
Mi appare davvero preoccupante il “tempismo” con il quale parte della Magistratura calabrese sta definendo alcuni procedimenti giudiziari, in atto da tempo, nei confronti di uomini politici.
Per carità, dal punto di vista umano, non posso che definirmi contenta delle sentenze giudiziarie di questi giorni, ma, contemporaneamente, non ritengo debba passare inosservato il particolare che le sentenze in questione vengono promulgate in piena campagna elettorale: fatto mai accaduto! Le archiviazioni dei procedimenti a carico di due consiglieri regionali ed il proscioglimento del Presidente della Giunta, provvedimenti tutti pendenti da tempo, ma deliberati solo nell’ultima settimana, non possono non destare sospetto!
Il “nuovo” (si fa per dire!) PD calabrese vorrebbe tentare di presentarsi alle elezioni all’insegna delle apparenti “carte in regola”.
Eppure il capogruppo regionale del PD, Nicola Adamo, ha dichiarato, nei giorni scorsi, che “non si può dire che non esiste alcun problema e che si possa andare avanti come se nulla fosse”. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Bova, ha affermato che non “ si possono affidare le proprie sorti a poteri speciali e monocratici esterni alla Regione”, in riferimento alle vicende giudiziarie che hanno colpito il civico consesso regionale: dichiarazioni pesanti nei confronti di quella Magistratura, considerata “brava” se colpisce uomini politici del centro-destra, ma “potere speciale” se tenta di far luce in quella parte politica di centro-sinistra che è sempre riuscita a far credere di essere unica detentrice del vessillo della legalità e dell’antimafia.
Il Presidente Loiero, uscito nella giornata di ieri, più che indenne da una parte delle sue vicende giudiziarie e dalla crisi regionale, oggi, quasi mette in dubbio che in questa Regione possa esserci del “marcio”.
Ma come mai, a questo punto, il PD non candida Loiero? Come mai, visto che in Calabria tutto sembrerebbe gestito all’insegna della legalità, il PD scomoda addirittura il prefetto De Sena?
Come mai a distanza di 28 mesi dall’omicidio Fortugno, per il quale è stato ormai volutamente decretato l’inabissamento della verità, la Giunta e la maggioranza consiliare regionale, continuano a servirsene da alibi per giustificare il fallimento della loro politica? Come mai se in Calabria non c’è nulla di “marcio”, le imprese aggiudicatarie di importanti appalti e note attività commerciali sono sottoposte quotidianamente ai vili attacchi della criminalità organizzata? Come mai continuano a ritenersi necessarie le “entusiastiche”marce antimafia? Come mai non si ha chiarezza sulla destinazione e sull’utilizzo degli ingenti finanziamenti pubblici pervenuti e il tasso di disoccupazione rimane tra i più alti d’Italia? Come mai la Calabria è divenuta la Regione dell’emergenza in ogni settore? Come mai si osa “andare avanti” come se nulla fosse?
E’ di oggi la relazione dei Servizi segreti presentata al Parlamento, dove si legge che “La ‘ndrangheta, nonostante i duri colpi subiti, resta nel panorama della criminalità organizzata nostrana, la componente più pericolosa in grado di esprimere valenza eversiva”, ed ancora “La ’ndrangheta continua ad insinuarsi in settori economici come la costruzione di strade, la sanità, il turismo e l’agroalimentare e le attività imprenditoriali nell’area di Gioia Tauro, uno dei maggiori porti di smistamento container nel Mediterraneo”.
D’altra parte, quanto riferito nella relazione dei servizi era stato già scritto nel documento sulla ‘ndrangheta, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia.
Ma se è vero, come è vero, che la ‘ndrangheta continua ad insinuarsi nei settori economici, è altrettanto vero che tale possibilità le viene garantita da parti della politica, dell’imprenditoria e delle istituzioni.
Ed allora, come mai in Calabria nessuno paga? Chi copre tutto e tutti? Quali i “potenti” che riescono a tenere in mano le sorti di una Calabria dove il cittadino è portato a fare di “tutta l’erba un fascio”, non riuscendo più a distinguere il corrotto dalla persona onesta?
Come mai….? Come mai…? Come mai…? Le risposte si potranno avere solo se coloro che sono chiamati a gestire la “cosa pubblica” ed a garantire la “giustizia”, individueranno nell’etica comportamentale e nella moralità i punti cardine per il riscatto della Calabria.
On. Angela Napoli
Taurianova, 29 febbraio 2008