La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno e della Giustizia
– Per sapere – premesso che:
- l’interpellante ha più volte segnalato la pesantissima situazione dell’intero sistema sanitario in Calabria;
- in data 11 dicembre 2007 il Governo Prodi ha dichiarato lo “stato di emergenza socio – economico – sanitaria “ in Calabria “ per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale nonché all’inadeguatezza delle strutture”;
- l’indagine della Commissione ministeriale, nominata proprio in conseguenza della dichiarazione dello stato di emergenza socio – economico – sanitaria in Calabria, ha evidenziato numerosi punti di criticità interni al sistema sanitario della Regione;
- la relativa relazione della Commissione ministeriale è stata depositata nei primi giorni del mese di maggio 2008, e la Regione Calabria non ha fatto nulla per sanare i citati punti di criticità, ma anzi, si è premurata a riaffidare incarichi nel Dipartimento Salute a personaggi che avevano avuto problemi con la giustizia;
- tra le criticità indicate nella relazione, la Commissione ministeriale ha evidenziato, in particolare: il mancato controllo della Regione sulla spesa sanitaria, la mancata approvazione del piano sanitario regionale, l’impunità di chi ha commesso errori ed ha responsabilità accertate, la presenza in numerosi P.O. di Pronto Soccorso “disastrosi”, pesanti condizioni igienico sanitarie e problemi strutturali degli edifici, esorbitante spesa ai privati, dirigenti privi di responsabilità;
- la relazione evidenzia, altresì, molte perplessità sul possesso dei requisiti previsti dalla legge per direttori generali, direttori sanitari e direttori amministrativi delle singole ASP calabresi;
- in data 27 ottobre 2008 i Carabinieri di Vibo Valentia, su disposizione del Procuratore della Repubblica di quella città, hanno posto sotto sequestro i reparti di Ortopedia, Immunoematologia e Pronto Soccorso del locale P. O.; hanno, altresì, sequestrato l’impianto elettrico dell’intera struttura ospedaliera; hanno, inoltre, notificato avvisi di garanzia a 33 persone indagate, ipotizzando a vario titolo una sessantina di ipotesi di reato che vanno dall’abuso d’ufficio ai reati specifici circa la sicurezza della struttura ospedaliera;
- anche la Corte dei Conti regionale, nel marzo del 2008, ha bocciato la sanità calabrese, sottolineando, tra l’altro, “la sovraesposizione di finanziamento a fronte di indici di attività e prestazioni sottomedia, che evidenziano l’esigenza di interventi intesi a restituire alla Regione un livello di prestazioni ospedaliere capace di corrispondere ad un più elevato indice di appropriatezza”;
- la dichiarazione dello stato di emergenza socio – economico – sanitaria della Calabria è stata adottata anche a causa dei numerosi casi di malasanità, accertati dalla apposita Commissione parlamentare della scorsa legislatura, che hanno portato al decesso di giovanissime vittime, e per i quali sono in atto indagini da parte della Magistratura, ma non risulta siano state avviate immediatamente adeguate indagini interne all’ amministrazione sanitaria;
- la relazione della Commissione ministeriale evidenzia che la Calabria ha investito in sanità una quota di PIL molto maggiore rispetto alle altre regioni (8,77% PIL Calabria – 4,66% PIL Lombardia);
- ed ancora, l’analisi sistematica dei bilanci prodotti da alcune Aziende Sanitarie, unitamente ai verbali del Collegio dei Revisori, ha evidenziato, talvolta, carenze anche rispetto alle norme basilari del Codice Civile, incompletezze ed incoerenze fra le loro diverse parti, il che determina una scarsa trasparenza rispetto all’effettivo stato delle Aziende e una profonda incertezza sull’effettiva situazione finanziaria delle singole Aziende e del sistema sanitario regionale nel suo complesso;
- in data 19 marzo 2008 è stata sciolta l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a causa di accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata ed il nominato Commissario, prefetto Massimo Cetola, ha trovato una sanità sommersa dai debiti, per ben 500 milioni di euro, oltre ad un impressionante numero di pignoramenti;
- è noto che la Calabria sia una terra a forte presenza di criminalità organizzata che fa del condizionamento ambientale una delle sue armi più insidiose e dove la sanità, secondo la relazione Antimafia della precedente legislatura, rappresenta il vero “affare” della Regione;
- dal 2006 ad oggi ben tre sono le ASL calabresi sciolte per mafia;
- un buco da 2 milioni di euro è emerso da un’indagine della Guardia di Finanza sulle forniture dell’ASL di Locri, sciolta per infiltrazione mafiosa subito dopo l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria;
- nell’ASP di Crotone nel solo 2006 è stato registrato un disavanzo di 200 milioni di euro;
- nell’ASP di Vibo Valentia la Corte dei Conti ha accertato che la perdita d’esercizio per il 2006 supera i 15 milioni di euro;
- da un’indagine della Guardia di Finanza, incaricata dall’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, già nel 2006 erano state registrate irregolarità interne all’ASP di Vibo Valentia, relativamente alla gestione degli appalti di opere, di forniture e di servizi, all’assunzione del personale ed alle relative modalità di ingresso e ad incarichi conferiti, nonché qualche paventata infiltrazione mafiosa; il tutto avrebbe dovuto portare allo scioglimento di quell’ Azienda Sanitaria;
- la grave situazione della sanità in Calabria è già stata monitorata dal Ministro del Lavoro e della Salute, il quale, lo scorso 23 settembre 2008, in Commissione bicamerale per gli Affari Regionali ha dichiarato che “ … la situazione della Regione Calabria è molto preoccupante non solo per la dimensione del debito e del disavanzo, ma per il trend di spesa: dai 55 milioni del 2006 ai 127 del 2007…..un dato che fa spaventare non poco”;
- a settembre del 2008 il deficit stimato della sanità calabrese è già attestato oltre i duecentonovanta milioni di euro;
- e nel mentre il debito sanitario continua ad aumentare, la Regione Calabria delibera di istituire un comitato di consulenti (ben tre) nell’ambito del piano sanitario regionale per il triennio 2007 – 2009;
- non v’è dubbio che nessun piano di rientro per il riequilibrio economico - finanziario, il risanamento e la riorganizzazione del sistema sanitario calabrese, per quanto oculato, riuscirà a ribaltare la debitoria incancrenita situazione, nata certamente dalla inefficiente direzione dei responsabili delle varie ASL e dalla assoluta mancanza di controllo da parte della Giunta regionale:
- quali urgenti iniziative intendano assumere, per le parti di competenza, anche nell’ambito del dichiarato stato di emergenza socio – economico – sanitaria (di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 dicembre 2007), al fine di far dare una svolta all’allarmante quadro del sistema sanitario calabrese;
- se non si renda urgente ed indispensabile nominare un commissario ad acta per la realizzazione degli obiettivi di risanamento finanziario dal disavanzo nel settore sanitario calabrese e se tale eventuale nomina non debba ricadere, a differenza di quanto avvenuto per la Regione Lazio, su persona diversa dall’attuale Presidente della Giunta regionale calabrese, essendo lo stesso in tale carica da ben tre anni, durante i quali il trend di spesa del settore ha subìto un notevolissimo incremento.
On. Angela NAPOLI
Roma, 03 novembre 2008
- in data 11 dicembre 2007 il Governo Prodi ha dichiarato lo “stato di emergenza socio – economico – sanitaria “ in Calabria “ per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale nonché all’inadeguatezza delle strutture”;
- l’indagine della Commissione ministeriale, nominata proprio in conseguenza della dichiarazione dello stato di emergenza socio – economico – sanitaria in Calabria, ha evidenziato numerosi punti di criticità interni al sistema sanitario della Regione;
- la relativa relazione della Commissione ministeriale è stata depositata nei primi giorni del mese di maggio 2008, e la Regione Calabria non ha fatto nulla per sanare i citati punti di criticità, ma anzi, si è premurata a riaffidare incarichi nel Dipartimento Salute a personaggi che avevano avuto problemi con la giustizia;
- tra le criticità indicate nella relazione, la Commissione ministeriale ha evidenziato, in particolare: il mancato controllo della Regione sulla spesa sanitaria, la mancata approvazione del piano sanitario regionale, l’impunità di chi ha commesso errori ed ha responsabilità accertate, la presenza in numerosi P.O. di Pronto Soccorso “disastrosi”, pesanti condizioni igienico sanitarie e problemi strutturali degli edifici, esorbitante spesa ai privati, dirigenti privi di responsabilità;
- la relazione evidenzia, altresì, molte perplessità sul possesso dei requisiti previsti dalla legge per direttori generali, direttori sanitari e direttori amministrativi delle singole ASP calabresi;
- in data 27 ottobre 2008 i Carabinieri di Vibo Valentia, su disposizione del Procuratore della Repubblica di quella città, hanno posto sotto sequestro i reparti di Ortopedia, Immunoematologia e Pronto Soccorso del locale P. O.; hanno, altresì, sequestrato l’impianto elettrico dell’intera struttura ospedaliera; hanno, inoltre, notificato avvisi di garanzia a 33 persone indagate, ipotizzando a vario titolo una sessantina di ipotesi di reato che vanno dall’abuso d’ufficio ai reati specifici circa la sicurezza della struttura ospedaliera;
- anche la Corte dei Conti regionale, nel marzo del 2008, ha bocciato la sanità calabrese, sottolineando, tra l’altro, “la sovraesposizione di finanziamento a fronte di indici di attività e prestazioni sottomedia, che evidenziano l’esigenza di interventi intesi a restituire alla Regione un livello di prestazioni ospedaliere capace di corrispondere ad un più elevato indice di appropriatezza”;
- la dichiarazione dello stato di emergenza socio – economico – sanitaria della Calabria è stata adottata anche a causa dei numerosi casi di malasanità, accertati dalla apposita Commissione parlamentare della scorsa legislatura, che hanno portato al decesso di giovanissime vittime, e per i quali sono in atto indagini da parte della Magistratura, ma non risulta siano state avviate immediatamente adeguate indagini interne all’ amministrazione sanitaria;
- la relazione della Commissione ministeriale evidenzia che la Calabria ha investito in sanità una quota di PIL molto maggiore rispetto alle altre regioni (8,77% PIL Calabria – 4,66% PIL Lombardia);
- ed ancora, l’analisi sistematica dei bilanci prodotti da alcune Aziende Sanitarie, unitamente ai verbali del Collegio dei Revisori, ha evidenziato, talvolta, carenze anche rispetto alle norme basilari del Codice Civile, incompletezze ed incoerenze fra le loro diverse parti, il che determina una scarsa trasparenza rispetto all’effettivo stato delle Aziende e una profonda incertezza sull’effettiva situazione finanziaria delle singole Aziende e del sistema sanitario regionale nel suo complesso;
- in data 19 marzo 2008 è stata sciolta l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a causa di accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata ed il nominato Commissario, prefetto Massimo Cetola, ha trovato una sanità sommersa dai debiti, per ben 500 milioni di euro, oltre ad un impressionante numero di pignoramenti;
- è noto che la Calabria sia una terra a forte presenza di criminalità organizzata che fa del condizionamento ambientale una delle sue armi più insidiose e dove la sanità, secondo la relazione Antimafia della precedente legislatura, rappresenta il vero “affare” della Regione;
- dal 2006 ad oggi ben tre sono le ASL calabresi sciolte per mafia;
- un buco da 2 milioni di euro è emerso da un’indagine della Guardia di Finanza sulle forniture dell’ASL di Locri, sciolta per infiltrazione mafiosa subito dopo l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria;
- nell’ASP di Crotone nel solo 2006 è stato registrato un disavanzo di 200 milioni di euro;
- nell’ASP di Vibo Valentia la Corte dei Conti ha accertato che la perdita d’esercizio per il 2006 supera i 15 milioni di euro;
- da un’indagine della Guardia di Finanza, incaricata dall’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, già nel 2006 erano state registrate irregolarità interne all’ASP di Vibo Valentia, relativamente alla gestione degli appalti di opere, di forniture e di servizi, all’assunzione del personale ed alle relative modalità di ingresso e ad incarichi conferiti, nonché qualche paventata infiltrazione mafiosa; il tutto avrebbe dovuto portare allo scioglimento di quell’ Azienda Sanitaria;
- la grave situazione della sanità in Calabria è già stata monitorata dal Ministro del Lavoro e della Salute, il quale, lo scorso 23 settembre 2008, in Commissione bicamerale per gli Affari Regionali ha dichiarato che “ … la situazione della Regione Calabria è molto preoccupante non solo per la dimensione del debito e del disavanzo, ma per il trend di spesa: dai 55 milioni del 2006 ai 127 del 2007…..un dato che fa spaventare non poco”;
- a settembre del 2008 il deficit stimato della sanità calabrese è già attestato oltre i duecentonovanta milioni di euro;
- e nel mentre il debito sanitario continua ad aumentare, la Regione Calabria delibera di istituire un comitato di consulenti (ben tre) nell’ambito del piano sanitario regionale per il triennio 2007 – 2009;
- non v’è dubbio che nessun piano di rientro per il riequilibrio economico - finanziario, il risanamento e la riorganizzazione del sistema sanitario calabrese, per quanto oculato, riuscirà a ribaltare la debitoria incancrenita situazione, nata certamente dalla inefficiente direzione dei responsabili delle varie ASL e dalla assoluta mancanza di controllo da parte della Giunta regionale:
- quali urgenti iniziative intendano assumere, per le parti di competenza, anche nell’ambito del dichiarato stato di emergenza socio – economico – sanitaria (di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 dicembre 2007), al fine di far dare una svolta all’allarmante quadro del sistema sanitario calabrese;
- se non si renda urgente ed indispensabile nominare un commissario ad acta per la realizzazione degli obiettivi di risanamento finanziario dal disavanzo nel settore sanitario calabrese e se tale eventuale nomina non debba ricadere, a differenza di quanto avvenuto per la Regione Lazio, su persona diversa dall’attuale Presidente della Giunta regionale calabrese, essendo lo stesso in tale carica da ben tre anni, durante i quali il trend di spesa del settore ha subìto un notevolissimo incremento.
On. Angela NAPOLI
Roma, 03 novembre 2008
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