mercoledì 17 ottobre 2007

QUAL E' IL VERO MOVENTE?

Nei giorni scorsi ho sentito l’esigenza di rileggermi tutti i comunicati stampa da me trasmessi inerenti l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale calabrese, dott. Francesco Fortugno. In tempi non sospetti ero già convinta che, superate le elezioni politiche del 2006, non si sarebbe mai raggiunta la verità su movente e mandanti di questo delitto eccellente, ma rimaneva tuttavia in me qualche barlume di speranza riposto nella fiducia degli inquirenti. Oggi, a due anni esatti dal delitto Fortugno e nel mentre sono in atto le commemorazioni di ricordo, apprendo della morte di Bruno Piccolo, principale pentito del caso. Forse, Bruno Piccolo, quale collaboratore di giustizia, non avrebbe potuto aggiungere altro a quanto già riferito nei tempi previsti dalla legge, e, pertanto, la sua morte potrebbe non inficiare il quadro investigativo; tuttavia, da oggi, accanto alla necessità di individuare il vero movente che ha portato all’omicidio Fortugno, non potrà non aggiungersi l’analogo dovere morale della ricerca del movente che ha portato al suicidio di colui il quale, per primo, aveva indicato il presunto killer.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia

Roma 16 ottobre 2007


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Locri, 18 ott. (Apcom) - Bruno Piccolo il pentito di 'ndrangheta, il picciotto che picciotto non era, morto suicida lunedì scorso, viveva a Francavilla al Mare, in Abruzzo. Era la località scelta dal servizio di protezione dove far trascorrere al pentito numero uno del processo Fortugno la sua seconda vita. A Francavilla al Mare, Bruno si era integrato nuovamente, aveva cominciato a vivere e a scherzare, la scorsa estate aveva anche ripreso a lavorare, secondo quanto si è potuto ricostruire in ambienti investigativi.

Bruno Piccolo si era fatto assumere al Bar Kiwi sul lungomare della ridente cittadina abruzzese. Ma in Abruzzo per tutti era Bruno Dandolo, nome di copertura che il servizio centrale gli aveva assegnato. Cosi era stato assunto da Sergio, il titolare del bar davanti il quale Bruno una quindicina di giorni fa aveva bruciato, per amore di una donna, un mazzo di fiori. Bruno aveva tentato di rifarsi una vita, aveva incontrato nuovi amici, aveva in pratica ripreso a sperare in una vita normale. Poi la svolta: lo scorso mese di agosto, quasi sul finire, al bar si presenta un ispettore del lavoro per una verifica.

All'interno dell'esercizio commerciale c'è solo Bruno Dandolo, che esibisce documenti all'ispettore che registra subito il tutto su un verbale. La storia sembra finire lì, ma intorno alla fine di settembre, il titolare del bar, Sergio, si ricorda di questa visita e tramite il suo commercialista chiede di verificare all'ispettorato del lavoro di Chieti come è andata a finire la verifica. La risposta, che arriva intorno al 10 ottobre, lascia di stucco tutti quanti: «Non esiste nessun Bruno Dandolo, da voi lavora il signor Bruno Piccolo». La notizia raggela tutti, titolare compreso che senza pensarci due volte licenzia in tronco Buno Piccolo, alias Dandolo, cacciandolo in malo modo dal locale.

A questo punto - a quanto si apprende - il collaboratore di giustizia sarebbe rimasto senza i soldi necessari per pagare della bolletta della luce, vedensosi quindi tagliare l'erogazione dell'energia elettrica. Bruno Piccolo è stato quindi costretto a rimanere al buio per diversi giorni, come accertato anche dalla Polizia al momento della scoperta del cadavere.

Ora la Procura della Repubblica di Chieti - a quanto si apprende - ipotizza l'istigazione al suicidio. Il pentito potrebbe aver subito pressioni che lo hanno spinto a togliersi la vita. L'autopsia non ha tolto tutti i dubbi, tant'è che sono stati richiesti ulteriori esami tossicologici, particolari.

Anonimo ha detto...

Il vero movente lo conoscono tutti, anche le pietre! La cosa più dremmatica è che il DOLORE rimarrà sempre DOLORE, mentre i nostri politici pensano a scambiarsi le poltrone. VERGOGNA!
Dimettetevi tutti in nome di colui che è morto per la vostra politica corrotta. VERGOGNA! NON AVETE PIU' il senso della moralità.
Ma cosa insegnate ai vostri figli?

Anonimo ha detto...

Bruno Piccolo: un altra vittima per colpa di questo "stato" disorganizzato ... siamo in mano a nessuno BUROCRATI BURATTINI E BURATTINAI - vergognatevi!!!