Al Ministro della Giustizia:
- Per sapere – Premesso che:
- con ordinanza n. 1234/2006 del 27 ottobre 2006, il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria ha richiesto ai Comuni di Gioia Tauro e Rosarno se intendevano accettare, e in quale forma, la proposta di risarcimento del danno in forma alternativa richiesta da Piromalli Gioacchino;
- Piromalli Gioacchino (classe’69) di Gioia Tauro appartenente alla nota cosca Piromalli, tra le più potenti della ‘ndrangheta calabrese, aveva chiesto di essere riabilitato dalla condanna di cui alla sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria del 13.04.2001 per i reati di cui agli artt. 56, 81, 629 c.p., 7 L.n. 203/1991, 10 L.n. 497/74 e 416 bis c.p.;
- i Comuni di Rosarno e Gioia Tauro avevano instaurato un giudizio civile, chiedendo la condanna dei responsabili delle condotte delittuose al pagamento della somma, a titolo risarcimento danni, di 10 milioni di euro in favore di ciascuna delle parti offese;
- nell’ordinanza in questione il Magistrato di Sorveglianza di Reggio Calabria fa riferimento sia alla “prova effettiva e costante di buona condotta” del Gioacchino Piromalli, quanto, e ciò appare gravissimo all’interrogante, al riferimento delle condizioni reddituali dello stesso, definite con “l’impossibilità di adempiere alla obbligazione nei confronti delle parti offese”;
- Gioacchino Piromalli è stato tratto in arresto a metà ottobre del 2008 in seguito all’operazione “Cento Anni di Storia”, per il delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 2, 56-323 I° e II° comma c.p., 7 D.L. 152/91; nella stessa operazione sono stati tratti in arresto i due sindaci dei Comuni di Gioia Tauro e Rosarno;
- sempre lo stesso Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, nello scorso mese di ottobre 2008 ha rimesso in libertà il boss Antonino Iamonte di Melito Porto Salvo, detenuto dal febbraio 2007, già condannato nel processo “Rose Rose” ed implicato nell’operazione “Ramo Spezzato” , il cui processo è in fase di celebrazione davanti alla II^ Sezione Panale del Tribunale di Reggio Calabria;
- il boss Antonino Iamonte deve rispondere di 416 bis, estorsione, trasferimento fraudolento di valori in capo a prestanome di beni mobili, immobili e società operanti nel settore della macellazione delle carni oltre che di commercializzazione di carni nocive, false attestazioni e soppressione di certificati:
- se non ritenga necessario ed urgente avviare un’adeguata indagine presso il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria per accertare eventuali responsabilità;
- quali misure di carattere generale e quali iniziative di carattere normativo intenda assumere per garantire la certezza della pena e porre i Tribunali di Sorveglianza nelle condizioni di non poter accogliere con estrema facilità le istanze presentate dai difensori dei vari boss mafiosi.
On. Angela NAPOLI
2 commenti:
Non ritenendo necessario esprimere un commento su un "fatto" talmente grave, mi meraviglia l'assoluta assenza di opinioni sull'argomento. Certo non è di facile comprensione l'attegiamento del Tribunale di Sorveglianza e dell'On.le Giudice ad esso preposto, ma trovo ancor più preoccupante l'assurdo silenzio che sembra essere calato su ciò che è accaduto.Qual'era lo scopo del Tribunale? Perchè se il richiedente aveva avanzato una domanda illecita, questa non è stata semplicemente riggettata? Perchè il Giudice che l'ha inoltrata non è stato inquisito?
Perchè non è stata fatta alcuna inchiesta? L'Italia dovrebbe essere uno stato garantista, ma di cosa?, o per chi? certo non per chi, come me e come la maggior parte della gente che conosco, non ho protettori potenti che vegliano il loro sonno.
La ringrazio On.le per avermi restituito un barlume di fiducia e di speranza, come si può vivere senza?
Gentile Anonimo,
rispondo solo oggi al commento lasciato il 10 dicembre 2008, proprio perchè oggi sono stata costretta a chiedere una visita ispettiva presso la Procura di Reggio Calabria per accertare la veridicità e le eventuali responsabilità di quanto riportato nel video trasmesso dalle Iene venerdì della scorsa settimana.
Purtroppo, alcuni Magistrati, e non per questo intendo annoverare tutti nello stesso fascio, offrono un garantismo spaventoso ai malviventi. Il Magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, a mio avviso, ha decisamente favorito Gioacchino Piromalli, perchè non si può scrivere che uno dei Piromalli, famiglia mafiosa della quale è noto l'impero economico, non ha i soldi per risarcire gli Enti comunali, così come da condanna!
Sono ancora, comunque, in attesa della risposta alla mia interrogazione parlamentare.
on. Angela Napoli
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