Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
– Per sapere – Premesso che:
- il precedente Ministro dell’economia e delle finanze, con la complicità dell’intero Governo Prodi, ed in disprezzo delle obbligazioni già contratte dai singoli Ministeri in materia sia di opere appaltate che di altri acquisti e forniture di beni e servizi, con i commi 36 e seguenti dell’articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), ha ridefinito i termini e la relativa applicazione della cosiddetta “perenzione amministrativa”;
- i suddetti termini sono stati portati da sette a soli tre esercizi, annullando i residui perenti antecedenti al 2004 compreso, per un ammontare stimato da alcuni in oltre 27 miliardi di euro a fronte del quale vi sarebbe un fondo corrispettivo che ammonterebbe a soli 400 milioni di euro;
- il citato provvedimento, che l’interpellante ritiene sciagurato, ha prodotto, per migliaia di imprese, l’impossibilità di incassare le somme relative a opere eseguite, a forniture di beni e servizi, a finanziamenti per programmi di investimento e altro;
- le procedure per ripristinare i diritti delle imprese prevedono un iter tortuoso e meramente burocratico, che sembra essere stato concepito al solo fine di differire ulteriormente i pagamenti. Le procedure prevedono, infatti, un primo decreto del Ministero competente destinato alla Ragioneria generale dello Stato che, dopo un suo parere positivo, lo restituisce al mittente per una nuova richiesta al Ministero dell’economia per la dovuta variazione di bilancio, e dopo la predisposizione del relativo decreto con la firma del Ministro, lo stesso viene trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione e solo dopo la restituzione alla Ragioneria generale dello Stato, quest’ultima lo ritrasmette al Ministero competente per l’ulteriore richiesta da parte di questi, sempre alla Ragioneria dello Stato, “della materializzazione della moneta” atta a pagare le aziende, se nel frattempo non sono fallite;
- le piccole e medie imprese, spesso poco patrimonializzate e già colpite “dall’oppressione fiscale”, stanno subendo ora gli effetti perversi dell’accordo “Basilea 2” e quindi si trovano di frequente in crisi di liquidità;
- pende presso la Commissione Europea, a seguito di specifiche denunce di associazioni e/o aziende italiane, una procedura relativa ai tempi di pagamento alle imprese in Italia;
- i commi 37, 38 e 39 dell’articolo 3 della legge n. 244 del 2007 prevedono un programma di ricognizione dei residui passivi e l’emanazione di decreti del Ministro dell’economia e delle finanze:
- se risponda al vero che la legge finanziaria per il 2008 ha eliminato dal Bilancio dello Stato oltre 27 miliardi di euro di fondi perenti con un’operazione di maquillage, limitando a soli 400 milioni di euro le disponibilità per le obbligate variazioni di bilancio dell’anno in corso;
- in caso affermativo, quale sia la valutazione del Governo in ordine alle richiamate disposizioni recate nella legge finanziaria per il 2008 e quali utili iniziative il Governo intenda intraprendere per il rispetto di tutte le obbligazioni da tempo contratte con le imprese che oggi vantano consistenti crediti verso lo Stato;
- se il Governo ritenga di adottare provvedimenti atti a velocizzare e/o eliminare le inutili procedure, che oggi seguono le amministrazioni coinvolte per far fronte ai pagamenti dovuti;
- quale sia lo stato attuativo della ricognizione dei residui passivi.
On. Angela NAPOLI
Roma, 16 settembre 2008
1 commento:
Cara Angela, sono un fornitore della Difesa e da marzo sono capitato anch'io nella trappola della perenzione.
Continuo a scriverlo sul blog, la notizia e' stata data alla stampa e sai quale può esser il pericolo dopo la "sola" rifilataci da Prodi?
Siccome non ci sono i MILIARDI per rifinanziare le opere "perite", è che il governo Berlusconi faccia finta di niente e rinvii tutto alla finanziare del 2010.
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