martedì 3 novembre 2009

Le navi dei veleni e l'inquinamento ambientale in Calabria

Il problema dell’inquinamento ambientale della Calabria ha sempre destato in me grandi inquietudini e perplessità su come lo stesso sia stato continuamente affrontato. Inquietudini e perplessità che oggi più che mai, alla luce delle ultime vicende delle navi dei veleni, sono diventate non più sopportabili. Ed allora ho deciso di spogliarmi momentaneamente delle vesti di politico e di assumere i panni di normale cittadina che vive in quella martoriata terra. E’ poiché con tali vesti non intendo patteggiare né per i Governi nazionale o regionale, né per questo o quel Magistrato, più che mai per un collaboratore piuttosto che per qualsiasi trafficante o faccendiere, sento la necessità di porre alcune domande per vedere se qualcuno è in grado di darmi le relative risposte.
Premetto che parto dalla certezza che la ‘ndrangheta, come la camorra, trae grandi profitti dal settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e tossici e che per poter praticare tale illecita attività deve trovare complicità in ambienti istituzionali di varia natura.
Ma ritorniamo alle navi dei veleni e prima di potermi sentire tranquilla sull’esito delle relative indagini, gradirei sapere se c’è stata attività, ed in caso affermativo le relative risultanze, dopo la deposizione nel 2005 presso la DNA del memoriale del collaboratore Fonti. Se e chi ha avuto la possibilità di comparare le immagini realizzate dalla Geolab con quelle della Copernaut. Perché nelle fasi di accertamenti non vi è stata reciproca collaborazione tra Governi nazionale e regionale. Perché la Magistratura competente non ha provveduto a sequestrare i relitti reperiti al fine di accertare l’identità e l’eventuale uguaglianza degli stessi. Chi può garantire che a largo delle coste calabresi non giacciano navi affondate dalla ‘ndrangheta e contenenti rifiuti radioattivi. Chi mi garantisce che le morti del Capitano Natale De Grazia e della giornalista Ilaria Alpi non siano avvenute perché entrambi vicini alla scoperta di verità . Perché le indagini nel merito finiscono ogni volta che le stesse passano per competenza dalle Procure ordinarie alle DDA. Perché a distanza di anni qualcuno tenta di riavviare le indagini e qualcun altro fa si che le stesse vengano immediatamente chiuse.
Sarò sicuramente una cittadina sospettosa, ma se non mi verranno date esaustive risposte, non potrò che desumere che in questo settore, oltre agli interessi della ‘ndrangheta ci sono anche quelli di ben altri ambienti, la cui natura potrà essere identificata da ogni cittadino in chi riterrà più opportuno.

On. Angela NAPOLI
Componente Commissione parlamentare antimafia

Roma, 3 novembre 2009

2 commenti:

luisa corso ha detto...

Effettivamente le "rassicurazioni" finora date non convincono affatto.Le indagini dovrebbero proseguire.

Anonimo ha detto...

Gentile On. le sue domande e i suoi dubbi sono legittimi comunque mai quanto quelli dei cittadini, anche perchè siamo tutti coinvolti,io sono lucana e c.que mi giri mi viene l'angoscia sia che si tratti di Maratea che di Metaponto.Le stesse perplessità che esprime sul blog perchè non le gira direttamene alla Prestigiacomo che mi è sembrato avesse un gran fretta, molto sospetta,e vistosa faciloneria,a porre fine alla questione; in effetti ad essere sospettosi poi ci si prende, non è che la sua collega di schieramento in quella posizione ha un certo disagio oltre che un enorme conflitto di interesse per via delle aziende di famiglia ad alta attività di inquinamento? Perchè non Le telefona,le scrive, le citofona, veda lei,e poi magari viene sul blog a dirci come è andata,ma, la prego,non scriva dei suoi dubbi come un normale cittadino,altrimenti devo chiederle cosa ci sta a fare. Cordialmente Carmen Calcagno