martedì 30 settembre 2008

L'intervista sulla speculazione edilizia a Rende (CS)

«C’era qualcosa di vero nella mia interrogazione»

La Napoli: il centrodestra inciucia anche qui

La raffica di avvisi di garanzia che si è abbattuta sui consiglieri comunali di Rende scaturisce da una denuncia dell’opposizione consiliare di centrodestra. Ad essa seguì poi un’interrogazione della parlamentare del Pdl Angela Napoli, nella quale era indicata la situazione di conflitto d’interesse finita oggi nel mirino della magistratura.
Onorevole Napoli, che esito ha avuto poi quell’interrogazione?
«L’opposizione consiliare di centrodestra del Comune di Rende ha sicuramente svolto un importante ruolo, che dovrebbe caratterizzare qualsiasi saggia ed attiva opposizione. Un ruolo di proposta, ma anche di denunzia di tutto ciò che può essere considerata illegittima attività di un’amministrazione. Personalmente mi considero molto attenta nel denunziare quanto vado scoprendo di negativo in questo nostro sistema di illegalità diffusa calabrese. Ed è proprio ciò che ho fatto con la mia tanto criticata interrogazione parlamentare del 14 novembre 2007. La speculazione edilizia prosperata nel territorio di Rende appare anche agli occhi di qualsiasi sprovveduto cittadino che percorre l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Tutte le attività investigative continuano ad evidenziare come il mercato immobiliare faccia gola alla ‘ndrangheta e, quindi, non a caso sarebbe in atto anche un’indagine da parte della Dda di Reggio Calabria. Nella mia già richiamata interrogazione parlamentare, tanto vituperata a suo tempo dagli amministratori del Comune di Rende, sollecitavo la Procura della Repubblica di Cosenza ad avviare un’adeguata indagine sulla gestione dei Pau e sugli eventuali interessi da parte di consiglieri e dirigenti di quel Comune. E se è pur vero che siamo ancora ad una fase iniziale, e, pertanto, qualsiasi atto trasmesso dalla Procura non è indicativo di responsabilità o di reato commesso, è, però, altrettanto vero che il contenuto della mia interrogazione parlamentare forse aveva qualche riscontro di veridicità. Non posso sottacere che ha destato in me perplessità il silenzio della Prefettura di Cosenza sulla gestione dei Pau da parte del Consiglio di Rende».
Il sindaco di Rende ha parlato di “nemici personali e non politici” dai quali l’inchiesta sarebbe scaturita...
«Mi sembra, sotto un certo aspetto, anche plausibile che il sindaco di Rende giustifichi l’avvio dell’inchiesta in questione con l’alibi delle “inimicizie politiche”. Quello che non giustifico è il perpetrarsi ed il costante accomodamento che in Calabria viene dato a questo sistema politico-affaristico, il tutto sempre e comunque a danno della comunità».
Il consigliere Pupo ha dichiarato di essere un po’ troppo solitario nelle sue denunce. E Scopelliti in un recente dibattito ha sostenuto che a Cosenza il centrodestra “inciucia” con il centrosinistra. Il discorso potrebbe allargarsi a Rende secondo lei?
«Comprendo bene il tentativo di isolamento che continua a circondare il consigliere comunale Spartaco Pupo. In Calabria, purtroppo, chiunque si chiami fuori dal vigente sistema di corruzione e malaffare e trovi il coraggio della denunzia, viene “messo al bando”, in particolare proprio dal potere politico. L’importante è non demordere; personalmente ho grande fiducia nella magistratura e sono certa che prima o dopo la giustizia e le verità emergono. Mi spiace dover fare affidamento solo sulla Magistratura, ma penso che a questa abbia abdicato proprio il potere politico. Quanto ha dichiarato il sindaco Scopelliti, e che è stato fonte di tanto clamore, lo condivido in pieno e lo estendo non solo al Comune di Rende, ma a tante altre parti del territorio calabrese».
Insomma cosa avrebbe fatto lei, da consigliere comunale, se un terreno di sua proprietà o di proprietà di un suo parente diretto fosse al centro dell’azione dei Pau?
«Quando si diventa amministratore pubblico si giura fedeltà alla Costituzione, cosa che, a mio avviso, dovrebbe fare anche un qualsiasi consigliere comunale. E l’articolo 54 della Costituzione, al comma 2, recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore….”. Personalmente aggiungo: “Hanno il dovere di adempierle nel rispetto della legalità” e non mi sembra che sia da ritenersi legale il voto espresso a favore di una delibera che abbia a che fare con proprietà personali o di parenti. D’altra parte chi fa politica dovrebbe intenderla come esclusivo servizio alla collettività per il raggiungimento del bene comune, e non già come attività finalizzata a procurare vantaggi e profitti personali a quanti la praticano».
ROSAMARIA AQUINO
r.aquino@calabriaora.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissima On. Napoli ancora una volta la Sua interrogazione su Rende non era infondata ma rispecchia un'amara verità che dopo un po di tempo si sono avuti riscontri

Anonimo ha detto...

l'on. Napoli è l'unica voce per la legalità in questa Calabria. Sarebbe lecito chiedersi come mai è lei a far sua la battaglia contro la speculazione edilizia rendese e non i parlamentari di destra e di sinistra di Cosenza e dintorni. Questo è molto strano. Sarà perché i parlamentari cosentini hanno tutti interessi nell'edilizia rendese?