportare in Calabria?
No, ma sicuramente mi riporterà in Calabria il momento elettorale per condividere la necessità che ha la regione di cambiare davvero. Questo cambiamento può venire soltanto dal centrodestra, dal momento che la giunta Loiero ha dimostrato il fallimento sotto tutti i punti di vista. Personalmente non nascondo che ho già individuato la persona sulla quale puntare che è Giuseppe Scopelliti, il sindaco di Reggio, il quale sta dimostrando di saper amministrare bene la città; credo sia la persona ideale per imprimere la svolta di cui la nostra terra ha bisogno.

martedì 16 dicembre 2008

I danni alluvionali in Calabria e gli interventi di salvaguardia del territorio

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare

– Per sapere – Premesso che:

- l’alluvione degli ultimi giorni, peraltro ancora in corso, si è abbattuta sulla Calabria provocando danni ingenti su molte parti del territorio regionale;

- l’ondata di maltempo delle ultime ore ha provocato anche la morte di tre persone: a Polistena (R.C.) un uomo ha perso la vita nel crollo di un ponte; a Reggio Calabria un anziano è deceduto per un malore dopo che il ramo di un albero aveva colpito la sua auto; un giovane è morto nel catanzarese per un incidente stradale causato dalla forte pioggia;

- i danni a strade, case, attività commerciali, imprese e servizi risultano davvero enormi;

- molti Comuni della Calabria sono rimasti isolati a causa di smottamenti e crolli;

- numerosi fiumi e torrenti della Regione sono tracimati ed hanno provocato enormi danni;

- molti Paesi della Piana di Gioia Tauro ed aspromontani sono stati costretti ad aggiungere anche danni alle colture agrumicole ed olivicole;

- l’intero lungomare di Caulonia, sulla fascia jonica reggina, ha ceduto anche per le forti mareggiate;

- nel Vibonese, già colpito dall’alluvione del 3 luglio 2006, e nella zona delle Pre - Serre e delle Serre si registrano danni ingenti all’agricoltura, alle attività commerciali ed imprenditoriali, nonché alla viabilità del territorio;

- nel cosentino si sono verificati numerosi smottamenti di terreno, allagamenti di case, cadute di alberi e di frane; lo straripamento del fiume Crati ha costretto all’evacuazione di 200 nuclei familiari;

- i danni hanno colpito i Comuni costieri ma anche molti Comuni delle zone interne della Calabria;

- in Calabria, purtroppo, non è mai stata attuata una seria politica di salvaguardia e difesa del territorio: fiumi e torrenti non sono mai stati messi in sicurezza e nessun piano contro il dissesto idro-geologico dell’intera Regione risulta essere mai stato attuato:

- quali urgenti iniziative il Governo intenda attuare per sopperire agli ingenti danni causati in Calabria dall’ultima alluvione;

- se non ritengano, altresì, necessario ed urgente avviare adeguati interventi per finanziare un necessario piano per il riassetto idro-geologico della Regione.

On. Angela NAPOLI

Roma 16 dicembre 2008

mercoledì 10 dicembre 2008

Cattura latitante De Stefano: contrastare i favoreggiatori

Non v’è dubbio che la cattura di latitanti, peraltro quale quella della “caratura” del boss Giuseppe De Stefano, vada a merito della capacità investigativa delle Forze dell’Ordine, in questo caso degli uomini della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Reggio Calabria, e rappresenta sempre un importante abbattimento del potere delle cosche mafiose.
Tuttavia il lungo tempo di latitanza, gli agi degli appartamenti nei quali vivono, la permanenza sul territorio di residenza, la possibilità di movimento e di rapporto con le rispettive famiglie, il mantenimento del “dominio” su ogni attività, impongono un’analoga attività di contrasto per colpire tutti coloro che con le varie coperture favoriscono i criminali.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 10 dicembre 2008

Sanità in Calabria: è giunto il momento di verificare tutte le professionalità e il merito degli Operatori

L’operazione che, nella giornata odierna, ha portato alle 72 ordinanze di custodia cautelare con l’accusa dell’acquisto del falso titolo di infermiere, rivela il grave stato di salute in cui versa il settore della sanità in Calabria.
Verificare che in alcuni Presidi Ospedalieri di quella Regione gli ammalati siano stati costretti ad essere sottoposti a cure infermieristiche da personale non qualificato, fa emergere l’incuria e l’insensibilità esistenti nei confronti del diritto alla salute e del diritto alla vita.
Questa ulteriore triste vicenda che si abbatte sulla Calabria richiama la necessità di un controllo e di una valutazione del personale sanitario e parasanitario, troppo spesso assunto perché in possesso di tessera politica, piuttosto che di reale professionalità.
A fronte della conclamata costruzione di quattro nuovi Presidi Ospedalieri in Calabria, ritenuta dall’Amministrazione regionale la “sanatoria” di tutti i mali, penso che sia giunto il momento di verificare la professionalità ed il merito di chi attualmente lavora in tale settore, alla luce del fatto che il trasferimento “tout court” in strutture ospedaliere, seppur nuove, non garantirà certamente i cittadini tutti.

On. Angela Napoli

Roma, 10 dicembre 2009

giovedì 4 dicembre 2008

Presidente Napolitano, la Calabria ha bisogno di verità e giustizia

Dal TGR Calabria del 4 dicembre2008


Nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto un condivisibile richiamoal pesante impoverimento culturale e morale della politica” nel Mezzogiorno d’Italia. Oggi, però, alla luce dell’inquietante vicenda che ha coinvolto la Procura della Repubblica di Catanzaro, penso che il Presidente Napolitano, perché Capo del CSM, debba far riferimento anche al pesante impoverimento morale ed etico di quella parte della Magistratura che, anziché farsi garante dell’applicazione della Giustizia, ne offusca l’immagine.

Credo sia ormai inderogabile un momento di chiarezza, perché il cittadino calabrese ha tutto il diritto di conoscere le verità ed ha, altresì, diritto di sapere in chi ed in quale Istituzione debba riporre la propria fiducia. Il cittadino calabrese ha diritto di sapere se corrisponde al vero, come io personalmente ritengo, che questa Regione oltre ad essere pressata dalla più potente organizzazione criminale, sia anche integrata in un sistema di malaffare e corruzione.
La Calabria ha ormai necessità di essere depurata da quella coltre che fino ad oggi l’ha offuscata e soprattutto ha bisogno di vedere dissetati i suoi cittadini con verità e giustizia.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 4 dicembre 2008

Ferimento Antonino Laganà: primo segnale di Giustizia

L’individuazione e l’arresto di Leonardo e Antonino Foti, accusati di essere i presunti mandanti del tentato omicidio di Francesco Borrello, sono certamente un primo segnale di giustizia che viene dato al piccolo Antonino Laganà di Melito Porto Salvo, coinvolto drammaticamente nella sparatoria del 6 giugno 2008, ed ai suoi familiari.
Formulo vive congratulazioni al Cap. Onofrio Panebianco ed agli uomini della Compagnia dei Carabinieri di Melito Porto Salvo, per la grande capacità investigativa evidenziata di fronte all’omertà che ha coinvolto tutti dopo il grave episodio.
Adesso, però, reputo necessaria la testimonianza dei cittadini melitesi, almeno di coloro che si trovavano sul luogo dove è avvenuta la sparatoria. Nessuno può più essere reticente rispetto alla necessità di individuare il killer spietato che nella sparatoria ha messo a repentaglio la vita dell’innocente piccolo Antonino.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 4 dicembre 2008

mercoledì 3 dicembre 2008

L'Opinione delle Libertà: l'intervista ad Angela Napoli

Intervista ad ANGELA NAPOLI
“Meritavo un incarico di Governo, invece nulla”
Le inchieste che in questi anni hanno riguardato le connessioni esistenti tra imprenditoria, criminalità e politica in Calabria, stanno delineando un quadro allarmante circa la capacità dello Stato di assicurare la legalità sul territorio. Angela Napoli, deputata calabrese del Pdl e componente della commissione antimafia, da sempre impegnata in prima linea nella lotta al malaffare nella sua regione, non perde occasione in ogni suo intervento od iniziativa, per evidenziare “il trasversalismo di certe logiche affaristiche basate sull’illegalità che stanno espandendosi a macchia d’olio in Calabria”.
Onorevole Napoli quale idea si è fatta della gestione politica nella sua regione?
Lo scenario attuale e la materia delle inchieste in corso confermano la validità degli allarmi che ho lanciato a più riprese in merito al connubio esistente in Calabria tra mondo criminale, in particolare ’ndangheta, mondo politico ed imprenditoriale. Non dobbiamo sottovalutare nel contempo anche l’importanza della massoneria deviata, che ha contribuito a confondere e ad insabbiare le attività illegali esistenti nella regione, rendendo difficile l’attività investigativa e il normale corso delle inchieste della magistratura.
Perché fa riferimento alla massoneria deviata?
La massoneria deviata è al vertice assoluto in Calabria. E’ ormai comprovato che uomini delle principali cosche della ’ndrangheta, ripuliti ed in possesso di un titolo di studio, i cosiddetti colletti bianchi, si sono infiltrati nella massoneria e le inchieste, come “Why not”, seppur frammentate in diversi filoni ed in diverse procure, stanno facendo emergere un sistema di collusioni e di malaffare, che è alla base del mancato sviluppo della regione.

Rimaniamo sull’inchiesta “Why not” per parlare dell’operato del magistrato Luigi De Magistris e del suo allontanamento dal pool. Si fa sempre il suo nome, ma sono ormai quattro i magistrati che a vario titolo hanno abbandonato determinate indagini. Non è preoccupante?
Partiamo dal magistrato Pierpaolo Bruni per il quale provo grande stima e che a Crotone sta portando avanti inchieste di grande rilevanza in merito allo smaltimento di rifiuti tossici. In contemporanea con “Why not” l’operazione Perseus ha portato alla luce il legame tra imprenditoria e malaffare e nonostante i risultati evidenti, l’aver visto spezzettare l’inchiesta l’ha spinto all’abbandono. La cosa mi ha lasciato francamente perplessa e tornando a De Magistris prendo atto delle motivazioni addotte dal Csm, ma la coincidenza legittima l’insorgere dei dubbi.

Dubbi sull’operato del Csm?
Le motivazioni che hanno spinto il Csm ad allontanare Luigi De Magistris dal pool sono state votate all’unanimità e quindi non posso dubitare della validità di quanto deciso, certo è che c’è stata una coincidenza della quale prendo atto. Una coincidenza che viene coniugata con l’abbandono degli altri magistrati e che fa aumentare le perplessità. Per quanto difficili siano queste inchieste ho l’impressione che per un verso e per l’altro in Calabria le inchieste soffrano di intollerabili lungaggini, che di fatto inficiano ed annullano la bontà del lavoro svolto.

Scusi se insisto, ma il trasferimento di De Magistris, di fatto, ha contribuito ad allungare i tempi, già troppo lunghi delle inchieste.
Purtroppo sì. Non si viene a capo di questa inchiesta e temo che in più di un’occasione le rivalità esistenti all’interno della stessa magistratura abbiano inciso pesantemente sull’applicazione della giustizia a Catanzaro.

Passiamo alla politica. Il consigliere regionale de La Destra Limido l’accusa di essere rimasta in silenzio quando ultimamente si è presentata l’occasione di prendere le distanze da certi coinvolgimenti del centrodestra e del centrosinistra in attività illegali, così come gli ultimi sviluppi di “Why not” tendono a dimostrare.
Il neo consigliere Limido ha militato fino a poco tempo fa in Alleanza Nazionale, uno dei partiti che ora accusa. Inoltre penso che farebbe bene a prestare la sua attenzione all’evolversi dell’operazione Perseus di Crotone, dalla quale sta emergendo il coinvolgimento di personaggi ora legati a La Destra. An aveva quattro consiglieri regionali, due dei quali sono passati al partito di Storace. Uno è Limido e l’altro è Pasquale Senatore, ex sindaco di Crotone, indagato, così come Morelli, consigliere di An e collega di partito di Sarra, che anche lui mi risulta avere qualche vicenda giudiziaria a Reggio Calabria.

Un quadro desolante della destra e di An in Calabria. E’ per questo che ha lasciato An?
Ho lasciato An per due motivi: il primo perchè è vero che solo grazie a Fini mi è stata data la possibilità di sedere in Parlamento per la quinta legislatura, ma l’occasione penso comunque di essermi guadagnata; così come ritenevo di poter ottenere incarichi di governo, che invece non mi sono stati offerti. Il secondo motivo è che non mi convincono le modalità con le quali An sta approdando nel Pdl e sono sinceramente preoccupata circa la possibilità di mantenere il contatto con la nostra base.

Nel primo caso non rischia di indulgere nel personalismo?
Vivo da cinque anni sotto scorta a fronte delle mia lotta alla criminalità e pensavo che fosse venuto il bisogno di riconoscere il mio lavoro, affidandomi la vicepresidenza della commissione antimafia, incarico che pure è andato ad An. La scelta è caduta sull’onorevole Granata, giovane validissimo, ma alla prima legislatura.

Perché non si è scelto di dare merito all’anzianità di servizio?
Nella mia attività non ho mai guardato all’appartenenza e può darsi che avendo calpestato i piedi a qualcuno, ciò abbia inciso.La nomina di Pisanu a presidente della commissione antimafia la trova concorde?Sì, l’ho votato con sincero apprezzamento. La sua esperienza e la sua serietà, dimostrate anche in qualità di ministro dell’Interno, sarà di grande supporto all’operato della commissione.

martedì 2 dicembre 2008

S.S. 106: la Calabria non può essere tenuta "sotto scacco" dalla criminalità organizzata

La sottoscritta chiede di interpellare Il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Interno, il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, e il Ministro dell’Economia e Finanze
– Per sapere – Premesso che:

- la presenza della criminalità organizzata, legata ad un sistema di corruzione e malaffare, hanno, da sempre, negato lo sviluppo legale della Calabria e, ad avviso dell’interpellante, occorrono adeguate misure per aiutare a definire le opere infrastrutturali indispensabili all’intera Regione;

- dopo più di una ventennale attesa erano stati aperti i cantieri, nel tratto della locride (R.C.), sulla strada statale 106, battezzata, purtroppo, “la strada della morte”, considerati i numerosissimi incidenti mortali che si verificano lungo la stessa;

- a causa delle numerose intimidazioni e del sequestro di molti cantieri da parte della Magistratura, stanno per essere persi 500 milioni di euro, stanziati per il completamento di una parte della ss.106 e rischiano di saltare circa 1.500 posti di lavoro;

- il tutto, peraltro, nel mentre, all’indomani dell’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre 2005, era stata richiesta la massima attenzione proprio per il territorio della Locride e la strada statale 106 sarebbe una delle principali priorità per far uscire dall’isolamento quella parte della provincia reggina;

- purtroppo le difficoltà “ambientali” appaiono davvero insormontabili;

- la Società “Astaldi”, vincitrice della gara riguardante il lotto della 106, Siderno – Bovalino, dopo aver già aperto gli uffici a Siderno, avrebbe deciso di rinunciare all’appalto, apportando quali giustificazioni : aumento del costo dei materiali e dei carburanti, problemi archeologici, sicurezza dei cantieri, impossibilità di trovare imprese locali per i sub-appalti, tagli ai finanziamenti;

- fino ad oggi gli appelli fatti dai 42 Sindaci dei Comuni della Locride e dalla massime Istituzioni provinciali e regionali della Calabria, sono caduti nel vuoto;

- non v’è dubbio che l’abbandono dell’appalto da parte della “Astaldi”, oltre a lasciare su territorio sul territorio della Locride il dramma dell’eterna “incompiuta”, rappresenterebbe una netta vittoria della ‘ndrangheta sullo Stato;

- il tratto aggiudicato dalla ditta “Astaldi” è Palizzi (Km 50+000) – Caulonia (km 123+800) – Lotti 6-7-8- Compreso lo svincolo di Marina di Gioiosa Jonica della ss.106 Contraente Generale; la consegna all’impresa è avvenuta il 20/09/2007, l’avanzamento dei lavori è pari allo 0,45%, l’ultimazione prevista è per il 14/10/2010;

- gli altri tre lotti sono:
a) Risoluzione di nodi di intersezione tra le strade di interesse nazionale in prossimità attraversamenti di centri abitati (Grotteria Marina – Marina di Gioiosa Jonica) – Impresa aggiudicataria “Euroimpianti srl”, la consegna all’impresa è avvenuta il 05/12/2006, l’avanzamento dei lavori è pari al 62,65%, l’ultimazione era prevista per il 07/12/2007;
b) Lavori di costruzione della variante all’abitato di Palizzi della Strada Statale 106 Jonica - 2° lotto dal Km 49+485 al Km 51+750 – Impresa aggiudicataria “Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A.”; consegna all’impresa : 30/08/2006, avanzamento lavori: 19,98%, ultimazione prevista: 26/05/2009;
c) Costruzione della variante esterna all’abitato di Marina di Gioiosa Jonica fra i Km 107+000 e Km 110+500 compreso lo svincolo “Gioiosa Est” – Impresa aggiudicataria “Immobilgi”; consegna all’impresa: 08/11/2007, avanzamento lavori : 8,55%, ultimazione prevista: 13/03/2009;

- da quanto sopra appare con tutta evidenza che lo stato di avanzamento dei lavori è pressoché inesistente e che il paventato rischio di perdita dei finanziamenti, nonché di blocco totale dell’opera, è quasi in atto;

- l’interpellante è sicura che una tale situazione non è riscontrabile in alcuna altra parte del territorio nazionale e la mancanza di un urgente e adeguato intervento priverebbe ancora una volta la Calabria di un opera più che mai indispensabile;

- ed ancora l’interpellante conviene che l’assenza di un adeguato intervento governativo in merito dimostrerebbe che la Calabria è tenuta “sotto scacco” dalla criminalità organizzata:

- quali urgenti iniziative intendano assumere, per le parti di competenza, al fine di garantire la massima sicurezza sui cantieri di lavori per l’ammodernamento della ss. 106 e quali garanzie per assicurare gli adeguati finanziamenti per un’ opera che appare vitale per l’intera Calabria;

- se non ritengano necessario ed urgente rivisitare la normativa vigente per garantire la pubblica amministrazione in tema di prevenzione dei fenomeni di infiltrazione mafiosa negli appalti;

On. Angela NAPOLI

Roma, 2 dicembre 2008

lunedì 1 dicembre 2008

Necessaria la presenza dell'Esercito per la prosecuzione dei lavori sull'autostrada A3

Ai Ministri dell’Interno, della Difesa, del Lavoro, Salute e Politiche Sociali e delle Infrastrutture e Trasporti

- Per sapere – Premesso che:

- l’inchiesta “Arca”, condotta dalla DDA di Reggio Calabria, ha evidenziato gli interessi delle cosche della ‘ndrangheta, vibonesi e reggine, sui lavori di ammodernamento dell’autostrada A/3 SA-RC;

- tutti i clan avrebbero imposto una tangente del 3% sui lavori, oltre al controllo delle forniture e la gestione diretta dei subappalti;

- ditte appaltatrici ed operai che lavorano sui cantieri della A/3 e delle altre opere viarie della Calabria sono ormai messi in gravi condizioni di pericolo, alla luce dei numerosi atti intimidatori sempre più gravi;

- uno degli ultimi gravi episodi si è verificato il 6 novembre 2008, allorquando all’alba due banditi mascherati hanno aggredito e minacciato con lupare quattro operai, dell’impresa Cossi di Sondrio, impegnati nei lavori del quinto maxi lotto per il rifacimento dell’autostrada A/3 nella zona di Bagnara Calabra;

- già in passato l’impresa Cossi aveva subito altre intimidazioni, ma quest’ultimo episodio ha destato non poco allarme per le modalità d’azione;

- sempre nei primi giorni del mese di novembre 2008 la ‘ndrangheta ha attuato una gravissima intimidazione ai danni di un’ associazione di imprese che sta lavorando per ammodernare il tratto di strada che collega lo svincolo autostradale di Rosarno (R.C.) alla strada di scorrimento veloce Jonio – Tirreno;

- ignoti hanno dato alle fiamme due grossi escavatori ed una trivellatrice che erano parcheggiati nel cantiere che costeggia la vecchia strada statale che collega Rosarno a Gioiosa Jonica;

- altro atto intimidatorio, sempre nel mese di novembre 2008, è stato consumato contro cinque operai impegnati in lavori nel sito archeologico di contrada Melia di Oppido Mamertina , cittadina dell’Aspromonte reggino;

- tutte queste preoccupanti pressioni della ‘ndrangheta stando incoraggiando molte imprese ad abbandonare la Calabria;

- gli atti intimidatori, l’aumento dei prezzi sui materiali e la sospensione di alcuni lavori per “apparenti difformità documentali”, hanno già portato ad un esubero di circa 230 unità di lavoratori, con il rischio di vedere bloccati definitivamente i lavori per ammodernamento della A/3 nel tratto Gioia Tauro – Villa San Giovanni:

- se non ritengano necessario ed urgente far presidiare da un congruo numero di militari dell’esercito i cantieri autostradali al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori;

- quali urgenti iniziative intendano assumere per garantire la prosecuzione dei lavori di ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria nel tratto reggino;

- quali urgenti iniziative intendano assumere per avviare un’adeguata normativa utile a garantire la pubblica amministrazione in tema di prevenzione dei fenomeni di infiltrazione mafiosa negli appalti.

On. Angela NAPOLI

Roma, 1 dicembre 2008

Il Giorno: il Convegno "Vecchie e nuove mafie, le mani della 'Ndrangheta sulla Brianza"

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