giovedì 28 gennaio 2010

I Calabresi onesti colgano l'aiuto del Governo per il riscatto della Calabria

Esprimo vivo compiacimento al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Governo tutto per l’attenzione che, con la riunione di oggi a Reggio Calabria, viene rivolta alla Calabria tutta ed in particolare, per la volontà espressa nel voler debellare la criminalità organizzata .
Per troppi anni la disattenzione e la sottovalutazione hanno consentito alla ‘ndrangheta di impossessarsi del territorio, riuscendo a penetrare nelle Istituzioni, nella Pubblica Amministrazione e nella già misera economia legale. Finalmente gli interventi predisposti dal Governo, tra i quali l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati e la raccolta delle leggi contro la criminalità, saranno di grande aiuto per debellare il male che attanaglia la Calabria.
Mi auguro che i Calabresi onesti sappiano cogliere l’aiuto che oggi ci viene dato dal Governo e possano unirsi alle Istituzioni tutte per aiutare il vero riscatto di questa Regione.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 28 gennaio 2010

La solidarietà al Giornalista del Quotidiano Michele Albanese

Considero di estrema gravità le minacce rivolte al giornalista de “Il Quotidiano della Calabria”, Michele Albanese, anche perché profuse in un momento di grande tensione per la Regione. Ancora più preoccupante l’intimidazione rivolta ad Albanese per i suoi articoli sul territorio di Rosarno, dove la ‘ndrangheta ha sicuramente contribuito ad evidenziare la sua presenza e la sua potenzialità anche negli ultimi noti fatti.
Nell’esprimere a Michele Albanese sincera solidarietà, lo invito a proseguire nella sua corretta attività di informazione, più che mai necessaria per i cittadini tutti.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 28 gennaio 2010

lunedì 25 gennaio 2010

Il sequestro delle ville a Joppolo (VV) e le gravi responsabilità amministrative

Il sequestro, avvenuto questa mattina, degli edifici e della relativa area sulla quale gli stessi sono stati costruiti, nel Comune di Joppolo (VV), dà ragione al contenuto delle mie interrogazioni parlamentari nelle quali, fin dal 2006, denunziavo le responsabilità e la gravità della gestione amministrativa proprio di quel Comune, vuoi per l’adozione e l’approvazione del piano regolatore in netta violazione con le norme vigenti in materia, vuoi per la gestione di appalti e concessioni che, a mio giudizio, continuavano a favorire personaggi “occulti”.
Va dato atto dell’impegno profuso dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, e dalle Forze inquirenti per il brillante risultato conseguito con il sequestro odierno.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Roma, 25 gennaio 2010

venerdì 22 gennaio 2010

A Reggio Calabria serve l'immediato invio di un elevato numero di militari

Il ritrovamento a Reggio Calabria nella giornata di ieri dell’automobile contenente un vero arsenale bellico propone la possibilità di letture diversificate, ma sicuramente è l’immagine della potente e pericolosa dotazione con la quale la ‘ndrangheta riesce a minare la sicurezza dell’intero territorio. Per tale motivo accanto alle encomiabili attività che Governo, Magistratura e Forze dell’Ordine calabresi stanno portando avanti, sono convinta che servirebbe l’immediato invio nella Città di Reggio Calabria di un elevato numero di militari.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Milano, 22 gennaio 2010

giovedì 21 gennaio 2010

REGIONALI: COMMISSIONE ANTIMAFIA FILTRI CANDIDATURE

"Si filtrino le candidature alle prossime elezioni regionali". E' quanto affermano i rappresentanti di tutti i gruppi politici presenti alla commissione antimafia chiedendo di utilizzare le norme previste dalla legge istitutiva per attuare una sorta di "filtro" sulle liste delle candidature per le prossime elezioni regionali. Legge istitutiva alla mano, su indicazione del vicepresidente della commissione antimafia, Fabio Granata (Pdl), i parlamentari avanzano la proposta che già la prossima settimana la commissione decida di rendere operativo il comma della legge che assegna all'organismo di inchiesta il compito di indagare anche riguardo "alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive". A sostenere l'iniziativa sono, oltre a Fabio Granata, Angela Napoli (Pdl), Laura Garavini (Pd), Gianluca Buonanno (Lega), Luigi Ligotti (Idv) e Mario Tassone (Udc). "La commissione- dicono- ha i poteri della magistratura e può, all'unanimità, fornire un filtro istruttorio che elimini dalle liste personaggi equivoci, collusi o 'di confine'. Si tratta di un segnale importante che la politica può dare: non chiedere un passo indietro alla magistratura ma fare un passo avanti nelle politiche antimafia"

da: http://www.imgpress.it

martedì 19 gennaio 2010

Calabria: la meritata attenzione del Governo Nazionale

Penso che finalmente la Calabria stia avendo la meritata attenzione da una parte del Governo nazionale. La costante presenza dei Ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e della Giustizia, Angelino Alfano, congiunta con l’attuazione degli impegni assunti, evidenziano come non sia in atto alcuna “passerella” ma anzi venga posta in essere la volontà di supportare Magistratura e Forze dell’Ordine calabresi, per favorire il contrasto alla criminalità organizzata, la cui presenza costituisce il male assoluto dell’intera Regione Calabria.
Personalmente ritengo che finalmente ci si stia avviando verso la strada giusta, fino ad oggi sono stati preferiti gli interventi “tampone” per la Calabria, piuttosto che un piano adeguato ed efficiente.
Ma proprio cogliendo la disponibilità del Governo Centrale sento di dover condividere l’appello rivolto ieri a Tropea dal Sottosegretario di Stato all’Interno, Francesco Nitto Palma, alle Istituzioni locali.
Nessun contributo e nessuna attenzione, a mio avviso, potranno continuare ad essere richiesti allo Stato centrale se coloro che chiamati a gestire l’Amministrazione pubblica e gli Enti locali in Calabria non metteranno al bando le collusioni affaristiche–‘ndranghetiste-massoniche, il clientelismo e l’assistenzialismo.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma, 19 gennaio 2010

lunedì 11 gennaio 2010

Ministro Bondi: "affidare gli incarichi regionali a persone moralmente e politicamente integerrime"




"Rosarno simbolo fallimentare della sinistra"

di Felice Manti

Il ministro Bondi: "Per anni il Mezzogiorno è stato la questione privilegiata dai democratici All’inizio dei mandati i governatori Pd avevano suscitato molte speranze. Ecco perché il flop è ancora più clamoroso"
«Dietro ai fatti di Rosarno c’è tutto il fallimento del centrosinistra al Sud». Il ministro della Cultura e coordinatore Pdl Sandro Bondi osserva preoccupato in tv le immagini degli scontri tra immigrati e forze dell’ordine.

L’emergenza di Rosarno e, prima ancora, la bomba alla Procura generale di Reggio Calabria hanno riproposto nuovamente l’allarme sul Mezzogiorno.
«Quello che è avvenuto a Rosarno è il risultato della confluenza di due fenomeni distinti: il primo è il degrado legato all’immigrazione incontrollata, il secondo è il degrado di una realtà sociale profondamente malata e pesantemente condizionata dalla criminalità organizzata. Questi due fenomeni hanno avuto una lunga incubazione prima di manifestarsi con gli effetti che abbiamo visto. Per questo le soluzioni non sono semplici e immediate. Si può e si deve imporre subito la cessazione delle violenze e riportare l’ordine pubblico. Ma sarà molto più difficile e ci vorrà molto più tempo per intervenire sulle cause del degrado, non solo della crisi, che investe molte regioni del Sud».

Quanto pesano nel malessere del Mezzogiorno gli sfasci prodotti dalle amministrazioni Loiero, Bassolino e Vendola, travolte dalle inchieste giudiziarie?
«Nel Mezzogiorno si è verificato il fallimento più clamoroso della sinistra. Tanto più significativo in quanto proprio la questione del Mezzogiorno è stata per lungo tempo la questione privilegiata della politica della sinistra italiana. Bassolino in particolare aveva suscitato all’inizio del suo mandato molte speranze. Per questo il suo fallimento è stato l’emblema della sconfitta della sinistra».

All’ordine del giorno c’è la composizione delle liste Pdl alle Regionali 2010 in Calabria dopo l’allarme lanciato dalla parlamentare Pdl Angela Napoli ad «Annozero».
«Il problema esiste e riguarda tutti i partiti, senza alcuna distinzione. Perciò i dirigenti dei partiti a livello nazionale hanno grandi responsabilità: innanzitutto nell’affidare gli incarichi regionali a persone moralmente e politicamente integerrime, e in secondo luogo nel sovrintendere e nel controllare continuamente affinché i candidati alle elezioni locali, e più in generale ad incarichi pubblici, siano persone oneste e competenti. I partiti devono rinnovarsi per divenire gli artefici del cambiamento».

L’opposizione accusa il governo di razzismo, Casini dice che lo Stato è morto.
«Queste reazioni sono sbagliate e indicano il rischio della strumentalizzazione politica di questi avvenimenti. In questo modo non si verrà a capo di niente. In realtà questa vicenda conferma la necessità di una classe dirigente nazionale capace di mettere da parte le polemichette politiche quotidiane per farsi carico con serietà dei problemi generali del Paese. I problemi sono così gravi in alcune regioni del Sud che occorrerebbe rivolgere un appello a tutte le forze sane esistenti per un piano di emergenza e di rinascita del Sud».

Nonostante l’azione del governo e della magistratura, sembra ancora che la ’ndrangheta sia l’organizzazione criminale più potente al mondo. Che cosa si può fare per fermarla?
«Occorre lo stesso impegno determinato e prolungato che ha consentito nel corso degli anni di smantellare il potere della mafia. Le prime decisioni annunciate dal ministro degli Interni e da quello della Giustizia vanno in questa direzione».

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, è il candidato Pdl in Calabria. Cosa serve alla classe dirigente del Sud per riemergere?
«In qualità di sindaco di Reggio Calabria Scopelliti ha dimostrato doti di competenza e di onestà che saprà mettere al servizio del governo della Regione. Certo non dovrà essere lasciato solo in questo compito. Dovrà essere sostenuto da tutte le forze politiche e dal governo in particolare, perché come ho detto il compito che ha di fronte è davvero difficile e gravoso».
Il premier Silvio Berlusconi ha detto che il 2010 sarà l’anno delle riforme. C’è il clima giusto?
«Dopo l’atto di violenza contro il presidente Berlusconi, tutti, tranne Di Pietro, hanno preso coscienza della necessità di abbandonare un clima di esasperata conflittualità politica e di ricercare la possibilità di un lavoro comune sulle riforme istituzionali e della giustizia. Si tratta indubbiamente di un sentiero stretto e difficile. Più volte abbiamo fallito. Ma oggi l’errore più grande che non dobbiamo commettere sarebbe quello di abbandonare questo tentativo e di tornare tranquillamente al solito copione vetusto della contrapposizione. Le condizioni ci sono. Il nuovo segretario dei Ds, Pierluigi Bersani, ha dato prova di serietà e responsabilità. Abbiamo un presidente della Repubblica che incoraggia questo percorso. E il presidente del Consiglio Berlusconi ha detto già nel 2001, all’atto dell’insediamento del suo governo, che uno dei suoi obiettivi era quello della pacificazione politica e delle riforme».

Uno dei temi caldi è la giustizia e i rapporti tra politica e magistratura. È possibile in Parlamento sciogliere definitivamente questo nodo?
«Vi è ormai un’ampia convergenza fra le forze politiche sull’esistenza di un problema che riguarda l’equilibrio fra i poteri e gli ordini dello Stato, in particolare fra la sovranità del Parlamento e l’amministrazione della magistratura. Se c’è la volontà di aprire un confronto, le soluzioni concrete si possono trovare. Noi non vogliamo imporre determinate soluzioni. Siamo aperti a punti di compromesso con l’opposizione, a patto che si trovi un rimedio ad un problema che tutti riconoscono vi sia. Per ultimo la vicenda di Ottaviano Del Turco credo abbia fatto capire a tutti, tranne naturalmente a Di Pietro, che sia necessario impedire che la volontà espressa democraticamente dagli elettori venga di fatto abrogata da iniziative giudiziarie infondate. Sempre di più ci si chiede inoltre: “Chi risponde degli errori e delle sofferenze che da questi errori conseguono?”».

Il Cavaliere sembra determinato ad approvare anche la riforma fiscale, con le due aliquote. Ora che nella maggioranza non c'è più chi rema contro, come accadde nel 2005 con l’Udc, pensa che ci siano margini per riuscirci?
«Mi sembra proprio di sì. Vi è nella maggioranza di governo un’ampia condivisione della necessità di varare questa riforma. E il prestigio del ministro Tremonti è una garanzia per tutti».

Le fibrillazioni interne al Pdl tra finiani e azzurri sembrano essere finite. Come sono oggi i rapporti tra Fini e il Cavaliere?
«La collaborazione tra Berlusconi e Fini data ormai da quasi vent’anni. Sempre all’insegna dell’amicizia e della lealtà. Non ho dubbi che sarà così anche per il futuro. Entrambi hanno dato vita ad un progetto di valore storico. Ci possono essere distinguo o valutazioni diverse su alcune questioni, ma non sulla direzione di marcia e sulla volontà di rafforzare un partito che resterà per lungo tempo nella storia del nostro Paese. Su questo sono assolutamente certo. Personalmente ho lavorato nel passato e lavoro anche oggi con spirito di unità e con la coscienza che la politica è paziente tessitura quotidiana di idee e di solidarietà umana».

domenica 10 gennaio 2010

De Sena d'accordo con Angela Napoli: ''Battersi per etica e moralità nel prossimo Consiglio Regionale''


da http://www.strill.it/





Considerato l’approssimarsi delle elezioni regionali, in merito alla definizione e composizione delle liste elettorali, mi ritrovo, sotto l’ aspetto generale, in accordo con le dichiarazioni dell’ on. Angela Napoli, di cui condivido le preoccupazioni,
e dei giovani democratici che hanno evidenziato la necessità di effettuare un severo controllo dei candidati da parte dei partiti nazionali.
Auspico che i partiti si facciano garanti di ogni nome, di ogni singolo aspirante candidato nelle proprie liste ed in tutte quelle che li sostengono, divenendo così garanti nei confronti dei cittadini calabresi al fine di non deludere l’intero elettorato.
Ritengo inoltre obiettivo prioritario della politica, in particolare nelle regioni meridionali ad alto rischio di infiltrazione mafiosa, battersi affinché le prossime elezioni regionali garantiscano un Consiglio regionale i cui componenti risultino dotati di etica, moralità, competenza e impegno disinteressato, assicurando una guida rappresentata da un governo che operi nell’esclusivo interesse della collettività.

sabato 9 gennaio 2010

L'intervista a "Articolo 21" sui fatti di Rosarno

Angela Napoli: “la provocazione di Rosarno è stata fatta di proposito per deviare l’attenzione sui fatti di Reggio Calabria”

di Giulia Fresca

D’improvviso la Calabria. Sembra che nessuno in questi mesi ne abbia sentito parlare eppure di motivi per essere in prima pagina con delle belle aperture di cronaca ne ha avuti parecchi: le navi dei veleni, l’uccisione del diciottenne Francesco Inzitari, il tentativo di fuga dei fratelli Zagari entrambi ergastolani e notizie varie che rimbalzavano da un comune all’altro sciolto per infiltrazione mafiosa, fino alle “cartoline verdi” che interessano i vari politici, primi tra tutti i consiglieri regionali. Non è bastata neanche la deflagrazione di un ordigno, che per quanto ad alto potenziale, è stato un atto dimostrativo, posto davanti alla Procura di Reggio Calabria e la discesa di Maroni ed Alfano a riaccendere i riflettori, quanto la rivolta degli immigrati a Rosarno.L’ipotesi che questo episodio sia un valido espediente per distrarre l’attenzione mediatica e la concentrazione di forze investigative su settori “pilotati” non è del tutto malsana ed a condividerla pienamente è stata la deputata Angela Napoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia alla quale abbiamo rivolto le nostre domande.

Onorevole Napoli, cosa unisce l’ordigno di Reggio Calabria, la rivolta degli immigrati a Rosarno e le future consultazioni regionali?
Dell’aspetto politico ne parlerò dopo, per quanto riguarda la bomba a Reggio Calabria e la vicenda di Rosarno, intravedo senza dubbio la mano della ‘ndrangheta. È molto strano che tali reazioni siano state suscitate in un giorno particolare e proprio mentre era in corso a Reggio Calabria il vertice del Consiglio Nazionale sull’Ordine Pubblico e la Sicurezza. Non dimentichiamo che le reazioni di Rosarno sono nate a seguito di un attentato, anche se non propriamente tale, ad opera di giovinastri a bordo di una macchina, dei quali non si sa se appartengono al gruppo dei rosarnesi arrestati tra i quali c’è un certo Andrea Fortugno, già noto alle forze dell’Ordine e già arrestato, nei confronti della cui liberazione abbiamo visto gli striscioni in bella mostra davanti alle telecamere, ma che è legato ad una delle più importanti cosche di Rosarno. La lettura che io ho dato a questa vicenda è che la provocazione di Rosarno è stata fatta di proposito per deviare l’attenzione sui fatti di Reggio Calabria.

Perché proprio a Rosarno che, peraltro, è una città commissariata?
La ‘ndrangheta non ha colorazione politica e tende ad andare verso chi vince. Rosarno è attualmente senza politica perché è solo una delle cinque città commissariate dell’area, i cui consigli comunali sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Rosarno però registra la maggiore concentrazione di immigrati che vengono utilizzati per il lavoro nero ed inoltre era già stata teatro di episodi di scontro, quindi era un espediente facilmente individuabile alla luce delle vicende precedenti

Onorevole Napoli, c’è qualcosa che non torna. Gli immigrati sarebbero in Calabria per lavorare, ma i frutti di questo periodo, cioè gli agrumi, sono lasciati marcire negli agrumeti. Cosa succede?
È vero che qualcosa non torna ed infatti bisognerebbe avviare un’attività di controllo tra i proprietari del agrumeti per la questione del caporalato di cui molti si servono in questa regione. Nessuno si è mai interessato degli immigrati e che cosa loro facciano in Calabria. In realtà le questioni sono due, da una parte ci sono quelli sfruttati con il lavoro nero che vivono in condizioni miserevoli per come abbiamo visto nei servizi di questi giorni e che devono dar conto, e denaro, a chi decide di farli salire sui pulmini per il lavoro, mentre dall’altra parte ci sono gli addetti al servizio di criminalità. Ciò porta ad un giro di connivenza che non è soltanto con le stesse organizzazioni di immigrati ma molto più spesso con quelle criminali gestite dalla ‘ndrangheta.

E lo Stato dov’è in tutto ciò?
Lo Stato, inteso quello nazionale, c’è in parte con le sue leggi e con i supporti alle Forze dell’Ordine, ma occorrerebbe guardare allo Stato regionale che dovrebbe intervenire con maggiore azione. Non è facile controllare tutti gli immigrati clandestini ed anche in queste ore, mentre molti sono stati trasferiti, molti altri sono andati via per conto loro. Ciò significa che si disperderanno nel Mezzogiorno d’Italia in maniera completamente fuori controllo. L’intervento della Stato Italiano dovrebbe essere proprio nell’azione di controllo costante nei confronti della criminalità organizzata ma se non riusciamo ad avere i mezzi per controllare la clandestinità, mi pare che siamo davvero messi male. La regione dal canto suo ha grosse responsabilità perché aveva promesso impegni precisi per creare un supporto di interventi abitativi a questi immigrati, ma tutto è stato disatteso.

Ritorniamo a Rosarno, città commissariata. Ma lo è tutta la Piana di Gioia Tauro, perché?
Abbiamo i comuni di Rosarno, Gioia Tauro, San Ferdinando, Rizziconi e Taurianova che per la seconda volta consecutiva è risultato sciolto per infiltrazioni mafiose. A questi si aggiunge Seminara che ha un sindaco eletto solo alle scorse elezioni di novembre. Nel raggio di trenta chilometri risultano commissariati, per mafia, i più grossi comuni e c’è un coinvolgimento forte tra vita amministrativa nella Piana di Gioia Tauro ed il suo Porto. Rizziconi, che è un piccolo centro, è di fatto lo spartitraffico ed è il comune dove vive la famiglia Inzitari, proprietaria del centro commerciale il cui figlio del titolare, Francesco è stato ucciso nei mesi scorsi a 18 anni. La zona è di fatto la concentrazione delle principali cosche mafiose. È qui che vivono ed operano le cosche Piromalli, Molè, Pesce, Alvaro, tra le più famose all’opinione pubblica ed è normale che lo scioglimento dei comuni evidenzi la connivenza di certe situazioni.

Onorevole lei vive a Taurianova. Ma in questi giorni ha avuto qualche sentore?
Per noi è stata una “bomba a ciel sereno” e sebbene Taurianova abbia registrato l’uccisione di Francesco Inzitari e la tentata fuga dei fratelli Zagari, di questo centro, entrambi ergastolani che nel trasferimento dal carcere per partecipare a Reggio Calabria ad un processo, sono strati trovati nella camionetta in possesso di due pistole, non si può dimenticare che Taurianova è un comune sciolto per mafia ben due volte. Ciononostante la bomba di Reggio è stata del tutto inattesa.

In una recente intervista don Antonino Vattiata di Libera ci ha dichiarato quanto anche la Chiesa si renda, per certi versi, complice di alcuni atteggiamenti, per non intervenire in maniera chiara e radicale. Lei cosa ne pensa?
Don Vattiata ha perfettamente ragione. Peraltro lui opera nel Vibonese dove si stanno generando grossi focolai criminali che sono ancora sottovalutati. Aggiungo alle sue dichiarazioni il fatto che in alcuni paesi dove le tradizioni religiose sono forti, nel corso delle processioni del Santo patrono, la statua viene fatta sostare di fronte al portone di casa dei capi cosca in segno di protezione e non è raro trovare nei luoghi dove vivono i criminali, santini, coroncine ed oggetti religiosi. La Chiesa non dovrebbe consentire che accada ciò ed in Calabria dovrebbe avere il coraggio di prendere le distanze.

Ritorniamo alla questione politica. La Calabria sembra fuori dai giochi di spartizione nazionale. È solo una sensazione?
È vero. Non se ne parla. La Calabria vive una situazione emergenziale che è sempre stata sottovalutata da tutti i partiti e dai Governi. Non vorrei che accadesse quanto già accaduto all’indomani dell’omicidio Fortugno ovvero che si vanno ad impinguare gli organici delle Forze dell’Ordine nel territorio di Reggio Calabria e di Rosarno lasciando scoperte tutte le altre zone. La ‘ndrangheta è presente ovunque ed è radicata dappertutto e la prima cosa che fa è individuare strategie là dove non c’è controllo. Non voglio sottovalutare l’impegno dei Ministri che sono giunti in Calabria, ma sicuramente servono maggiori interventi e bisognerà incentivare su tutto.

Le riformulo la domanda. E la politica regionale?
Ho detto prima che la ‘ndrangheta non ha appartenenza politica e sta al fianco del vincitore, chiunque esso sia. Noi abbiamo il Consiglio Regionale più inquisito d’Italia e non c’è stata alcuna attività giudiziaria tale da contrastare questi inquisiti, né una volontà politica ad allontanarli dalle aule regionali. L’unico caso è stato quello di Domenico Crea ma semplicemente perché arrestato, anche il consigliere Enzo Sculco, come se nulla fosse, continua a sedere nel consiglio regionale che ha approvato un ordine del giorno per attivare la legalità all’interno del Consiglio pulendosi così l’animo.In realtà la collusione della ‘ndrangheta nel Consiglio regionale calabrese è radicata e lo è anche all’esterno, ovvero negli enti locali, perché la criminalità tende a permanere dove si decide, dove si programma e dove c’è sentore di vittoria. Lei mi chiede delle prossime regionali, consideri che la ricandidatura di tutti i consiglieri regionali uscenti è indicativa di una precisa volontà a non cambiare gli assetti. Magari cambieranno partito perché il trasformismo che c’è in questa regione è ormai una prassi. Una cosa è certa. Chiunque diventerà assessore alla sanità erediterà tutti i voti della ‘ndrangheta.

Onorevole Napoli, esiste una via d’uscita?
Io sono fiduciosa perché tutte queste denunce trovano la sensibilità dell’opinione pubblica e personalmente ho ricevuto tantissimi messaggi di persone che non hanno il coraggio di parlare ma che trovano la forza, se si da loro l’opportunità, di reagire. Il desiderio di cambiare c’è, e preferisco essere additata come un’utopista piuttosto che tacere ciò che sento di dire.

giovedì 7 gennaio 2010

Contro la sfida della 'ndrangheta riapriamo le carceri di Asinara e Pianosa

L’arroganza e la sfida della ‘ndrangheta allo Stato ormai appaiono senza limiti. Dopo il preoccupante segnale dei giorni scorsi presso la Procura Generale di Reggio Calabria, proprio nel giorno dell’arrivo in città dei Ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e della Giustizia, Angelino Alfano, viene rinvenuto un ordigno nell’area protetta del Tribunale della stessa città.
Nel dare atto ai due Ministri dell’attenzione odierna posta con la convocazione a Reggio Calabria del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza, rivolgo loro l’appello accorato affinchè assumano le adeguate iniziative di supporto a Magistratura e Forze dell’Ordine per la prosecuzione dell’attività di contrasto alla ‘ndrangheta, e contemporaneamente l’impegno di riaprire gli Istituti penitenziari, con le sezioni di massima sicurezza, di Asinara e Pianosa.
Non v’è dubbio, infatti, che oltre l’encomiabile attività di prevenzione con il sequestro e la confisca dei beni mafiosi, profusa dai Magistrati reggini, e non solo, debba essere sicuramente garantita la certezza della pena ed anche l’espiazione della stessa in Istituti penitenziari di massima sicurezza.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 07 gennaio 2010

domenica 3 gennaio 2010

Il vile attentato alla Magistratura di Reggio Calabria

L’ignobile attentato perpetrato davanti alla Procura Generale di Reggio Calabria rappresenta sicuramente un fatto di notevole gravità ed un segnale da non sottovalutare.
La notevole ed importante attività di contrasto alla criminalità organizzata che la Magistratura reggina ha portato avanti, soprattutto negli ultimi tempi, sta certamente preoccupando i criminali, i quali tentano di creare un clima di allarmante intimidazione.
Nel condannare il vile attentato, esprimo sincera solidarietà alla Magistratura reggina, sicura che non verranno meno coraggio, impegno e professionalità dimostrati fino ad oggi e che diverrà più incisiva l’attività di contrasto alla ‘ndrangheta e alle sue collusioni.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 03 gennaio 2010