L'intervista Angela Napoli (Pdl):
«Dopo la camorra ora il governo pensi alla Calabria»
«Ma gli arresti non risolvono il problema»
Fabio Perugia
f.perugia@iltempo.it
Angela Napoli ha fatto della lotta alla 'ndrangheta la sua missione. La sua battaglia. Vive da cinque anni sotto scorta. Eletta deputato in Calabria con il Pdl, abita a dieci minuti di strada dalle case dove risiedono i Piromalli.
Onorevole Napoli, il rapporto politica-'ndrangheta ormai non è una novità. «Certo, solo che le collusioni tra queste due forze nel frattempo si sono fortemente saldate».
Quanto questi arresti aiutano a risolvere il problema? «Non risolvono assolutamente il problema perché gli accordi tra queste due forze hanno un raggio più ampio. Queste sono operazioni di prevenzione che richiamano l'attenzione al problema, ma in Calabria questi arresti mettono fine a poco».
Silvio Berlusconi è convinto che oggi la criminalità si può sconfiggere. L'Italia ha i mezzi? «Sì. Le intenzioni di Berlusconi sono positive ma non è solo questione di mezzi bensì di volontà e di valutazione delle organizzazioni. L'attuale governo sta facendo bene a prendere di petto la situazione della camorra, ora però è necessario farsi avanti con l'organizzazione più radicata, con le maggiori potenzialità economiche e che riesce a penetrare in varie parti del mondo oltre che gestire i rapporti con le altre organizzazioni nazionali e internazionali: bisogna lavorare sulla 'ndrangheta».
Il Parlamento cosa può fare? «Ritengo che oggi nessuno debba più fingere di non conoscere e nascondersi dietro i "fantomatici" protocolli per la legalità. Il legislatore deve urgentemente rivisitare sia la legge sullo scioglimento degli Enti locali per infiltrazione mafiosa, non idonea a infrangere le collusioni tra funzionari e mafiosi, sia l'attuale normativa sulle certificazioni antimafia, ormai pesantemente aggirata dagli stessi mafiosi»
Quanti altri casi ci sono come quello di Gioia Tauro? «Tanti».
Ci può indicare qualche paese «a rischio»? «Non saprei. Io starei molto, ma molto, attenta al Vibonese».
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