giovedì 29 novembre 2007

L'On. Napoli contro la revoca del programma di protezione a Giuseppe Grasso

Dopo il lungo ed importante lavoro svolto da alcuni mesi, quale coordinatrice del Comitato sui Testimoni di giustizia della Commissione Nazionale Antimafia, sono fortemente preoccupata per la revoca del programma di protezione al Testimone Giuseppe Grasso. Da sempre sono stata convinta dell’importanza che hanno i testimoni di giustizia nel contrasto alla criminalità organizzata: la loro denunzia ed il loro coraggio sono risultati fondamentali per assicurare alla giustizia coloro che usurpano, attraverso racket ed usura, il bene altrui,quasi sempre conquistato con anni di lavoro e di sacrifici.
Le audizioni in Commissione Parlamentare di numerosi testimoni di giustizia mi hanno convinta della necessità di tutelare, con maggiori garanzie, di tali figure, rispetto a quanto previsto dalla apposita legge n. 45/2001 e proprio in tal senso ho approntato una relazione che verrà discussa e mi auguro approvata, entro il corrente anno dall’intera Commissione.
Ma proprio perché dovrebbe essere riconosciuta pienamente la specificità della figura del Testimone di giustizia e lo Stato dovrebbe essere maggiormente rispettoso di tale ruolo, non posso condividere la decisione della revoca del programma di protezione per Giuseppe Grasso. So che l’uomo non ha un carattere “facile”, ma come è possibile accettare la scelta della Commissione centrale, decisa l’8 novembre 2007, all’indomani della sentenza di condanna a otto anni di Pantaleone Mancuso, uno dei capi dell’omonima cosca, conseguente proprio all’accusa di Grasso? Non solo, ma Giuseppe Grasso, il 21 novembre u.s., ha ancora testimoniato nell’importante processo “Odissea” contro i La Rosa di Tropea, per ben 4 ore ed il 4 dicembre p.v., dovrà essere sentito, insieme alla signora Franzè Francesca, alla quale non è stato revocato il programma di protezione, sempre nel citato processo “Odissea”.
Saranno forse pure coincidenze le date di riunione e di deliberati della Commissione centrale, ma la decisone di revoca non può che apparire punitiva per il Grasso, negando quasi il coraggio che lo stesso ha avuto e sta continuando ad avere nel testimoniare contro gli uomini della ‘ndrangheta vibonese.
Continuerò ad essere a fianco di Giuseppe Grasso e di tutta la sua famiglia e dell’episodio, che, ripeto, reputo grave, ho già provveduto ad informare la Commissione Nazionale Antimafia, invitando il Presidente on. Forgione, ad intervenire per sanare la grave situazione.

On. Angela NAPOLI
Coordinatrice Comitato Antimafia sui Testimoni di giustizia


Roma 29 novembre 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

non posso che esprimere il totale disappunto per la decisione della commissione centrale di revocare la protezione a giuseppe grasso,testimone di giustizia in alcuni importanti processi che vedono alla sbarra capi e gregari della cosca mancuso di limbadi.
lo stato,le istituzioni,invece di dare tutte le garanzie possibili ad uomini come giuseppe grasso,e qui richiamo pure la figura di pino masciari,
questo Stato invece abbandona gli uomini che sono testimoni importanti nei processi alle cosche della 'ndrangheta.
qualche auto blu di meno,e qualche uomo di scorta in meno ad alcuni uomini politici calabresi che non ne hanno alcun bisogno perchè essi stessi collusi e conniventi con la mafia e le cosche, che certamente non gli faranno alcun male,si potrebbero impiegare per dare tutela ad uomini e donne,testimoni di giustizia che con coraggio e dedizione hanno deciso di stare dalla parte giusta.
alcuni procuratori delle repubblica(vedi Vibo valentia) sfrecciano con auto blu e scorta annessa quando questi stessi procuratori non hanno mai aperto alcuna inchiesta ed alcuna indagine sulle cosche e sulla massoneria deviata che infesta,come un cancro,la provincia,l'azienda sanitaria di vibo,le istituzioni territoriali del governo etc etc etc etc etc...
bisogna denunciare con forza questo stato di cose.bisogna avere il coraggio di essere uomini liberi e sostenere le scelte coraggiose di gente che testimonia a rischio della propria vita e quella dei suoi familiari contro boss e cosche della 'ndrangheta.
bisogna che il sig.on.le vice-ministro Minniti,si dedichi meno al fantomatico partito democratico,e pensi di più a queste cose che scandalizzano non solo la Calabria ma il Paese intero.
Bisogna che il vice-ministro si esprima su questo Consiglio Regionale di inquisiti,che ci faccia sapere come la pensa su questa Giunta Regionale di inquisiti.
Bisogna che il vice-ministro non si nasconda dietro il partito democratico, perchè la gente vuole sentire la sua voce su questi temi,sui temi della legalità,sui temi della lotta alle collusioni tra mafia e politica!!
altro che partito democratico...