Dal TGR Calabria del 1 ottobre 2008
La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell’Ambiente, della Giustizia e dell’Interno
– Per sapere – Premesso che:
- nei giorni scorsi un’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone ha portato all’allucinante scoperta dell’utilizzo di 350 mila tonnellate di scorie pericolose per la realizzazione, tra l’altro, dei piazzali di tre scuole pubbliche di Crotone, i parcheggi di attività commerciali e la pavimentazione di una delle banchine del porto;
- su disposizione della Procura di Crotone sono state sottoposte a sequestro preventivo ben diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro;
- i materiali pericolosi sarebbero provenienti dall’industria “Pertusola Sud” di Crotone (chiusa alla fine degli anni 90 e di proprietà dell’ENI), che anziché farli smaltire in discariche specializzate, li avrebbe ceduti ad imprese di costruzioni e da queste sarebbero stati usati per vari lavori edili;
- sembra, altresì, che i materiali siano costituiti da altre scorie provenienti dall’Ilva di Taranto;
- le scorie utilizzate per i vari lavori sono costituite da una miscela di metalli altamente cancerogeni;
- dalle indagini è emerso che le società alle quali venivano cedute le scorie pericolose sono la “Crotonscavi Srl” e la “Ciampà Paolo” e queste utilizzavano l’approvvigionamento per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali;
- negli anni scorsi alcuni appalti concessi al gruppo “Ciampà” hanno portato all’accesso antimafia al Comune e alla Provincia di Crotone;
- le indagini che hanno portato all’operazione fatta dalla Procura di Crotone, denominata “Black Mountain”, sono iniziate nel 1999 e all’interrogante appare davvero inconcepibile che le relative risultanze siano emerse dopo così lungo tempo e, comunque, solo dopo il pensionamento di Franco Tricoli , già capo di quella Procura;
- la legge n. 426/1998 ed il D.M. n. 468/2001 hanno previsto, nell’ambito di una programmazione nazionale, la bonifica ed il ripristino ambientale del territorio crotonese, ma mai avvenuti;
- gli inquirenti hanno anche avviato le indagini per accertare l'eventuale inquinamento dei fondali marini dell’area antistante Crotone;
- nei giorni scorsi è stata data notizia della smagnetizzazione di un video relativo alle modalità di smaltimento delle scorie tossiche in questione, depositato presso la Procura di Crotone;
- nel 2003 anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti aveva denunziato l’inquinamento derivante proprio dall’ex Pertusola di Crotone ed aveva trasmesso la relativa relazione alla Procura della Repubblica di quella Città:
- quanti e quali Enti, nonostante la negazione della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Crotone, abbiano continuato ad affidare incarichi a qualche ditta del gruppo Ciampà;
- se la ditta Ciampà è risultata aggiudicataria di altri appalti in Calabria, al di fuori del territorio crotonese;
- se siano riscontrabili legami tra le ditte del gruppo Ciampà e quelle del gruppo Vrenna di Crotone, queste ultime impegnate nella raccolta di rifiuti;
- quanti finanziamenti siano stati stanziati ed elargiti negli anni passati per il risanamento ambientale dell’area industriale dell'ex Pertusola Sud e come siano stati spesi;
- se corrisponde al vero che soltanto nella scorsa settimana la Syndial, società incaricata, ha presentato, nella sede dell’Assessorato regionale all’ambiente, il progetto di disinquinamento dell’ex Pertusola Sud di Crotone;
- se corrisponde al vero che l’intervento di disinquinamento prenderà il via solo tra il 2009 e il 2010 e si protrarrà fino al 2020;
- se e quali altre società hanno avuto l’incarico di disinquinamento e bonifica negli anni precedenti e quali siano i motivi per i quali non hanno espletato l’incarico stesso;
- quale sia stata l’attività ed il controllo nel merito da parte del Ministro dell’Ambiente del Governo della precedente legislatura;
- quali siano stati gli interventi ed i controlli fatti dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, in carica ormai da oltre dieci anni;
- quale sia il livello di attuazione del contenuto dell’ordinanza del Ministro dell’Interno , n. 3149 del 1 ottobre 2001;
- se sia stato elargito e come sia stato speso il finanziamento, previsto nel 2002-2003, per la bonifica ed il ripristino ambientale del sito della Pertusola di Crotone, a norma della legge n. 468/2001, con D.M. 26.11.2002;
- se il ministro della Giustizia non ritenga di dover avviare un’adeguata indagine presso la Procura di Crotone che, fino al 16 agosto 2008, aveva a capo il procuratore Franco Tricoli, oggi “trust” delle società del gruppo Vrenna, al fine di accertare, tra l’altro, se risultino iscritte in quella Procura tutte le notizie di reato e quali siano state le motivazioni che hanno dilatato i tempi delle indagini per ben nove anni;
- se, alla luce delle potenzialità delle cosche della ‘ndrangheta crotonese, emergano gli interessi delle stesse anche nella gestione delle scorie pericolose in questione;
- se non ritengano di assumere iniziative normative dirette a rivisitare le norme del codice penale per aggravare le pene per i reati di carattere ambientale.
On. Angela NAPOLI
Roma 1 ottobre 2008
- nei giorni scorsi un’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone ha portato all’allucinante scoperta dell’utilizzo di 350 mila tonnellate di scorie pericolose per la realizzazione, tra l’altro, dei piazzali di tre scuole pubbliche di Crotone, i parcheggi di attività commerciali e la pavimentazione di una delle banchine del porto;
- su disposizione della Procura di Crotone sono state sottoposte a sequestro preventivo ben diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro;
- i materiali pericolosi sarebbero provenienti dall’industria “Pertusola Sud” di Crotone (chiusa alla fine degli anni 90 e di proprietà dell’ENI), che anziché farli smaltire in discariche specializzate, li avrebbe ceduti ad imprese di costruzioni e da queste sarebbero stati usati per vari lavori edili;
- sembra, altresì, che i materiali siano costituiti da altre scorie provenienti dall’Ilva di Taranto;
- le scorie utilizzate per i vari lavori sono costituite da una miscela di metalli altamente cancerogeni;
- dalle indagini è emerso che le società alle quali venivano cedute le scorie pericolose sono la “Crotonscavi Srl” e la “Ciampà Paolo” e queste utilizzavano l’approvvigionamento per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali;
- negli anni scorsi alcuni appalti concessi al gruppo “Ciampà” hanno portato all’accesso antimafia al Comune e alla Provincia di Crotone;
- le indagini che hanno portato all’operazione fatta dalla Procura di Crotone, denominata “Black Mountain”, sono iniziate nel 1999 e all’interrogante appare davvero inconcepibile che le relative risultanze siano emerse dopo così lungo tempo e, comunque, solo dopo il pensionamento di Franco Tricoli , già capo di quella Procura;
- la legge n. 426/1998 ed il D.M. n. 468/2001 hanno previsto, nell’ambito di una programmazione nazionale, la bonifica ed il ripristino ambientale del territorio crotonese, ma mai avvenuti;
- gli inquirenti hanno anche avviato le indagini per accertare l'eventuale inquinamento dei fondali marini dell’area antistante Crotone;
- nei giorni scorsi è stata data notizia della smagnetizzazione di un video relativo alle modalità di smaltimento delle scorie tossiche in questione, depositato presso la Procura di Crotone;
- nel 2003 anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti aveva denunziato l’inquinamento derivante proprio dall’ex Pertusola di Crotone ed aveva trasmesso la relativa relazione alla Procura della Repubblica di quella Città:
- quanti e quali Enti, nonostante la negazione della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Crotone, abbiano continuato ad affidare incarichi a qualche ditta del gruppo Ciampà;
- se la ditta Ciampà è risultata aggiudicataria di altri appalti in Calabria, al di fuori del territorio crotonese;
- se siano riscontrabili legami tra le ditte del gruppo Ciampà e quelle del gruppo Vrenna di Crotone, queste ultime impegnate nella raccolta di rifiuti;
- quanti finanziamenti siano stati stanziati ed elargiti negli anni passati per il risanamento ambientale dell’area industriale dell'ex Pertusola Sud e come siano stati spesi;
- se corrisponde al vero che soltanto nella scorsa settimana la Syndial, società incaricata, ha presentato, nella sede dell’Assessorato regionale all’ambiente, il progetto di disinquinamento dell’ex Pertusola Sud di Crotone;
- se corrisponde al vero che l’intervento di disinquinamento prenderà il via solo tra il 2009 e il 2010 e si protrarrà fino al 2020;
- se e quali altre società hanno avuto l’incarico di disinquinamento e bonifica negli anni precedenti e quali siano i motivi per i quali non hanno espletato l’incarico stesso;
- quale sia stata l’attività ed il controllo nel merito da parte del Ministro dell’Ambiente del Governo della precedente legislatura;
- quali siano stati gli interventi ed i controlli fatti dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, in carica ormai da oltre dieci anni;
- quale sia il livello di attuazione del contenuto dell’ordinanza del Ministro dell’Interno , n. 3149 del 1 ottobre 2001;
- se sia stato elargito e come sia stato speso il finanziamento, previsto nel 2002-2003, per la bonifica ed il ripristino ambientale del sito della Pertusola di Crotone, a norma della legge n. 468/2001, con D.M. 26.11.2002;
- se il ministro della Giustizia non ritenga di dover avviare un’adeguata indagine presso la Procura di Crotone che, fino al 16 agosto 2008, aveva a capo il procuratore Franco Tricoli, oggi “trust” delle società del gruppo Vrenna, al fine di accertare, tra l’altro, se risultino iscritte in quella Procura tutte le notizie di reato e quali siano state le motivazioni che hanno dilatato i tempi delle indagini per ben nove anni;
- se, alla luce delle potenzialità delle cosche della ‘ndrangheta crotonese, emergano gli interessi delle stesse anche nella gestione delle scorie pericolose in questione;
- se non ritengano di assumere iniziative normative dirette a rivisitare le norme del codice penale per aggravare le pene per i reati di carattere ambientale.
On. Angela NAPOLI
Roma 1 ottobre 2008
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