24 settembre 2008
Angela Napoli dell’Antimafia: «Ben venga l’inchiesta della Procura»
GUIDO SCARPINO
g.scarpino@calabriaora.it
«Attenti ai clan e al malaffare»
Angela Napoli dell’Antimafia: «Ben venga l’inchiesta della Procura»
Angela Napoli, parlamentare di Alleanza nazionale e membro della commissione Antimafia, interviene a 360 gradi sulla vicenda del porto di Paola e, più in generale, sul “cancro” calabrese legato alle infiltrazioni mafiose nel settore dei lavori pubblici.
Onorevole Napoli, lunedì l’autorità giudiziaria ha apposto i sigilli all’area su cui doveva sorgere il cantiere per la realizzazione del porto. Il provvedimento è legato a un procedimento penale del 2004 per un incidente causato da una tromba d’aria. Ma sull’intera vicenda del Porto, com’è noto, esiste una sua interrogazione parlamentare, predisposta mesi addietro, che attualmente si trova all’attenzione della procura della Repubblica?
Cosa sta accadendo?
«Preliminarmente, in relazione a quello che è accaduto l’altro ieri, le dico che quando viene bloccata un’opera pubblica, io non canto mai vittoria perché sono convinta che senza le opere pubbliche non si possa parlare di sviluppo. Quando si blocca un’opera, a mio avviso, si blocca lo sviluppo. Tuttavia sono altrettanto consapevole che in Calabria è ora di smetterla con la corruzione e il malaffare. Le opere pubbliche devono essere espletate all’insegna della massima legalità. Sulla vicenda del porto di Paola, com’è noto, ho semplicemente chiesto di conoscere le motivazioni – e i ministri dovranno rispondere a questa interrogazione – come mai si è ritirata da questo appalto la società che possedeva il potenziale economico, le attrezzature, gli strumenti, l’esperienza e quant’altro, ed è stata favorita una società che si è costituita un anno fa e che ha un capitale sociale assolutamente incompatibile con le necessità di una società che deve costruire un porto di quella portata. Dunque, ho chiesto chiarezza».
Una richiesta chiarezza che ha sollevato tanto clamore e tanti veleni...
«Perché ci sia stato tanto scandalo sulla mia interrogazione parlamentare non riesco a capirlo. Non capisco perchè sono stata accusata di guardare oltre il confine della mia provincia; chi mi accusa non riesce a rendersi conto che sono un deputato eletto dall’intera Calabria e ho il dovere di guardare il contesto generale. Peraltro, com’è noto, non sono nuova alle attenzioni sulla costa tirrenica cosentina. A parte queste accuse, non capisco perché si siano sentiti così offesi dalla mia semplice richiesta di chiarezza e notizie. Certo, quanto da lei riportato oggi su Calabria Ora in merito al sequestro di quell’area, mi fa capire che forse c’era anche altro che non andava, e quindi ben venga l’iniziativa di indagine avviata dalla procura della Repubblica di Paola».
Le recenti inchiesta della Dda dimostrano che sui porti c’è (o c’è stata) la mafia. Quindi c’è molta preoccupazione per eventuali infiltrazioni mafiose sui lavori del porto di Paola. Lei ha già reso noti questi suoi timori?
«Purtroppo tutte le indagini stanno dimostrando che in Calabria non c’è opera pubblica che non abbia avuto l’attenzione della ‘ndrangheta. D’altra parte laddove c’è un’opera pubblica ci sono finanziamenti, e i finanziamenti non possono non far gola agli uomini delle cosche. Ho semplicemente evidenziato anche questo nella mia interrogazione; non ho assolutamente detto che c’è la ’ndrangheta nel porto di Paola. Ho però evidenziato uno stato di cose che, purtroppo, fa parte del sistema della malavita locale e del sistema calabrese; quindi, anche in tal senso, le indagini della Procura di Paola dovranno fare chiarezza. Capire se vi sono già ingerenze o meno. Non si tratta di una questione territoriale, è cosi in tutto il territorio calabrese; non c’è parte che non sia esente dalla presenza della criminalità organizzata negli affari economici, negli appalti pubblici e in tutti quello che produce».
E allora, morale della favola: l’amministrazione comunale come dovrebbe agire per scongiurare infiltrazioni mafiose? Magari controllando meglio gli appalti pubblici?
«Credo che questo avrebbe dovuto farlo all’atto dell’affidamento dell’appalto. Non so se l’amministrazione comunale abbia fatto degli interventi mirati, come ad esempio protocolli, cioè se abbia affidato i lavori in accordo con un protocollo concordato con la prefettura di Cosenza. Mi auguro, ad ogni modo, che sia stato preso ogni accorgimento del caso».
Un’ultima informazione: il Comune le ha fornito i verbali di quel consiglio comunale in cui lei è stata contestata?
«Ho avuto i documenti solo del consiglio, e la verbalizzazione non è mai integrale. Avevo chiesto la registrazione alla emittente televisiva locale ma non me l’hanno ancora data. In quel consiglio sono stata criticata ai limiti della denuncia per diffamazione e calunnia».
Intanto il nuovo consiglio comunale sul porto, richiesto dalle forze di opposizione, si terrà il 1° ottobre prossimo per le ore 16. Si parlerà anche della delibera 228 (presa d’atto concessione porto dei Normanni).
Onorevole Napoli, lunedì l’autorità giudiziaria ha apposto i sigilli all’area su cui doveva sorgere il cantiere per la realizzazione del porto. Il provvedimento è legato a un procedimento penale del 2004 per un incidente causato da una tromba d’aria. Ma sull’intera vicenda del Porto, com’è noto, esiste una sua interrogazione parlamentare, predisposta mesi addietro, che attualmente si trova all’attenzione della procura della Repubblica?
Cosa sta accadendo?
«Preliminarmente, in relazione a quello che è accaduto l’altro ieri, le dico che quando viene bloccata un’opera pubblica, io non canto mai vittoria perché sono convinta che senza le opere pubbliche non si possa parlare di sviluppo. Quando si blocca un’opera, a mio avviso, si blocca lo sviluppo. Tuttavia sono altrettanto consapevole che in Calabria è ora di smetterla con la corruzione e il malaffare. Le opere pubbliche devono essere espletate all’insegna della massima legalità. Sulla vicenda del porto di Paola, com’è noto, ho semplicemente chiesto di conoscere le motivazioni – e i ministri dovranno rispondere a questa interrogazione – come mai si è ritirata da questo appalto la società che possedeva il potenziale economico, le attrezzature, gli strumenti, l’esperienza e quant’altro, ed è stata favorita una società che si è costituita un anno fa e che ha un capitale sociale assolutamente incompatibile con le necessità di una società che deve costruire un porto di quella portata. Dunque, ho chiesto chiarezza».
Una richiesta chiarezza che ha sollevato tanto clamore e tanti veleni...
«Perché ci sia stato tanto scandalo sulla mia interrogazione parlamentare non riesco a capirlo. Non capisco perchè sono stata accusata di guardare oltre il confine della mia provincia; chi mi accusa non riesce a rendersi conto che sono un deputato eletto dall’intera Calabria e ho il dovere di guardare il contesto generale. Peraltro, com’è noto, non sono nuova alle attenzioni sulla costa tirrenica cosentina. A parte queste accuse, non capisco perché si siano sentiti così offesi dalla mia semplice richiesta di chiarezza e notizie. Certo, quanto da lei riportato oggi su Calabria Ora in merito al sequestro di quell’area, mi fa capire che forse c’era anche altro che non andava, e quindi ben venga l’iniziativa di indagine avviata dalla procura della Repubblica di Paola».
Le recenti inchiesta della Dda dimostrano che sui porti c’è (o c’è stata) la mafia. Quindi c’è molta preoccupazione per eventuali infiltrazioni mafiose sui lavori del porto di Paola. Lei ha già reso noti questi suoi timori?
«Purtroppo tutte le indagini stanno dimostrando che in Calabria non c’è opera pubblica che non abbia avuto l’attenzione della ‘ndrangheta. D’altra parte laddove c’è un’opera pubblica ci sono finanziamenti, e i finanziamenti non possono non far gola agli uomini delle cosche. Ho semplicemente evidenziato anche questo nella mia interrogazione; non ho assolutamente detto che c’è la ’ndrangheta nel porto di Paola. Ho però evidenziato uno stato di cose che, purtroppo, fa parte del sistema della malavita locale e del sistema calabrese; quindi, anche in tal senso, le indagini della Procura di Paola dovranno fare chiarezza. Capire se vi sono già ingerenze o meno. Non si tratta di una questione territoriale, è cosi in tutto il territorio calabrese; non c’è parte che non sia esente dalla presenza della criminalità organizzata negli affari economici, negli appalti pubblici e in tutti quello che produce».
E allora, morale della favola: l’amministrazione comunale come dovrebbe agire per scongiurare infiltrazioni mafiose? Magari controllando meglio gli appalti pubblici?
«Credo che questo avrebbe dovuto farlo all’atto dell’affidamento dell’appalto. Non so se l’amministrazione comunale abbia fatto degli interventi mirati, come ad esempio protocolli, cioè se abbia affidato i lavori in accordo con un protocollo concordato con la prefettura di Cosenza. Mi auguro, ad ogni modo, che sia stato preso ogni accorgimento del caso».
Un’ultima informazione: il Comune le ha fornito i verbali di quel consiglio comunale in cui lei è stata contestata?
«Ho avuto i documenti solo del consiglio, e la verbalizzazione non è mai integrale. Avevo chiesto la registrazione alla emittente televisiva locale ma non me l’hanno ancora data. In quel consiglio sono stata criticata ai limiti della denuncia per diffamazione e calunnia».
Intanto il nuovo consiglio comunale sul porto, richiesto dalle forze di opposizione, si terrà il 1° ottobre prossimo per le ore 16. Si parlerà anche della delibera 228 (presa d’atto concessione porto dei Normanni).
GUIDO SCARPINO
g.scarpino@calabriaora.it
1 commento:
tra lidi e porti di spiaggia libera ne resterà ben poca,
non capisco il fervore mostrato dai paolani nel volere fermamente quest'opera, una ennesima deturpazione delle coste calabresi, nessuno ha pensato di sfruttare, casomai, quel tratto con le "T" se propio si deve fare?
e magari lasciare la spiaggia ai bagnanti?
poi ritornando ai vantaggi che potrebbe portare, beh, io non ne vedo molti, anzi....
di porti in giro ce ne sono parecchi, e di "capitani" che non rispettano il mare anche di più...
mi dispiace per le nostre coste: rovinate e privatizzate..
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