mercoledì 26 maggio 2010

Avviare un adeguato monitoraggio sulle elezioni regionali in Calabria

Ai Ministri dell’Interno e della Giustizia:

Per sapere – Premesso che:

- lo svolgimento delle elezioni regionali in Calabria è stato preceduto da costanti richiami alla necessità sia di far rispettare a tutti i candidati il codice etico, approvato all’unanimità dalla Commissione Parlamentare Antimafia, sia di non avvalersi dei voti della ‘ndrangheta, sempre pronta a dirigere il proprio consenso per ottenere poi “favori” in cambio;

- per tutti i candidati, eletti e non, la Commissione Parlamentare Antimafia, dopo aver acquisito le notizie necessarie, farà adeguate valutazioni;

- nei giorni scorsi la stampa regionale calabrese ha riferito dei suffragi elettorali che la nota famiglia Tegano della ‘ndrangheta reggina avrebbe riservato sul candidato della lista “Federazione di Sinistra “nella circoscrizione di Reggio Calabria e provincia, Nino De Gaetano, consigliere regionale uscente e rieletto con 8.765 preferenze, delle quali ben 4.820 voti ottenuti nella sola Città di Reggio, quadruplicando addirittura le preferenze rispetto alla precedente tornata elettorale;

- a fare campagna elettorale per De Gaetano sarebbero stati in prima persona Bruno Tegano e la di lui moglie , donna che alcune settimane fa, davanti alla Questura, all’arresto del boss Giovanni Tegano (latitante da 17 anni e cognato della donna), ha urlato, vedendo uscire il boss in manette: “ è un uomo di pace”;

- sempre secondo fonti giornalistiche il consigliere Nino De Gaetano, che alla scorsa legislatura regionale calabrese ha anche avuto l’incarico di Presidente della Commissione Regionale Antimafia, oltre che dalla famiglia Tegano sarebbe stato elettoralmente aiutato anche da altre cosche della ‘ndrangheta reggina;

- la notizia dei voti mafiosi elargiti al Consigliere Regionale sembra sia nata dalla divulgazione di una lettera anonima che era stata sottovalutata dall’interrogante, ritenendo che il suo contenuto potesse rappresentare solo la volontà di offuscare l’immagine di un consigliere rieletto;

- l’allarme e la preoccupazione che, però, sulla notizia ha pervaso Rifondazione Comunista calabrese e lo stesso segretario nazionale, Paolo Ferrero, il quale si è affrettato a recarsi presso il Procuratore della DDA di Reggio Calabria, hanno imposto all’interrogante di chiedere, con il presente atto ispettivo, l’intervento dei Ministri competenti;

- gli uomini e le donne delle varie consorterie mafiose votano e fanno votare, così come sicuramente è avvenuto per l’ultima competizione regionale in Calabria, indirizzando il loro consenso anche su altri candidati del territorio regionale:

- se per le parti di competenza, non ritengano necessario ed urgente accertare se sono in atto adeguate indagini sulle elezioni regionali svoltesi in Calabria nell’ultima tornata, da parte della DDA di quella Regione;

- se il Ministro dell’interno non ritenga necessario ed urgente avviare un adeguato monitoraggio sulle candidature e sullo svolgimento delle elezioni regionali in Calabria;

- se non ritengano necessario ed urgente incoraggiare il Parlamento per il varo di norme legislative che, oltrepassando il vigente articolo 416 ter del c.p.p., possono individuare e colpire il “voto di scambio”.

On. Angela NAPOLI

Roma, 26 maggio 2010

lunedì 24 maggio 2010

Assicurare la certezza della pena per mafiosi e terroristi

Al Ministro della Giustizia

- per sapere – premesso che:

- ieri, 23 maggio 2010 è stato celebrato il 18° anniversario della strage di Capaci, dove sono stati barbaramente trucidati dalla mafia Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo;

- in occasione delle commemorazioni della citata strage da tutte le parti è stata ribadita la volontà di combattere le mafie ma, ad avviso dell’interrogante, le varie organizzazioni mafiose non verranno mai debellate se, accanto all’accertamento delle verità, non saranno garantite l’esecuzione delle varie fasi processuali e la certezza dell’espiazione delle pene;

- è dei giorni scorsi la notizia dell’impossibilità di svolgere un processo presso la Corte d’Appello di Milano contro 34 imputati di una cosca della ‘ndrangheta, giacché la Polizia Penitenziaria, sotto organico, non è stata in grado di tradurre in Tribunale 14 imputati detenuti nel carcere “Opera” della Città;

- non è, purtroppo, la prima volta che vengono registrate gravi difficoltà che impediscono il regolare svolgersi delle traduzioni previste, con pesanti conseguenze sullo svolgimento dei processi, molti dei quali in fasi di appello;

- sempre dei giorni scorsi è la notizia dell’avvenuta scarcerazione, per motivi di salute, del boss mafioso Salvatore Vitale, condannato all’ergastolo per il sequestro e l’omicidio del tredicenne Giuseppe Di Matteo;

- Vitale, anche se poi prosciolto, era stato coinvolto nelle indagini sulla strage di Via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 morirono Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina;

- altri noti boss appartenenti alle varie organizzazioni criminali italiane sono riusciti nel tempo ad uscire dalle carceri o per motivi di salute, che ad avviso dell’interrogante andrebbero realmente accertati, o per eccessivi benefici o per ritardi nel deposito delle sentenze o per “cavilli” di ogni genere:

- quali urgenti iniziative intende assumere per garantire l’espletamento di tutte le fasi processuali che coinvolgono, in particolare, mafiosi e terroristi; - quali urgenti iniziative intende assumere per adeguare gli organici della Polizia Penitenziaria; - quali urgenti iniziative intende assumere per garantire le coperture degli organici della Magistratura e della Polizia inquirente; - quali urgenti iniziative intende assumere per assicurare la certezza dell’espiazione totale della pena inflitta a mafiosi e terroristi.

On. Angela NAPOLI

Roma 24 maggio 2010

mercoledì 19 maggio 2010

Che fine hanno fatto le inchieste sull'eolico in Calabria?

Negli ultimi mesi alcune inchieste hanno rilevato gli “affari” che si nasconderebbero dietro l’eolico in Sicilia, Sardegna e Campania.
In Calabria è davvero inquietante il silenzio calato su inchieste, aperte fin dal 2006 e relative a progetti di sviluppo dell’energia eolica in alcune aree dello Jonio e del Tirreno cosentino.
Le cronache regionali del tempo hanno, infatti, dato notizia di un inchiesta avviata dalle Procure di Paola e Catanzaro, proprio su interessi, non sempre del tutto legittimi, che alcuni imprenditori e politici regionali avrebbero mostrato sui finanziamenti previsti per l’installazione degli impianti eolici.
Nel 2007 era apparsa la notizia del rilascio di ben 23 concessioni ad un solo imprenditore rappresentante della Gamesa Italia.
Tra la fine del 2007 ed i primi mesi del 2008 sembrava fossero state chiuse le indagini da parte delle citate due Procure della Repubblica.
Altra inchiesta, sempre sui parchi eolici, sarebbe transitata da Cosenza e poi nuovamente rinviata alla Procura Generale di Catanzaro. Tempo fa notizie di cronaca regionale calabrese hanno anche riparlato di una megatangente che sarebbe stata pagata per l’esecuzione di un parco eolico a Isola Capo Rizzuto.
Una domanda nasce spontanea nel mentre apprendo che addirittura si starebbe predisponendo un coordinamento tra le Magistrature per gestire le inchieste sull’eolico in Sicilia, Sardegna e Campania: e le inchieste sullo stesso tema in Calabria?
Forse la Magistratura calabrese ha deciso di mettere una pietra tombale come su tutte le inchieste che coinvolgono i politici di quella Regione?

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma,19 maggio 2010

venerdì 14 maggio 2010

Il Presidente Scopelliti non assecondi il costante saccheggio della Calabria

Non appartengo a coloro che addebitano le responsabilità del buco finanziario della sanità calabrese esclusivamente alla passata Giunta regionale guidata da Loiero, giacché mi sento costretta a ricordare le ufficiali prese di posizione in materia anche nel periodo di amministrazione Chiaravalloti.
Proprio per questo credo oggi di avere tutto il diritto di protestare contro un Governo nazionale che, dopo aver tergiversato per ben due lunghi anni sulla necessità di commissariare la sanità calabrese e dopo aver condiviso ed autorizzato il cd. “piano di rientro” del debito, presentato dalla precedente Giunta regionale, consentendo alla stessa di procedere persino a ben 333 assunzioni nelle Aziende Sanitarie Ospedaliere della Calabria, oggi vorrebbe imporre al nuovo Governatore di aumentare le tasse ai cittadini.
Ancora una volta i ministri nordisti vorrebbero tartassare e discriminare i cittadini calabresi, ignorando i crediti di questa Regione.
Sicuramente i fondi FAS non possono essere considerati “bancomat” per ripianare i deficit, ma tali non avrebbero dovuto essere considerati neppure, ad esempio, per ripianare le “quote latte”, soddisfacendo i desiderata della Lega Nord.
I fondi FAS sono risorse destinate allo sviluppo delle aree sottosviluppate ed allora perché sono stati sottratti anche alla Calabria ed utilizzati per altri fini?
Il Governo nazionale non può certamente disconoscere che la sottoscrizione del cd. “piano di rientro” ha già comportato pesanti oneri per i cittadini di questa Regione, penalizzati da un super debito sanitario, i cui responsabili ad oggi non risultano individuati e giudiziariamente perseguiti.
Al Presidente Scopelliti, al quale sicuramente va riconosciuta la gravità della situazione ereditata, mi sento di dire che, dopo aver sistemato le varie “caselle” regionali all’insegna del manuale Cencelli, non può assecondare il costante saccheggio che viene fatto alla Calabria, né dimenticare i crediti che i cittadini di questa Regione hanno accumulato negli anni da parte dei Governi nazionali e regionali succedutisi.

On. Angela NAPOLI

Taurianova, 14 maggio 2010

martedì 11 maggio 2010

Nuovi accertamenti presso il Comune di Fondi (LT)

Ai Ministri dell’ Interno e della Giustizia
Per sapere – Premesso che:

già in data 6 luglio 2009 è stata condotta dalla DIA di Roma e dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, con l’esecuzione di diciassette ordinanze di custodia cautelare, un importante operazione frutto di un inchiesta relativa alla Città di Fondi;

dall’inchiesta era emerso che la ‘ndrangheta calabrese era diventata padrona nell’agro pontino: dalla gestione del mercato ortofrutticolo di Fondi al controllo di importanti lavori pubblici nella provincia di Latina;

dall’inchiesta erano emerse responsabilità anche di amministratori locali, funzionari comunali e persino del capo della Polizia Municipale;

gli uomini della ‘ndrangheta coinvolti in quella operazione appartengono alla nota cosca Tripodo di Sambatello di Reggio Calabria;

all’alba di ieri, 10 maggio 2010, sempre la DIA di Roma e la Squadra Mobile di Caserta, hanno arrestato 67 persone, quattro a Fondi, appartenenti ai vertici del clan Casalesi e della cosca mafiosa dei Santapaola – Ercolano di Catania;

l’operazione di ieri è scaturita dall’inchiesta che ha svelato il controllo del trasporto ortofrutticolo attuato da un cartello di clan della camorra, della mafia e della ‘ndrangheta;

l’inchiesta in questione ha, altresì, evidenziato che la presenza dei clan era riuscita a diventare particolarmente forte anche nel Mof di Fondi, uno dei mercati ortofrutticoli più importanti d’Europa;

il Mof di Fondi, così come già evidenziato nell’inchiesta citata del 2009, è stato molto influenzato dalla ‘ndrangheta, in particolare dalla famiglia Tripodo, proveniente da Reggio Calabria , storicamente legata a note famiglie della mafia siciliana; proprio i Tripodo sembra fossero cardine per le rotte verso il sud dell’ortofrutta;

nonostante la nuova operazione giudiziaria di ieri che ha coinvolto il Mof di Fondi, alcuni politici locali, pur applaudendo all’intervento delle Forze dell’Ordine , continuano a definire “illazione” la presenza della ‘ndrangheta in quell’importante Mof;

le precedenti attività d’accesso presso il Comune di Fondi avevano dato risultanze oggetto di pluri interventi nella Commissione Parlamentare Antimafia, che tuttavia per note scelte del locale Civico Consesso, non hanno comportato alcuno scioglimento per infiltrazioni mafiose;

sicuramente, sia la stessa minimizzazione che viene lanciata sulla pervasività e potenzialità della ‘ndrangheta sul Mof di Fondi, quanto le risultanze della stessa nuova inchiesta giudiziaria, evidenzia la presenza di “fiancheggiatori” che dovrebbero essere perseguiti:

se non ritengano necessario ed urgente , per le parti di competenza, e alla luce sia delle risultanze conseguite dalle precedenti Commissioni d’Accesso nel Comune di Fondi, sia dalle varie inchieste giudiziarie che hanno visto coinvolti, insieme agli uomini della ‘ndrangheta anche elementi politici ed amministrativi dello stesso Comune, dover avviare l’iter per nuovi accertamenti presso lo stesso Ente locale di Fondi.

On. Angela NAPOLI

Roma,11 maggio 2010

GENERAZIONE ITALIA: NON ESISTONO COORDINATORI PROVINCIALI A CROTONE

"In merito alle indiscrezioni apparse sulla stampa locale su presunti responsabili LOCALI di Generazione Italia in Provincia di Crotone, si rende noto che a tutt'oggi non esiste alcun Coordinamento provinciale di Generazione Italia in tutto il Paese. Non solo, ma è il Comitato nazionale di Generazione Italia a nominare i Coordinatori e i coordinamenti regionali, che a loro volta nominano i Coordinatori e i coordinamenti provinciali. Eventuali autocandidature non solo sono destituite di fondamento, ma precludono a chi si è reso protagonista di tali iniziative anche un possibile futuro inserimento nella struttura di Generazione Italia".

E' quanto comunica in una nota l'Associazione "Generazione Italia".